
Ciò che penso è che il livello di certa musica italiana sia piuttosto alto, purtroppo è basso il livello di chi dovrebbe far conoscere certi artisti magari cercando di puntare sulla qualità invece che sul vile denaro.
Sono arrivato ai Rosenkreutz tramite un amico musicista comune e Facebook (questa è decisamente una delle cose belle dei social).
Dopo una bella chiacchierata ho ricevuto in redazione il cd e qui scatta la molla del recensionista: i famosi dieci secondi da ascoltare per ogni canzone, questo almeno per capire di cosa parliamo. Naturalmente i miei dieci secondi sono stati a tarda notte l'ascolto completo di "Back to the stars", non sono uno da dieci secondi, sono molto lento nei ritmi delle recensioni anche per questo, ma sono del parere che la musica va ascoltata e le opere degli artisti nel bene e nel male devono avere il giusto tempo per essere giudicate, altrimenti scoperte come queste, non verranno mai alla luce.
Sette canzoni tra cui una suite finale, un disco arioso, fresco ottimamente suonato e cantato questo è
"Back to the stars".
"Signals in the water" apre il disco, una canzone che subito colpisce per la sua pomposità, senza scimmiottare nessuno del passato, riesce ad inserirsi alla grande, nel movimento prog di diritto.
Brividi davvero donati da Fabio Serra e dai suoi musicisti.
"Sitting on the edge of heaven": apre in modo acustico con violino a seguire, è come se un fiume scorresse tranquillo, per poi sbroccare in una cascata incredibile. Rischio di essere ripetitivo, ma gran pezzo e finale perfetto al limite della follia. Pezzo al top del disco.
"Conditioning" è quella che mi dà forse più l'idea della canzone, è meno pomposa, ma questo non vuol dire commerciale, bensì ci fa capire che ogni brano, vive di una luce sua, di una fattura unica, niente ripetitività. Bell'impatto sonoro.
"Nothing more in you" apre con la voce calda di Angela Merlin, bellissima davvero, affascinante song.
Comunque più che ascolto e più che le influenze si spostano verso gli Icon della premiata coppia Wetton/Downes.
"Childish reaction" e riecco l'epicità magistrale fatta canzone. Semplicemente splendida e trascinante.
"I am the walrus" è una cover dei Beatles. Band di Liverpool che non ho mai amato!
Mi sono documentato cercando di ascoltare l'originale e poi la versione rivista dei Rosenkreutz. Ho scoperto che mi piace più la versione di Fabio Serra & c. dell'originale e nemmeno di poco.
"Back to the stars" diciassette minuti di poesia, di pura follia prog. Sicuramente con la title track, il disco guadagna ancora più crediti, anche perché capita che in una suite possano esserci momenti down, ma vi garantisco che in "Back to the stars", questi momenti non esistono assolutamente. La follia creativa del movimento prog sposa le idee di Fabio Serra leader assoluto dei Rosenkreutz e dei musicisti presenti e così inesorabilmente scaturisce qualcosa di veramente incredibile e di rara bellezza progressive.
Canzoni (anche se quando si parla di progressive non mi piace chiamarle canzoni) che durano sempre molto, che hanno cambi di tempo incredibili, che non rendono mai noioso l'ascolto del disco. Ci sarebbero tanti esempi da poter citare Yes, Marillion i primi Genesis, nella suite finale c'è un momento anche dove si colgono i Supertramp.
Tutta roba da far scoprire ai giovani di oggi.
Un disco come questo "Back to the stars", va fatto anche ascoltare a quelli che cercano sollazzo nella finta musica da computer, oltre che naturalmente a chi è in grado di capirne l'opera d'arte.
Roberto Bruno