Senza peli sulla lingua, la nascita del giovane bassista Maroccolo a tutti è nota. All’interno di un’umida cantina in via dei Bardi 32 a Firenze, 5 ragazzi, messi insieme e accordati dalla sintonia di volere andare contro corrente e di provare a dire e fare quello che altri manco immaginavano.
Senza peli sulla lingua, la nascita del giovane bassista Maroccolo a tutti è nota. All’interno di un’umida cantina in via dei Bardi 32 a Firenze, 5 ragazzi, messi insieme e accordati dalla sintonia di volere andare contro corrente e di provare a dire e fare quello che altri manco immaginavano.
Provare di notte, nuovi riff che hanno poi segnato canzoni di successo come: “Guerra, Luna, Onda araba, momenti in musica che fanno della “trilogia del potere” la conquista della scena del gruppo Litfiba.
Il volere andare oltre e spesso il non essere capiti. Fino a giungere alla soglia degli anni 90 e a vedere un Marok che lascia all’apice del successo un gruppo, dopo una grande litigata con Pirelli. La ricerca di un nuovo arrangiatore, che cambiasse la ricetta del gruppo, è stata la scintilla che fece infuriare Marok, e l’ingresso di un ventiduenne (giovane ma molto preparato) Francesco Magnelli.
“Se Magnelli entra ad arrangiare … io me ne vado”, questo fu l’exploit di Gianni, tanto da registrare il suono del suo mitico basso Attilio, sulla batteria già incisa senza lavorare col resto della band.
I numeri tornano a essere simbolicamente importanti nella vita di Marok.
Dopo 3 album in studio lascia i Litfiba, entra come produttore nei CCCP dove chiude l’epoca che porta al cambio di nome in C.S.I., dopo 3 album e varie mutazioni ciò che resta dei C.S.I. si trasforma in P.G.R. che si sciolgono dopo 3 dischi. Ancora una volta il numero 3 è una presenza costante nella vita musicale di Gianni.
Un “3”, che sembra essere il numero protagonista che vede nascere e rinascere il musicista, fino ad arrivare, ai giorni nostri. Tempi di una maturata riconciliazione con sé stesso e all’incontro fortuito (o destinato), in un workshop in Puglia con l’amico-fratello Claudio Rocchi. Claudio si presenta in stampelle, Gianni dopo un infarto. In una notte, tra due “malandati”, nasce un feeling che percorre gli ultimi tre anni intensi di Claudio ad affiancare instancabilmente quelli di Gianni e a dare vita al crowfounding con VDB23.
Una presa di coscienza che ribalta numeri e simbologie e porta inevitabilmente indietro, per ripercorrere tratti e vuoti, per colmarli.
Ecco così, una nuova scintilla quel 1 giugno 2012 a Firenze; dove vede riuniti i componenti storici dei Litfiba e si riaccende così la voglia di risuonare insieme. Consapevoli delle esperienze singole, professionali e mentali che ognuno portava con sé.
La sfida all’Alcatraz con le prime due date, poi trasformate in 5.
“Vedevo le perplessità di Ghigo e Piero. Tornare a risuonare in piccoli spazi, consapevoli che avremo potuto riempire stadi. In cuore mio io ci speravo, ci ho sempre creduto.”
Il vedere “Oltre” è sempre stata la forza che ha reso grande questo uomo “orso”.
“Il vedere che da solo, non riuscivo a essere quello che posso fare in un gruppo, il volere ricercare la solitudine, ma al contempo di essere il tramite che ha unito gruppi” dice Gianni.
“L’effetto ”guizzo”, incipit di accordi che hanno dato vita a nuove creazioni , in questo Gianni era avanti e nonostante io avessi studiato, non capivo quello che mesi dopo, riascoltando, era l’essere avanti di Gianni, lui era ed è un vero talento”. Queste le parole dell’amico Magnelli, che con Gianni ne ha viste delle belle.
Un Marok che dopo l’incazzatura con Pirelli, è il primo che chiama Francesco, per condividere una nuova avventura e iniziare poi a collaborare insieme con i CSI.
Un Marok che in “segreto”, nel pulmino delle trasferte coi Litfiba, ascoltava i CCCP in cuffia. In questa bella chiacchierata spuntano aneddoti, litigate incredibili, ad esempio con Annarella la cosiddetta Artista del popolo dei CCCP. Una presenza scenica sul palco più che una cantante aggiunta nel gruppo.
Gianni racconta di come dopo 16 ore di auto arrivino disfatti al concerto di Melpignano quando si accorgono che sul palco il camerino di Annarella ed il “laboratorio di Danilo Fatur” occupavano una buona parte delle assi del palco, questo scatenò una furibonda discussione col sindaco del paese tanto da dire agli organizzatori che se non sloggiavano quegli armamenti non avrebbero avuto lo spazio necessario per suonare e sarebbero quindi ripartiti verso casa. Lo stesso sindaco con cui fecero poi il tour in Russia, dove si ritrovarono a contrattazioni per via degli strumenti con la malavita di Leningrado.
Sempre con Annarella, approvazioni e disapprovazioni, nel senso che l’arrivo di Gianni nei CCCP fu visto da qualcuno, come colui che venendo via dai Litfiba avrebbe portato i CCCP al successo, ma la professionalità espressa nel suo lavoro portò ad un allontanamento proprio di Annarella, che invece pretendeva sempre più spazio vocale. Se poi pensiamo che da questo cambio in punta di piedi è entrata a far parte dei C.S.I. Givevra di Marco, beh allora dobbiamo ringraziare una volta di più le scelte coraggiose e decise di Maroccolo.
Una cavalcata tra i ricordi ci porta al concerto a Monza, l’ultimo dei Litfiba dopo la storica separazione, dove praticamente si ritrovarono sullo stesso palco anche se in momenti diversi o a quel viaggio in Bretagna dove coi C.S.I. nacque il loro primo disco “Ko De Mondo”.
Gianni racconta di un Ferretti che rivolto verso il muro dava agli altri le spalle perché si vergognava e cantava le idee che aveva avuto per la canzone “Del Mondo”.
Adesso eccoci a i 30 anni dell’Eneide di Kripton. Di nuovo come quella volta con Giancarlo Cauteruccio, Antonio Aiazzi ed ancora Francesco Magnelli, un ciclo che si era aperto e che si chiude. A maggio le “nuove” date, nate da una incontro a novembre per festeggiare l’amicizia. Ancora la creazione di un gruppo di artisti vince su tutto, emozionandosi..
Nuove inizi e fini che non hanno mai la fine, ma un continuo che corre su un filo di seta, nel bene e nel male… ma per sempre “MAROK”.
“Vdb/23 Storie di un suonatore indipendente” esce per Arcana – Collana Musica
(pp. 288 – 44,00 euro – fotografico a colori).
Annamaria Pecoraro
(articolo pubblicato su Toscana Musiche: http://www.toscanamusiche.it/quando-mandai-a-quel-paese-il-produttore-dei-litfiba/)