RENATO ZERO: RIVOLUZONE, DENUNCIA e PREGHIERA LAICA “Sono così, sincero e fiero”! il nuovo album “ALT" DOPO 18 ANNI ritorna ALL’ARENA DI VERONA con “ALT ARENA ARRIVO”
A tre anni dal doppio progetto “Amo”, intimista e riflessivo, e dopo il singolo “Chiedi” (musica di Renato Zero e Maurizio Fabrizio, testo di Renato Zero), l'8 aprile è uscito il nuovo album “ALT" del carismatico, unico ed irresistibile Maestro RENATO ZERO. I 14 brani inediti, prodotti da Renato Zero e Danilo Madonia, sono stati scritti dall’artista romano insieme ad autori e compositori come Vincenzo Incenzo, Danilo Madonia, Maurizio Fabrizio, Phil Palmer, Valentina Perisse, Luca Chiaravalli, Mario Fanizzi, Valentina Siga e con la collaborazione di Melotti, Ferrone, Costa, Maddalone, Cocilovo, Leo, Giordana, Tommasini, Siedlaczeck Wallander, Archi all’Opera di Genova, Iermano, Neri Per Caso, Melody School La cover dell’album e le foto contenute nell booklet sono state realizzate dal fotografo Roberto Rocco. In questo nuovo album dell'OGGI, sono i testi, densi e coinvolgenti, ad essere fulcro d’energia, nello spirito battagliero e in rinnovata forza rivoluzionaria. Renato Zero sceglie l'impegno civile, invitandoci a riflettere, con il suo stile diretto, anticonformista e senza “peli sulla lingua”, conscio del contesto storico attuale, troppo spesso corrotto e devastato. Il cantautore denuncia con determinazione contrasti e deformità di questo mondo, sempre schierandosi con i più deboli. I temi trattati vertono sulla violenza, sull lavoro, sulla realtà giovanile, sul destino dell’arte, sull’amore in tutte le sue sfaccettature, sull’ecologia, sull’accoglienza, sulla fede e sulla famiglia intesa come nucleo non necessariamente canonico. 14 splendide canzoni, tra le perle spiccano l’incalzante “Rivoluzione” ("Rivoluzione è il grido che solleverai e devi metterci la faccia finché puoi"), la ficcante denuncia ed incitamento in “Nemici Miei" ("Sete di potere, quando è comodo il sedere, la poltrona non si lascia proprio no" - “Bisogna amarlo sì questo stivale qui farlo risorgere da queste tenebre”) e la preghiera laica “Gesù” (“Sei ancora con gli ultimi?”). Nelle due date live, 1 e 2 giugno all’Arena di Verona, Renato Zero (manca dall’Arena dal 1998) percorrerà le tappe importanti della sua carriera e presenterà “ALT”, il suo ventinovesimo album. "28 album in studio, 3 raccolte, più di cinquecento canzoni, 45 milioni di dischi venduti, ma il mitico Renato Zero ancora ai trofei preferisce la piazza, le sue accorate grida ed i suoi intimi sussurri”. E’ l’unico artista italiano ad aver raggiunto il vertice della classifica vendite in ben cinque decenni diversi. Vediamo nei dettagli come Renato racconta l’album brano per brano: 1 - CHIEDI (Renato Zero / M. Fabrizio / Renato Zero) Sempre troppo poche le domande e quindi sempre meno le risposte.E c’è chi si rallegra di questo.Mettendo in atto sperequazioni di ogni genere a discapito dell’ormai rassegnato contribuente.Sia esso fresco di placenta o in età di pannolone. 2 - IN QUESTO MISERO SHOW (Renato Zero / V. Incenzo / Renato Zero / D. Madonia) Non c’è di che sentirsi appagati se bastano così poche energie per farsi catturare da una telecamera od essere braccati da un discografico. Ciò che rese famosi e felici gli artisti stagionati fu la fatica, le rinunce e la severità di una platea molto più esigente di quella di oggi.Forse quell’Italia fu meglio rappresentata e più soddisfatta…chissà? 3 - LA LISTA (Renato Zero / D. Madonia / Renato Zero) Donne sottostimate se non addirittura annullate. Dall’altra parte della barricata maschietti spesso inesperti e superficiali che fuggono via prima della consumazione per paura di essere tanati. Ma la vera forza della donna consiste nell’essere costantemente spettatrice di se stessa… 4 - IN APPARENZA (Renato Zero / V. Incenzo / Renato Zero / D. Madonia) Attori di grande talento? O involontari illusionisti pur di non cedere ad una realtà troppo cruda e insostenibile? 5 - IL CIELO È DEGLI ANGELI (Renato Zero / M. Fabrizio) Chi vuole essere felice farà di tutto per esserlo. Riuscendo persino a giustificare un calo della passione. Senza necessariamente attribuire a nessuno un tale evento. Una coppia di amici che si raccontano di quando furono innamorati pazzi l’uno dell’altra. Questo è un tramonto da non perdersi… 6 - IL TUO SORRISO (Renato Zero / M. Fabrizio / L. Chiaravalli) La serenità è facile d’estate come è meravigliosa nel gelo dell’inverno. Il sorriso non deve subordinarla a nessun periodo della vita. Costante dovrebbe manifestarsi l’ottimismo nelle varie fasi della vita. Oggi dovrebbe essere obbligatorio. 7 - PERCHÉ NON MI PORTI CON TE (Renato Zero / V. Incenzo / Renato Zero / M. Fanizzi / V. Siga)) La mutualità di un rapporto dovrebbe essere sufficiente a garantire una certa immunità dalla solitudine. Dalla noia e dal malessere. La qualità di ciò che diamo. Di come lo diamo, determina la nostra soddisfazione ed il nostro benessere organico e mentale. 8 - GESÙ (Renato Zero / M. Fabrizio / Renato Zero) Dal “non nominare il nome di Dio invano” al non nominarlo più ce ne corre… Eppure per chi trovasse il coraggio di ricercarLo, di benefici ne otterrebbe tanti… Il vero miracolo tra tutti… alla fine credo sia proprio avere fede. 9 - LA VOCE CHE TI DO’ (Renato Zero / M. Fabrizio) Sulla mia pelle nessun segno. Nessuna traccia di inchiostro.Eppure credo di essere uno dei soggetti più tatuati del pianeta. Mi sono lasciato tatuare un po’ da tutti. Per motivi diversi.In svariate circostanze.Ma sempre con consapevole partecipazione. Aquile. Nomi. Facce. Date. Areoplani e tramonti. La vita passa e si deposita sulla pelle in forma indelebile e definitiva. E io la amo per questo! 10 - NEMICI MIEI (Renato Zero) Non ho mai posseduto una tessera di partito quindi non saprò mai cosa si prova a smarrirla. Una cosa che non vorrei mai perdere è la fiducia nella mia gente. Nella Piazza che non è lo Stadio. In una partita in cui si rischia di perdere qualcosa di diverso dallo scudetto. Mi sono sognato un pullman zeppo di anziani che venivano condotti dalla Trattoria al Seggio Elettorale: senza passare per il Via! Ma il gioco non era il Monopoli… 11 - VI ASSOLVERETE MAI (Renato Zero / M. Fabrizio / L. Charavalli) Quanti ne ho visti bruciarsi per un giudizio. Su Ponte Vittorio Emanuele II a Roma, qualcuno a bordo di una Lambretta nel 1968 mi gridò con esagerata soddisfazione: – ‘A froscio!!!- Gli risposi, anch’io esagerando nella soddisfazione: -Potessi annà ‘nfroscia!!!-. Fui esaudito!!! Si sta bene a farsi i fatti propri. A comprendere e sostenere, caso mai, le battaglie altrui, senza distinzioni di sorta. E poi quei signori degli apostrofi chissà come ci saranno restati male quando hanno scoperto che quello su ponte Vittorio Emanuele II sarebbe diventato Renato Zero. 12 - ALLA TUA FESTA (Renato Zero / M. Fabrizio) Festeggiarsi è necessario. È un diritto sacrosanto. Rallegrarsi di esserci. Di avere un peso. Una consistenza. Il fascino è di chi osa e magari abusa… Prendere tempo il più possibile. Sottrarlo alla noia. Al malessere. Ai menagrami. A tutti gli altri che non partecipano…le nostre condoglianze! 13 - RIVOLUZIONE (Renato Zero / M. Fabrizio) ….fatta e rifatta! Vissuta di faccia e di cuore.Mai banalmente o in forma ridotta. La Rivoluzione investe tutta un’esistenza. Le scelte. Le compagnie. Incidendo fortemente sull’esito del proprio futuro. La mia Rivoluzione ha paura di restare sola. Di non trovare nuove alleanze, ma facili compromessi o scorciatoie. A questo punto, con i miei precedenti amerei che i ragazzi di questo tempo avvertissero l’esigenza del cambiamento. A dire: – Sì! – c’è sempre tempo. 14 - GLI ANNI MIEI RACCONTANO (Renato Zero / D. Madonia / Renato Zero) Né nasconderli né addomesticarli. Sono “i miei anni” gli devo tutto il rispetto e la gratitudine che si meritano. L’idea di una “replica” mi è sempre balenata. A chi non è successo? Rivivrei nello stesso tempo con le stesse modalità, ma spenderei più sguardi.Più abbracci e carezze. Ringrazierei di più mio padre e mia madre. Starei di più con gli amici. Ma soprattutto farei il possibile affinché non andassero via come troppe volte è accaduto! Bella la vita che se ne va… Bella la vita che ritorna! * * * Nella sala stampa presso "Area Pergolesi”, Renato Zero viene accolto da un lungo ed entusiasta applauso. L'eclettico cantante italiano s’impossessa subito della scena, creando un’atmosfera luminosa e frizzante, tra ironia e profondità, riflessione e leggerezza, nell'affascinante disinvoltura e capacità comunicativa che da sempre lo contraddistinguono. Renato Zero:“Non mi arrendo. Cari giornalisti dovete sopportare ancora una volta questa mia scelleratezza, questo mio modo assurdo di combattere la crisi discografica, i silenzi di una discografia ferma, che vede l'artista non come un essere umano, ma come una macchinetta troppo bizzarra che porti a casa solo denaro, come anche l’assenza dei direttori musicali, in un sottobosco di musica che ha sempre reso tantissimo dai tempi della RCA”. "La scuola non può essere abbandonata proprio mentre stiamo per laurearci. Mi voglio laureare con i voti che merito e con quelli che la musica merita. Faccio appello a tutti coloro che vogliono difendere questo quartiere, questa zona sana della nostra società. Non chiamatela più musica leggera, questa musica, per cortesia. Salvatela! In internet stanno disperdendo le nostre forze e la nostra semina. Fare un disco non è come ascoltarlo, chi lo fa ci passa anche l’estate preferendo stare al pianoforte piuttosto che in crociera. Quando un artista indossa le pantofole, ha smesso probabilmente di dire qualcosa al mondo. La sofferenza è un'amica eccezionale, anche se la rifuggiamo, anche se vogliamo a tutti i costi imputarle questa negatività, in verità sappiamo benissimo che è madre della crescita, della saggezza, della sopportazione e della rivoluzione”. "Questo disco vuole rivolgersi a chi non vuole stare in panchina e a chi non vuole rassegnarsi al tempo, all’Isis”. "Sono felice di tornare a Verona, perché mi deve tre malleoli, quindi vado a reclamare il conto. E anche perché credo sia la dimensione migliore per la promozione più diretta e più autentica, per far conoscere un disco al pubblico. Anche perché la televisione sembra tornata in bianco e nero, poche le offerte allettanti. Ed Internet…mi viene da sorridere... I sorcini, forse sprovveduti, quelli che probabilmente non conoscono molto bene il mio percorso, hanno messo in rete un giorno prima questo album. Merito, anche da loro, un po' più di rispetto. Rivolgo a loro una preghiera: non venite più ai miei concerti e non acquistate piùi miei dischi, grazie”. "A queste conferenze stampa siete sempre quelli. Sì forse c’è qualcuno di nuovo, comunque se anche restiamo sempre noi, vi chiedo il massimo della critica, come quando, in tempi non sospetti, non vedevamo l’ora di acquistare un quotidiano per capire dove avevamo sbagliato e dove avevamo fatto bene. E' normale che io vi tema, ma vi esorto ad essere critici, la mia attuale stagione desidera essere setacciata, anche perquisita. Voi fate il vostro lavoro, io faccio il mio. Le due cose insieme fanno di Renato Zero una garanzia”. "Quando aprirete l’album troverete i nomi di tutti i miei collaboratori storici, che hanno accompagnato questo mio percorso. Tutte le persone che hanno pazientemente assecondato la mia musica e mi hanno permesso di sentirmi un musicista come loro. Li ringrazio nell’album e li ringrazierò poi negli spettacoli”. "Cos'altro posso dirvi? Niente, solo felicità. Mi sento abbastanza bene e tremo un pochino, come a Sanremo, perché ho perso un’ po’ l’abitudine di vedere tanta gente insieme e di esibirmi sul palcoscenico. Però vedremo di recuperare.Fatemi delle domande facili". Renato Zero ci racconta il brano “Il cielo è degli angeli”… "Ho scritto questo brano a fronte di un’epidemia di separazioni e di coppie che rimangono spiazzate. Questa condizione per cui deve essere guerra ad oltranza ogni volta che si sbatte la porta, da parte dell’uno o dell’altra, sinceramente lo trovo molto penalizzante, soprattutto in presenza di figli. Ho pensato quindi di scrivere questo brano, che si intitola 'Il cielo degli angeli’. Gli angeli che hanno pazienza, che non buttano all’aria un trascorso d'amore, ma tentano, caso mai, di ristabilire un contatto amichevole, perché lo richiedono proprio i termini della nostra esistenza. Quanto possiamo campare? Portar dentro questo rimorso, questo livore, è una condizione fortemente penalizzante”. Perché hai aspettato così tanto per ritornare? ”A volte dipende da quello che uno ha da dire. Questi tempi mi hanno sollecitato un intervento, quasi obbligatorio: questa nostra Italia che ormai ha svenduto praticamente tutto. Una politica che non tiene più conto della spesa giornaliera di tutti noi, una guerra alla resistenza. Questa politica non fa nulla per produrre degli esempi che ci confortino: se rubano là, non c'è più speranza di trovare chi ci amministri che abbia il buon senso di capire che esistono persone in questo paese che stanno diventando povere. C’è inoltre la necessità del contatto. Sono un frequentatore della strada costantemente, e anche l’artista Renato Zero cerca questo contatto. In un momento come questo tutti noi abbiamo bisogno di cercare un contatto. Tutti abbiamo bisogno di accarezzarci e rassicurarsi. ALT, per fermarci a riflettere, correre non è appagante, si rischia di perdere gli affetti più cari, proprio in un momento come questo in cui c’è bisogno di frequentazione e di interessarsi degli altri. Un gesto di rispetto anche verso noi stessi”. Il singolo, Chiedi: “regole strumenti dieci comandamenti Ma i sindacati no!” e “gli alieni della Tv" "Vorrei puntare l'attenzione su un fenomeno estremamente eloquente. Molti sindacalisti vanno a finire a Montecitorio, se non scandaloso è abbastanza incomprensibile. Dato che ho tanti amici industriali, uno è qui presente oggi, ci tengo a presentare questa Italia di valore. Rendersi conto che questi imprenditori devono pagare lo stipendio ad un certo numero di operai e che se non vengono considerati, se la loro missione non viene valorizzata, rischiano di dover licenziare. Una volta, c'era un dialogo stretto, addirittura familiare, fra il proprietario della fabbrica e i dipendenti. Pare che tutto funzionasse a meraviglia. Io non ce l'ho con i sindacati, ce l'ho con chi fa ostruzione, chi si mette in mezzo tra chi dà lavoro agli italiani e chi riceve questa opportunità. Rallentando il cammino, si blocca la necessaria attuazione dello sviluppo. Può essere sindacalista sin che vuole, ma non lo considero, non mi sento di promuoverlo”. “Hai visto qualcuno di reale nella televisione. Poi dicono di Renato Zero che si trucca. Molti fra gli operatori della televisione non appaiono nella loro reale natura. Soprattutto in un certo tipo di settore. E' nata la qualifica del tuttologo, la televisione ha dato lavoro a parecchi criminologi, psicanalisti, avvocati. Tutto questo passa attraverso i pori della pelle di un artista, che coglie questo malessere. Io vengo dalla donazione di un poliziotto e di un’infermiera (rispettivamente mio padre e mia madre). Persone semplicissime che hanno avuto in casa il fenomeno, l’hanno accettato condiviso, proprio nel suo persistere e quindi io appartengo alla moltitudine, a voi, alle vostre perplessità, dolori, malesseri. e soprattutto alla felicità di un abbraccio sincero, di un rapporto affettivo che trova sempre meno tempo per poter essere applicato”. Cosa ne pensa dell’intervista di Vespa al figlio di Totò Riina? “Non sapevo di questa cosa, non posso esprimere nessun giudizio o parere” La canzone “Gesù", una sorta di preghiera laica.. “I musulmani hanno portato all’estremo l’esercizio di salutare il loro Dio addirittura prostrandosi, facendo atto di sottomissione e grande umiltà. Noi mangiamo carne anche nei giorni non suggeriti dalla nostra religione e facciamo cose poco ortodosse. L’assenza di Gesù si sente moltissimo.Non parliamo di quella di Dio, perché sarebbe probabilmente necessario un dibattito con teologi ed esperti. Gesù in fondo siamo noi, mentre Dio potrebbe essere un’entità lontana e collocata in una dimensione che forse non ha tempo per l i bisogni di ognuno. Invece Gesù, questo signore che è venuto qua e si è fatto massacrare in quel modo…. Ne abbiamo visti tanti di Gesù, in questo ultimo tratto di vita in questo paese. Facciamo il conto delle vittime che sono state massacrate dalle mafie? Ci rendiamo conto che Gesù bisogna che torni a casa e questo dipende anche dalla nostra volontà. Non è il mondo dove si può stare a braccia conserte aspettando la manna dal cielo”. E' ancora semplice scrivere un disco con belle canzoni, come "I migliori anni della nostra vita”? “La canzone è un atto d’amore, è una forma alta per coinvolgere gli altri in un sentire, in un appropriarsi di un momento magico, sia esso leggero o più profondo. Evito di voler riscrivere 'I migliori anni della nostra vita’, dovrei far fronte a dei cloni ed io non amo farli.. Guardo MTV e vedo tanto copia-incolla soprattutto delle hit americane. Sembrano usciti da una realtà di omologazione”. “Ci sono delle canzoni che non hanno avuto (es. Bob Dylan) e non vogliono la stretta facile, sono opere. Hanno una tessitura letteraria e poi sotto quell’accompagnamento. Oggi manca da noi la scrittura musicale, la riscoperta di collaboratori musicali come gli arrangiatori. Ringrazio Danilo Madonia, per questo capolavoro nell’arrangiare questo disco. Una dedizione, così totale come la sua, raramente l’ho vista. Anche il coinvolgimento dei musicisti è una forma assolutamente opportuna ed intelligente. Se noi trattiamo dei musicisti come se fossero delle colf, diventiamo offensivi, bisognerebbe accarezzarli tutti i giorni, anche se abitano a 600 km di distanza. Bisognerebbe avere il coraggio di tornare fra la gente e vivere la vita. CHI NON VIVE, NON SCRIVE. Noi cantiamo quello che viviamo e anche il tempo in cui viviamo. I miei precedenti dischi parlavamo del futuro, questo parla di OGGI.E' una metrica insolita, sono più abituato alle veggenze. Fui tacciato per questa tipologia di soggetto, mi piace immaginare cosa succederà fra vent'anni. Oggi immagino meno perché più passano gli anni e più si restringe il campo visivo". Lo show con Maria De Filippi? "Non lo so. Queste cose sono sempre la combinazione di opportunità temporali e una serie di elementi. La mia testa, le mie energie sono a Verona, devo recuperare questa sfida con me stesso. Se non metti in azione, il motore si blocca". I giovani "Prima di tutto non deve mancare la passione, se manca quella decadono una serie di cose. Bisogna avere il coraggio di uscire dai social network e da internet. Sono strumenti che vanno presi con le molle, c'è tanta solitudine che degenera in depravazione. E quando ci si ammala di solitudine sono cavoli…”. Roma "La mia città è stata un po’ spogliata dalla sua circolazione reale. Nel centro di Roma si incontrano vescovi, politici e pony express". "Non voglio essere pessimista, vivo a Roma e sono affezionato alla mia città, ma anche ad tante altre città, a tutte le città d'Italia. Roma è immensa e fascinosa. Purtroppo dobbiamo fare i conti con le buche". Referendum Trivelle "Io ho già detto la mia sulle trivelle quattro anni fa con Lucio Dalla alle Tremiti.. Lucio Dalla era alle Tremiti e mi disse: 'vogliono fare delle trivellazioni, noi vorremmo mantenere salva questa nostra realtà. Se tu vieni, noi vorremmo manifestare questo pensiero'.Siamo stati 4 giorni alle Tremiti a fare musica e abbiamo testimoniato nel nostro piccolo. Andare a cercare petrolio e ricavarne un centesimo della consistenza tutto sommato, se fossi io a gestire, ci rinuncerei. Qualcuno che si intende ritiene che quel petrolio non sia di consistenza. Le spiagge e il turismo sono la ricchezza italiana.” Il brano “Vi assolverete Mai” e l’intolleranza. "L'intolleranza "è peggiorata. Una volta quello che ti gridava dietro epiteti aveva un'età dai 40 in su. Oggi sono i giovani ragazzi che lanciano queste invettive e che sono intolleranti. Internet è molto presente e determinante. C'è una poca presenza genitoriale, in famiglia manca un controllo consistente". Il pubblico è assuefatto nei confronti di chi fa musica e arte? Nostalgia del passato? “L’ultimo ad avere la parola è il pubblico. Chi stabilisce la quotazione, il valore e l’utilità di un’opera musicale è solo il pubblico. Se il è pubblico è educato... come noi avevamo modo con i Rolling Stones, Led Zeppling ecc". "La sollecitazione di sapere che esisteva David Bowie o i Led Zeppelin, Brian Eno, come in italia Lucio Battisti, De Andre’ ecc, ci costringeva a creare qualcosa che stesse al passo loro e non sfigurasse, non potevamo fare qualcosa in meno, altrimenti eravamo fuori. Lo standard oggi si è abbassato, vanno in classifica, ma con duemila copie. Non posso dare la colpa agli artisti, se avessero a disposizione i mezzi che avevamo noi (dalla cantina in poi), potremmo parlare, ma qui si parla del 22% di Iva su un disco. Quando me la prendo se il mio disco passa gratis su internet, è per il danno di principio che è pazzesco. Non hanno capito che io mi produco i dischi da solo, non faccio le rapine ma l’artista; ho investito del danaro, non può arrivare il primo pischello che si diverte con la vita degli altri e metterlo in rete. Questo non tollero. Questa Italia non funziona.” Padre e madre….famiglia qualunque essa sia “Nessuno si può permettere il lusso di giudicare. Il giudizio fortemente esplicativo è il modo di amare. La quantità d’amore, non sono i sessi. Non esiste amore di serie o serie B, discolpato dal rispetto reciproco e dalla complicità. La famiglia è comunque un bene. Io ho adottato un figlio perché non volevo stare solo. Non l'ho condizionato. Ho due meravigliose nipoti. Ma perché tutto questo dev'essere un problema? E' un problema per gli stronzi che non amano e che sono da soli. Ce l'ho con la violenza, la superficialità, l'abuso. Non sto a guardare se quello è rosso o grigio. Non esiste”. “Io parlo con la mia esperienza, parlo attraverso le mie corde, la mie mentalità, il mio modo di ragionale sulle problematiche su come va il mondo, ognuno deve applicare con coscienza ciò che ritiene meglio. Ce l’ho con la falsità, la superficialità, con la violenza. l’abuso, il plagio. C’è l’ho con queste malattie.Se vogliamo questa Europa, che sta ancora lì sospesa in attesa di giudizio, questa Italia muore.C’è ancora gente che dice che Napoli è la Tunia…ma stiamo scherzando? Questa Italia di oggi ti fa arrabbiare o ti ha disilluso? "Io sono un sollecitatore, mi sono inventato un mestiere. Mi piace poter stimolare gli interventi della gente, soprattutto quelli che hanno la vocina più esile, quelli che non hanno raccomandazioni o parentele importanti". Voglio bene veramente a tutti. Non mi sento di rinnegare nessuno, tutti fanno parte della mia vita, di un percorso e del mio percorso. Abbraccio anche i signori dalla battuta facile, perché mi hanno fatto scrivere cose bellissime”. Possiamo considerarla il David Bowie italiano? “Considerate lui il Renato Zero inglese. Ciao David, se non si scherza fra noi…” “Spero che questo disco vi possa offrire l’alibi per le vostre serate intime o le vacanze ai Caraibi. Sappiate che io sarò lì e VE controllo.” Ha senso mettere i dischi su internet? "E' una disciplina che non credo abbia bisogno di essere criticata. Ci sono editori e editori”. "Ci sono autori e autori. Quando un artista se ne va, a nessuno è permesso di disporre della sua esistenza. Se ti compri i dischi di Battisti, Battisti vive". Un album tutto da gustare per l’avvolgente musica, ma soprattutto per immergerci nei meandri delle parole e nei loro messaggi pregni di ricchezza umana. Renato Zero si conferma Unico, come sempre, nel suo spirito libero e nella volontà di camminare fra gli altri, nello stimolo che ci spinge a non “arrendersi mai", lottando sino alla fine. Renato "sa di buono”, a Lui tutto si perdona e nulla è da perdonare, anche se tutti, come ben dice, dovremmo chiedere perdono. Silvia Calzolari È possibile acquistare in prevendita i biglietti online su www.ticketone.it e nei punti vendita abituali. RTL 102.5 è la radio media partner ufficiale di “ALT, ARENA, ARRIVO!” RENATO WEB E SOCIAL MEDIA: www.renatozero.com www.facebook.com/renatozero https://twitter.com/renatozer0 www.youtube.com/user/renatozeroofficial www.instagram.com/renatozer0 BIOGRAFIA RENATO ZERO Renato Zero è il nome d’arte di Renato Fiacchini nato a Roma il 30 settembre 1950 dall’unione tra il poliziotto Domenico Fiacchini e l’infermiera Ada Pica. Renato Fiacchini trascorrerà la sua infanzia in via Ripetta, 54 a due passi da piazza del Popolo, in una famiglia al femminile con la nonna Renata, le tre sorelle Enza, Fiorella e Maria Pia (il fratello Giampiero nascerà dieci anni più tardi), mentre vivrà la sua adolescenza in un casermone destinato ai dipendenti della pubblica sicurezza di via Fonte Buono, zona Montagnola. Subito dopo essere venuto al mondo rischiò di morire a causa di una incompatibilità materno – fetale del fattore Rh, tanto che necessitò di una trasfusione totale. La famiglia gli impartirà un’educazione di valori semplici e solidi. A quattordici anni ottiene il suo primo contratto per 500 lire al giorno al Ciak di Roma, ma l’ingresso ufficiale di Renato nel mondo della musica è datato 1967 con un 45 giri prodotto da Gianni Boncompagni, anche autore dei testi con musiche di Jimmy Fontana. Il brano Non basta sai è una marcetta retorica fintamente rivoluzionaria, mentre In mezzo ai guai è la cover di beat 98.6 di Keith, alias James Barry Keefer, brano banale e moralistico che nella sua versione originale aveva venduto un milione di copie, mentre Zero ne venderà appena venti. Il Renato Zero degli esordi aveva intuito che per essere effettivamente diverso, innovativo e soprattutto durare nel tempo doveva giocare le sue carte su altri piani, infatti dal suo singolo d’esordio alla pubblicazione del suo primo album, deciderà di allontanarsi almeno parzialmente dall’ambiente musicale per compiere altre esperienze che risulteranno fondamentali per il suo bagaglio culturale e artistico. Comincerà a frequentare il noto locale romano Piper, che segnerà un’epoca divenendo un punto di riferimento per chiunque volesse entrare a far parte del mondo dello spettacolo. Qui incontrerà Mita Medici, Patty Pravo, Mia Martini e sua sorella Loredana Bertè, ma soprattutto verrà notato da Renzo Arbore, che lo recluterà fra il pubblico dei programmi Bandiera gialla e Per voi giovani e da Don Lurio che lo scritturerà tra i collettoni, corpo di ballo di Rita Pavone. Nello stesso periodo registrerà alcuni caroselli per una nota marca di gelato, parteciperà al raduno beat cantando per la prima volta coi The Spaectres Groups, con i quali parteciperà al film Brucia ragazzo, brucia di Ferdinando Di Leo, farà parte del coro del brano Gingì di Pippo Baudo, sigla della trasmissione televisiva La freccia d’oro, interpreterà Tancredi nell’opera teatrale di Ruzante l’Anconitana e farà parte del cast di Ciao,Rudy e della versione italiana di Hair insieme a Loredana Bertè e Teo Teocoli. Otterrà piccoli ruoli in alcuni film di Federico Fellini: Satyricon, Roma, Amarcord e Casanova, ma l’esperienza più significativa di questo primo periodo sarà il ruolo di “Venditore di felicità” nella versione discografica e cinematografica del musical Orfeo 9 di Tito Schipa Jr. IDENTIKIT - Renato Zero tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta è ancora alla ricerca di un’identità, ma nel frattempo aveva lavorato duramente per mettere a punto il proprio stile, studiando artisti specie stranieri, scrivendo nuove canzoni e sperimentando nuove formule di messinscena. Dopo tanta gavetta è pronto a debuttare con le sue preferenze stilistiche, il suo nome d’arte scelto per ripicca contro chi lo criticava (“Sei uno zero” è la frase che più si sentirà ripetere quando travestito e truccato cominciò ad esibirsi in piccoli locali romani), il suo repertorio, il suo spettacolo ed un contratto con la RCA alle sue condizioni. Il suo personaggio dapprima trasgressivo, provocatorio ed alternativo, che trucchi e costumi restituiranno solo in parte, negli anni si evolverà sostituendo le paillettes con una gestualità e una mimica che oggi sono il veicolo per esprimere le proprie emozioni, le utopie, i sogni (da Zerolandia a Fonòpoli), le speranze, le delusioni, le gioie e le amarezze. Le sue canzoni racconteranno se stesso come uomo e come artista, l’amore e il sesso in tutte le sue declinazioni e precorreranno i tempi affrontando temi come la pedofilia, l’identità di genere, la droga, l’incomunicabilità, l’omosessualità, l’emarginazione, la violenza e la spiritualità. L’INTESA CON I SUOI FANS - I fan del cantante sono detti “sorcini”, definizione che è andata a sostituire l’iniziale “zerofolli”. Il termine nacque a Viareggio nei primi anni ottanta, quando osservando i suoi ammiratori che lo attorniavano coi motorini, esclamò: “Sembrano tanti sorci”. Da quel momento per analogia è diventato “il re dei sorcini”. Nel 1981 l’artista dedicò ai suoi fan il brano I figli della topa e l’anno successivo organizzò le “Sorciadi” presso lo Stadio Eucalipti di Roma, partecipando di persona alla premiazione dei vincitori. ANNI ’70 - Nel 1973 esce il primo album ufficiale della sua carriera intitolato No! Mamma, no! Un esordio atipico visto che si tratta di un disco dal vivo, anche se in realtà non è completamente tale. Nonostante i problemi tecnici e una certa acerbità interpretativa, il primo lavoro discografico di Zero è tutt’altro che dimenticabile, visto che in esso è già racchiusa tutta la poetica e le tematiche dell’artista romano. Tra i pezzi più significativi vanno ricordati l’inno alla libertà del brano d’apertura Paleobarattolo, il simpatico antimilitarismo di Sergente, no!, l’intensa "Nell’archivio della mia coscienza", il monologo antiabortista di "Sogni nel buio" e la coraggiosa per l’epoca "No! Mamma, no!”. Nonostante l’insuccesso commerciale del primo disco, Zero non demorde e nel 1974 mette in cantiere Invenzioni, che sarà un disco decisivo. Almeno due i capolavori presenti che resisteranno nel tempo: Qualcuno mi renda l’anima che affronta ante litteram il tema della pedofilia e Inventi canzone sull’amore universale, ma sono degne di nota: L’evento, Tu che sei mio fratello, Metrò e 113. Il 1976 è un anno decisivo per Zero che deve dimostrare la sua maturità di artista e raggiungere finalmente un pubblico più vasto. Prepara quindi un nuovo album e il suo primo tour legati dallo stesso filo conduttore, quello del Trapezio. L’album contiene undici pezzi (tre sono ripresi dai precedenti lp) e per la prima volta entra nella classifica dei dischi più venduti (il 45 giri Madame/ Un uomo da bruciare sale fino alla quindicesima posizione). Rimarranno nel tempo nel suo canzoniere la struggente Motel, tra le canzoni d’amore più belle del suo repertorio, Una sedia a ruote e Salvami. L’anno della consacrazione definitiva sarà il 1977, quando Zero pubblica il 45 giri Mi vendo/Morire qui con il quale entra in hit parade rimanendoci per cinquantasette settimane. Il successo ottenuto, anche grazie alle radio libere, farà da traino al nuovo disco (e spettacolo) intitolato Zerofobia che riuscirà a raggiungere il quinto posto della classifica. Le nuove canzoni sono trasversali, ironiche, ma soprattutto sanno raggiungere il cuore di chi le ascolta. Indimenticabili: Vivo, Il cielo, divenuta nel tempo canzone simbolo dell’artista e le più scanzonate, Manichini, Tragico samba e L’ambulanza. Raggiunto il successo, Zero decide di svincolarsi dalla sua casa discografica, che fino ad allora non aveva propriamente creduto in lui. Crea dunque l’etichetta indipendente Zerolandia. Anticipato dal 45 giri Triangolo/Sesso o esse Zero pubblica nel 1978 Zerolandia. Nel disco, che raggiungerà la terza posizione della classifica, trovano posto altri brani “erotici” come Amaro Medley e Sbattiamoci, ma soprattutto pezzi divenuti di culto come la biografica La favola mia, Sogni di latta, Fermati e Uomo, no. Nel 1979 pubblica EroZero, album che traccia un primo bilancio della sua carriera e chiude un ciclo con l’uscita del film Ciao nì. Per mettere in scena lo spettacolo “la favola di Ero Zero” l’artista decide di affittare dalla famiglia circense Togni un tendone e chiamarlo Zerolandia. Pubblica il 45 giri Il carrozzone/Baratto, che come l’album raggiungerà la prima posizione della classifica. EroZero è stato un disco pop complesso e variegato, contaminato da folk e rock, che alterna pezzi poetici e meditativi (Il carrozzone, La tua idea, Periferia, La rete d’oro, Arrendermi mai ad altri irriverenti e fantasiosi (Baratto e Fermo Posta). ANNI ’80 - Renato compie trent’anni e chiede una tregua al mondo, a se stesso, al suo pubblico. Nasce da questi presupposti il doppio album Tregua, dedicato al padre Domenico scomparso nello stesso anno, anticipato dal 45 giri Amico/Amore sì amore no. Entrambi raggiungeranno il vertice della classifica. I diciotto brani di “Tregua” sono un caleidoscopio di generi, da Niente trucco stasera, Guai, Fortuna, Profumi balocchi & Maritozzi alle spirituali Potrebbe essere Dio e Buon Natale. Fra Roma e Torino, tra il dicembre del 1980 e il gennaio del 1981 Zero mette in scena la serie di concerti “Natale a Zerolandia” da cui nasce un doppio album live dal titolo “Icaro”. L’album contiene due inediti live: Chi più chi meno e Più su. Dopo l’ennesimo trionfo in classifica, in estate, senza alcun preavviso Zero pubblica il 45 giri Galeotto fu il canotto. Dopo tanto ostracismo la RAI recluta Zero per lo show del sabato sera condotto da Corrado e Raffaella Carrà, ma non senza problemi, visto che la sigla Viva la RAI avrà qualche problema con la censura. Le canzoni interpretate sono: Niente, La facciata, Resisti, Contagio, Angeli e Ancora fuoco. Nello stesso anno conduce in radio la trasmissione Zerolandia Fermposta, il cui successo porterà alla realizzazione di altre due edizioni. Nel dicembre dello stesso anno Zero subisce un duro colpo, quando il tendone di Zerolandia viene sigillato e posto sotto sequestro. Renato è inarrestabile tanto che nel dicembre 1981 pubblica un nuovo album d’inediti, dal titolo Artide Antartide che scalerà le classifiche. Il disco si apre con Pionieri ed è un susseguirsi di pezzi riusciti: Il jolly, Marciapiedi, Ed io ti seguirò, Padre nostro, Sterili, Gente, Stranieri, Ecco noi, Notte balorda. A meno di un anno dal precedente lavoro discografico, Zero pubblica un album doppio dal titolo Via Tagliamento 1965 – 1970, tributo al periodo vissuto al Piper. Dopo aver pubblicato in tre anni ben quattro doppi album, nel 1983 decide di diffondere un Q disc dal titolo Calore. Un disco estivo che conterrà i brani: Spiagge, Voglia, Navigare e Fantasia. Anche questo lavoro riuscirà a raggiungere il primo posto in classifica. Nel 1984 , dopo la frenetica e bulimica produzione discografica, Zero ritorna con un nuovo disco prodotto da Renato Serio intitolato Leoni si nasce. L’album verrà presentato nientemeno che allo zoo di Roma e contiene: Per non essere così e Giorni. Dopo la pubblicazione di Leoni si nasce; seguiranno due nuovii inediti: La gente come noi e Io qui. Nel 1986 pubblicherà il lavoro: Soggetti smarriti. L’album vincerà il disco d’oro per aver venduto centomila copie. Dieci i brani che lo compongono. Dopo soli diciotto mesi, nel 1987, Zero torna sulle scene con un nuovo doppio album dal titolo essenziale: Zero. Va a mixare il disco al Punk Studio in Danimarca e mette insieme diciotto brani che evidenziano un autore raffinato e di spessore. Il tour teatrale che seguirà avrà stranamente maggior successo dell’album che contiene: Siamo eroi, Artisti, Più o meno, Ho dato, Danza macabra e Telecomando sono alcuni brani da inserire nel canzoniere zeriano. Dopo la pubblicazione dei lavori, Leoni si nasce, Soggetti smarriti e Zero,nel 1989 Renato è pronto a licenziare il disco della rinascita: Voyeur. Otto brani (undici su cd), per un album registrato a Londra, dalle atmosfere più mosse e rockeggianti (gli arrangiamenti sono di Geoff Westley) che riporta Zero in classifica (settima posizione e 250.000 copie vendute). Il Voyeur tour raccoglierà 220.000 presenze e sarà per Renato la quadratura del cerchio. ANNI ’90 - I primi due album dal vivo di Zero sono accumunati e ispirati da figure mitologiche.Prima Icaro ora Prometeo. Questo disco pubblicato nel 1991 in contemporanea con la VHS Zero 40 è la testimonianza dei concerti tenuti allo Stellarium, ex Bussoladomani. Nel doppio disco è contenuta l’inedita L’equilibrista canzone scritta da Zero nel 1965 e il brano firmato da Mariella Nava Spalle al muro, portato da Renato al Festival di Sanremo. Nel Natale dello stesso anno promuove la sua nuova fatica discografica: La coscienza di Zero. Un disco atipico nel panorama italiano, che contiene brani nuovi, ma raccoglie, ripescate, le belle Civiltà e Nafta, Al mercato dell’usato, Psicomania e L’assassino, un duetto con Claudio Villa (Buon Compleanno), la versione di Zero del brano dei Rokes E’la pioggia che va, un omaggio al cantautore Piero Ciampi (L’aquilone Piero) e pezzi degli anni ottanta come Più insieme, Regalati una sera, Sipario. Nel 1992, per promuovere il progetto Fonòpoli, la sua città per la musica,Zero partecipa alla trasmissione televisiva 1 2 3 RAI . Nel 1993 decide di tornare al Festival di Sanremo con il toccante brano Ave Maria, una preghiera laica in cui Zero si farà accompagnare da un coro polifonico e che gli varrà una standing ovation di oltre quattro minuti. Nel 1993 pubblicherà di seguito l’album Quando non sei più di nessuno. Contemporaneamente, a sostegno del progetto Fonopoli, incide un mini cd intitolato Passaporto per Fonòpoli corredato da un calendario e la tessera dell’associazione. Il ritorno ai concerti avviene con il trionfale tour Zeropera, dove si esibirà con un’orchestra di oltre trenta elementi. Nel 1994 Zero esce il suo nuovo album: L’imperfetto. Questo disco rappresenterà la sua rinascita definitiva e il suo nuovo clamoroso successo. Amando amando, Nei giardini che nessuno sa, Felici e perdenti sono solo alcuni dei brani di un album dal gusto internazionale, dal pop moderno e dagli slanci sinfonici.L’album stazionerà in classifica per lungo tempo vendendo oltre 350.000 copie e per Natale verrà pubblicata una VHS del disco con un mini film incentrato sulla dualità bene/male. Nello stesso anno partecipa come doppiatore ed interprete alla colonna sonora al film di Henry Selick prodotto da Tim Burton, Nightmare before Christmas. Nel 1995, sulla scia del successo ottenuto, Zero licenzia Sulle tracce dell’imperfetto. Il brano di punta è I migliori anni della nostra vita, che mette in risalto l’altissimo livello dell’interprete puro (si pensi a Spalle al muro e Il carrozzone). Nel cd (è l’unico disco di Zero a non essere pubblicato su vinile) trovano posto una nuova versione di Paleobarattolo (con coda strumentale di vecchi successi), Nel fondo di un amore e Fine favola (già presentate dal vivo durante il tour Zeropera), Un altro pianeta, Un po’ di azzurro e Ancora Gente (pubblicata precedentemente in un videoclip) e Supersolo. Nello stesso anno Zero collabora con l’amico Ivan Graziani nel brano La nutella di tua sorella, che andrebbe rivalutato per la sua grottesca e irriverente ironia. I bagni di folla del tour del 1995 bissati da quelli del Tutto Zero per i festeggiamenti dei trent’anni di carriera. Nel 1998 pubblica uno dei suoi album di maggiore successo intitolato Amore dopo amore, che può essere considerato la summa della poetica di Zero nel periodo della sua maturità. Tredici brani (Cercami, Figaro, L’impossibile vivere, Dimmi chi dorme accanto a me, La pace sia con te sono diventati pezzi irrinunciabili per quello che molti hanno definito il capolavoro della maturità. Quattro pezzi inediti (Il mercante di stelle, Appena in tempo, L’eterna sfida, Poesia poesia) altrettanto validi hanno trovato posto nei singoli che hanno anticipato e seguito la pubblicazione dell’album. Nel 1999, a testimonianza del clamoroso successo del tour che seguirà, Zero pubblica il suo terzo doppio album live: Amore dopo amore tour dopo tour. Verranno aggiunti quattro inediti da studio (Si sta facendo notte, Che strano gioco è, Al buio, Il coraggio delle idee) e uno live interpretato durante il tour intitolato Il circo. Sempre in campo per sostenere il progetto Fonòpoli Zero parte in un nuovo faraonico e trionfale tour: Cantiere Fonòpoli che vede la partecipazione straordinaria di Carla Fracci e dei Momix. Nello stesso anno oltre a pubblicare il singolo Il coraggio delle idee/Matti, Zero verrà invitato al Pavarotti and friends e duetterà con il Maestro della lirica italiana sulle note de Il cielo e Mina consacrerà in qualche modo l’icona – Zero interpretandolo nell’album Mina N° 0 (c’è persino un inedito in duetto intitolato Neri). ANNI ’00 - E’ il 2000 e per Zero, almeno in televisione, è giunto il momento dell’apologia con uno speciale in quattro puntate dal titolo Tutti gli zeri del mondo; Zero attinge a piene mani dal suo repertorio; particolare pregio Quello che non ho detto e Via dei martiri, interessanti sono certamente le cover, La canzone di Marinella di Fabrizio De André, Anche per te di Lucio Battisti e Tu sì’ na cosa grande di Domenico Modugno (di cui verrà realizzato un videoclip), magistrali le interpretazioni dei medley dedicati a Luigi Tenco e Umberto Bindi, ma più sbalorditivo come Zero s’impossessi de L’istrione di Charles Aznavour. Nel settembre del 2000 scompare l’amata mamma Ada, una perdita e un dolore ammorbidito da una fede che Nel 2001 Zero canterà nel suo nuovo lavoro discografico La curva dell’angelo. L’album raggiungerà il vertice della classifica e risulterà il decimo più venduto dell’anno. Seguirà Prove di volo, ennesimo trionfale tour che raccoglierà mezzo milione di spettatori e verrà premiato come il migliore dell’anno. Zero nel 2003 pubblica Cattura, un lavoro che trabocca arte sin dalla copertina (un’elaborazione grafica di Luciano Tallarini), innovativo, comunicativo e autocitazionista, dalle sonorità internazionali (come in Voyeur la produzione è affidata a Geoff Wesley) con molti pezzi destinati a rimanere fra i migliori della produzione zeriana (Magari, Come mi vorresti, Figlio, I miei miti). Cattura il sogno e Il sogno continua sono i concerti monumentali del 2004 che porteranno Zero nella classifica Pollstar dei tour di maggior successo a livello mondiale. Il dvd e doppio cd live Figli del sogno sono la cronaca fedele dello spettacolo (il dvd sarà il più venduto dell’anno). Nel 2005 sarà tra i protagonisti del Live 8 proponendo Cercami, Nei giardini che nessuno sa e I migliori anni della nostra vita con Laura Pausini e Claudio Baglioni. Nello stesso anno esce “Il dono”, un disco inaspettato, che viene anticipato dal bel singolo Mentre aspetto che ritorni, D’aria e di musica e La vita è un dono, che Zero proporrà anche in Vaticano. Il disco raggiungerà ancora una volta il vertice della hit parade e in sole sei settimane conquisterà il quarto posto nella classifica annuale. Il tour Zeromovimento che partirà nel 2006 farà registrare il tutto esaurito e verrà trasmesso con successo dalla RAI. Nel 2007 Zero porterà in giro per gli stadi italiani il suo nuovo spettacolo dal titolo emblematico Mp Zero, che chiuderà i battenti con circa 270.000 presenze in sole sette date. Dopo quattro anni dal “Dono” nel 2009 arriva il disco Presente; questi i numeri: 500.000 copie vendute, cinque dischi di platino e uno di diamante vinti, con cui Zero torna a scalare le classifiche di vendita (sarà il secondo più venduto dell’anno). La vera notizia è che Zero è il prima artista italiano a prodursi e distribuirsi in proprio attraverso l’etichetta Tattica, senza sostegno delle major. Il disco, anticipato dal singolo e dal videoclip Ancora qui, offre diciassette brani poetici, colmi di emozioni, ben scritti e suonati e a tratti divertiti. Una scommessa vinta a cui segue un tour di successo (oltre 500.000 le presenze) incentrato sui brani di Presente, da cui viene tratto un DVD che è la testimonianza fedele dello spettacolo. ANNI ‘010 - Per festeggiare il suo sessantesimo compleanno Zero organizza in Piazza di Siena a Roma una serie di otto concerti titolati Sei Zero. L’evento convoglierà oltre 110.000 spettatori e approderà in una versione sintetizzata in tv e in una versione extralarge in un triplo DVD corredato da lettera autografa, cartoline fotografiche e un diario di oltre duecento pagine. Prima della pubblicazione del triplo DVD, che risulterà il più venduto dell’anno, Zero nel mese di novembre pubblica la raccolta Segreto amore (disco di platino e vincitore del Wind Music Awards), contenente tredici brani d’amore incisi tra il 1982 e il 2003 e due inediti: l’omonima title track e Roma già proposta durante il Sei Zero. Nel 2011 Zero pubblica l’ennesima raccolta dal titolo Puro spirito che ha come filo conduttore l’ironia. Diciassette brani (vengono recuperate Galeotto fu il canotto e Menefotto) più due inediti: Sorridere sempre e Testimone. A dicembre insieme ad altri colleghi, Zero si esibirà al 105 Stadium di Genova a favore delle vittime dell’alluvione, mentre nel settembre del 2012 sarà tra i protagonisti dell’ Italia Loves Emilia tenutosi a Campovolo a favore dei terremotati dell’Emila. Dopo quattro anni dal suo ultimo album d’inediti Zero torna al suo pubblico con una trilogia“AMO” costituita da due dischi d’inediti e un terzo elegante cofanetto, contente i due precedenti cd, un poster – puzzle dell’artista e il racconto dei brani inclusi. Nei due cd sono raccolti ventinove brani che raccontano l’amore nelle sue diverse declinazioni; un progetto omogeneo dove il primo capitolo si presenta maggiormente autobiografico ed autoreferenziale mentre il secondo amplia il raggio d’azione trattando argomenti diversi tra cui il malato mondo televisivo e discografico. Entrambi i capitoli di Amo raggiungeranno la prima posizione in classifica, portando Zero a raggiungere un record. E’ l’unico artista italiano ad aver raggiunto il vertice della classifica di vendite in ben cinque decenni diversi. Il ventisette aprile parte dal Palalottomatica di Roma (rinominato per l’occasione PalaZero) il trionfale Amo in tour incentrato sui brani del progetto Amo, che a rotazione verranno inseriti nelle scalette delle varie serate. ZERO “LA MOSTRA” - Dal 18 dicembre 2014 al 22 marzo 2015 si è tenuta a Roma presso il Centro di Produzione Culturale La Pelanda, in collaborazione con il Macro – Museo d’Arte Contemporanea, la mostra Zero dedicata interamente all’artista romano. Viene ripercorsa la sua parabola artistica tra musica e versi, in una retrospettiva suggestiva ed ispirata che fotografa un arco di tempo in cui ci sono stati enormi mutamenti. Nessun reliquiario dunque, piuttosto un percorso di senso e vita, una fotografia storica e sociale che mette in relazione Renato Zero e il flusso del suo tempo e dell’Italia. Una mostra urgente in un momento storico che tende a cancellare la memoria, a livellare le differenze a non esaltare la creatività individuale. La mostra riscuoterà un notevole successo con più di 50.000 presenze. L’Associazione Culturale Fonopoli, in contemporanea alla mostra, lancia un bando di concorso intitolato Zero in letteratura che si propone di promuovere e valorizzare i contenuti, le strutture e il valore sociale dei testi di alcuni brani del canzoniere del cantautore romano. La partecipazione è riservata alle scuole secondarie di secondo grado di Roma e prevede l’analisi testuale o grafica di una delle canzoni proposte. Alla Scuola dove risulterà iscritto il vincitore e allo stesso verrà erogato un premio di mille euro, che lo stesso Zero ha consegnato durante una premiazione tenutasi proprio alla Pelanda. |
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