Spesso ci chiediamo cosa potrebbe accadere se due geni, due grandi menti si incontrassero per realizzare un progetto a quattro mani. Un progetto senza una strada tracciata; se non quella della musica, dove due stelle si incontrano e si assorbono a vicenda, donando all'altro qualcosa di artistico, e insieme diventano creazione di purezza e di libertà.
Recensione a cura di Roberto Bruno

Nell'aria c'è quell'odore di purezza.
Le parole di Claudio si miscelano alla perfezione con le note di Gianni.
Da questo connubio musicale, nasce un progetto: "Vdb23 nulla è andato perso".
Tanti ospiti di caratura altissima, amici dei due artisti.
Amici come Battiato, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Piero & Ghigo dei Litfiba, Miro Sassolini la storica prima voce dei Diaframma, Cristina Donà, Ivana Gatti, Monica Matticoli, Massimo Zamboni, Emidio Clementi, hanno partecipato amichevolmente a questo progetto.
Cos'è Vdb23?
E' un percorso musicale all'interno di due anime rock della musica italiana, completamente diverse l'una dall'altra ma che alla fine si sono trovate.
La numerologia, scienza della quale Claudio Rocchi ne era amante, ha fatto si che il Vdb32 (Via dei Bardi 32, l'indirizzo della storica cantina fiorentina dove ebbe inizio la storia dei Litfiba), diventasse
23 ovvero il numero del cambiamento.
Il disco inizia con l'omonima Vdb23, 11 minuti che ti fanno capire molto di questa opera.
Il basso di Gianni ,avvolge le note nell'oscurità più profonda, ma allo stesso tempo riporta alla luce un suono incredibilmente avvolgente e caldo, devo dire che personalmente volevo e speravo di sentire questo suono e questo ho trovato.
L'inizio è folgorante e l'invito di Claudio Rocchi a vedersi in via dei Bardi è decisamente convincente.
Torna con me, dal testo molto elaborato e significativo, una vera e propria poesia moderna.
Nulla è andato perso è maledettamente nervosa, un pezzo di caos calmo che accarezza e fa vibrare con la sua elettronica e le sue parole.
Rinascere hugs suite ... che dire della suite dell'abbraccio? Niente perchè parla da sola.
Una suite vera e propria, che dura venti minuti e aperta da Miro Sassolini con la sua voce a tratti vampiresca, la musica prende corpo e la suite in questione, diventa una vera e propria opera.
Ospiti eccellenti, fanno sì che questa suite dell'abbraccio si trasformi in capolavoro, decisamente sugli scudi per tutta la sua lunghezza e soprattutto bellezza, oltre a Sassolini le interpretazioni di Godano, Donà, Pelù e Zamboni sono un valore aggiunto. Da brividi ...
La melodie de terrance è l'unico strumentale del cd ma credetemi il brano è di una raffinatezza imparagonabil. L'assolo di Ghigo Renzulli è tra le cose più belle del disco.
Tutti gli uomini, tutte le donne: un altro bel martello dal sapore acido psichedelico.
LD7M ( Les dernieres sept minutes de mon pere): Il sitar suonato da Beppe Brotto in evidenza accompagna parole e musiche da brividi.
Devo dire che mai ero rimasto così attratto dal connubio poetico/musicale, offerto da un disco come Vdb23. Questo brano dettaglia particolarmente, gli ultimi istanti della vita di un uomo ma in modo solare, uno psichedelico inno alla vita.
Una corsa: Una colonna sonora che accompagna un'altra poesia moderna, scritta da quel grande poeta di nome Claudio Rocchi. Finale da soundtrack, col piano di Alessandra Celletti.
Rigel & Vdb23: Con la voce narrante di Fabio Peri, per una storia di due stelle magnifiche.
Giunti al termine dell'ascolto di questo disco, mi viene da pensare a quanto esso sia puro, un'anima musicale in fiore. Penso al fatto che un disco così, non abbia mercato, in quanto o è stato acquistato a suo tempo o non lo si trovi in vendita da nessuna parte.
Ma soprattutto mi rammarica la perdita di un artista come Claudio Rocchi, che forse neppure lui immagina quanto abbia dato al mondo musicale italiano.
Gianni Maroccolo e Claudio Rocchi, Marok & Clarock due supernova, che trovandosi hanno permesso a noi ascoltatori di musica di usufruire della loro luce.
Roberto Bruno