in un ristorante quando avevo 14 anni.
Un amico di famiglia mi chiese di cantare con lui al karaoke
“Il mio canto libero” di Lucio Battisti;
da quel giorno, un po’ per la sua insistenza, un po’ per curiosità
è iniziato il mio cammino alla scoperta dello strumento più importante: la voce.
Intervista ad Alessia Della Valle a cura di Alessandro Bellomarini
1) Come e quando nasce la passione per la musica?
Da quando ho facoltà di ricordare la musica ha sempre fatto parte delle mie giornate.
A 3 anni giravo per casa con il registratore ed il microfono della Chicco, cantando e registrando le mie canzoncine preferite; ricordo che nel salone c’era un enorme tappeto, dove io ballavo mentre mio padre suonava la chitarra e cantava per me. Succedeva quasi tutti I giorni, dopo la scuola, o dopo i compiti; e se papa non c’era, c'era comunque il giradischi a tenermi compagnia (anche se solo da lontano, mio padre ne era gelosissimo!) e/o lo stereo, costantemente acceso.
La musica accompagnava ogni momento della mia vita: in macchina durante i viaggi, a scuola con le recite, alle feste, a casa mentre giocavo. Ma oltre al giradischi che riproduceva costantemente Elvis Presley, il primo contatto con un microfono è avvenuto per caso, in un ristorante quando avevo 14 anni. Un amico di famiglia mi chiese di cantare con lui al karaoke “Il mio canto libero” di Lucio Battisti; da quel giorno, un po’ per la sua insistenza, un po’ per curiosità è iniziato il mio cammino alla scoperta dello strumento più importante: la voce.
2) Ti abbiamo vista per la prima volta in un video musicale col brano “Se l’amore”. Raccontaci di quell’esperienza.
Questo brano, che poi è stato il mio primo pezzo inedito, è nato in un contesto del tutto comune: a lezione di canto con il mio insegnante. Facendo il solito “riscaldamento alle corde vocali”, è nato un simpatico discorso sulle suggestioni e le impressioni che le note e gli accordi provocano nel nostro immaginario con il loro suono.
Ricordo che facendo una scala di Mi Bemolle mi uscì una mossa molto buffa e spontanea, che ci fece ridere moltissimo per una buona mezz’ora. Così, più trascinata dalla risata del momento che dalla serietà, dissi al mio insegnante : “Un giorno mi scriverai un bellissimo pezzo in Mi Bemolle!”..
Si presentò la settimana successiva con le parole e gli accordi fondamentali del pezzo.
Piansi ogni lacrima quando me lo fece ascoltare la prima volta: in quel momento capii che cantarlo non era un’opzione, ma un dovere.
Girare il video è stata un’emozione troppo bella da poter descrivere, vedere il tuo impegno e quello degli altri materializzarsi toglie il fiato. “Se l’amore” è un brano molto giovane, ma racchiude la storia ed il contributo di tante persone, è un bambino cresciuto troppo in fretta. Ogni volta che mi guardo, in quel video, oltre alla soddisfazione
che provo, come è normale, vedo i volti di quanti mi hanno dato fiducia e forza, dei miei famigliari, degli amici, delle persone che incrocio per strada.
3) Come si svolge una giornata tipo della cantante Alessia Della Valle?
Ah, bella domanda! Generalmente di prima mattina mi occupo della casa, dato che i miei genitori lavorano;
devo dire che anche con gli stracci e l’aspirapolvere non me la cavo poi tanto male, alla fine!
Ovviamente appena poso la scopa ed il secchio accendo subito lo stereo, dato che, chiamiamola fatalità,
anche il mio cane adora rilassarsi sul tappeto con della sana musica. Durante il resto della giornata mi occupo di lui,
il mio lupo di 8 anni che amo più di un fratello; poi mi reco ad una scuola dove seguo un corso professionale di canto per far sì che la mia passione diventi anche il mio lavoro.
4) Credi sia necessario di più il talento o lo studio per raggiungere i propri obiettivi?
Più che di talento forse parlerei più di un’inclinazione naturale. Il genio è un granello di sabbia nel mare, ma tutti hanno qualcosa che li caratterizza al di là delle tendenze; oggi tutti sanno fare qualcosa, tutti abbiamo accesso ad un’infinità di mezzi; perciò lo studio può aiutarci a tirare fuori le nostre capacità migliori, a far emergere dei lati che preferiamo tenere nascosti persino a noi stessi. La dote è fondamentale, ma lo studio offre una maggiore consapevolezza e capacità di gestione che sono il binario parallelo delle nostre attitudini.
5) Non sei una cantautrice, ma pensi che prima o poi la scrittura entrerà nella tua vita?
Lo vorrei fortemente, sto studiando molto per cercare di essere artisticamente e umanamente il più completa possibile. Del resto nessuno può guardarci dentro meglio di noi stessi, spero di essere presto in grado di tirare fuori il mio mondo e di condividerlo con gli altri.
6) Che rapporto hai con il palcoscenico? Cosa succede dentro di te quando ti esibisci su di un palco?
Per me il palcoscenico è come se fosse una cabina: entro e mi spoglio completamente da tutto. La sensazione più ricorrente è paradossalmente una frase che mi ripeto sempre mentre canto:
“Tu non sei tu adesso, tu sei solo il tramite, un cassa di risonanza, perché la musica è di tutti. Tu la devi dare”.
Prima di salire sul palco non riesco a fare niente, parlo poco, non mangio neppure. Per me è un momento in cui tutto si accende, al contrario di quanto succede per molti; da lì non vedo più i tratti del volto delle persone che ho di fronte, ma vedo tutti piccoli fuochi che bruciano, sono tutti uniti e uguali li di fronte. Io sono solo la miccia.
7) Chi sono le persone che ti stimolano maggiormente ad andare avanti nel mondo della musica?
Ovviamente la mia famiglia. E per famiglia non intendo solo i genitori, i cugini, i nonni: ma la famiglia che mi sono costruita con la musica; il mio insegnante e vocal coach, i miei amici, le persone che incontro nei luoghi dove canto..
Soprattutto mio padre, che continua a seguirmi in tutto quello che faccio nonostante sia già cresciuta; che condivide con me il suo amore per la musica, che mi dedica tanti sacrifici e tante rinunce insieme a mia madre, che supera i suoi limiti pur di vedermi realizzata.
Per non parlare del mio insegnante, Enrico Maria Batassa, che ha saputo trascinarmi in questo universo dandomi sempre spunti nuovi, abbracci al momento giusto, parole di confronto e di sostegno oltre la vita professionale.
Di porte in faccia me ne hanno sbattute molte e ancora me ne sbatteranno! Ma sono qui anche per questo, per continuare insieme a chi c’è da sempre e a quelli che vorranno esserci.
8) Sappiamo che frequenti una scuola di musica. Quali sono gli insegnamenti più importanti ricevuti dai tuoi maestri e vocal coach?
Anche se sembra banale, essere sé stessi è un imperativo categorico; non basta essere originali, bisogna essere AUTENTICI. Ho imparato che gli insegnanti migliori non ti dicono cosa vedere, ma dove guardare; che il dolore non è sempre un male perché attraverso di esso cresce la propria forza, la propria percezione dell’esterno e dell’interno.
Ho capito che anche il momento conta, anche il gesto più semplice, lo sguardo più inaspettato può fare la differenza se colto in tempo.
9 )In programma c’è un nuovo inedito. Chi lo ha scritto? Ti va di parlarcene?
Dopo “Se l’amore”, mi è stato proposto di cimentarmi in un nuovo brano scritto e composto da Alessandro Bellomarini e Daniele Volante all’insegna di un’interessante collaborazione. E’ un progetto ancora “in cantiere”, ma sta crescendo ad un’impressionante velocità. Sono sicura che sarà un’esperienza favolosa e costruttiva.. non vedo l’ora!
10) Progetti futuri?
Oltre a continuare a cantare ed ad studiare, potrebbe esserci la possibilità addirittura di un terzo brano, di un cofanetto e di tanti provini importanti. Magari il futuro mi riserverà qualche sorpresa!
Alessandro Bellomarini