Manu Dibango & Soul Makossa Gang
IL PADRE DELLA MUSICA WORLD IL 2 AGOSTO AL DROMOS FESTIVAL
BARATILI SAN PIETRO (OR) ore 22.00
Il 2 agosto al Dromos festival di Oristano dal Camerun arriva “The Lion of Africa”, Manu Dibango artista dalla versatilità infinita, in prima linea sul fronte della musica africana da più di mezzo secolo. Il talentuosissimo sassofonista e suonatore di marimba, suonerà indieme alla Soul Makossa Gang per presentare il tour “8 Decades”, che celebra i suoi 80 anni.
Pioniere della world music, produttore di dischi, filantropo e filosofo, reporter e antropologo. Amante di ogni genere: dal funky all’hip hop, dal cabaret alla canzone d’autore, dal gospel al reggae, dalla musica latina ai ritmi dell’africa occidentale, ma soprattutto un grande jazz man, Emmanuel N’Djoké Manu Dibango nasce il 12 dicembre 1933 a Douala, in Camerun. I suoi genitori appartenevano ad etnie differenti; suo padre, che era un funzionario apparteneva all’etnia yabassi, la madre a quella duala, fatto non convenzionale in una società come quella africana, poiché strutturata secondo costumi ancestrali. La famiglia, di religione protestante gli fa frequentare quotidianamente il tempio, dove la madre dirige il coro. Dopo le scuole primarie, ottiene il permesso dalla famiglia di trasferirsi in Francia per le scuole secondarie dove entra in contatto col jazz e con diversi strumenti musicali: il mandolino, il piano e il sax. E’ in un collegio riservato ai giovani camerunensi che Manu incrociaFrancis Bébey e durante la preparazione dell’esame di maturità frequenta diverse sale concerto della sua città, come il Monaco, e una volta bocciato all’esame, suo padre gli taglia i viveri nel 1956. A quel punto, il giovane musicista inizia ad accettare gli ingaggi che gli vengono proposti e viene chiamato poco tempo dopo dal direttore musicale dell’orchestra African jazz, Joseph Kabasélé Tshamala, detto Le Grand Kalle, padre della musica congolese moderna e che accoglie in seno alla propria orchestra niente poco di meno che Tabu Ley Rochereau e Dr Nico. Il gruppo incide album di grande successo e suona ovunque in Africa.
Nel 1961 Manu torna in Africa, apre un club, a Kinshasa e suona per la prima volta un twist (“Twist à Léo”) nel 1962 a Leopoldville davanti al pubblico africano. Il successo è straordinario, ma purtroppo, nonostante sperasse di essere accolto a braccia aperte in patria, è costretto a tornare in Francia a causa dei debiti contratti col suo club.
Tornato in francia, nel 1967, incontra Victor-Hégésippe Gésip Légitimus, produttore televisivo che aveva appena creato la serie Pulsations: in questa occasione, Gésip incoraggia il musicista a rafforzare i suoi propositi musicali e a urbanizzare la sua ispirazione. Dibango inizia a collaborare così con due artisti incontrati sul set di Pulsations : Dick Riverse Nino Ferrer (per il quale inizia a suonare l’hammond, poi il sax e poi ne diventa direttore musicale). A partire dal 1969 dopo una prima registrazione molto jazz, il camerunense ritrova il suo pubblico africano, registrando dischi ad esso dedicati.
Nel 1972, è il lato b di un 45 giri che fa il giro del mondo: « Soul Makossa », considerato il primo album di disco music della storia e il principale “tormentone africano” di tutti i tempi: offre l’Africa al pubblico occidentale e restituisce le proprie origini ai musicisti afroamericani. Tratto da una danza tradizionale (duala), il Makossa è la musica emblematica dei marciapiedi delle grandi città del Camerun. Il disco entra nel mito e porta Dibango sulle scene più importanti del mondo: dall’Appollo di Harlem all’Olympia di Parigi, prima di partire in tournée con le grandi stelle della Fania All Stars.
A partire dal 1975 e per i cinque anni successivi, dirige l’orchestra Nazionale di Abidjan alla radio televisione ivoriana, nel 1978 registra Home Made e poi vola in Giamaica dove collabora con Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, conosciuti dal grande pubblico come Sly & Robbie
Nel 1982 con l’album Waka Juju torna a sonorità più afro, mentre con Surtention del 1984 offre un incontro inedito tra tradizione africana e hip hop, mentre nell’85 insieme a Herbie Hancock e Bill Laswell, crea Electric Africa. Lo stesso anno partecipa all’operazione umanitaria Tam Tam per l’Etiopia, e nel 1986 incide Afrijazzy insieme a Hugh Masekela, Paul Personne e Ray Lema.Il 14 marzo 1986 viene insignito della Medaglia delle Arti e delle lettere dal ministro della Cultura francese Jack Lang.
Nel 1988 il festival Francofolies lo celebra con un concerto Fete à Manu, il cui album Happy Reunion conserva la testimonianza, in seguito l’artista camerunense pubblica la sua autobiografia, Trois Kilos de café.
Le registrazioni si moltiplicano, è un periodo molto prolifico per la sua produzione, da Négropolitaines a Polysonic, e diventa anche conduttore televisivo nella trasmissione Salut Manu, dove si dedica alla scoperta di nuovi talenti. Nel 1992, Manu Dibango registra WakafriKa, raccolta dei principali successi della musica africana, in collaborazione con i più grandi artisti del contenente: Angélique Kidjo, Papa Wemba, Youssou N’Dour, Salif Keita e King Sunny Adé, ma volendo creare un eterno ponte tra le culture, Manu invita anche artisti come Sinnead O’Connor, Manu Katché, e Peter Gabriel, a collaborare. Lo stesso anno, vincerà La Victoire de la Musique per il secondo volume di Négropolitaine. Nel 1996, l’album Lamastabastani è ispirato dalla dipartita della sua musa e sposa Coco. La compilation African Soul, the Very Best è pubblicata nel 1997, e tre anni dopo, il disco Mboa’suè è incentrato sulla nostalgia per il tempo che passa.Kamer Feeling (2001), B Sides (compilation di vecchie canzoni – 2002), un ritorno trionfale a Douala, dove tiene un grandisismo concerto insieme a Ray Lema, , la musica del film d’animazione Kirikù e gli Animali Selvaggi (2005), e un album in omaggio a Sydney Bechet e alla città devastata di New Orleans dimostrano che la creatività di questo grande artista rimane intatta.
Manu Dibango il 10 agosto sarà ospite al Carpino Folk Festival (Fg) il 10 agosto nello straordinario live di ENZO AVITABILE.
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