Avevamo recensito il precedente disco: "Visions from realities", che era uscito nel 2013.
il progetto di Umberto Pagnini mi era piaciuto molto.
Come spesso purtroppo accade, il secondo album, è la conferma di un progetto interessante, oppure di una vera e propria meteora di un estate o di un disco.
Anche il rocker/rapper Caparezza in una canzone dice che: " il secondo album è sempre più difficile per la carriera di un artista". Quindi arrivato in redazione questo nuovo disco: "Higher dimensions", non posso nascondere che la curiosità fosse a standard elevati e meglio di cosi non potevo essere ripagato.
In questo nuovo album Umberto Pagnini, ha cambiato i membri della line up, mantenendo solo, alla voce il bravissimo Pellek.
In "Higher dimensions" suonano:
Tastiere e Basso: Cristiano Roversi
Batteria: Gian Maria Roveda
Chitarre: Mirco Ravenoldi
Voce di Per Fredrik Asly (PelleK)
Questo disco è pervaso da un fluido magico, che aleggia sulle note della band, dove Umberto Pagnini, il creatore di tutto ciò, si lascia piacevolmente affiancare da un ottimo musicista come Cristiano Roversi e sicuramente, il tutto ci guadagna. Il suono non è più leggero come il disco precedente, c'è una svolta decisamente più hard, anche se la matrice prog è ancora più nitida di prima. Canzoni come "The war of Tempos" e soprattutto "The numbers of God", portano l'ascoltatore verso lidi prog metal decisamente inaspettati, ma di alta fattura.
Altri momenti dell'album portano invece a quei magici anni settanta dediti nel regno di Albione, al prog inglese di stampo Genesis.
Che dire ad esempio quando si ascolta: "Far escape", oppure "A little bit expired", se non che il fantasma genesiano si è impossessato della band. Va detto che l'apporto musicale delle tastiere di Cristiano Roversi, eleva il sound di molto. Sto ascoltando e riascoltando questo disco, per cercare delle canzoni che possano spiccare rispetto ad altre, ma lo sforzo (piacevole) è vano. Ogni singola canzone è un capitolo a parte di un disco di alto livello, costante nella bellezza, a tratti dolcemente rude, a tratti sognatore nella sua parte più prog.
"Gaps in time", bellissima, "Multiple replies" ha un bel momento di tastiere e chitarra acustica.
Quando le tastiere si impossessano delle canzoni, queste alzano il tiro, come ad esempio in "Crop squares", oppure, la varietà di "A pet called prime" riporta sempre ai favolosi anni del prog di settantiana memoria.
"No speed limit" ci riconsegna una intro prog metal, ma i fantasmi dei Pallas (band prog inglese di fine anni ottanta) si affaccia meravigliosamente.
Tracce di Arena nella bella "Kick-Ass Grammar". Fiabesca "Ternary level one".
Il disco chiude con "Not left and not taken", una suite dalla durata di più di nove minuti, scritta a quattro mani dal guru del progetto Active Heed, Umberto Pagnini e da Cristiano Roversi.
Da sottolineare che: la voce di Pellek, si conferma ad alti livelli.
"Higher dimensions" è un disco di notevole fattura.
La prova del secondo album è stata ampiamente superata.
Roberto Bruno