Chi avrà la fortuna di ascoltare Marco Bonvicini si accorgerà che le note che tira fuori con la sua chitarra sono incredibilmente sublimi e soprattutto si accorgerà di quanto bravo sia questo musicista bolognese.
Il sound di "2ue", esprime una freschezza forse inaspettata ed allo stesso tempo, trasmette un certo candore, che ci fa stare bene.
Il disco non è assolutamente molle, anzi tutt'altro, pur essendo suonato prevalentemente da un' acustica,
Marco Bonvicini trasmette ritmo e di quello buono e quando imbraccia l'elettrica questo ritmo si eleva.
Il disco si apre con "Ali di gabbiano" una song molto romantica.
"Acqua dal sole" è un'ottima canzone che potrebbe essere un singolo molto radiofonico.
"I miei passi" è un momento intimo con se stesso, con un ottimo feeling musicale, diciamo che nel trittico iniziale è sicuramente la mia preferita.
"Smile"è il primo pezzo in inglese dell'album, molto raffinato e semplice, ma allo tesso tempo, ti accarezza e ti avvolge.
"Don't waste away", ci ricongiunge con l'England musicale d'atmosfera.
"#19" e "Fragile": una certa malinconia avvolge le note di queste due canzoni, anche se la prima è un collegamento musicale alla seconda. Momenti di dolcezza accompagnati da un dolcissimo arpeggio musicale d'autore. "Irraggiungibile", alza di un livello il sound e anche la voce di Bonvicini, costruendo un bel momento musicale.
"The light": un bel pezzo alla Cat Stevens pre-conversione all'Islam.
"Ottobre", altro bel momento malinconico ed intimo.
"Ti chiamerò dono", è quasi totalmente strumentale e se volevamo avere prove certe che Marco Bonvicini sia un buon manico, ascoltare per credere.
"Deep inside" è un viaggio intimo dentro se stesso... emozionante.
"Going down" è ancora England style, ma con molte inflessioni personali dedite al blues.
"Senza centro" è ancora un viaggio dentro il proprioio, la chitarra regala emozioni nella sua semplicità.
Eh beh... "Mama" è decisamente una sorpresa inaspettata. Sul finire del disco Marco sfodera un pezzo energico di levatura alta e di stampo americano.
Con "Another sleeping soul" si chiude "2ue", direi che scelta migliore per dare il finale a questo disco, non poteva esserci.
Roberto Brunom