
Partiamo innanzitutto, spiegando il il significato del loro nome, prendendo spunto dalle loro informazioni facebukkiane:
"Il nome ZANT, trae origine dall'anagramma di alcune lettere contenute nei cognomi dei tre fondatori. Le influenze musicali che caratterizzano il loro mood, provengono principalmente dal rock progressive, carico di porzioni strumentali e altri artisti della musica italiana "di nicchia" (Quintorigo, Bluvertigo), per creare un sound dalle sfumature retrò, ma al tempo stesso moderno. Una miscela di suoni e parole, atte a creare le atmosfere sognanti e malinconiche del rock progressive, ma con un giusto tocco di rock alternative e melodico. La sperimentazione musicale, inoltre, guida le composizioni e le melodie verso sonorità molto introspettive e accattivanti".
Devo dire che trovo corrette queste informazioni perchè avendo ascoltato bene il loro Ep d'esordio le riscontro in toto.
La band degli Zant è composta da:
Lead Vocal: Alessio De Luca
Guitar: Davide "Dave" Bonizzoni
Keyboards/Sinth: Mattia Benedetti
Bass: Emiliano Lisi
Drums: Dario Battini
L'Ep è composto da 4 canzoni e Deliri Progressivi cercherà di analizzarlo per voi:
IL NOSTRO MOMENTO:
E' una canzone che ci fa viaggiare con un teletrasporto musicale, nel decennio del prog anni 70 italiano. Una poesia accompagnata da una splendida musica... trovo questo brano, soave e lo avvicino a qualcosa dei Pooh dei loro inizi, quando secondo me, avevano dei momenti prog che poi hanno perso per strada.
METEORE:
Questa canzone inizia e cresce in modo lineare, una intro di batteria, segna il tempo che fu, il testo è molto bello anche se un po' troppo malinconico.
NUOVE OPPORTUNITA':
Quel prog mai troppo prog, più alternative che prog, un bel piano in primo ... "piano", la canzone forse è la più "leggera" dell'ep. Attenzione però, perchè leggera, non significa banale assolutamente, almeno questo è il caso dei nostri ZANT che banali non lo sono davvero.
Bello il momento Japan.
PREPOTENZA:
Il pezzo più energico dei quattro ed il mio preferito. Molto ben suonato nella sua varietà, il sinth da più vivacità del piano secondo me ed il testo, è un testo arrabbiato che fa crescere il valore della globalità dell'opera.
Il mio giudizio è positivo, credo che serva lavorare con qualcuno che ne affini un po' le sonorità e dia degli ottimi consigli. In alcuni casi, c'è bisogno di un tocco di modernità al sound, senza perdere di vista il suono prog vintage. C'è ancora da lavorare... ma si sente qualcosa di buono.
Roberto Bruno