"Una vera e propria esperienza. Sono quegli esami che ti fanno capire se veramente sei capace di fare questo mestiere, di vivere certe determinate situazioni...." (Federico)
Voce: Fede
Guitars: Cello
Bass: Spillo
Drums: Vins
Intervista a cura di Dulcinea Annamaria Pecoraro
Prevalentemente si in quanto in "Ossigeno" ci sono tre canzoni in inglese. Come prima stesura noi scriviamo le nostre canzoni sempre in inglese, e questo cambiamento lo abbiamo deciso negli ultimi anni dopo l'uscita del disco precedente, in quanto ci siamo resi conto che qua in Italia piace anche sentire canzoni cantate in italiano. Abbiamo sempre scritto canzoni anche in italiano, ma decisamente il numero di queste era sempre inferiore alle canzoni scritte in inglese. Ci siamo presi il tempo necessario per adattarci a questo cambiamento, ma in concerto rimaniamo sempre gli stessi cantando in entrambi le lingue.
2) Siete pronti a venire incontro sia alle esigenze del pubblico che del mercato quindi?
Certo anche se è proprio una scelta nostra dettata da ciò che ci sentiamo di fare. Ci sentiamo di farlo bene in entrambi i casi senza schierarsi da nessuna parte.
3) Il nome della band PARK AVENUE da cosa prende ispirazione?
All'inizio il nome era più lungo, ci chiamavamo Grochildren's Park Avenue e devo dire che ci piaceva, purtroppo dopo l'ennesima storpiatura da parte di molti, (giornali, amici, organizzatori) abbiamo deciso per un taglio nel nome.
4) Tu Federico sei il cantante ed il chitarrista della band vuoi presentarci gli altri componenti dei Park Avenue?
Certo, oltre a me ci sono Vinicio alla batteria, Marcello alla chitarra, e Alberto al basso. siamo una classica formazione rock. Ogni tanto suoniamo anche il pianoforte ma diciamo solo in qualche canzone per il resto formazione classica voce, chitarra, basso e batteria.
5) Chi scrive i testi delle vostre canzoni?
I testi li scrivo io (Federico: cantante), invece le canzoni le scriviamo tutti assieme. Nascono da un'idea poi in sala prove le sviluppiamo, cercando la giusta melodia ed in fondo aggiungiamo il testo.
6) Avete avuto una bella ascesa. Dopo aver inciso il vostro album avete aperto i concerti di Ligabue di Antonacci e anche di altri. Come avete vissuto questo bel momento che vi ha visto collaborare con artisti di fama internazionale?
Una vera e propria esperienza. Sono quegli esami che ti fanno capire se veramente sei capace di fare questo mestiere, di vivere certe determinate situazioni. Per noi qualcosa di bellissimo in quanto inizi cercando i locali dove poter suonare e spesso locali molto piccoli, e poi ci siamo ritrovati con questi artisti. E' stata benzina per il nostro motore, quell'energia giusta che ci ha spinto ad andare sempre avanti. Praticamente un'esperienza fondamentale.
7) Qual'è stato il momento in cui vi siete divertiti di più?
Ci siamo divertiti un po' ovunque, ma all'estero forse è stata un'esperienza più spontanea. Invece in Italia aprire per Ligabue, suonando negli stati pieni di persone è stata una bella botta di adrenalina e soprattutto visiva.Per noi era la prima volta e ci è piaciuta tantissimo.
8) Avete vinto il concorso Emergenza Rock. In Italia il rock non è amato ed apprezzato quanto all'estero. Cosa credi che manchi in Italia rispetto alle altre nazioni?
Condivido ciò che dici, in Italia c'è tanta cultura e tanto classico e spesso capita che più c'è cultura e più è difficile modernizzare. Nei paesi europei ad esempio trovi più libertà per sperimentare, spazi per poterlo fare e stanno creando così una loro cultura. In italia ad esempio nel rock c'è meno solidarietà tra i gruppi, cosa che invece non avviene nel rap o nell'hip hop genere che attualmente sta andando per la maggiore.
Ad esempio nel rap nascono gruppi dove ognuno aiuta l'altro ad emergere, nel rock è più una cosa solistica dove ognuno preferisce farsi i fatti propri, anche spesso con un certo agonismo.
Ci vorrebbero più locali, più manifestazioni o altro dedicate al rock, invece ancora oggi i giovani sono più orientati verso le discoteche, i Dj set , bisognerebbe dare più spazio al genere.
9) Il vostro album Alibi è denso di sfaccettature di diverso stile che rappresentano forse degli stati d'animo del momento. C'è una canzone a cui siete più legati?
Certo, sicuramente la canzone è proprio "Alibi" quella cioè che dà il titolo al nostro album.
Ben rappresenta il punto di vista che abbiamo scelto per guardarci intorno, proprio nel periodo in cui registravamo il disco, ovvero cercare di modificare quest'analisi superficiale del giorno d'oggi cercando sempre scuse, dando la colpa alla crisi, o altri di ciò che ci succede. Partendo proprio da noi stessi bisognerebbe cominciare ad essere un po' più consapevoli ed avere il coraggio di prendere la propria vita in mano e farla diventare ciò che si vuole veramente.
10) I Park Avenue stanno vivendo un bellissimo momento, ma in questo momento voi cosa vi aspettate ancora e soprattutto avete dei sogni?
A me personalmente piace suonare, lo faccio principalmente per passione e spero di poterlo fare sempre di più.
In questo momento parlo personalmente per me, ma credo che gli altri tre componenti della band siano d'accordo con me. Riuscire a farci ascoltare da più persone possibile sarebbe già un bel risultato, attualmente suoniamo e ci divertiamo come i primi giorni anche se ci accorgiamo che le cose sono un po' cambiate. Quello che ci sta accadendo ci rende orgogliosi, quindi più potremo farla, più ci rende felici.
11) C'è qualche artista con cui sperate /sognate di collaborare?
Sinceramente sarebbero tantissimi, ma siamo anche convinti che in questo momento dovremo andare avanti con le nostre gambe senza sfruttare il nome di altri. comunque ad esempio in Italia a me piacerebbe molto collaborare con Elisa, o Cesare Cremonini, invece spostandomi più sul rock mi piacciono i Verdena, i Negrita, tutti artisti che se un giorno dovessero chiamarci non potremo mai dire di no. Comunque mi rendo conto che chi nel campo musicale ha veramente sfondato è perchè si è impegnata a fondo per arrivare.
12) Quali sono i gruppi che hanno influenzato il vostro modo di fare musica?
Rispondo per me e ti dico che da piccolo i miei genitori mi facevano ascoltare i Beatles e i Rolling Stones ma anche Mina e Battisti, ho sempre ascoltato musica melodica, facendo molta attenzione alle melodie della voce, in particolare a quelle molto curate ma anche molto efficaci. Il rock credo invece abbia influenzato tutta la band ad esempio i Led Zeppelin. Oppure Gilmour dei Pink Floyd è uno che se lo ascolti ti fa venir voglia di imparare a suonare la chitarra.
Dulcinea Annamaria Pecoraro