Chi sia Edda è semplice da spiegare.
C'era una volta tanti anni fa, una band di nome Ritmo Tribale, che stava muovendosi alla conquista della nazione musicale italiana, fino a quando un brutto giorno, Stefano Rampoldi nome d'arte Edda, cantante e frontman di questa band, decide che è arrivato il momento di sparire, di abbandonare la strada del successo musicale, per entrare in un proprio oblìo fatto di negatività e scelte particolari, vissute ogni giorno sulla propria pelle.
Peccato direbbe qualcuno una vita rovinata....
Forse sì, ma Stefano Edda Rampoldi è la prova che ciò che cantava il grande Faber può realizzarsi.
Ricordate quella frase che dice : "dal letame nascono i fiori", bene, adesso so che può accadere davvero.
Sono entrato di prepotenza dentro il nuovo mondo musicale di Edda, facendo mio questo "Stavolta come mi ammazzerai?", e la prima cosa che ho pensato è stata quella di gridare al miracolo!!!!!
Nella pochezza attuale della gioventù musicale italiana (tranne qualche raro germoglio), entra di prepotenza un disco che è veramente potente, soprattutto nelle parole, nella disperazione e nella rabbia che Edda, lancia con la sua voce.
"Stavolta come mi ammazzerai?" è uscito il 28 ottobre e già molti ne parlano, la mia meraviglia deriva dal fatto che ascoltandolo e ascoltandolo ancora, mi rendo conto che le perle contenute in questo disco, sono veramente merce rara.
L'approccio è stato con "Pater" e col suo video tanto semplice quanto diretto, un vero e proprio cazzotto nello stomaco, ma il resto del disco non è inferiore. Ci sono canzoni che sono veri e propri attacchi a componenti della famiglia di Edda, quella famiglia in cui trova e perde l'amore, ma Edda canta anche l'amore, in un modo tutto suo personale, ma si tratta sempre di Amore.
Devo dire che l'originalità di questo disco è di un livello elevato, provate a cercare di paragonarlo a qualcos'altro e vi garantisco che non troverete niente.
Canzoni come "Coniglio rosa", mettono l'angoscia se proviamo ad indossare i panni dell'autore.
Ci sono dei testi che sono vere e proprie poesie metropolitane, racconti di vita, frasi e modi di esprimersi che non avevo ascoltato in nessun altro artista. Una perla rara trovata in fondo al mare e portata alla luce.
Doppi sensi come in "Mater" dove parla delle sue problematiche con la droga e del rapporto conflittuale con sua madre, giocando con le parole.
Esempi come "figlio con la spada, figlio fatto in casa, eroino della strada" sono momenti preziosi di questo disco.
Canzoni come: "Stellina", "Bellissima ", sono vere dichiarazioni di uno strano amore.
"Dormi e vieni" ha un bellissimo groove e una disperazione allucinante.
I brani che hanno una durata superiore ai tre minuti sono un paio e la scelta è perfetta perché ogni piccolo momento inizia e finisce nello spazio che serve per essere vissuto ed ascoltato.
Edda colpisce con brani come: "Mademoiselle", "Puttana da 1 €".
Rasenta il punk alternative con "Ragazza meridionale", ma sicuramente la crudeltà di "Hiv" accompagnata da una disperazione totale, fa di questa canzone la mia preferita in assoluto.
La poesia di "Saibene" chiude questo disco che ormai fa parte di me.
Semplicemente bentornato Stefano Edda Rampoldi.
Roberto Bruno