ITALIAN CUCADORES
Dopo alcuni mesi di silenzio discografico,
la Black Vagina records torna ad occuparsi di inquinamento acustico con il devastante esordio de
IL CULO DI MARIO.
Il progetto nasce da un'idea di Prokofiev, il compositore, in Ucraina.
Dopo un fitto scambio di fax e la morte del noto pianista,
Francesco (proveniente dal punk e dalla musica volta al degrado) e Alessandro (re dello svantaggio musicale e collezionista compulsivo di chitarre di fascia media)
decidono di incontrarsi a Milano Sud, vicino al Centro Commerciale.
Qui, in una session furiosa, danno vita all'opera omnia che diventerà il primo album del duo, denominato
“Italian Cucadores”
e pubblicato in audiocassetta 7 (ancora non si sono resi conto che “il tempo è passato”).
La filologia e la critica musicale si sono lungamente interrogate sul significato latente di tale operazione.
Di tutte le risposte possibili, l'unica che la band sente di voler smentire è quella inerente il lo-fi:
“Registriamo tutto con l'Ipad: chitarre, synth, bassi, batterie, voce su Garage Band per Ipad.
Come il disco dei Gorillaz, però male.
Il titolo evoca quello schifo senza tempo dei marpioni alla Pino D'Angiò.
Che cosa vogliamo comunicare?
Assolutamente niente.
I primi provini dei Pixies stanno in piedi anche con voce, chitarra e tre accordi.
Questo disco è quanto di più lontano ci sia da quel concetto: è la celebrazione degli arrangiamenti pretenziosi di chi pensa di suonare bene.
La realtà è che questo disco ci è venuto malissimo, ma a noi piace parecchio e volevamo sapere se lì fuori c'è qualche stronzo che la pensa come noi.”
Fra le precedenti esperienze del gruppo:
Alessandro ha scritto diversi sms delicati per conto terzi,
Francesco ha dato il nome a un panino in un bar di Brescia ("Francesco": coppa, briè, salsa tonnata, pepe, palmito).
current line-up
Francesco; IPod, IPad, IperCoop
Alessandro; Nokia 3310