Con Luciano, usando un gergo calcistico: “è stato un po’ come giocare di fianco a un campione. Se hai una stoffa, puoi arrivare a alti livelli”.

Nasce come esigenza. In Italia vi sono pochi spazi (meno di 10 anni fa),difficile suonare dal vivo, trovare date per un tour, o idee che possono catturare l’attenzione dei media a livello promozionale. Essendo anche un fan dei “Foo Fighters”ho trovato che l’idea, di andare a suonare nel garage dei propri fan tre anni fa,per promuovere il loro ultimo album, fosse una bellissima idea. In America, il “garage” va oltre la struttura fisica di contenere attrezzi e macchine. Esiste proprio un termine la “garage music”, il “garage rock”, che fa proprio parte di una cultura. In Italia, bisognava mutuarlo e il modo migliore in un contesto italiano, era suonare nei salotti, nelle cucine dei fan. Ho così lanciato l’idea su face book e la risposta è stata grande. La selezione è stata un po’ forzata, poiché abbiamo una scenografia e strumenti (basso, batteria,amplificatore, fari, impianti audio…), impossibile suonare al 5° piano e dalla determinazione di chi ci ha scritto. La prima data è stata a Ballau, a casa di Martina, che ha fatto da collettore di fan.
2) Come si svolgeranno queste performance ho letto che non saranno show acustici anzi sarai lì con la tua band, cosa succederà in queste 4 serate "casalinghe"?
E’ un concerto casalingo. L’idea del concerto acustico sarebbe stato troppo facile. Noi siamo dei rockers e volevamo fare “casino” a casa della gente e credo che non l’abbia fatto nessuno in Italia. Il contatto con le persone è importante a un metro dalla mia asta, vedo le persone. Noi portiamo un’idea di concerto stravolta ma plastica. Portiamo dentro le case un vero concerto rock.
3) Canti e suoni la chitarra delle due qual'è quella che preferisci fare?
Io suono da una ventina e canto da decina. Prima di questa esperienza avevo una band: “The theachers”e a cavallo dei ‘90-2000 una band hard rock e io nasco come chitarrista ma sempre per esigenze cantavo. Mi piacciono entrambe, ma cantare è una sfida più nuova.
4 ) Dopo varie esperienze in band come Raw Power o The theachers, poi membro della band di Ligabue, hai sentito la necessità di un album solista come nasce QBNB. Quale esperienza ti ha arricchito di più?
Con i Raw Power io nasco ed ho imparato l’ABC dell’essere una band; l’esperienza in tour, come stare sul palco. Avevo 19 anni e ne sono uscito totalmente arricchito.
Con Luciano, usando un gergo calcistico: “è stato un po’ come giocare di fianco a un campione. Se hai una stoffa, puoi arrivare a alti livelli”.
Sono cresciuto a livello strumentistico, di composizione, d'arrangiamento, di produzione e ho imparato a gestire anche l’emozione, davanti a folla oceanica , con quel minimo di distacco che serve, per far arrivare quello che vuoi far arrivare.
5) Svelaci il significato di QBNB il titolo del tuo album
L’album è uscito nel 2012 e l'acronimo è onirico, più che enigmatico. Durante la lavorazione un Matteo Tagliavini (componente della band) dice che mi aveva sognato arrivare a casa sua con pacchi di Cd: QBNB e questo mi aveva divertito.
6) Sei stato in America ed hai registrato nei mitici studi Sound City, è stato un'esperienza molto diversa, rispetto all'incidere negli studi italiani?
Molto diversa. E’ proprio una vocazione totalmente rock. In America c’è un interesse esclusivo verso il genere che si segue e si sposa al 100% la tendenza. Es. sei rock al 100%, sei hip pop al 100%. Puoi anche essere crossover, ma senza paura.. In Italia questo non avviene, si deve stare attenti e lavorazione in studio ne risente.
L’America è tra le esperienze più positive che ho fatto in tutta la mia vita.
7)Progetti?
Il mio “secondo lavoro”, è il mio secondo album. Vi sono dei pezzi che hanno cambiato “marcia” e sono più coinvolgenti e saranno proposti nel tour.
La prossima data sarà a San Piero a Ponti (FI) a casa di Elena il 25 gennaio e il 26 gennaio, A casa di Peppe, Pompei (NA).
Dulcinea Annamaria Pecoraro