
Gira e rigira, avevo nel nostro bel paese la soluzione ai miei sogni di Marillionista convinto.
Ebbene sì, quando in redazione è arrivato "IN THE LAND OF DREAMS" dei milanesi Silver Key, ho cominciato a sudare e mi ripetevo eccolo ... l'ho trovato.... quel suono che cercavo.
Un mix tra i Marillion (era Fish), un pizzico di Pallas ed una scorza dei vecchi e mitici Pendragon.
I Silver Key sono una band milanese i cui componenti sono:
Yuri Abietti - Vocals, Lyrics, Acoustic Guitar, Percussions
Carlo Monti - Lead and Acoustic Guitar
Alberto Grassi - Bass Guitar
Davide Manara - Keyboards, Synths and Samples
Viviano Crimella - Drums, Percussions
I brividi che mi hanno trasmesso sono molti e vi garantisco, amanti del prog e anche non amanti, che questo disco, non vi deluderà, non vi annoierà e soprattutto non penserete mai, che sia una band italiana a produrre questo suono regale e maestoso.
"In the land of dreams", è un cd di new prog rock, che contiene 13 tracce, e che dura circa 62 minuti. Nonostante le influenze poco sopra citate, in questo cd dei Silver Key , traspare tanta voglia di originalità, assorbendo quel sound d'ispirazione nel loro sangue e trasformandolo in qualcosa di elevato.
Le prime quattro tracce sono la title track "In the land of dreams" , "More than I can", "Learn to go" e "Millennium". In ognuna di esse, ogni componente e soprattutto ogni strumento, la fa da padrone. Niente malsane sovrapposizioni, come spesso purtroppo accade, nei dischi di quegli pseudo artisti che "scimmiottano" il new prog, ma qua non si tratta di scimmiottare, qua si fanno le cose in grande.
La voce di Yuri Abietti è calda quanto basta, chiudendo gli occhi, ci incontriamo a metà tra un superbo Fish ed un Peter Gabriel periodo Genesis, adoro il suono delle tastiere di Davide Manara, che dà al suono della band, quella pomposità mai esagerata, vicino a Mark Kelly, ma più moderno, Carlo Monti e la sua chitarra, che dire... splendida e viva, che attanaglia l'ascolto con l'udito e col cuore, vorrei anche citare l'assolo di "Dim Carcosa", suonato però da Ettore Salati (special guest).
Parliamo adesso della suite: "The silver Key". Dir meravigliosa è dir poco, colpisce, diretta al cuore, ci sono parti che raccontano il prog inglese di decade ottantiana, parti che toccano l'hard rock e momenti di prog italiano... divisa in otto tracce narra di un racconto di H P Lovecraft, da cui prende spunto il nome della band. Il disco si chiude con " Welcome", qui Peter Yuri Gabriel Abietti prende le redini di questa canzone, che chiude degnamente un disco, che credevo non esistesse se non nei miei sogni.
Un accenno va al package, la copertina molto bella, in stile prog, disegnata da Claudio Bergamin arricchisce ancora di più "In the land of dreams".
Per info sulla band:
http://www.silver-key.it
Page FB: https://www.facebook.com/pages/Silver-Key/199566720070000
Roberto Bruno