riguardano i miei traguardi, la mia voglia di imparare, la mia prospettiva e soprattutto la mia felicità.
La musica c’entra sempre, ma non sogno mai il successo, la gloria, la visibilità.
Sogno di diventare una musicista migliore, di essere una persona migliore, di scoprire nuova musica,
di capirla bene, di emozionarmi, di dirigere e suonare sempre con l’entusiasmo della prima volta.
Intervista a Gianna Fratta a cura di Roberto Bruno
Mi aspettavo un persoanggio austero, sulle sue, come spesso danno l'impressione i direttori d'orchestra e invece:
mi ha stupito la sua personalità, certo la sua intelligenza, ma soprattuto la sua umiltà.
Ciao Gianna, benvenuta tra le pagine di Deliri Progressivi.
Inizio con la banalità tra le domande: cosa ci fa una donna nel ruolo di direttore d'orchestra?
Ci fa quello che farebbe un uomo: dirige. La direzione d’orchestra non è una questione di genere, è una questione di qualità, studio, talento, impegno, competenze e…“aggettivi”, altrimenti detti “attributi”. Tra gli attributi delle donne (ma anche di tanti uomini) menziono senz’altro l’essere sensibili, capaci di coordinare e seguire più cose contemporaneamente, abili nell’andare in profondità e pensare alle cose in prospettiva, propense a pensare alle cose “per sempre”. Sono attributi che nella direzione d’orchestra servono, insieme a tanti altri.
I direttori uomini come hanno preso questo tuo ruolo, sono gelosi?
Gli uomini gelosi? Del mio lavoro no, quasi mai. Gli uomini non riescono ad essere gelosi delle donne, se non quando le amano. Li ammiro per questo (perché noi donne siamo tremende, soprattutto con le altre donne): sulla mia strada ho incontrato più uomini che hanno gioito del mio ruolo e di quello che ho fatto, che non uomini gelosi. Nella mia vita privata...eh, lì le cose sono sempre andate diversamente!
Direttrice d'orchestra e pianista, fra le due qual è la cosa che preferisci?
Si può preferire il giorno alla notte, il papà alla mamma, la pasta alla pizza? E’ difficile scegliere. Sono due strumenti diversi per esprimere la stessa cosa: me stessa. Sono due rapporti diversi: col pianoforte ho un rapporto più intimo, siamo io e lui, ci capiamo, ci amiamo, ci odiamo, ci puniamo, ci arrabbiamo e poi facciamo pace. Quando dirigo siamo in tanti: è più stimolante, ma non tutto dipende da me, ci sono più compromessi, ma c’è più umanità, con tutto quello che questo comporta. E’ stupendo e molto diverso! Forse, riflettendo, la bilancia pende dalla parte della direzione d’orchestra, ma sento che il mio pianoforte mi sta già punendo per questo…
Con la tua splendida carriera hai suonato in tante parti del mondo ed hai ricevuto anche alte onorificenze: Vorrei sapere qual è per te il concerto più "particolare" in cui hai diretto e l'onorificenza più emozionante che hai ricevuto?
I concerti più belli che ho diretto sono stati quelli con orchestre giovanili. I giovani mi emozionano sempre. Vedo nei loro occhi il futuro della musica, la speranza e la gioia di suonare, la voglia di riuscire, la vita.
L’onorificenza più emozionante, è stata diventare cittadina onoraria di un piccolo borgo in provincia di Foggia, dove sono nati i miei genitori e ancora vive mia nonna. Si chiama Casalvecchio di Puglia, è un puntino nell’universo, ma c’è la mia storia dentro.
Hai un sogno da realizzare nella tua carriera?
Ho sempre un sogno, anzi centinaia di sogni. Se smettessi di sognare, smetterei di vivere. Ma i miei sogni non riguardano mai la mia “carriera”, riguardano i miei traguardi, la mia voglia di imparare, la mia prospettiva e soprattutto la mia felicità. La musica c’entra sempre, ma non sogno mai il successo, la gloria, la visibilità. Sogno di diventare una musicista migliore, di essere una persona migliore, di scoprire nuova musica, di capirla bene, di emozionarmi, di dirigere e suonare sempre con l’entusiasmo della prima volta.
Ci siamo conosciuti ad un concerto rock e mi domando se Gianna Fratta a casa, in macchina o in altri luoghi, ascolta solo musica classica oppure ci sono anche altre passioni musicali?
La musica si divide in buona musica e musica meno buona. Io ascolto sempre buona musica. Il genere non conta.
Di fronte a musicisti di musica classica spesso noi profani del genere ci sentiamo in imbarazzo ... forse i maschi del genere classico trasmettono suggestione, penso ad esempio a Zubin Metha. Con te invece non è stato così e ti ho trovata molto alla mano. Tu come vivi il rapporto col tuo pubblico e con i tuoi musicisti?
A volte noi della classica ce la tiriamo un po’ e ci sentiamo una élite di pochi raffinati interpreti della “vera musica”. Sbagliamo; chi raggiunge i cuori e le persone possiede il segreto della “vera musica”, chi sa emozionare e parlare a tutti. Non è che sono alla mano, è che la musica e la direzione d’orchestra mi hanno insegnato ad essere umile, a capire che sono nulla rispetto alla grandezza della musica, a sapere che se nessuno ci ascolta non stiamo dicendo la cosa giusta, che abbiamo bisogno degli altri, che lo spettacolo più bello del mondo è l’umanità. Tu avrai avvertito, quando ci siamo visti, che ti volevo bene, perché sei un essere umano e dietro di te c’è un mondo, come dietro ad ogni musicista. Rispetto questo mondo e lo amo, perché da lì nasce la musica e l’arte. Dalle persone.
Girovagando su YouYube mi sono imbattuto in una esecuzione di "Dea Musica" con te al pianoforte e Piero Pelù alla voce. Devo dire che è una versione veramente emozionante. Hai mai pensato a una collaborazione nel mondo della musica pop?
Per ora no, ma non sono ancora troppo vecchia per pensarci. Chissà…
Vuoi mandare un saluto ai lettori di deliri Progressivi?
Certo! Vi mando tanti baci e vi auguro di vivere sempre in compagnia di musica e di arte. Siate felici. A qualsiasi costo, anche di soffrire.
Posso dire una cosa? Sei uno dei pochi che non mi ha chiesto “devo chiamarla maestro o maestra, direttore o direttrice?”. Già per questo meriti un applauso. Lettori di Deliri Progressivi…facciamoglielo!!!!
Roberto Bruno