
In redazione ci è arrivato: "Anatomy of the world" il loro Ep. Da subito colpisce come un trio così giovane si rifaccia al sound dei settanta.
Il disco completamente strumentale, mi è piaciuto molto mai banale, con vaghi frammenti de Le Orme e nella parte finale dei Goblin.
L'inizio è affidato a "Varroa destructor": a tratti ammaliante, con la sua psichedelia ipnotica e martellante.
"Hypophysis" ci mette in viaggio su un teletrasporto negli anni settanta italiani. Ricordi molto potenti di quegli anni cosi progressivi vengono miscelati in questa canzone, dove tastiere, belle, consistenti, importanti danno vitalità decisa al brano.
"Holodomor" apre con la sensazione astrale di un viaggio nel cosmo, fino all'incedere della batteria che dà forma al pezzo trasformandolo in una perfetta colonna sonora da film di settantiana memoria.
In "Concept fading" la follia del prog italiano del "tempo che fu", si abbatte splendidamente sulle note del pezzo.
"She" è la suite divisa in tre parti che chiude l'EP. Questo sinceramente è il picco più alto del disco. Direi proprio da appalusi, possiamo provare tante emozioni nell'ascoltarla, e trovare anche decise atmosfere, ad esempio i Goblin. Musicisti italiani, purtroppo noto più per aver eseguito le colonne sonore di alcuni film del maestro dell'horror Dario Argento, ma che hanno alle loro spalle veri e propri capolavori progressive.
Bravi questi Kalisantrope, la formula scelta da loro è difficile oggi, ma potrebbe dar loro grando e meritate soddisfazioni.
Kalisantrope:
Basso: Noemi Bolis
Batteria: Alex Carsetti
Tastiere: Davide Freguglia
Roberto Bruno