"I cambiamenti vanno bene se protesi al miglioramento, sennò diventiamo “bandiere al vento”..... Spesso è così forte il dolore o la gioia, in cui uno mette le radici, che diventano le tue, anche se non le vivi di prima persona. Questo mi capita quotidianamente, vedo un volto che mi può ispirare anche andando alla spesa al supermercato."
intervista a Valeria Vaglio a cura di Dulcinea Annamaria Pecoraro

1. Valeria quale è “IL TUO VIZIO MIGLIORE”?
Mi piace questa domanda, perché posso rispondere sempre diversamente. Il mio vizio migliore è fare innamorare gli altri dei miei vizi peggiori e cercare di rendermi così “simpatica”. E’ chiaro che nel pezzo, mi riferisco all’amore, al fatto di non poter fare a meno di essere in un certo modo, nonostante altri possano approfittarsene. I cambiamenti vanno bene se protesi al miglioramento, sennò diventiamo “bandiere al vento”. Una coerenza di fondo deve esserci, oltre alla tendenza, al marketing, almeno la personalità, soprattutto nel campo musicale, bisognerebbe cercare di preservarla. Purtroppo so bene che anche “sapersi vendere” è una cosa importante. Io non sono sicura di essere in grado di farlo e a volte, raccontarsi per come non si è o mostrare solo le parti più belle, può convincere di più. Io mi baso su un processo più lento seppur forte, come quello del “passaparola”. Questo è un validissimo mezzo di pubblicità, seppure si vive in un mondo dove tutto passa velocemente. Io ho bisogno di essere ispirata.
2. Sei al tuo 3° album (“IL MIO VIZIO MIGLIORE”). Il 1° “STATO INNATURALE” (2008), il 2° “USCITA DI INSICUREZZA” (2010) da cosa trai spunti per le tue canzoni/emozioni?
Beh, a differenza dei primi due album, che sono molto auto biografici, il primo terreno che un artista sonda, in questo terzo disco, mi sono guardata intorno e ho fatto mie anche storie di altri come dirette conoscenze con soldati o famiglie in Afghanistan. Spesso è così forte il dolore o la gioia in cui si mette le radici, che queste diventano tue, anche se non le vivi in prima persona. Questo mi capita quotidianamente: vedo un volto che mi può ispirare anche andando a far la spesa al supermercato.
3. A giugno 2011 esce il video ufficiale del brano “Dio quanto sto bene senza te”, il primo videoclip italiano girato interamente con iPhone 4, la cui regia è del salentino Lorenzo Corvino. Il video vince il premio speciale PIVI 2011 (premio italiano videoclip indipendente) per essere stato il “primo videoclip italiano girato con iPhone 4” ed è stato premiato il 27 novembre a Bari durante il corso del MEDIMEX la fiera delle etichette indipendenti. Quanto è importante l’azione visiva e/o vocale?
Il discorso può essere ambivalente poiché l’azione visiva può togliere campo a quella delle parole. La concentrazione è diversa. La musica si amplifica e si lega alle immagini e con il canto, si può rafforzare il tutto. In altri casi, vi è una costruzione (forzata) di ruoli e personaggi, fatti poi per colpire un determinato "target".
4. Musicista (pianoforte e chitarra)/ cantante /autrice di testi/ giurata (concorso Walk On Right indetto da Amnesty International). Quale di queste attività trai più benefici?
Sicuramente l’autrice di testi. Scrivere è fondamentale. Quando unisco testo e musica (anche di altri) è magia. E’ un miracolo sentire l’unione di parole e musica. Io non faccio niente per forzare, devo solo organizzare, così le canzoni nascono da sole.
5. Hai lavorato con grandi artisti: Diego Calvetti, Nava, Bungaro, Vallesi (etc.) Quale delle esperienze/ collaborazioni fatte hai tratto maggiori benefici?
Il rapporto con Diego Calvetti è molto bello, con lui io sono cresciuta, poi i rapporti artistici ci sono stati con persone che fanno questo mestiere da anni. Vorrei lavorare con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Tiziano Ferro.
6. 2008 partecipi alla 58° edizione del Festival di Sanremo nella categoria giovani con il brano “Ore ed Ore” e verso la fine del 2010, dalla collaborazione e dal rapporto di stima ed affetto con Serena Abrami (X-Factor) e Mauro Rosati nasce “Amianto” un pezzo che inserito all'interno del primo album della giovane artista marchigiana. Cosa pensi dei Talent?
Sono le uniche opportunità per possono tirare fuori del mucchio gli artisti. Però, nonostante ti portino a ritagliarti un posto nell’ "Olimpo" con i mezzi di comunicazione, ti possono poi, far entrare in un vortice talmente grande da farti diventare una “pedina”. Questo meccanismo è da tenere sott’occhio, specialmente in giovane età.
7. Il tuo rapporto con il sociale sei sostenitrice do Amnesty International e fai campagne contro l’omofobia (vedi Gay Pride di Bologna). Quanto la musica può incidere?
Io credo che ogni musicista dovrebbe fare altrettanto. Questo è un lavoro esposto a quanta più gente possibile ed è doveroso, per chi fa questo mestiere, farsi portavoce di principi. Io lo faccio volentieri e dovremo essere sempre di più. Per fortuna devo dire che molti colleghi sono attivi e questo è un modo per far smuovere le coscienze.
8. Hai lavorato anche all’estero (Maldive e Egitto). C’è differenza dal lavoro in Italia?
Io ho fatto la vocalist in posti meravigliosi e immersi nell’Oceano Indiano. Lì ero limitata a lavorare un paio di ore al giorno. Lo consiglierei per fare esperienza e guadagnare un po’ di soldi, ma iper un tempo determinato. Io volevo poi fare altro. Volevo scrivere le mie canzoni e registrare i miei dischi. Ora come ora, se dovessi andare all'estero, farei un’esperienza a Londra.
9. Progetti futuri?
Suonare, suonare, suonare! Mi auguro di fare quanti più live possibili. La vita del solo “studio” poi è noiosa. Il disco fisico sarà disponibile solo ai concerti e questo sarà per dare merito e un "cimelio" di valore aggiunto, a chi si smuoverà poi da casa per venire a un concerto.
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Dulcinea Annamaria Pecoraro