
Questa è la più bella notizia che potesse capitarmi. Rock "In attesa di Giudizio" quello che ci offre la premiata ditta Demonilla in collaborazione con Giorgio Zito.
Testi taglienti, si capisce subito che i Demonilla, non le risparmiano a nessuno e questo già a partire dalla
"Intro In attesa di giudizio". Il cantato è diviso tra Francesco Grosso e Giorgio Zito, tranne che in alcuni episodi dove troviamo degli ospiti. "La mia follia", fa già capire quale sarà l'andamento del disco.
Il sound è un rock di quello che oggi forse non c'è più, che ti fa ritrovare l'odore ed il sapore delle care vecchie cantine dove si suonava fino a tarda notte.
La chitarra di Francesco Grosso è degna di nota.
"Non ho pace" dà gas alla musica dei Demonilla, ottimo rock, grezzo.
"Quando parte la discussione", eleva decisamente il livello del disco, ottimo rock blues, con testo ironico ma allo stesso tempo molto diretto.
"Che puoi dirmi", vede la partecipazione del grande Lino Vairetti leader storico degli Osanna, il quale ha partecipato anche alla stesura del brano. Il disco continua a non scendere di tono, il livello anche in questo brano, rimane alto.
"Gli occhi che inseguono il futuro", consideriamola pure una ballad che in questo disco calza a pennello, bellissimo e malinconico l'assolo finale di chitarra del leader Francesco Grosso.
"Mi piaci" è una nuova accelerata rock al disco dei Demonilla.
"È giusto o no", mi intriga favorevolmente in un
deja- vu alla Come Together, immersa nel blues.
"In attesa di giudizio", canzone in stile Bennato, però l'altro, con la voce di Giorgio Zito che ricorda in modo molto forte la voce del fratello.
"Se ogni volta", è secondo me il brano più leggero dell'album e contiene un assolo d'armonica che emoziona.
"Il patto" è una canzone dall'anima soul, episodio a se stante in questo contesto Demonilla, una ballad dal sapore diverso con un finale "settantiano" in crescendo.
"Un'idea della mente", riporta l'anima della band, quella intimista, quella più rivolta ad un sound classic rock degli anni '80. Il sax finale di Annibale Guarino, alza il livello della canzone. "Un posto per sognare" è un vero e proprio dream. Continuo a sottolineare la chitarra di Francesco Grosso che con un ottimo assolo alla Solieri graffia le sue corde.
"L'universo ci guarda", l'ultima ballad dell'album, forse quella più Bennatiana, d'altronde si sa Edoardo Bennato è uno dei grandi della musica italiana, e qualcosa per forza di cose in comune c'è.
Si chiude con l' "Outro In attesa di giudizio", un disco che più che lo ascolti e più che ti entra nel cuore.
Roberto Bruno