
Un giorno alla cassetta della posta di Deliri Progressivi si è presentato questo disco: "Visions from realities". Autori gli Active Heed, un progetto ideato da Umberto Pagnini, che mi aspettavo figurasse tra i membri della band ed invece a sorpresa non compare.
Gli Active Heed sono: Umberto Pagnini: Musica e parole, nonchè creatore del progetto.
I musicisti: Lorenzo "il Magnifico" Poli, Alberto "Einstein" Callegari, PelleK, Giovanni Giorgi, Marit Borresen, Mark Colton.
La prima volta che ho ascoltato questo disco, è stato come se d'improvviso, in una giornata d'inverno freddo e piovoso fosse giunta improvvisamente la primavera. La musica che ci regalano gli Active Heed è di una freschezza incredibile. Nelle info c'è scritto che si ritengono una band prog, è vero, ma ci sono alcune differenze tra le band prog e gli Active Heed. Iniziamo dal numero e dalla durata dei brani. Ci sono 15 canzoni mai eccessivamente lunghe, ciò fa di "Visions From realities", un disco godibilissimo anche per i non amanti del prog. Se fosse una ricetta di cucina direi: Che si tratta di una miscela di Yes, Arena e soprattutto Pendragon, tre band che il sottoscritto adora. Ci sono momenti di puro prog, alternato a momenti di pop disegnato con classe da questi musicisti bravissimi. La voce di PelleK si nota per il tono caldo. Descrivendo il packaging del cd, direi che è veramente ben curato, in copertina cartonabile apribile a libro, degna di un disco appartentente al prog, quindi a pieno merito la cover si inserisce nella categoria. Passiamo alla musica: la Primavera si trasforma in canzone e ci delizia l'udito ed il palato facendoci gustare odore e sapore. Canzoni come: "Now what; Me five second ; fanno stare bene l'ascoltatore, ma quando arriva il momento di "With Joy" è qui che l'apice si avvicina, dopo un inizio sognante, il brano si trasforma in un bellissimo pezzo rock!
E' un album che non si smetterebbe mai d'ascoltare, variopinto nelle sue note prog, raffinato nelle sue note pop, a tratti energico nel rock, ma incredibile a dirsi mai commerciale, nonostante in alcuni casi si oda un deja-vu o in questo caso un deja-sentì.
Continuando l'ascolto, ci si imbatte in "Forest and joy" e qui si direbbe che l'opera è compiuta, tanto è bella questa canzone, ma il disco è soltanto a metà e la voglia di ascolto non cessa, "The weakness", è un bellissimo ed intimo momento dove la chitarra disegna arcobaleni nel panorama musicale italiano , troppo spesso, spento e ripetitivo. Quando arriviamo ad "Every ten seconds before", la sensazione che stiamo ascoltando un disco che potrebbe essere l'inizio di qualcosa di importante per questa band prog italiana, si fa sempre più forte, dopo un inizio molto tranquillo la parte rock più energica prende il sopravvento nella canzone, riportandoci negli anni' 80 per un prog rock, targato a tratti Pallas/Marillion.
Bellissima. "FFF" dà quella sensazione di deja vu, il pezzo forse più commerciale del cd, con quella chitarra che ricorda un poco i R.E.M. , bella e la trovo diversa, rispetto al resto del disco. Il tempo scorre, ed arriviamo alla "Me one second... ", ormai l'ascolto non è più una sorpresa ma si è trasformato in vera e propria certezza ed anche questa canzone ne è una prova. "Usual plays... " ti porta a sorvolare i terreni del folk. Il disco si chiude con "Our vast emptiness" e sapete cosa vi dico? Che mi dispiace.... Perchè ne vorrei ancora un po'.
Per l'ennesima volta Deliri Progressivi, deve occuparsi felicemente di una recensione da poter descrivere ed analizzare.
Gli Active Heed, sono una gran bella scoperta, l'ansia per l'attesa di un uovo disco, mi fa venire voglia di ricominciare l'ascolto... d'altronde chi me lo vieta?
Mi auguro di vero cuore che qualcuno si accorga di questo ensemble, perché il valore del loro sound è veramente altissimo.
http://www.activeheed.com
Roberto Bruno