Un sogno americano lo poteva portar lontano dalla sua Italia, dai suoi affetti.
Ma proprio per quest'ultimi ha deciso di rimanere.
"Ali di libertà"
è il suo ultimo album, questo disco lo sta ripagando della scelta fatta.
Restare è più rock che andarsene.
Massimo Priviero... un uomo, un cantante un rocker.
Intervista a Massimo Priviero a cura di Roberto Bruno
"Ali di libertà".
A distanza di mesi quel disco fa ancora parte assieme ad altri pochi della colonna sonora dei miei numerosi viaggi in auto. Un disco bello, vivo ,impegnato, sognante, poetico, duro, come forse Massimo non aveva mai fatto.
D) "Ali di libertà" è il tuo ultimo album. A cui è seguito un tour che ti ha visto girare l'Italia in lungo ed in largo. Successo, premi, molti riconoscimenti. Adesso arriviamo alla data finale del 26 ottobre all'Alcatraz di Milano.
Ti aspettavi tutto questo nuovo clamore?
R) Innanzitutto grazie. Sono uno che va per la sua strada, viaggiando tra gli alti e bassi della vita.
La cosa che mi ha colpito di più e reso più felice è l'amore della mia gente e quanto abbiano condiviso il mio album. "Ali di libertà" è un disco molto autobiografico, ma allo stesso tempo i pezzi di questo disco è come fossero pezzi di vita della mia gente. Questa per me è stata la cosa più bella. Come sai, proseguo andando avanti per la mia strada senza cedere alle cosiddette regole del gioco. Pensando che un certo modo di fare musica, equivalga ad un certo modo di stare in questo mondo.
D) In "Ali di libertà" ho ascoltato molto rock, ma soprattutto ho trovato quello che secondo me è il vero Massimo Priviero. Ti ascolto sin dagli inizi della tua carriera, ma so di non esagerare dicendoti che questo è sicuramente il tuo disco più bello, quello che ho trovato il più maturo. Tu cosa ne pensi?
R) E' sempre difficile dare un giudizio sulle uscite più recenti. Quando hai finito di incidere un album di inediti, la prima cosa che pensi è di aver fatto la cosa migliore della tua vita. Poi arriva la fase in cui pensi che avresti potuto farlo meglio. Questa cosa me l'hanno detta in tanti, so di sicuro che in questo disco ho messo tutto l'amore, tutta la forza e tutta l'energia che avevo dentro. Lascio giudicare agli altri. Parlavi di rock, io credo che oggi parlare di rock non abbia alcun senso, parlerei caso mai di musica d'autore. "Ali di libertà" come dici tu è un disco pieno di rock, allo stesso tempo è molto ben curato nei testi e nelle musiche, ma quello che per me più conta è il fatto di essere un uomo ed un musicista vero.
D) in questo tuo bellissimo tour, c'è stata una data più particolare delle altre?
Abbiamo fatto più di trenta date. Direi che praticamente sarebbero tutte da ricordare. Ma voglio risponderti citando sicuramente la data di Bergamo, che è stata fatta in un bellissimo teatro e soprattutto perché c'era di mezzo un'associazione di volontariato, che ha preso come suo diciamo: "inno", la mia canzone "Madre proteggi" .
Questa cosa in passato mi era già successa altre volte, ma stavolta la cosa mi ha veramente commosso.
E' un associazione che si occupa di autismo nei giovani,nei bambini, una cosa molto toccante, creata da queste fantastiche associazioni di volontariato italiane, che sono la parte più bella di questa Italia, specie pensando ad un "cialtronismo" diffuso, che viviamo ogni giorno, per fortuna ci sono questa "minoranze" meravigliose e la data di Bergamo, grazie anche al loro contributo è sicuramente una data da ricordare. Comunque nella globalità del tour, le date sono state tutte molto intense. La mia band ed io diamo sempre il massimo in qualsiasi situazione, possono esserci cento persone o migliaia, per noi non cambia niente. L'importante per noi è suonare, dare tutto quello che abbiamo fino all'ultima goccia di sudore e sapere che ogni spettatore presente, possa tornare a casa felice e soddisfatto. Sembra una cosa banale da dire, ma credimi, diamo sempre il massimo in ogni occasione e questo accadrà anche il 26 ottobre a Milano.
D) Milano avrà una scaletta diversa rispetto alle altre date?
Abbiamo fatto un referendum sul nostro sito, chiedendo ai fans quali sono le canzoni che vorrebbero sentire live a Milano, quindi verranno sicuramente inserite in scaletta le più votate. Abbiamo aggiunto alla band altri due musicisti per dare più spessore alla musica. E' chiaro che il live sarà incentrato su "Ali di libertà", so anche benissimo che la mia forza è proprio il concerto live quindi ... chi verrà vedrà.
D) Dopo la data dell'Alcatraz a Milano cosa succederà?
Ho alcune date a novembre di cosiddetti concerti "condivisi", poi come tu saprai del concerto dell'Alcatraz, registreremo un live, quindi ci sarà da curare tutta la gestazione del progetto e dovremmo anche parlare del come e quando farlo uscire. Non ti nascondo che sto già scrivendo anche cose nuove.
Praticamente faremo un breve riposo per tirare il fiato, ma già il prossimo anno saremo di nuovo in pista.
D) Sulla tua pagina ufficiale Facebook c'è una bellissima foto di te con dietro tuo figlio che ti osserva mentre suoni. L'ho trovata una foto molto bella ed emozionante...
Mio figlio ha ormai una ventina d'anni, è uno studente universitario, si diverte a suonare la chitarra ed abbiamo un rapporto molto bello e molto forte, anche se ama della musica molto diversa da quella che amo io, va bene così ed ogni tanto si diverte a venire a trovarmi ed a sentire ciò che suoniamo. Abbiamo un rapporto molto speciale.
Cerco di non coinvolgerlo più di un certo livello, sarebbe fargli del male. Lui ha la sua personalità, i suoi amici,
i suoi interessi e cerco di lasciargli i suoi spazi e le sue libertà.
D) Torniamo al tuo album "Ali di libertà", che ha dei testi pieni di poesia, autobiografici, rivolti anche ad un passato ma allo stesso tempo molto attuali, figli di una situazione odierna del nostro paese... come nasce questo bellissimo disco?
"Ali di libertà" è sicuramente il mio album più autobiografico. Da un lato è legato ad un mio passato, ad un mio percorso, che però può rappresentare benissimo il percorso di vita di molte altre persone.
Da un altro lato invece, se tu ascolti ad esempio "La casa di mio padre" quella è sicuramente una canzone che potresti scrivere oggi. Ci sono delle cose che scavalcano i tempi in cui vengono fatte.
Hai detto bene tu, questo disco è apparentemente rivolto al passato ma decisamente molto attuale.
Ti giuro che è un disco che sto ancora metabolizzando e che mi emoziona ogni giorno.
D) Ripensandoci su... c'è qualcosa che cambieresti della tua carriera?
Naturalmente ho fatto cose buone e meno buone e qualcosa sicuramente cambierei.
Sono sempre stato sincero con me stesso e quindi ti direi che forse me ne andrei in America, accettando le proposte che mi furono fatte, nel periodo in cui collaborai con Steven Van Zandt, (ndr Little Steven).
Forse un paio d'anni all'estero mi avrebbero fatto bene. Questo non per un discorso di maggior successo, ma direi più per una nuova esperienza ed un percorso d'insegnamento.
Però poi penso che avevo una famiglia ed un figlio da crescere e quindi va bene così.
Gli errori si fanno e si continueranno a fare. Non mi fido di chi dice che rifarebbe tutto di ciò che ha fatto.
D) Cosa sogna oggi Massimo Priviero?
Per me stesso ti dico che sogno di continuare a fare bene quello che faccio, di poter contare qualcosa in più per chi mi segue e soprattutto per fare qualcosa in più per chi vive ai margini del mondo, di essere la loro voce sempre di più. Questo è quello che sogno per me e per la mia carriera artistica.
Al mondo ed alla nostra nazione auguro che possa andare meglio di questo schifo che viviamo oggi.
Roberto Bruno