Assaporando il suo nuovo album “Suoni tra ieri e domani”, in cui reinterpreta dal vivo, ma con dolcezza e intimità, (piano e voce) i brani che nel tempo ha scritto per altri artisti, scopriamo di come la sua penna e le sue note siano sempre perfettamente riconoscibili, anche se cantante da voci diverse dalla sua.
In un pianeta musicale ormai saturo di volgare ricerca del successo commerciale, in cui la melodia è un beat ripetuto per tre minuti o poco più e le strofe mal vestono i panni della sorella “poesia”, Amedeo irrompe come un vulcano con la sua metrica apparentemente invasiva, stracolma di parole ma assolutamente geniale sui tasti di un semplice pianoforte, costruendo un'atmosfera che non è altro che una cornice che inquadra, con sublime impressionismo,
un quadro romantico diverso: all'ascoltatore il pennello!
Tra la prima traccia “L'amore” al tempo cantato da Mietta e l'ultima “Firenze piccoli particolari” portato a Sanremo da Laura Landi, troviamo anche l'inedito “Io non ti lascerò mai” in un arrangiamento maestoso e raffinato dai toni orchestrali che ci riporta alla memoria l'Amedeo che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare nelle sue ultime e incomprese apparizioni sanremesi.
Tra un brano e l'altro, il maestro ci delizia del sussurrato racconto della nascita della canzone che stiamo per ascoltare e di quale tragitto abbia fatto per finire nelle corde vocali dell'artista che poi l'ha cantata.
Se un artista dedica la sua fatica discografica ai propri ascoltatori, in questo caso Amedeo fa un'eccezione e dedica questo racconto musicale a sua moglie, venuta a mancare da poco, che sembra quasi apparire in un onirico susseguirsi di fotogrammi muti in bianco e nero, accompagnati dalle note de “L'amore”, capace di regalare
“una delicata allegria”.
E per coloro che si chiederanno: “Perché comprare questo album?”
Si può rispondere che accostare Amedeo a quel “trottolino amoroso” è riduttivo e che in realtà la sua carriera è costellata di tanti piccoli capolavori; alle volte nascosti e segreti, ma come uno scrigno pieno d'oro, quando lo apri, la sorpresa è immensa...
Alessandro Bellomarini