di non aver amato abbastanza
Alda Merini,
ma ora sì
Intervista a cura di Silvia Calzolari
CASA MUSEO ALDA MERINI
associazione "La casa delle artiste" - Via Magolfa, 32 - Milano
Al primo piano della "Casa Museo Alda Merini", il 30 ottobre 2014 alle ore 16, si è svolto l'incontro con il musicista e cantautore Giovanni Nuti e la poliedrica Monica Guerritore in scena al Teatro Menotti con
"…MENTRE RUBAVO LA VITA…!"
1) "Come è nata la vostra collaborazione?
GIOVANNI NUTI: "Questa collaborazione è nata perché stavo cercando, per le canzoni che ho scritto con Alda Merini, un'artista che avesse questa energia, questa carica che trasferisse le emozioni di Alda Merini. Un'amica mi ha indicato Monica Guerritore e sono andato a vedere il suo musical (End of the Rainbow che rende omaggio a Judy Garland) e sono stato folgorato, sentendola cantare, dal suo timbro vocale dai mille colori. Le ho fatto ascoltare delle canzoni, Monica se ne è innamorata e da qui è nato tutto".
"Un'Interprete Monica, che usa la voce anche con il canto, è nata cantante secondo me".
2) Come si struttura lo spettacolo?
MONICA GUERRITORE: "Lo spettacolo mette insieme la potenza della suggestione in tutte le sue forme.
Quindi molti effetti di luci, un grande parco luci, video non didascalici, ma che raccontano artisticamente tutti i temi che portiamo con le canzoni. Tutto concorre, insieme alle luci, alla musica, ai testi, ai musicisti in scena e alla forza che si sprigiona insieme al pubblico, a far diventare questa ora e venti un'esperienza. Da questa esperienza, che non ha interruzioni, esci fuori come da un frullatore e questo frullatore è Alda Merini. Alllora forse dici ho compreso qualcosa, ho capito forse qualcosa di questa bomba atomica di emozioni e di sentimenti. Questa è Alda Merini".
Durante la presentazione-conferenza stampa siamo stati deliziati da racconti, riflessioni e aneddoti che Giovanni Nuti (16 anni di collaborazione e affetto vissuto con Alda Merini) e Monica Guerritore ci hanno donato con intensità e ironia, nell'evidente desiderio di comunicarci l'autentico essere che era (ed è) Alda Merini.
MONICA GUERRITORE: "Alda Merini non è una donna dell'ottocento. E' una donna molto forte. Su questa immagine ho ascoltato delle canzoni che Giovanni ha musicato: corpo ludibrio grigio / con le tue scarlatte voglie / fino a quando mi imprigionerai? (Corpo ludibrio grigio - poesia di Alda Merini) e lì parte il pezzo Anima. Lei è dentro anima e fuori ha questo corpo che la ingabbia, ma che è un corpo che lei ama, con le tue scarlatte voglie, le voglie rosse: rosso come il rossetto, come lo smalto delle unghie. Questo dà subito un connotato preciso. Interpretando con Giovanni la parte femminile ho pensato a vari abiti, che sono stati fondamentali, hanno tolto dallo spettacolo il concetto della rappresentazione solo di parole, hanno dato situazione. Un abito di paillettes color salmone con la schiena nuda, sembra paradossale, ma è Merini. Le collane, che portava anche mia madre, e che si rifanno alla polvere dorata sulle ali delle farfalle, sono Merini, vanno messe. Ad un primo esame si direbbe fai poesie della Merini e metti le collane? Sì perché è lei che deve tornare in scena con i suoi enormi segnali. E' lei che può abbagliarci. Questo anche per quanto riguarda la pelliccia o piuttosto lo smoking con il cilindro dorato. Ho amato questo cilindro da subito ed è stata la mia idea. Quando siamo arrivati a Napoli per il primo concerto in questa meravigliosa avventura, ci siamo impossessati dei nostri camerini. Nella desolazione di un camerino vuoto troneggiava nel buio, su un tavolino, un cappello a cilindro di paillettes d'oro, che vedete anche nello spettacolo, e che è diventato il cilindro dell'ape furibonda".
GIOVANNI NUTI: "L'ha mandato Alda. Il segno di Alda".
MONICA GUERRITORE: "Quel cilindro è il cappello dell'ape furibonda. Quindi Giovanni nello spettacolo rimane sempre bello con il suo smoking luminoso e io cambio cinque o sei abiti dai più sensuali ai più divertenti."
"Attraverso Alda raccontiamo aspetti del femminile a cui lei ha dato parole, voce e colore".
GIOVANNI NUTI: "Soprattutto colore. Alda era di segnali forti, oggetti, abiti, quante volte mi stimolava, mettiti questo cappello. Un giorno mi regalò un anello una farfalla enorme, dove vado le chiesi? Bisogna ostentare bisogna colpire, bisogna attirare l'attenzione, affermava Alda".
MONICA GUERRITORE: "Il continuo cambiare di abiti è stato naturale. Un essere così multiforme non si riesce a vedere solo in un'immagine, ha bisogno continuamente di avere possibilità di cambiare, come se debordasse". "La carta e la precisione linguistica, per un essere come lei, era limite. La carta per Alda Merini non poteva più bastare, non può bastare. La carta è diventata niente. I muri, la vita stessa sono diventati la sua carta, scrivendo il mondo con la sua arte universale. Uscire da tutte le forme, raccontare in ogni modo il femminile, questo è quello che lei ha fatto".
GIOVANNI NUTI: "Troppo limitante la carta per Alda. Questo corpo che diventa prigione, però un corpo amatissimo. Alda è contraddizione, ossimoro, da una parte amore carnale e dall'altra parte la spiritualità, dio, ma non c'è separazione. Il fatto stesso di cambiare gli abiti era come cambiare corpo perché si annoiava. La bigiotteria, affermava, sono delle cianfrusaglie, ma sapessi come le cose così piccole mi rendano felice, perché brillano. E scriveva la sua vita poetica sull'universo." "Dai nuova vita ai miei versi con la musica, mi diceva. E questo è fantastico".
MONICA GUERRITORE: "Nello spettacolo ritorna lei, lì ritorna e finalmente la poesia si toglie dalla carta, quel limite per una figura così violenta e così appassionata come quella della Merini. Poi subito dopo, quell'incredibile malinconia di quell'amore che non si riesce a raggiungere: Prima di venire portami tre rose rosse / prima di andare via smettila di salutarmi".
GIOVANNI NUTI: "Il senso dell'abbandono e del distacco, che è di tutti, Alda lo sentiva in modo particolare. Si affezionava ad ogni cosa anche alle cose sgradite. La sua generosità era grandissima. Camminavamo insieme per strada, passavano persone in difficoltà e lei teneva i soldi nel reggiseno per donarli. Come mi escono poi rientrano, affermava".
3) "L'inquietudine esistenziale, quella follia incandescente, quanto vi rispecchiate nel percorso di Alda Merini, non solo artisticamente. Quale aspetto più vi corrisponde?
MONICA GUERRITORE: "L'inquietudine ha a che fare in qualche modo con un senso di incompiutezza.
Alda Merini non soffre di inquietudine esistenziale. Un moto continuo che cerca di trovare spazio. Lei era oltre la forma. Anzi la sua grande forza è stata quella di non interessarsi al contesto. Questo è stato interpretato come folle, ma non se ne è fatta carico, ha dato voce a tutto quello che aveva come possibilità. Multiforme ingegno che in lei è assoluto. Questa ricchezza che va oltre ogni genere e ogni contesto fisico".
GIOVANNI NUTI: "L'inquietudine ci può essere stata nella sua vita, in certi momenti della sua vita, ma in questa sofferenza, affermava Alda: - tu non sai quanto io diventi grande come una montagna - quindi trasfigurazione del dolore".
4) "Immergersi nell'anima e vedere l'universo", il centro del suo essere. Quindi questo vostro percorso che segue la poetica di Alda Merini, è un percorso in teoria infinito?
MONICA GUERRITORE: "Sì. Sicuramente c'è una prima lettura. Andiamo liberi a fluire e fruire di queste pienezze evocative, dolorose sensuali, folli, tristi, ironiche e scandalose. Poi noi ad occhi chiusi, come se noi fossimo investiti da tutte queste qualità senza quasi forma, che arrivano dal palcoscenico attraverso la musica di Giovanni, le luci,
i video… arriviamo alla fascinazione".
5) Una meravigliosa libertà?
GIOVANNI NUTI: "Sì. Ogni serata non è mai uguale. Ieri sera, a nervi scoperti mi sono commosso. Quello che succede sul palco è una magia sempre diversa. Emozioni, come negli incontri con Alda, sono commozione e poi sorriso. Non si stava mai fermi nelle emozioni."
6) Quindi è il teatro il luogo per portare avanti questo tipo di coerenza o meglio, secondo voi, è il modo ottimale o il possibile ottimale?
"Non so se è l'ottimale. Per restituire in morte la vita che sostiene la sua opera ci vuole una potente suggestione, allora qualunque mezzo si possa usare per suggestionare il pubblico va bene. Noi l'abbiamo suggestionato. Non abbiamo fatto uno spettacolo di teatro come la gente lo intende….un luogo fisico. La gente è bombardata emozionalmente e quindi potrebbe anche essere una piazza una mostra di pittura attraverso degli schizzi alla Schonberg. Un forte impatto vitale delle cellule celebrali. Come imprinting sui neuroni."
La figlia di Alda Merini, Barbara, ha posto un interessante quesito:
7) Milano sembra non rispondere pienamente rispetto alle aspettative, che messaggio dareste alla città di Milano per incentivare?
MONICA GUERRITORE: "Tornare, tornare tornare far crescere perché Milano può essere una città distratta, ma non è un problema Merini. Non c'è da parte delle istituzioni un sostegno evidente, non c'è stato ed è una sciatteria. Comprendiamo la fatica in questo momento del pubblico. Il teatro ha un costo elevato ed in questo momento è un problema vero. Inoltre esiste il fatto nella gente di non avere la sensazione di qualcosa di imperdibile. Il teatro in questo momento ha questa cifra è qualcosa in qualche modo di antistorico. Bisognerebbe cominciare ad immaginare altro, fare due spettacoli e a costi inferiori. La gente fa fatica".
"Noi andiamo avanti andiamo avanti sino a quando questo spettacolo sarà irrinunciabile".
8) Tempo fa vidi un video, nel periodo in cui lei collaborava e componeva con Alda Merini lavorando nella casa sui Navigli, in cui mi colpì un dettaglio, ove Alda Merini spegneva la sigaretta in casa sul pavimento. Personalmente trovo bellissimo il suo meraviglioso disordine …in quell'andare oltre liberamente in ogni cosa.
GIOVANNI NUTI: "Lei andava oltre, lei è oltre. Lei vedeva la bellezza dappertutto".
MONICA GUERRITORE : "Sì lei era proprio questo. Non vedevo le sbarre ma vedevo le rose".
9) Avete altre date in programma?
MONICA GUERRITORE: "Abbiamo Rimini, poi date in preparazione per un tour primavera-estate"
GIOVANNI NUTI: "Proseguirà in Italia e anche all'estero"
Disponibili e comunicativi, ho potuto poi incontrarli nuovamente in camerino dopo lo spettacolo…certo stordita e ammaliata…appunto bombardata, in quella gioia-dolore dell'incanto. Al centro è stata l'anima di Alda Merini, oltre ogni già detto e oltre ogni già scritto su di lei.
Mi sono accorta di non aver amato abbastanza Alda Merini, ma ora sì…
Silvia Calzolari