Domenica sera erano i fans del Capa a colorare il vialone alberato, circa 2 km a piedi per arrivare al luogo del concerto, ma l'appuntamento con Michele Salvemini è di quelli a cui non possiamo rinunciare.
Termina così il Museica tour che per tutta l'estate ha accompagnato il Capa in giro per i palchi italiani.
Come al solito ogni concerto di Caparezza è un mix di ironia e sarcasmo, parole taglienti, ma soprattutto parole su parole, con significati opposti, giochi che da sempre fanno di Caparezza, un idolo sia per i fans dell' hip-hop ma soprattutto per quelli del rock .
Dopo una intro da sala d'aspetto si parte con "Avrai ragione tu", c'è voglia di festa questa sera, lo si capisce dal pubblico presente e lo si capisce anche da quello che accade sul palco, effetti speciali maccheronici che fanno sorridere, ma non perdere di vista ciò per cui il pubblico è lì, ovvero per le canzoni del Capa.
Un ingresso di un toro on stage ci porta a "Dalla parte del toro", questo ci fa capire che non verrà saccheggiato solo il suo ultimo album "Museica", già disco di platino, ma anche il passato recente e meno recente dell'artista pugliese.
La festa continua in una serata piuttosto afosa come da tempo non si viveva, arrivano in sequenza "Mica Van Gogh" e "Sfogati" dall'ultimo album, per poi andare a scovare "Legalize the premier", annunciata ironicamente come nuovo inno italiano. " Giotto beat" è un viaggio negli anni sessanta con tanto di ye -ye del pubblico.
Mai una parola a sproposito, mai un discorso senza senso, tra le mille battute ironiche di Caparezza, si cela il malcontento di un'Italia pieni di siti patrimonio dell'Unesco, che non riesce o forse non vuole, valorizzare questi tesori.
Ogni canzone è anche una esibizione teatrale, qualcuno tra il pubblico ha affermato che sono cose che Elio faceva già molti anni prima, io penso che il Capa sia unico nel suo genere. Lo show che è durato poco più di due ore, continua con "La mia parte intollerante", "Teste di Modì", "Abiura di me" e "Canzone a metà".
Con "Cover" le immagini proiettano le cover più famoso dei dischi rock, la passione di questo genere per il Capa è fortissima. "Non siete Stato voi" recitata mette i brividi, per le verità che esprime questo splendido testo.
Un pianoforte a forma di libro ci porta nel mondo di "Chinatown" una canzone d'amore, forse la prima della carriera di Caparezza, che canta l'amore per la scrittura, così romanticamente quasi fosse l'amore per una donna.
Il finale prima dei bis conquista ancora di più i Capafans con "Vengo dalla luna" e "Goodbye Malincònia" ma è con "Kitaro" e la passione per i manga che si vola direttamente ai due successi del Capa "Vieni a ballare in Puglia" e la recente "Non me lo posso permettere" specchio riflesso della società odierna.
"Fai da tela" ed è "Tardi " sono i due bis che portano alla chiusura del concerto con "La fine di Gaia".
Serata vincente per il Capa e per il pubblico presente, il successo di Michele Salvemini cresce ogni giorno ed è sempre più meritato.
Roberto Bruno