“Robin Hood” il musical a chiudere la stagione #concentratodiemozioni del teatro Lyrick Manuel Frattini torna nei panni dell'eroe della foresta di Sherwood in una nuova versione 2.0 Con lui sul palco la giovane rivelazione Fatima Trotta Sarà Robin Hood, il musical che ha fatto sognare intere generazioni, a chiudere la stagione “Concentrato di emozioni” al teatro Lyrick di Assisi il 24 (ore 21.15) e il 25 aprile (ore 17). Ripercorrendo le gesta di uno degli eroi più amati di sempre, Manuel Frattini torna ad interpretare i panni dell’impavido eroe della foresta di Sherwood che ruba ai ricchi per dare ai poveri in una nuova versione 2.0 - prodotta da Tunnel e Medina Produzioni - del musical di Beppe Dati, che anche stavolta è autore delle musiche e del libretto, con la regia di Mauro Simone e le coreografie di Gillian Bruce. Ad affiancarlo sul palco sarà Fatima Trotta, giovane attrice rivelazione, che svelerà le sue doti da performer nel ruolo di Lady Marian. “Robin Hood è un supereroe alternativo, non ha super poteri, ma ha dei poteri che conquistano il mondo: coraggio, generosità e determinazione. Sono questi tre valori che ci permettono di amare Robin e di sentirlo più umano è vicino a noi. Tre valori che aprono una visione ancora più ampia della vita”. Le avventure del coraggioso ladro gentiluomo, che si tramandano da oltre ottocento anni, approdano sul palcoscenico accompagnate da tutti i personaggi della tradizione: Robin e Lady Marian, il simpatico Little John, fidato amico di Robin che lo accompagna in tutte le sue avventure; Lady Belt, amica del cuore e confidente di Marian; l’improbabile e disonesto Principe Giovanni e il suo perfido consigliere Sir Snake; l’affettuoso e generoso Fra Tuck e, ancora, gli amici di Robin, avventori, banditi, arcieri, dame, ancelle e servitori, saranno protagonisti di questa leggenda senza tempo che vuole raccontare come un uomo può diventare un eroe. Alla magia della favola e dei personaggi che le danno vita, e alla poesia delle musiche e delle liriche di Beppe Dati, l’utilizzo delle tecnologie di ultima generazione arricchisce la messa in scena rendendo il pubblico partecipe a 360 gradi di questa storia senza tempo che affascinerà i più piccoli divertendo anche i grandi. Numeri e coreografie coinvolgenti, ricchi costumi ed una regia fresca e moderna fanno di questo Robin Hood un family show adatto a tutti. Spazio alla solidarietà - Il tour teatrale 2017/18 di Robin Hood il Musical si svolgerà anche sotto il segno dell'impegno sociale grazie ad un partner d'eccezione: A.I.D.O., l'associazione che da oltre quarant'anni si batte per diffondere la cultura della donazione. In ogni spettacolo, prima dell'inizio, ci sarà un breve comunicato pre-registrato di Stefano D'Orazio, storico batterista dei Pooh e testimonial dell'associazione da diversi anni. Manuel Frattini invece, a fine spettacolo, si farà portavoce di un messaggio volto alla sensibilizzazione sulle tematiche della donazione e del trapianto di organi. Inoltre i volontari di A.I.D.O. (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule) saranno presenti nei foyer dei teatri per informare correttamente sul tema della donazione e del trapianto di organi e per raccogliere eventuali manifestazioni di volontà favorevoli alla donazione. Sito ufficiale: www.robinhoodilmusical.it Promo video: https://www.youtube.com/watch?v=lJWYiNOok8w Informazioni e prenotazioni: 075.8044359 – [email protected] - www.teatrolyrick.com
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“La danza spiegata ai ragazzi” a chiudere il sipario su Contemporanea 2018 un momento di confronto e riflessione a cura del giornalista Ermanno Romanelli Dopo la performance andata in scena al teatro Bertolt Brecht di Perugia lo scorso sabato, Contemporanea. I linguaggi delle nuove generazioni e il loro viaggio nella danza - progetto di Centrodanza Spazio Performativo, con il patrocinio del Comune di Perugia, AICS, e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia - si avvia verso la conclusione con un incontro aperto al pubblico dal titolo La danza spiegata ai ragazzi. Venerdì 20 aprile alle ore 18.30, presso gli ambienti dello spazio performativo a Perugia (via Pievaiola 166/h5) si terrà infatti un momento di confronto e di riflessione sul percorso compiuto dai giovani danzatori e, più ampiamente, un’occasione per ampliare il discorso sulla danza contemporanea, a cura del giornalista Ermanno Romanelli. Contemporanea, andando oltre il “semplice” dato spettacolare, è il risultato di un percorso formativo e culturale distribuito nel corso degli anni. Il 2018 rappresenta la quarta fase di un viaggio iniziato nel 2014 ma che affonda le sue radici nel profilo stesso dell’associazione stessa. Percorso di formazione alla danza, il progetto si propone di far incontrare allievi con una buona conoscenza di tecnica Classica e Contemporanea con coreografi professionisti realizzando coreografie con precise finalità artistiche, abituandoli a comunicare emozioni con il proprio corpo, a sperimentare i nuovi linguaggi giovanili come la videoarte, utilizzando le loro stesse improvvisazioni. È la ricerca di una danza che respira il tempo presente, ne assorbe gli umori, ne è contagiata nel ritmo veloce, nella voglia di condivisione e nell’atteggiamento curioso della mente, messo alla prova dalla multimedialità. Puccini nostro contemporaneo: debutta a Prato “I Love You TOSCA” di Kinkaleri Dopo Turandot e Madama Butterfly si conclude la trilogia che lo storico collettivo artistico ha dedicato alla riscrittura di alcune opere di Giacomo Puccini per il pubblico dell'infanzia. E non solo. «Come per le opere precedenti, riadattare questa Tosca rinnova la sfida di aprirla ad un pubblico infantile senza banalizzare la potenza del linguaggio operistico e del recitar cantando; non sottrarsi alla grandezza dell'impianto del Gran Teatro Italiano ma rinnovarlo nelle forme visive dei linguaggi contemporanei, per un pubblico di giovanissimi»: Massimo Conti, Marco Mazzoni e Gina Monaco del collettivo artistico Kinkaleri introducono I Love You TOSCA, spettacolo per bambini dai 7 anni d’età e per adulti al debutto assoluto al Teatro Fabbricone di Prato sabato 21 e domenica 22 aprile alle ore 17 (repliche per le scuole nei giorni 18, 19, 20, 23 e 24 aprile alle ore 10). L’ultimo, denso attraversamento del modo poetico pucciniano vede in scena lo stesso Marco Mazzoni insieme a Yanmei Yang: «Per questo nuovo allestimento restano intatte le condizioni di partenza delle altre opere, dove ad agire tutta l'azione del dramma sono due figure: la protagonista femminile, che porta con sé la potenza del recitar cantando che diventa attrazione e fascinazione indelebile nella esperienza infantile e un performer, che accoglie simultaneamente tutti gli altri personaggi nel vortice del molteplice "poter essere", in diretta connessione con la miracolosa forza della fantasia creatrice dell'infanzia». Aggiungono gli artisti: «Le trasformazioni dei personaggi a contrasto con la loro sanguigna e cruda realtà diventano un vero e proprio atto di magia. Un mantello cela e svela i personaggi, li trasforma e li rende presenti come solo il gioco serio di ogni bambino conosce. Lo spettacolo si sviluppa nel tentativo di non celare nessun avvenimento, per quanto scabroso possa essere, al fine di trasformarlo in esperienza del teatro, luogo in cui le emozioni si amplificano di pari passo con il livello di finzione». I Love You TOSCA è uno spettacolo per bambini e adulti: non una semplice riduzione del capolavoro di Giacomo Puccini ma una sua rigorosa riscrittura, che intende rinnovare un linguaggio consolidato, ma a volte percepito come inaccessibile, restituendogli le originarie capacità comunicative ed emozionali. Riscoprendole vive e potenti. Kinkaleri nasce nel 1995 come raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo. La natura dinamica del gruppo ha permesso di consolidare una ricerca creativa personale, riconosciuta sulla scena delle arti performative contemporanee in Italia e all’estero. Dal 2001 Kinkaleri risiede a Prato nello spazioK, luogo di lavoro della Compagnia e Centro di Residenza Regionale per la città di Prato che ospita il progetto is it my world?, serie di appuntamenti volti a sostenere la conoscenza e la sensibilità verso la sperimentazione e la ricerca dei linguaggi contemporanei. Il Teatro Fabbricone si trova in Via Ferdinando Targetti 10/12 a Prato. Info sullo spettacolo a Prato: http://www.metastasio.net/it/met-ragazzi/spettacolo.asp?evnId=606. Info sulla Compagnia: http://www.kinkaleri.it/. Kinkaleri, I Love You TOSCA. Adattamento, regia, coreografia, scene, costumi: Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco. Con: Yanmei Yang, Marco Mazzoni. Produzione: Kinkaleri. In collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana, FTS Fondazione Toscana Spettacolo. Con il sostegno di Regione Toscana, Mibact – Dipartimento dello Spettacolo. ACSI COMITATO PROVINCIALE DI FIRENZE presenta RASSEGNA MUSICALE RABBIA ROSA DEDICATA A ROSA BALISTERI Con il patrocinio dell'Istituto Ernesto De Martino Domenica 22 aprile dalle ore 18:30 Fabio Balzano con la partecipazione di Stefano Gragnani “Rabbia Rosa. Tributo a Rosa Balistreri” Dietro Le Quinte, Via Aretina 150/a Sieci, Pontassieve Al Dietro Le Quinte di Pontassieve (Fi) in scena il secondo appuntamento della Rassegna Rabbia Rosa. Protagonisti Fabio Balzano e Stefano Gragnani con l’omaggio a Rosa Balistreri Dopo il grande successo della presentazione in anteprima andata in scena l'8 marzo, in occasione della festa della donna, e che ha visto protagonista la cantautrice Alessia Arena con il concerto "A Piedi Nudi", la Rassegna Rabbia Rosa ritorna domenica 22 aprile alle ore 18:30 con il Tributo a Rosa Balisteridi Fabio Balzanocon la partecipazione di Stefano Gragnani, accompagnati da Pasquale Rimolo, Marcinho Pereira, Gabriele Savarese. L’idea di dare vita allo spettacolo “Rabbia Rosa” nasce dall’esigenza di proiettare nel mondo contemporaneo la tradizione musicale siciliana, attraverso la rilettura dei brani del repertorio di Rosa Balistreri, leggendaria cantastorie della Trinacria, riarrangiati attraverso un moderno côté sonoro che partendo dall’utilizzo di strumenti contemporanei, incrocia ed attraversa sonorità differenti dai Balcani ai suoni del Mediterraneo, dal rock alla roots music, il tutto senza perdere mai il legame con la matrice popolare. Le scelte sonore rimandano direttamente ai luoghi, ai fatti e alle azioni raccontate nei testi delle canzoni, imprimendo allo spettacolo nuances che uniscono antico e moderno, presente e passato. Il repertorio, cantato di dialetto licatese, prevede brani noti e meno noti del songbook della Balistreri, ai quali si uniscono alcune eccezioni riguardanti gli omaggi a Dodi Moscati, voce tra le più intense della tradizione musicale toscana, scoperta all’epoca proprio da Rosa, ed opportunamente scelti per ricreare un ideale ponte sonoro tra Toscana e Sicilia. Ad impreziosire il tutto l'intervento di Stefano Gragnani, già collaboratore di Rosa e Dodi Moscati negli anni Settanta, aprirà allo spettacolo Rabbia Rosa di Fabio Balzano, discendente di Rosa. Una serata tra tradizione e contemporaneo. La rassegna proseguirà domenica 6 maggio con Francesca Breschi ne "Il Canto Segreto degli Alberi". Voci di donne della nostra tradizione orale che, raccontando le proprie o altrui storie di dolore e amore, di devozione e morte, di lavoro, di gioie e di guerre, conservano la nostra storia e ce la tramandano come dono prezioso di cui fare tesoro per ricostruire la nostra identità dimenticata. Domenica 20 maggio, ci sarà il gran finale con l'atteso concerto di Marco Rovelli con “Bella una serpe con le spoglie d’oro” omaggio a Caterina Bueno. PROGRAMMA Domenica 22 aprile dalle ore 18:30 Fabio Balzano con la partecipazione di Stefano Gragnani “Rabbia Rosa. Tributo a Rosa Balistreri” Domenica 6 maggio dalle ore 18:30 Francesca Breschi “Il Canto Segreto degli Alberi" Domenica 20 maggio Marco Rovelli “Bella una serpe con le spoglie d’oro” Omaggio a Caterina Bueno Info e prenotazioni Tel +39 3884317882 Contributo serate 8 euro con consumazione Accesso riservato ai soli soci ACSI Tesseramento OBBLIGATORIO Quota associativa annua 5 euro ARRIVA SU MTV (in esclusiva su Sky canale 133) UN NUOVO DOCU-REALITY DEDICATO AGLI ADOLESCENTI E AI DUE MOTORI CHE MUOVONO IL LORO MONDO: L’AMORE E IL SESSO Dal 16 aprile ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 14.10 appuntamento su MTV (canale 133 di Sky) con “SE DICI SESSO” Arriva su MTV, il canale di intrattenimento di Viacom International Media Networks Italia, azienda guidata dall’A.D. Andrea Castellari, presente in esclusiva sul canale 133 di Sky, un nuovo docu-reality in cui i giovani si raccontano su due argomenti molto discussi, l’amore e il sesso. Dal 16 aprile, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 14.10 l’appuntamento su MTV (canale 133 di Sky) è con “SE DICI SESSO”. Protagonisti del programma sono una giovane adolescente e un gruppo ristretto di suoi amici che insieme mettono a nudo i loro i sentimenti più intimi in una chiaccherata senza filtri in cui anche il sesso non è un tabù, ma qualcosa di cui parlare per confrontarsi con la curiosità di chi ha di fronte un mondo tutto da scoprire. Dopo lo sguardo attento e delicato sul mondo delle adolescenti che affrontano la loro prima gravidanza con “16 Anni e Incinta Italia”, la cui quinta stagione è in arrivo a maggio su MTV, il brand torna ad esplorare il mondo dei giovani dal loro diretto punto di vista, senza filtri, mediazioni e interventi esterni, ma facendogli raccontare in prima persona il loro mondo di affetti e sentimenti. La camera di Lodovica, la “padrona di casa” del programma, diventa un microcosmo dove si può dire tutto. Lì tutto può succedere, lontano dagli occhi degli adulti. Un posto dove può entrare solo chi sceglie lei: i suoi compagni di scuola, le amiche del cuore, gli amici più grandi. Durante l’adolescenza, infatti, i ragazzi fanno i conti con i cambiamenti del proprio corpo e con una nuova consapevolezza di sé. E la loro personalità prende forma prendendo spesso le distanze dai genitori. È per questo che, quando le curiosità sono impellenti, i desideri diventano un chiodo fisso e arriva l’urgenza di confrontarsi con qualcuno, si sente il bisogno di parlarne con chi può capire e parlare la stessa lingua. È il momento in cui entrano in scena gli amici coetanei, confidenti ideali per raccontare le proprie esperienze e imparare attraverso lo scambio e la condivisione. I temi delle loro conversazioni sono i più disparati: da quelli più legati alle relazioni come l’amore, l’amicizia o il rapporto con i genitori, fino a quelli più esplicitamente riferiti al sesso, come il racconto della prima volta, la masturbazione o l’orgasmo, sempre trattati con il linguaggio che i giovani parlano tra loro e senza il filtro dello sguardo adulto. I protagonisti di “Se Dici Sesso” sono 6 amici appena maggiorenni che si riuniscono nella camera di Lodovica per chiacchierare, parlare, discutere di amore e di sesso. A loro si aggiungono poi altri ragazzi che partecipano saltuariamente alle conversazioni. Gli amici di Lodovica sono ragazzi eterogenei, ma davvero legati tra loro da una di quelle amicizie totalizzanti e intense che esistono solo nell’adolescenza. Non hanno segreti e, anzi, passano i pomeriggi a raccontarsi e confrontarsi. Ecco i protagonisti di “Se Dici Sesso”: Lodovica è la padrona di casa, una spigliata e frizzante diciottenne capace di porre domande e introdurre temi interessanti. Viene da una famiglia composta dai suoi genitori e due fratelli più grandi. Questo l’ha resa sicura di sé e capace di parlare senza troppe inibizioni di temi scottanti, così come di dinamiche sentimentali. Aperta e dal carattere deciso, gestisce in pieno il suo ruolo centrale e porta avanti le sue idee con tipico fervore adolescenziale. Maya è la migliore amica di Lodovica. Sono caratterialmente diverse, ma insieme si compensano e hanno bisogno l’una dell’altra per sostenersi e completarsi. Maya è una ragazza sensibile e in parte insicura, ma molto spigliata e disinvolta quando si sente protetta dal suo gruppo di amici. Vive con i nonni perché i genitori, separati, si sono rifatti una vita lontano da Roma. È single, ma alla ricerca del ragazzo giusto. Marta è una ragazza acqua e sapone, sorridente, ironica e positiva. Il suo carattere la rende un elemento catalizzante nel gruppo. Con il sesso ha un rapporto non del tutto risolto: Marta ha avuto diverse esperienze ma mai un rapporto completo e per lei questo è un universo ancora tutto da scoprire. Matteo è l’ex fidanzato di Marta, il simpatico del gruppo, che vuole stare sempre al centro dell’attenzione con le sue battute, forse per riconquistare lei. Dietro questo atteggiamento così estroverso si nasconde un ragazzo dolce e sensibile. Lorenzo è molto cool e incredibilmente carismatico. Catalizza l’attenzione sia dei ragazzi che delle ragazze per motivi diversi. Sa mettersi al centro dell’attenzione raccontandosi senza filtri. Molto innamorato di Aurora, sembra essere colui che tiene le redini della coppia. Gioele è un ragazzo che ha da poco scoperto la propria omosessualità. Ne parla con gli amici cercando in loro un punto di riferimento e un sostegno ed è cosciente di dovere molto a loro nella ricerca della propria identità. In occasione della messa in onda del programma, MTV si fa portatrice tra i giovani di un messaggio di consapevolezza in materia sessuale e di diffusione di informazioni su contraccezione, prevenzione di gravidanze indesiderate e sessualità consapevole, con particolare riferimento alla tematica riproduttiva e alla gravidanza in età giovanile. Per fare ciò MTV ha chiesto il supporto della AISPA (Associazione Italiana Sessuologia e Psicologia Applicata), associazione non profit operante su territorio nazionale con cui aveva già collaborato in occasione dello show sul sesso “Loveline” e in tutte le edizioni italiane di “16 Anni e Incinta”. Questo il sito ufficiale: http://www.aispa.it/ L’Associazione, basata a Milano e fondata nel 2001, ha lo scopo di stimolare la cultura sessuologica in un’ottica integrata comprensiva delle componenti mediche e psicologiche, così da poter rispondere alle esigenze conoscitive, preventive, educative e terapeutiche di ogni fascia di utenza. In questo modo, a chi ha bisogno di aiuto viene data l’opportunità di accedere ad una consulenza autorevole in modalità totalmente anonima. Il programma è prodotto da Kimera per MTV Italia. Durex sarà sponsor dell’intera serie. “Se dici Sesso” ti aspetta anche in edicola con una rubrica sulle pagine di Cioè Girl, da sempre punto di riferimento per le teenagers italiane. Per curiosità, notizie, approfondimenti e video news su sesso e relazioni è attiva la sezione www.mtv.it/sesso. Commenta le puntate con l’hashtag #SeDiciSesso. Segui MTV Italia online su mtv.it, Facebook, Twitter, Instagram e G+ Amo il suo modo di essere regista. Penso a un film che è semplicemente grandioso come: "Il Ministro" e penso sia molto difficile fare oggi in Italia, un tipo di cinema come quello di Giorgio Amato. Ancora una volta supera se stesso, con il suo ultimo film uscito nelle sale il 26 marzo: "OH MIO DIO!" credetemi da non perdere. Vi auguro buona lettura nel leggere l'intervista che ha rilasciato proprio Giorgio Amato a noi di Deliri Progressivi. Intervista a Giorgio Amato a cura di Roberto Bruno Ciao Giorgio, ben trovato tra le righe di Deliri Progressivi. Il 26 marzo, è uscito nei cinema italiani il tuo nuovo film dal titolo “Oh mio dio!”. Come ti è venuta la folle idea di fare un film sul ritorno di Gesù sulla terra in mezzo a noi? L’idea mi è venuta molti anni fa, durante il corso di sociologia delle religioni, quando mi sono imbattuto sul tema della Parusia, ossia della seconda venuta di Gesù. Pensavo fosse un dogma legato alle religioni evangeliche, che ancora aspettano il ritorno di Gesù. Invece ho scoperto che anche nei dogmi cattolici è previsto il ritorno di Cristo, che di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti… Insomma, quello che mi sembrava il verso di una preghiera in realtà conteneva già il soggetto del mio film. Ho avuto la fortuna di incontrarti assieme alla bravissima Giulia Gualano (nel cast principale del film), durante una serata incontro dove abbiamo visto il film in anteprima seguito da un dibattito. Come ha risposto il pubblico alla visione del film? Per fortuna Oh Mio Dio! sta raccogliendo il consenso sia del pubblico che della critica e le due cose non sono sempre scontate. Durante l’uscita al cinema ho avuto modo di accompagnare il film un po’ in tutta Italia e l’accoglienza è stata sempre straordinaria. Il film di per se è un qualcosa in eterno movimento, in quanto a tratti sembra un documentario, coi cameraman che seguono la figura di Gesù per le strade della città. Come mai hai scelto questo metodo? Moltissime scene del film sono state girate con la telecamera nascosta, perché il senso che intendevo raccogliere è quello di come la gente si comporterebbe di fronte a qualcuno che si presenta come Gesù. Non avevo altre possibilità di girare se non così. Gesù nel tuo film non viene accolto bene. All’inizio della visione mi sono fatto molte domande, fino all’ammettere che forse anche io stesso, non avrei dato fiducia. Questa società di oggi, che descrive benissimo il tuo film, ha secondo te un modo e un tempo per recuperare certivalori che ormai sembrano veramente persi? Assolutamente, altrimenti non avrei fatto il film. Credo che in ognuno di noi ci sia il dono del divino. E spero che il film possa portare a una riflessione capace di far accendere quella scintilla. Il tuo tipo di regia devo dire che mi piace molto, io poi sono un partigiano del cinema, in quanto preferisco di gran lunga i film di casa nostra alle mega produzioni americane. Come nasce in te la voglia di diventare un regista e soprattutto di fare un cinema così diretto e allo stesso tempo piuttosto riflessivo per lo spettatore? La voglia di fare il regista ce l’avevo fin da ragazzo, ma non è facile. Per fare un film devi trovare molti soldi ed essere consapevole che ti vai a confrontare con un’industria che stritola le produzioni indipendenti. Però io ho scelto di stare ai margini e riuscire a fare i miei film con spirito artigianale, senza badare troppo alle logiche del box office. Forse per questo riesco a fare ancora film capaci di essere diretti e di stimolare riflessioni. Come hai scelto il cast di “Oh mio dio”? E soprattutto quando hai proposto loro la sceneggiatura, come hanno reagito? Fare un film indipendente ci concede anche il privilegio di poter scegliere il cast lavorando solo con gli attori che giudichi giusti per determinati ruoli, senza avere pressioni “dall’alto”. E così ho fatto. Ho scelto gli attori, ho fatto i provini e poi ho fatto leggere la sceneggiatura. E tutti hanno sposato il progetto in maniera entusiastica. Dovessi catalogare il tuo film, personalmente non riuscirei a identificargli un genere. Tu come lo vedresti e perché? Ad essere sincero è la domanda che mi mette più in crisi, perché nemmeno io riesco a catalogarlo in maniera netta. È sia una commedia, che un dramma, un documentario e un finto documentario. Di sicuro è un film che parla su più livelli. Ti chiedessero di fare un discorso per poter convincere le persone ad andare al cinema a vedere il tuo film: che appello faresti? Oh Mio Dio! è un film che fa bene all’anima. E fa bene all’anima sia di chi crede in Dio che di chi non crede. Non è un film religioso, ma è un film che parla di valori morali. E oggi ne abbiamo davvero bisogno. Prima di salutarci vuoi mandare un saluto ai lettori di Deliri Progressivi? Certo. Un saluto a tutti i lettori, con la speranza che qualcuno diventi anche spettatore di Oh Mio Dio! E lo saranno sicuramente. Grazie Giorgio! Roberto Bruno Un balletto unico per la sua capacità di raccontare e ripercorrere un’arte antica e affascinante, tipica delle culture gitane sul palco del teatro Lyrick con il Ballet Flamenco Español Flamenco e danza spagnola con i più talentuosi solisti contemporanei del genere in scena al teatro Lyrick di Assisi il prossimo 19 aprile (ore 21.15) con il Ballet Flamenco Español - corpo di ballo formato dai solisti appartenenti alle migliori compagnie di flamenco al mondo - che, nell'ambito della stagione "Concentrato di emozioni", presenta Bolero de Ravel, Zapateado de Mozart e Flamenco Live. Diretti da Tito Osuna e accompagnati da musicisti dal vivo, i danzatori ci conducono attraverso tutti gli stili della danza spagnola. Non solo flamenco quindi. Un balletto unico per la sua capacità di raccontare e ripercorrere un’arte antica e affascinante, tipica delle culture gitane, che sul cammino dei popoli nomadi è giunta fino a noi. Il flamenco è danza, musica e canto. Tre espressioni artistiche che si fondono in un linguaggio autentico inserito dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Il corpo stesso diventa strumento musicale al battere delle mani e dei piedi sul tablao. Un crescendo ritmico accompagnato dalla voce della mujer, passionale e sfrontata, melanconica e armoniosa. Le emozioni e la poesia giungono al pubblico con la forza della gestualità resa ancor più maestosa e ritmica dall’elemento estetico, una continua e instancabile ricerca del colore sia nella tecnica delle luci che nei costumi di scena. Il corpo di ballo sarà accompagnato da alcuni dei più famosi musicisti della scena flamenca madrilena: ospiti d’eccezione il pianista Manolo Carrasco e il chitarrista Antonio Sanchez discendente della famiglia De Lucia insieme a Paco Soto seconda chitarra, Pedro Esparza flauto e sax e alle voci di Paz De Manuel e Desire Paredes. Ballet Flamenco Español direzione artistica, regia, e light designer Tito Osuna, aiuto direzione Daniel Arenciba, musiche Maurice Ravel, Wolfgang Amadeus Mozart e musica popolare (Solea), produzione Light Can Dance, distribuzione MG Distribuzioni. Solisti Classico Español: Nadia Pascual, Daniel Arencibia, Pedro Sanchez. Solisti Falmencos: Lisiane Sfair, Pablo Fraile, Benjamin Leiva. Solisti Misti: Marta Agüero, Alejandra Rodriguez. Musicisti: Paco Soto (chitarra), Pedro Esparza (flauto e sax). Cantanti: Paz De Manuel, Desire Paredes. Artisti invitati: Manolo Carrasco (piano), Antonio Sanchez (chitarra). Costumi di Marta Agüero. Nell'anno 2017, Tito Osuna fonda il Ballet Flamenco Español per mostrare al mondo la danza spagnola: classica spagnola e flamenco. Nasce così l'idea di creare un balletto che mostri tutti gli stili della danza ispanica rappresentati in scena da solisti appartenenti alle migliori ompagnie di flamenco del mondo. Ecco come viene creato lo spettacolo di Flamenco Live. Fin dal primo mese di nascita del balletto nasce l’interesse da parte dei produttori da diverse parti del mondo: Dubai, Francia, Turchia, Romania, Polonia, Russia, Stati Uniti, Italia, Cina, Giappone. Tito Osuna appartiene alla quarta generazione di una famiglia dedita al teatro e alle arti. Fin dalla tenera età, segue un percorso di preparazione e studio in diversi ambiti artistici studia: pianoforte con suo nonno Julio Osuna, professore e allievo preferito di Enrique Fernández Arbos, Arpa con suo padre José Osuna, balletto classico con Angela Santos. Sempre in tenera età, accompagna suo padre e l'insegnante José Osuna, Premio Nazionale del Teatro, in spettacoli di ogni genere, teatro, opera, zarzuela, concerti, balletti. Terminati gli studi di illuminazione, inizia il percorso lavorativo come Light Designer e Tecnico per diverse Compagnie, quali: Russian Ballet of Maya Plisetskaya, Balletto argentino di Julio Bocca, Balletto di Monaco, Balletto di Sofia, Balletto di Madrid del Granaio Master, Balletto Nacional de Cuba, Balletto di Fernando Bujones, Ballet de Boston, Compagnia di Luisillo, Compagnia di Miguel Angelo Berna, Compagnia di Maite Bajo, Compagnia di Sara Baras, Compagnia di Antonio Marquez, Compagnia di Flamenco Hoy di Carlos Saura, Compagnia di Juan Carlos, Santamaria, Paco de Lucia. Bailaores o bailaora come, Manolete, Güito, Juan Andres Maya, Maria Juncal, viaggiando attraverso tutti i continenti nelle location più importanti del mondo. Attualmente è Co-Direttore del Ballet Flamenco Español, Stage Director, Lighting Designer, e collaborando con diverse Compagnie quali Compagnia Flamenca de Farruquito, il Balletto di Jose Porcel, la Compagnia di Antonio Canales, la Compagnia Flamenca Cordanza, la Compagnia Flamenca de la Lupi, la Compagnia Flamenca de la Truco. Informazioni e prenotazioni: 075.8044359 – [email protected] - www.teatrolyrick.com “I DISCHI DEL SOLE” duecento anni di storia d’Italia attraverso la canzone popolare! È USCITA LA RISTAMPA DI 12 ALBUM ESTRATTI DAL CATALOGO DE “I DISCHI DEL DISCHI” già disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming da GIOVANNA MARINI a IVAN DELLA MEA, da CATERINA BUENO e GIOVANNA DAFFINI alla raccolta “Ci ragiono e canto” a regia di DARIO FO e tanto altro ancora… Dallo scorso 30 marzo è disponibile nei negozi tradizionali la ristampa di 12 album rappresentativi della storica collana di musica popolare de “I DISCHI DEL SOLE” (Ala Bianca Records / Warner Music Italia). L’iniziativa ripercorre le tappe più significative della storia d’Italia dall’Unità ai giorni nostri: da Giovanna Marini a Ivan Della Mea, da Caterina Bueno e Giovanna Daffini alla raccolta “Ci ragiono e canto” che vanta la regia di Dario Fo e tanto altro ancora… L’intero catalogo de “I dischi del sole” è anche disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming. “I dischi del sole”, prestigiosa etichetta nata a Milano che, a partire dagli anni ’60 e ’70, ha permesso al pubblico italiano di conoscere un vasto repertorio di musica popolare, pubblicando opere di una nuova generazione di autori ed interpreti di canti folk e d’autore, sociali e di protesta. Musiche e parole, spesso di autori sconosciuti, espressione dei momenti più significativi della nostra storia e della nostra cultura. Dagli anni ‘90 l’etichetta discografica Ala Bianca si impegna nel recupero di questo storico catalogo con la collaborazione dell’Istituto Ernesto De Martino, ente che raccoglie ricerche sul campo di carattere storico, sociale, antropologico ed etnografico. Obiettivo della ripubblicazione è quello di preservare la memoria storica. L’intera collana de “I dischi del sole”, infatti, rappresenta la più grossa operazione culturale e di documentazione storica nel settore musicale. Ala Bianca per rivolgersi a un mercato più ampio, non solo culturale, ha investito nel recupero di tali contenuti digitalizzandoli, rimasterizzandoli e ripubblicandoli, rendendoli disponibili al grande pubblico grazie anche alla tecnologia digitale. «Siamo convinti dell’importanza e della validità del nostro sforzo, partendo dalla considerazione che la storia non è fatta solo di trattati e guerre, di personaggi illustri ed eroi, ma anche di fatti minimi, di uomini umili, di gesti quotidiani – spiega Toni Verona, fondatore di Ala Bianca – “I dischi del sole” sono un’occasione per leggere in modo diverso la storia degli uomini, delle idee, delle lotte che hanno costruito il nostro paese. Vogliamo riproporli per offrirli a chi li conosce già e oggi guarda al passato con gli occhi del presente, ma soprattutto per far conoscere queste voci anche ai giovani che vivono il presente con lo sguardo rivolto al futuro e sono alla ricerca di un loro mondo e di una loro concezione dei tempi che cambiano. Ala Bianca ha messo in campo la propria sensibilità e competenza professionale per la tutela di un bene culturale, che non può limitarsi alla mera conservazione, ma deve essere diffuso e divulgato al fine di impedirne la consunzione e la perdita». Questi i 12 album ripubblicati: “Fiaba grande” di Ivan Della Mea; “Sudadio Giudabestia” di Ivan Della Mea; “I treni per Reggio Calabria” di Giovanna Marini; “La veglia” di Caterina Bueno; “Addio Lugano Bella” AAVV; “T’ammuriata dell’AlfaSud” del Gruppo Operaio ‘E Zezi; “Amore mio non piangere” di Giovanna Daffini; “Avanti Popolo alla riscossa” AAVV; “Camicia Rossa” AAVV; “Ci ragiono e canto” AAVV, regia di Dario Fo; “Italia, le Stagioni degli Anni ‘70” (doppio album) AAVV; “Quella sera a Milano era caldo” AAVV. ALA BIANCA è una compagnia di Edizioni e Produzioni musicali, fondata nel 1978. Negli anni ha costituito un vasto Catalogo Editoriale con autori prestigiosi (Dario Fo, Enzo Jannacci, Alan Sorrenti, Francesco Guccini, Marlene Kuntz, I Nomadi, Giovanna Marini, Ivan Della Mea, Vladimir Vysotskij) e altri meno noti delle attuali generazioni. Discograficamente vanta una produzione artistica ricca e variegata spaziando dalla canzone popolare, “I dischi del Sole”, alla canzone d’autore, “I dischi del Club Tenco”, con interpretazioni di Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Paolo Conte, Fabrizio De André, Pino Daniele, Chico Buarque De Hollanda, Gino Paoli, Roberto Benigni, Paolo Rossi e ecc. Ma anche alla produzione di altri artisti, come Enzo Jannacci, Giorgio Conte, Alan Sorrenti, Gianni Maroccolo e Claudio Rocchi, Deproducers, A Toys Orchestra, Silvia Nair, James Senese, Maurizio Solieri, Paolo Jannacci, Petrina, Skiantos, ecc. La distribuzione è affidata a Warner Music Italia. www.alabianca.it Un viaggio di ricerca antropologica Occhisulmondo a Parigi per indagare il dramma dello scontro sociale fra culture diverse "Il nero", questo il nome del progetto firmato Occhisulmondo, che andrà a chiudere il cerchio della trilogia su William Shakespeare. Dopo To feel (“Romeo e Giulietta”) e Un Principe (“Amleto”), la compagnia si cimenta ora in una nuova ricerca che ruota intorno all'Otello, con un riadattamento drammaturgico dall'opera curata da Massimiliano Burini, che ne è anche il regista, e Giuseppe Albert Montaldo, con la consulenza dell’antropologo Matteo Fiorucci. Il percorso è iniziato con una traduzione della tragedia shakespeariana "perché è importante - sottolinea il regista - poter dare sempre una propria lettura personale", per poi passare al riportare il testo a un altro livello, quello dell'adattamento. "Abbiamo fatto delle scelte di riduzioni testuali importanti, spostamenti di alcune scene, per creare un altro tipo di continuità, che a noi serviva per affrontare quello che volevamo raccontare". E la narrazione, seppur si distanzia dall'opera originale, ne rispetta personaggi, svolgimento dei fatti, cambiandone però la condizione, il tempo. Partendo infatti dal domandarsi quale sarebbe stata, se Shakespeare fosse nato ai nostri tempi, l'ambientazione che il bardo inglese avrebbe scelto per raccontare la storia del Moor of Venice, la piéce viene ricollocata ai nostri giorni, e Venezia diventa Europa, che al momento rappresenta il centro dell'economia occidentale che viene attaccata da una cultura "mora". Una cultura che va a scontrarsi violentemente con principi completamente diversi dai suoi. Una declinazione che viene spontanea alla compagnia, sempre attenta ai cambiamenti della società e con lo sguardo aperto costantemente sull'uomo contemporaneo. "In questa nostra fase – spiega Massimiliano Burini - era interessante trovare un'opera classica che in sé potesse parlare di tanti argomenti che in questo momento sono specchio della nostra società. Argomenti forti come la migrazione, la diversità, la violenza di genere e, soprattutto, la grande violenza culturale. Credo che in “Otello” tutti questi temi siano ben sintetizzati. Sarebbe infatti un errore declinarlo solo come dramma della gelosia, che è quello che salta all'occhio nei ricordi di tutti. In effetti, studiando l'opera approfonditamente, emerge più un dramma dell'eros. E l'eros è una pulsione che produce una serie di correlazioni ampissime che non sono legate solo al mero rapporto fisico, ma anche a una bramosia di potere e a un senso di possesso che possono, a loro volta, degenerare in ulteriori azioni, e reazioni". Inoltre, nell'opera Otello è lo straniero, anche Cassio lo è rispetto a Iago. Ancora, a un certo punto, tutti i personaggi si ritrovano stranieri in una terra di non appartenenza. "C'è qualcosa che differenzia ed eguaglia le persone. In più c'è un rapporto molto forte con una classe sociale, molto potente. Stiamo parlando dei Dogi, una classe militare potente. Oggi noi vediamo una classe dirigente, una "casta", che fa da padrona e che viene attaccata nel suo stile di vita e di cultura. A pagarne le spese è la società. Interessante per noi sono gli esseri umani, le persone che restano infatuate, o colpite, o alienate dalle false chimere. Quello che volevamo era indagare i principi stessi della differenza, la diversità della diseguaglianza sociale attraverso una storia che racconta come gli uomini perdono il controllo delle proprie passioni. E come nessuno sia al sicuro. Il nostro tentativo, dunque, è cercare di raccontare questa storia riportandola alla nostra Europa, nel momento in cui è attaccata da questa (diversa) cultura che ci colpisce in maniera diretta, in pieno cuore. Con una violenza esagerata”. Il viaggio di ricerca - La compagnia è in procinto di partire per Parigi dove passerà l'intero mese di maggio e usufruirà della residenza dell'Istituto Italiano di Cultura. Al termine dei trenta giorni OSM presenterà una restituzione pubblica all'interno dei Cantieri D'Europa, rassegna curata dal Théâtre de la Ville, in francese e in italiano (30 maggio 2018). Un momento importante da cui partirà il progetto di produzione vero e proprio. "Andremo a Parigi perché rappresenta un luogo dove sono accaduti dei fatti che hanno colpito al cuore l'Europa. Non mi sento italiano, ma europeo nella misura in cui percepisco che vengo giudicato, attaccato. Tra l'altro, nel caso della capitale francese, abbiamo un luogo dove c'è una popolazione multirazziale e multiculturale estremamente inserita da generazioni. Vedere che la violenza nasce lì ci fa ben intendere che l'intento è quello di colpire una delle "città aperte", più europee". Il viaggio di Occhisulmondo sarà "uno studio per completare il nostro testo e arricchirlo di quello che sono le risposte della società civile a tanta violenza. Di libri ne abbiamo letti tanti, ora vorremmo vivere il luogo in una chiave antropologica, monitorarlo, ascoltare le persone dopo gli accaduti. Parigi ha reagito con una forza enorme. Andando avanti". L'urgenza è "studiare le parole giuste che i nostri personaggi devono pronunciare. Deve trasudare la paura, la tensione, ma anche il riscatto, la dignità e il coraggio che c'è dentro una comunità che viene attaccata brutalmente. Il testo sarebbe rimasto superficiale o solo intellettuale da un punto di vista drammaturgico senza questo passaggio". Il Nero – drammaturgia di Massimiliano e Giuseppe Albert Montaldo, con Caterina Fiocchetti, Daniele Aureli, Matteo Svolacchia, Greta Oldoni, Amedeo Carlo Capitanelli, Andrey Maslonkin, maschere di Mariella Carbone, costumi di Alessia Araminelli, scene di Francesco Sky Marchetti. In questa prima fase Occhisulmondo è sostenuta da Fontemaggiore e Indisciplinarte. Fabrizio Tavernelli Presentazione del nuovo album Infanti INFO E PRENOTAZIONI Inizio concerto: ore 21.30. Ingresso 5 euro, 3 euro con tessera ANCeSCAO (possibilità di tesseramento in loco). Prenotazione tavoli al numero 0522440603. C.S. Catomes Tôt e Hortus srl Via Panciroli 12, 42121 Reggio Emilia www.catomestot.it *** IL LOCALE Indie, folk, cantautorato, blues, elettronica ma soprattutto originalità: il calendario della prossima stagione è già completo, con artisti provenienti da tutto il mondo. Il Catomes Tôt, gestito da un gruppo di volontari dai 20 ai 75 anni, è molto altro: rimani aggiornato sulla programmazione artistica e culturale seguendoci su Facebook e iscrivendoti alla newsletter suwww.catomestot.it. Vi aspettiamo tutti i giorni per colazioni, pranzi e aperitivi a cura di Hortus. Fabrizio Tavernelli, cantante, produttore, musicista e scrittore, presenta il suo nuovo album "Infanti" con una performance che si muove tra songwriting, musiche d'autore ricercate, elettricità, psichedelia, con una costante attenzione letteraria per il testo. Ad accompagnarlo dal vivo il Fabrizio Tavernelli Complesso. Attivo negli anni ’80 con En Manque D’Autre e dal ’93 al 1999 con gli Afa (Acid Folk Alleanza) con i quali incide diversi album tra crossover ed elettronica per Sugar di Caterina Caselli e Dischi del Mulo/CPI/Polygram . E’ ideatore nel 1995 dell’evento “Materiale Resistente”, rilettura moderna di canti della Resistenza. Dal 2000 presenta diversi progetti dal pop alla sperimentazione, dalla psichedelia all'elettronica, dalla italo-disco all'avanguardia: Groove Safari, Roots Connection, Duozero, Ajello, Babel, IRRS, Impresa Gottardo. Del 2011 è l'uscita del suo primo libro “Provincia Exotica” viaggio nella provincia italiana allucinata e distorta. Attualmente è impegnato in veste solista con una serie di devianti canzoni d’autore. Tre gli album incisi per l'etichetta personale Lo Scafandro: “Oggetti del Desiderio” , “Volare Basso" e il visionario "Fantacoscienza" un viaggio nello spazio interiore.
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Deliri progressivi
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