IL 19 MARZO AL CINEMA in diretta dalla Royal Opera House di Londra "LA BELLA ADDORMENTATA" sulle musiche di Čajkovskij Prossimamente sul grande schermo “IL RACCONTO D’INVERNO” e “MANON LESCAUT” www.rohalcinema.it Il 19 marzo, in diretta dalla Royal Opera House di Londra, arriva al cinema “LA BELLA ADDORMENTATA” con le coreografie di Marius Petipa e le musiche di Čajkovskij. “La Bella Addormentata” è un balletto conosciuto per essere una grande prova per ogni ballerino. In questa occasione sono l’americana Sarah Lamb e l’australiano Steven Mcrae a raccogliere la sfida interpretando la Principessa Aurora e il Principe Désiré e accompagnandoci nel magico mondo di fate, incantesimi e vero amore. Il successo di questo balletto è testimoniato dalla presenza delle musiche nella colonna sonora della celebre versione del film targato Disney del 1959. Nonostante resti fedele all’atmosfera originale, celebrando la storia e la tradizione del Royal Ballet, questo balletto si arricchisce delle coreografie addizionali di Anthony Dowell, Christopher Wheeldon e Frederick Ashton, che gli donano un tocco di modernità. La stagione della Royal Opera House al cinema è un’occasione eccezionale di vivere l’esperienza di uno dei più importanti teatri del mondo, a pochi passi da casa e ad un prezzo accessibile per tutti gli appassionati e i curiosi. Questi i prossimi appuntamenti con l’opera e il balletto al cinema: il 28 aprile “IL RACCONTO D’INVERNO”; il 24 giugno “MANON LESCAUT”. Per tutte le informazioni, la lista dei cinema aderenti e per acquistare i biglietti, consultare il sito www.rohalcinema.it. Nel 2008, QMI è stata la prima agenzia a decidere di sfruttare l’evoluzione tecnologica per portare la musica nelle sale cinematografiche con concerti live, materiali inediti e docufilm. Il primo è stato il live di Elton John, cui sono seguiti quelli degli Oasis, Mika, Amy Whinehouse e Vasco Rossi con “Vasco Live Kom 011 al Cinema”, lo show case di Alessandra Amoroso, il documentario “Cervelli In Fuga – Europa live 2011” dei Litfiba, accanto ai docufilm “When You’re Strange” sui Doors e “I love One Direction”, sulla band più amata dalle teenager. Dopo il grande successo di queste iniziative, QMI ha deciso di portare sul grande schermo anche l’opera lirica e il balletto; infatti, fino a giugno 2014, l’agenzia ha il progetto ambizioso di distribuire in tutta Italia gli appuntamenti il cartellone della Royal Opera House di Londra. Inoltre QMI riporta sul grande schermo i capolavori cinematografici del passato da riscoprire in versione restaurata, come “C’era una volta in America” di Sergio Leone, “Fear and Desire” di Stanley Kubrick, “La donna che visse due volte (Vertigo)” di Alfred Hitchcock e ancora “Animal House”, il primo “college movie” della storia. Per il 2014 sono state selezionate diverse pellicole che andranno a costituire cicli dedicati all’horror, al western e al poliziesco. Oltre alla distribuzione, l’agenzia è leader nell’entertainment marketing, è specializzata nell’usare l’intrattenimento per aggiungere valore alle politiche commerciali e di comunicazione dei propri clienti. Ogni anno infatti cura strategie di comunicazione e marketing su misura per più di 150 aziende clienti: crea progetti di enterteinment comunication , product placement e ideazione di eventi legati al mondo dell’intrattenimento. www.qmi.it - www.rohalcinema.it Ufficio stampa: Parole & Dintorni (Ilaria Boccardi e Tatiana Corvaglia )
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Teatro delle Arti Comune di Lastra a Signa Teatro Popolare d'Arte presentano IL POSTO DELLE ARTI Seconda rassegna di arti contemporanee Da mercoledì 24 a domenica 28 aprile 2013 9 spettacoli tra musica, teatro e danza Da mercoledì 24 aprile il Teatro delle Arti di Lastra a Signa propone la seconda edizione di un’iniziativa dedicata alla scena nazionale contemporanea: IL POSTO DELLE ARTI, Rassegna di Teatro Contemporaneo; cinque intense giornate in cui si alterneranno, nelle due sale, ben 9 spettacoli di assoluta qualità e innovazione, tra musica, teatro e danza. IL POSTO DELLE ARTI vuole rappresentare uno spazio di libertà per gli artisti invitati e per gli spettatori coinvolti. Un luogo di confronto di varie drammaturgie contemporanee. Per cinque giorni si alterneranno nelle due sale del TEATRO DELLE ARTI - la Sala Dino Campana e la Sala E.G.Craig - due spettacoli ogni sera con compagnie provenienti da tutta Italia che presenteranno testi particolari, percorsi registici e attorali di grande qualità, suggestione e originalità. Quest’anno ospiteremo alcune realtà in crescita a livello nazionale: Teatri della Resistenza, Capotrave teatro, accanto a compagnie emergenti che stanno dimostrando qualità e impegno. Si parte mercoledì 24 aprile alle 21.30 nella sala “Dino Campana”, con “Metaxy” - Verdiana Raw in concerto, con interventi della danzatrice Luciana Stefani, del chitarrista Antonio Bacchi e del percussionista Fabio Chiari. Giovedì 25 aprile alle 21, “Maskarad”, dal dramma in versi composto nel 1835 da M. Lermontov: una produzione di Cantiere Obraz - Laboratorio Permanente di Biomeccanica, diretto da Nikolaj Karpov, in collaborazione con Compagnia Catalyst, Fondazione Cavanis e Teatro della Limonaia. Venerdì 26 aprile alle 21, nella sala “Gordon Craig”, la compagnia “Con-fusione” presenta “Holidays”, per la drammaturgia e regia di Giacomo Fanfani, a partire dalle riflessioni dello scrittore spagnolo José Luis Sampedro. Alle 22, nella sala “Dino Campana”, la compagnia CapoTrave propone “Nel bosco”, ideazione e drammaturgia di Lucia Franchi e Luca Ricci. E ancora sabato 27 aprile, “Mario”, di Emanuela Agostini, con la regia di Roberto Caccavo. Mentre i Teatri della Resistenza presentano “Copenaghen” di Michael Frayn, per la regia Paolo Giommarelli: “l'etica di uno scienziato e i suoi conflittuali rapporti con il potere e con la sua guerra” nella Copenaghen del 1941; pubblicato dal drammaturgo inglese Michael Frayn nel 1998, “Copenaghen” è divenuto in poco tempo uno dei testi fondamentali della scienza a teatro, assieme a “I fisici” di Friedrich Dürrenmatt e a “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht. Domenica 28 aprile, il Teatro Popolare d'Arte propone “L’amore con Erode”, di Costanza Caglia, di e con Gianna Deidda. Dopo lo spettacolo, verrà proiettato il cortometraggio “Fotografie d’amore con Erode”, a cura di Luca Ferro. Nella sala “Dino Campana”, Roberta Bongini, Gaia Scuderi, Ivana Caffaratti e Serenna Cuccaro presentano la loro opera “Trasparenze tra sogno e memoria”. Il Teatro delle Arti, accanto alla stagione ufficiale, da sempre offre un’ampia proposta cinematografica, un’intensa attività di formazione rivolta alle scuole come ai cittadini piccoli e grandi, una stagione teatrale per bambini in domenicale, uno spazio dedicato alla mostra di opere contemporanee a cura di giovani artisti. Al suo terzo anno di attività il Teatro delle Arti assume sempre più l’identità di un vero Cantiere delle Arti sceniche. PROGRAMMA IL POSTO DELLE ARTI Seconda rassegna di arti contemporanee 24 – 28 aprile 2013 Mercoledì 24 aprile ore 21,30 Sala Dino Campana METAXY Verdiana Raw in concerto. Con interventi di danza contemporanea a cura di Luciana Stefani Giovedì 25 aprile ore 21,00 Sala Dino Campana MASKARAD di M. Ju. Lermontov Una produzione Cantiere Obraz _ Laboratorio Permanente di Biomeccanica diretto da N. Karpov. in collaborazione con Compagnia Catalyst, Fondazione Cavanis e Teatro della Limonaia. Direzione del progetto Nikolaj Karpov Regia Maria Shmaevich Con Gaia Bigiotti, Alessandro J. Bianchi, Alessandra Comanducci, Massimiliano Cutrera, Elisa Giovannetti, Talitha Medici, Pierluca Rotolo, Luca Ventura. Costumi Millaray Saint Martin progetto luci Amedeo Borrelli foto Corrado Frullani Venerdì 26 aprile ore 21,00 Sala Craig Compagnia Con-fusione HOLIDAYS drammaturgia e regia Giacomo Fanfani con Marilena Manfredi, Rafael Porras Montero e Flavia Pezzo allestimento e luci Silvia Avigo suono Folson Prison Recording Studio organizzazione Laura del Conte ore 22,00 Sala Dino Campana CapoTrave NEL BOSCO ideazione e drammaturgia Lucia Franchi e Luca Ricci collaborazione alla scrittura scenica e azione Roberto Gudese e Alessia Pellegrino scena Katia Titolo luci Gianni Staropoli ambiente sonoro Fabrizio Spera voce fuori campo Roberto Herlitzka effetti video Andrea Giansanti effetti sonori Antonello Lanteri tecnico Nicola Mancini organizzazione Laura Caruso regia Luca Ricci sabato 27 aprile ore 21,00 Sala Craig MARIO di Emanuela Agostini regia Roberto Caccavo con Riccardo Sati, Sofia Bigazzi, Alessandro Piantini, Giusi Merli, Roberto Caccavo musiche originali Stefano Rossi scenografia Fresnel Multimedia luci Lorenzo Cardelli video Igor Biddau produzione Fresnel Multimedia ore 22,00 Sala Dino Campana Teatri della resistenza COPENAGHEN Drammaturgia Michael Frayn Con Dario Focardi, Cristina Gardumi, Paolo Giommarelli regia Paolo Giommarelli Domenica 28 aprile ore 17,30 Sala Craig L’AMORE CON ERODE di Costanza Caglià con Gianna Deidda Produzione Teatro Popolare d’arte 18.30 proiezione cortometraggio FOTOGRAFIE D’AMORE CON ERODE di Luca Ferro ore 19.00 Sala Dino Campana TRASPARENZE TRA SOGNO E MEMORIA Drammaturgia Roberta Bongini Coreografia e realizzazione di e con Roberta Bongini, Gaia Scuderi, Ivana Caffaratti, Serena Cuccaro. luci Mario Socci BIGLIETTI 1 spettacolo 8 euro 2 spettacoli 10 euro Ogni sera è previsto alle ore 20 la cena in teatro al costo di 6 euro Informazioni e prenotazioni Teatro delle Arti Lastra a Signa, via Matteotti 8 tel 055 8720058 - [email protected] www.tparte.it Ufficio stampa: Marco Mannucci, [email protected] - cell 3477985172 ------------------------- . ------------------------- SCHEDE SPETTACOLI METAXY VERDIANA RAW Verdiana Raw è un progetto musicale fiorentino che si caratterizza per le atmosfere rarefatte e intimiste, a tratti anche crude. Uno stile musicale a cavallo tra vari generi, tra il cantautoriale e l'etereo, il gotico e il neoclassico, con accenti neo-folk e sperimentali. Al centro la voce di Verdiana, paragonata dalla critica a grandi voci femminili come Kate Bush, Yma sumac, Lisa Gerrard, Diamanda Galas; attorno ad essa la trama musicale, intessuta dal piano della stessa Verdiana assieme alle chitarre oniriche di Antonio Bacchi e alle percussioni di Fabio Chiari. “Metaxý” è l'album di esordio dei Verdiana Raw, uscito in estate per l'etichetta Ark Records. Lo spettacolo dal vivo non si ferma ai brani dell'album ma presenta anche inediti. In alcuni momenti del concerto le musiche si fondono con la performance carica di suggestioni rituali simboliche, in stile "Teatr Nō", della ballerina Luciana Stefani, che accompagna i Verdiana Raw sul palco. Sito internet ufficiale: www.verdianaraw.org MASKARAD Cantiere Obraz_Laboratorio Permanente nasce dalla volontà di Nikolaj Karpov e Maria Shmaevich di creare, in Italia, un gruppo di attori che portasse sul palcoscenico spettacoli recitati secondo il loro metodo; il metodo Karpov incrocia la biomeccanica teatrale di Mejerchol’d, con la tecnica delle azioni fisiche miscelando gli insegnamenti dei grandi maestri della pedagogia russa novecentesca (Stanislavskij, Mejerchol’d e Michail Cechov.) Dal 2007, gruppo è attivo, in Italia, nella produzione di spettacoli e nella formazione teatrale: i suoi componenti, infatti, unici riconosciuti, promuovono il metodo Karpov insegnando movimento scenico e recitazione in diverse scuole e accademie teatrali italiane. Dopo i Capricci dell’Amore (2007) e Il Ponte (2010), Maskarad è la nuova produzione di questo ambizioso progetto teatrale italo-russo. Lo spettacolo, diretto da Maria Shmaevich, porta in scena l'opera di Lermontov nella stesura originale che non fu mai allestita per l'intervento della censura, contraria a un finale crudele e senza speranza che vedeva impunita la morte dell’innocente e giovane Nina. Del 1917 fu la storica messa in scena di Mejerchol'd, affascinato dalla trama e dall’atmosfera misteriosa che percorre la vicenda. Oggi, Cantiere Obraz, in linea con una ricerca di riscoperta e soprattutto di reinterpretazione della disciplina biomeccanica, ripropone il grande dramma russo in quella prima versione censurata, applicando all’allestimento il metodo delle azioni fisiche nell’elaborazione di Karpov. La figura di un “Ignoto Destino” che attraversa tutta l’opera e muove i personaggi come burattini. I personaggi agiscono in uno spazio mutevole che è anch’esso, come gli attori, in continuo movimento, un movimento non solo attraverso lo spazio, ma che si articola procedendo e indietreggiando sulla linea del tempo e su quella dell’emozione, tramite l’alternarsi di momenti interiori allo svolgimento della vicenda. HOLIDAYS Continuiamo a sostenere le stesse atrocità, le stesse crudeltà, la stessa ferocia. Come è possibile? Come non abbiamo imparato a vivere, a vivere in pace, per vivere con la natura, per vivere con tranquillità? […] Stiamo facendo un uso umano degli esseri umani? Stiamo facendo uso umano di noi stessi? Sappiamo vivere umanamente? Le domande dello scrittore spagnolo José Luis Sampedro ci fanno capire che, in questo momento, a teatro non basta più parlare solo agli uomini, ma dobbiamo parlare soprattutto degli uomini, affinché dalla folla deserta qualcuno, specchiandosi, si alzi. Sinossi - Delfino e Banana sono marito e moglie. Delfino e Banana sono in vacanza su una spiaggia meravigliosa. Delfino e Banana sono profondamente introdotti in una piacevole relazione a tratti fredda a tratti intensa: si può, a ragione, parlare di vero amore. Delfino e Banana sono due coniugi in regola, normodotati intellettualmente e sessualmente, non sono ricchi e nemmeno poveri, appartengono ad una medio‐bassa borghesia cittadina di provincia di oggi. Hanno una casa che stanno pagando senza troppe complicazioni, hanno un’auto ciascuno e un motorino in due. Delfino ha anche una bicicletta. Entrambi hanno un lavoro che consente loro di essere autonomi e di non dipendere dalle loro famiglie di origine; non praticano nessuna religione anche se non sono veramente atei, sono agnostici o, meglio, non hanno affrontato profondamente la questione religiosa. Delfino e Banana conducono una vita in tutto condivisa e accettata dai più e da loro stessi, che si sentono comodi in questa dimensione. L’argomento figli lo tratteremo più avanti, forse. Delfino e Banana sono al mare in vacanza per rilassarsi ed espellere le tossine accumulate durante il loro inverno. Un evento meteorologico costringe ad un cambio improvviso della situazione. Sotto la furia del temporale estivo Delfino e Banana si rifugiano all’interno di una struttura alle loro spalle. Qui entra in scena il terzo personaggio, Ola. L’innesco di nuove relazioni sociali scatena la frantumazione di ogni equilibrio fin qui coltivato. NEL BOSCO Lui scappa nel bosco inseguito da una minaccia concreta e mortale, lei vi entra in cerca di una propria indipendenza. Per entrambi il bosco è un invorticarsi nell’oscuro, è andare dietro il paesaggio, sotto il paesaggio, è nascondersi. Per guardare la vita all’altezza dei fili d’erba. Nella fiaba classica, entrare nella dimensione selvatica e misteriosa del bosco è fare un’esperienza della morte, per poi tornare alla vita. È l’attraversamento di una soglia, di solito segna un rito di passaggio. I protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, giovanissimi. Nel bosco si incontrano, si avvicinano l’uno all’altro, oltrepassano la linea d’ombra che separa l’adolescenza dall’età adulta. Le parole che hanno ispirato questo spettacolo sono tratte da “Il Galateo in bosco” (1978), poema di Andrea Zanzotto, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Di quest’opera Eugenio Montale scrisse: “È tanta la sfiducia di Zanzotto nella parola che la sua poesia si risolve in un tuffo in quella pre-espressione che precede il discorso articolato. È un poema percussivo, questo, ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore”. CapoTrave è una compagnia residente a Sansepolcro (Ar), che opera tra la Toscana e Roma. A Sansepolcro, CapoTrave ha ideato e organizza Kilowatt, l’energia della scena contemporanea (Premio Ubu 2010), un importante festival nazionale dedicato alle giovani realtà della scena contemporanea . I più recenti spettacoli della compagnia sono: Robinsonade (2008), il site specific Messaggi in bottiglia (2009) e Virus (2010). MARIO Eccolo qui, Mario. Un “bamboccione”, uno “sfigato”. O forse no. Uno qualunque, uno tra tanti. Giovane, ma ancora per poco. Ha già varcato le soglie della maturità, non l’ha raggiunta. Non è nemmeno una questione di età. Chiuso nel suo appartamento, mentre fuori infuria la tempesta, è assalito da un’alluvione di pensieri, di ricordi. Sogni mai tramutati in progetti divengono incubi. E il passato, con le sue ferite irrisolte, toglie spazio al futuro. Dormire, sognare, fuggire forse. Via dal presente, via dalla vita. Oppure parlare. Dirselo. Che fa male. Che siamo fatti male. E nel comunicarsi assolvere nell’altro la propria fragilità. E nel comunicarsi imparare a digerire il baco e decidersi a mordere la mela. COPENAGHEN Copenaghen, 1941. La città, come tutto il paese, è sotto l' occupazione nazista. Heisenberg, il padre del principio di indeterminazione della fisica quantistica, affronta un lungo e pericoloso viaggio per far visita, dopo molti anni, all' antico maestro Niels Bohr. Heisenberg è a capo di uno dei due programmi atomici tedeschi, quello civile; quello militare, invece, è nelle mani di Kurt Diebner. Per questo appoggio al regime nazista, Bohr aveva deciso di chiudere l' amicizia con il suo miglior allievo di sempre. Per metà di origini ebraiche, responsabile del salvataggio di molti ebrei tedeschi fatti arrivare a Copenaghen prima dell' occupazione, scelse la via del progetto Manhattan, di aiutare gli Alleati a sviluppare la bomba atomica. Ma è possibile seppellire rapporti così densi di genialità, scoperte, passioni, rivoluzioni, strumentalizzazioni, risvolti storici, sociali e politici? Unica testimone di questo incontro è Margrethe Bohr, compagna di Niels; nella sua domanda, all’ inizio del primo atto, c’è il nodo centrale del dramma: “Perché è venuto a Copenaghen?” Voleva coinvolgere Bohr nelle ricerche sulla costruzione della bomba atomica nazista? Cercava consigli su come sottrarsi ad una tale responsabilità? Cercava informazioni sull' esistenza e sullo stato di un qualche progetto nucleare alleato? Voleva mettere al corrente Bohr del suo misterioso e vociferato tentativo di sabotare il programma nazista? Si affronteranno i turbamenti del turbolento rapporto, scontrandosi con un importante mistero che ancora oggi divide gli storici della scienza; la figura ed il peso delle scelte di Werner Heisenberg. L' etica di uno scienziato ed i suoi conflittuali rapporti con il potere e con la sua guerra. Il ruolo dello scienziato all' interno della società civile, cosa fare e cosa scegliere di fronte al caos, alla guerra, alle paure, all' atomica. Copenaghen, pubblicato dal grande drammaturgo inglese Michael Frayn nel 1998, è divenuto in poco tempo uno dei testi fondamentali della scienza a teatro, assieme a I fisici di Friedrich Dürrenmatt ed a Vita di Galileo di Bertolt Brecht, testo a cui la critica teatrale ha subito accostato l' opera di Frayn. L’AMORE CON ERODE Costanza Caglià nasce a Trieste il 22 novembre 1924. Si diploma al liceo classico e mentre frequenta l’università è ricoverata in manicomio, prima a Trieste, poi ad Ancona, infine a Firenze, nell’ospedale psichiatrico di San Salvi. A San Salvi, nel 1971, incontra Torello Vannucci, anche lui ricoverato, e nasce fra loro una storia d’amore che durerà fino alla morte di Torello, nel 1988. Dopo il 1978, con l’entrata in vigore della legge Basaglia, Costanza è dimessa da San Salvi e accolta nel “Pensionato per pazienti anziani” di via del Porcellana 30 (uno stabile che tuttora ospita una casa-famiglia e altre strutture d’accoglienza), mentre Torello rimane a San Salvi. Nella notte di capodanno del 1981, una “splendida notte di capodanno piena di luna”, comincia a scrivere un diario sotto forma di lettera d’amore a Torello, da lei chiamato Erode (come Erode il Grande) con lo scopo dichiarato di rivitalizzare attraverso la parola e la scrittura il loro rapporto, un po’ inaridito dalla consuetudine. Il diario, nel 1982, vince il primo premio di un concorso interno all’ospedale di San Salvi per il miglior “Canto d’amore” ed è pubblicato nel 1983 dalla Libreria delle Donne di Firenze, e poi dal CRT nel 2001, anche in seguito alla sua prima messa in scena in teatro da parte dell’attrice Silvia Guidi (1995). Oltre che un fervido discorso d’amore, il diario è il resoconto puntuale della vita di Costanza e Torello e dei loro incontri giorno per giorno, scanditi dalle stagioni e dai piccoli grandi avvenimenti dell’anno: le feste comandate, i compleanni passati a San Salvi o al Pensionato (che Costanza chiama “l’Albergo”) con brindisi e regalini, ma anche le gite a Trespiano, a Montecatini, a Bologna, e le sedute ai caffè cittadini che sono la grande passione di Costanza. È soprattutto il racconto, attraverso lo scorcio di un anno, di una possibilità di vita piena d’amore e di felicità affermata con passione ed entusiasmo, alla faccia dell’istituzione manicomiale, della malattia mentale, della povertà; una vita trasfigurata dalla parola amorosa di Costanza e dal suo sguardo insieme innocente e profondamente consapevole. Ed è quindi un’implicita conferma di ciò che Basaglia sosteneva: «Quello che si deve arrivare a capire è che il valore dell’uomo, sano o malato, normale o anormale, va oltre il valore della salute e della malattia, della normalità e dell’anormalità; che la malattia e l’anormalità, come ogni altra contraddizione umana, possono essere usate come strumento di appropriazione o di alienazione di sé, quindi come strumento di liberazione o di dominio; che ciò che determina il significato e l’evoluzione di ogni azione è il valore che si riconosce all’uomo e l’uso che si vuol farne, da cui si deduce l’uso che si farà della sua salute e della sua malattia, della sua normalità e della sua anormalità; che in base al diverso valore e uso dell’uomo, salute e malattia, normalità e anormalità, acquistano o un valore assoluto (l’una positivo, l’altra negativo) come espressione dell’inclusione del sano e dell’esclusione del malato dalla norma; o un valore relativo in quanto avvenimenti, contraddizioni della vita che si svolge sempre fra salute e malattia, fra norma e abnorme. Se il valore è l’uomo, la salute e la normalità non possono rappresentare la norma dato che la condizione dell’uomo è di essere sano e insieme malato, normale e insieme anormale.» Costanza Caglià è morta l’8 marzo del 1999 ed è sepolta insieme a Bonzino, il “bel pupetto bianco di zucchero” da lei comprato in dolceria nel 1981 per 1200 lire, figlio dell’amore con Erode. TRASPARENZE TRA SOGNO E MEMORIA Il lavoro nasce da immagini della memoria individuale e collettiva tratte dal materiale di improvvisazione dei quattro performer partecipanti e basato su tematiche e situazioni proposte durante la lavorazione dello spettacolo. L'intelaiatura che si è sviluppata nel processo creativo ha preso via via una connotazione tale da poter costruire una sorta di struttura drammaturgica. É stato necessario, inoltre, (seguendo l'ottica del teatro danza) affinare la qualità del movimento e della gestualità per creare vere e proprie azioni come elemento fondamentale della drammaturgia dello spettacolo. Le tematiche che sono state affrontate, come la separazione, la passione, il sogno, si intrecciano per creare situazioni umane che danno vita ad una danza, i cui gesti, si fanno metafora della memoria delineando la trama e l’ordito di un passato che si diluisce nel presente con tutta l’emozione del vissuto. |
Deliri progressivi
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