"Sono una persona che, per motivi di trascorso di vita, ha sempre vissuto (scusa il gioco di parole) molto intensamente e profondamente tutte le esperienze, sia positive che negative. Da queste esperienze ho sempre cercato di trarne un “insegnamento” che mi aiutasse, in qualche modo, a superarle ed interiorizzarle .."
una nuova intervista a OX a cura di Francesca R. Rombolà
R- Ox è una combinazione di tante avventure, personalità e personaggi che convogliano tutti in una figura con una vita travagliata, passata a girare posti e a raccogliere esperienze. Il nome è la semplice contrazione del mio nome Osmel e per renderla più altisonante è bastato sostituire una "s" con una "x". Inoltre in inglese Ox è il bue, il toro, ed io sono così. Quando mi metto in testa un obiettivo vado dritto a testa bassa fino ad ottenere i miei risultati.
D - Canto e parole nell'era dei sentimenti estinti... nasce per tentare di salvaguardare la musica, la poesia, il canto in un'era (quella nella quale viviamo)dove i sentimenti più profondi, più intensi e fondamentali per il cuore e l'anima dell'uomo sembrano davvero estinti... allora anche il blues, che io ho sempre amato tanto, nascente dalle profondità dell'anima e dalle radici più autentiche del cuore, è forse estinto?
R- Assolutamente no! Il blues è l'anima del rock d'autore, del cantautore. Il "blues" come sentimento, resta e resterà la sorgente dei testi e delle musiche di chi, come me, attinge ai propri stati d'animo, ai sentimenti, appunto, più profondi e intensi, per scrivere le proprie canzoni. Spesso il blues viene separato dalla sua essenza. Si pensa che sia un genere, uno stile, ma si dimentica che il blues è un modo di essere. Senza entrare nello specifico dei grandi autori strettamente blues, se prendi autori come Zucchero, Eric Clapton, Steve Ray Voughan, questi non sono solo interpreti del blues ma anche persone che hanno fatto del loro "being blue" (essere blues) la loro fonte di ispirazione.
Nel mio lavoro musicale, sebbene io non suoni il genere, non posso fare a meno di ispirarmi per esprimere le mie sensazioni.
D - Mi sembra di capire, da un primo ascolto, che la tua musica si è come "dissetata" alla fonte di vari generi musicali. È davvero così?
R - Lo è per certo. Sono un onnivoro musicale, ma ho dei punti saldi che hanno formato la mia cultura musicale. I DIRE STRAITS in primis, i QUEEN, il rock americano, i Bon Jovi, ma poi, nel corso della mia vita, ho inserito di tutto. Dal metal, al progressive, al blues, al jazz. E tutto quello che ho ascoltato, l'ho sempre fatto mio in maniera "critica", non limitandomi all'ascolto ma osservando sia l'esecuzione che l'evoluzione dei pezzi, le trovate, le idee. E così, quando ho composto e arrangiato le canzoni del mio primo album "When Things Come Easy" ho cercato di metterci dentro un po' di tutto questo. Al punto che mi piace ascoltare la mia musica! Certo la strada è lunga, ma in continua evoluzione.
D - Come ti definisci, musicalmente parlando, un estroverso sul palco? Un frontman con doti di grande comunicabilità e forte impatto sul pubblico? Oppure un introverso, magari un artista che lascia parlare solo la sua musica e i suoi testi in modo distaccato e rigoroso?
R- Adoro il pubblico e più il palco è grande e più sono gasato. Più pubblico ho davanti a me più sicuro divento! I dieci anni di esperienza con la mia band precedente, I MAGHI DI OX, mi hanno insegnato a rispettare ed amare il palco. Il palco è il mio credo. Quando sono lì spariscono tutte le incertezze e mi trasformo. L'interazione col pubblico, la comunicazione verbale e visiva sono per me regole fondamentali da rispettare. Non sopporto chi, anche solo per scelta, decide di non relazionarsi con la propria audience. In fin dei conti, è grazie al pubblico che ti trovi su un palco, altrimenti te ne stavi a casa a cantare davanti allo specchio.
Sul palco curo tutto: abbigliamento, movimenti, approccio, ordine, regia. Fin che posso, cerco di fare in modo che tutto sia perfetto, e finchè lo è, anche "perfettibile".
D - Il tuo prossimo album NAKED (Nudo). Parlane un pò.
R- "Naked" diciamo che è l'evoluzione di "When Things Come Easy". In Naked c'è solo la mia musica, senza la ricerca di contaminazioni (che restano cmq implicite). Ma se in "When Things Come Easy" mi sono "preoccupato" degli standard, in Naked non ci sarà questo tipo di approcio. Per questo si chiamerà così. Naked vuol dire Nudo. Per me è una rinascita, un nuovo inizio, e puoi ricominciare un percorso solo spogliandoti di quello che avevi prima ed esprimendo té stesso al 100%.
Il disco sarà anticipatò da un EP, dal titolo "The Journey" ("Il viaggio"), proprio ad indicare il percorso interiore ed esteriore che ho fatto e sto facendo, alla scoperta della mia musica. Il nuovo EP dovrebbe essere pronto verso metà febbraio. In questo momento stiamo ancora in fase di missaggio e definizione delle ultime parti. Per realizzarequesto EP mi sono avvalso della collaborazione di diversi artisti. Da Roberto Cola, che si è occupato della coproduzione e registrazione, a Emiliano Mosé, Luca Tiraterra, Franco Basile, Andrea Bonifaci, Roberto L. Tutti amici musicisti che si sono prestati a rendere più interessante il progetto.
D - Il percorso creativo in musica, in poesia,in pittura, nell'Arte in genere penso sia sempre molto travagliato in tutti i sensi(lo dico per esperienza personale). A volte penso che senza dolore, sofferenze varie, privazioni e lotte è difficile produrre qualcosa di buono. Altre volte (nei momenti di sconforto, di disperazione piuttosto gravi)penso che la fatica dell'artista è eccessiva, quasi un incubo, se paragonata ad un'esistenza normale senza troppe preoccupazioni e problemi. È così anche per te?
R- Sono una persona che per motivi di trascorso di vita ha sempre vissuto (scusa il gioco di parole) molto intensamente e profondamente tutte le esperienze, sia positive che negative. Da queste esperienze ho sempre cercato di trarne un "insegnamento" che mi aiutasse in qualche modo a superarle ed interiorizzarle.
Credo che ognuno abbia un proprio "livello emozionale", e senza togliere nulla a nessuno, credo che l'unica vera differenza sia nel modo di traghettare queste emozioni dal fuori al dentro e viceversa. Diciamo che per un artista, di qualunque arti si occupi, il modo è più pratico, e forse anche liberatorio, perché scarichi sulla tua arte tutto il tuo blues o la tua gioia
D - La Poesia (la scrivo sempre con la P maiuscola perché per me rappresenta la forma d'arte più elevata) è importante oggi? Il mondo la rigetta? L'ha dimenticata? È indifferente ad essa? Scrivere poesie o leggere poesie ha ancora un senso in una società dove i soldi sono tutto, a tal punto che la vita umana si misura soltanto dalla quantità di denaro che si ha?
R- No, penso che il mondo abbia ancora bisogno di questo. Canzoni, poesie, immagini sono tutte foglie dello stesso albero, quello dei sentimenti e dell'espressione dell'animo. L'uomo, soldi o no, ha bisogno di questo. Le cose che ci restano di più sono poi quelle che arrivano direttamente al cuore....quelle dove il denaro non è l'elemento decisivo.
Grazie mille, OX. Un augurio particolare per la tua musica, che merita davvero tanto e sempre di più.
Francesca Rita Rombolà