«La poesia mi appartiene, mi è attaccata come un'amante.
Avvicinarsi alla poesia è un modo per salvarsi e sollevarsi da questo mondo che non dà alcun brivido.
Nella poesia si può ancora trovare il brivido»

Anarchico, libero dentro e fuori la scena.
Attore-poeta, amante della sua Toscana e della sua Piana (Campi Bisenzio) dove è nato o come per prendersi beffa con chi aveva la puzza sotto il naso diceva d'essere di "Champs sur le Besance".
Di umili origini; aveva allevato maiali da ragazzo, ne andava fiero e s'arrabbiava con gli angeli del fango del '66: «Loro perbenino a raccogliere i libri e tutti a scrivere sui giornali; noi a smadonnare per tirare via gli animali morti nelle stalle da soli, con le mani, come le bestie».
Ha lavorato con tutti, da Ronconi a Benigni, passando per Giuseppe Bertolucci, Marco Ferreri, Sergio Citti, Massimo Troisi, Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Pupi Avati, Tinto Brass, Alessandro Benvenuti e Paolo Virzì. Oltre 300 presenze tra cinema e teatro. Partì un giorno di inizi anni '70 per Roma con Donato Sannini e Roberto Benigni poco più che ragazzi.
Da sempre amato dai giovani per la sua capacità di arrivare a declamare un Dino Campana o versi di Dante a memoria, con il sorriso sulle labbra, e nei posti più impensabili; nelle sagre di paese o nelle aie, facendo di un prato il suo palco, della gente il suo teatro!!
Ricordo ancora quando per caso lo vidi seduta su una panchina delle Cascine (dove era solito passeggiare) e girarsi e dire: «il vento di rovaio» (come chiamava lui il tramontano): «schiarisce i pensieri» e via proseguire con sandali e piedi nudi, a passo svelto, spesso senza camicia.
Oppure lo trovavi a cena dai fratelli Briganti, in piazza Giorgini, a tutte le ore, una sua seconda casa con il Pieraccioni.
Amava le donne, amava la vita e le combriccole.
Quante le risate nate con un solo "CRI-CRI", interpretando il grillo in "Pinocchio",nel sodalizio Ceccherini e Paci.
Indimenticabile proprio perchè aveva deciso di non apparire ma di essere!!
Sarà un pezzo di storia, di cultura di arte e poesia e nel vento continuerà a parlare.
Ciao Carlo!!
Carlo Monni
Difficile trovare le parole.
Si poteva fare un comunicato ufficiale.
Il Monni è uno dei nostri.
Ma è troppo uno dei nostri.
Fratello, padre, amico, compagno.
Un punto di riferimento.
Un maestro.
Nell'arte, nel pensiero, nella vita.
Quaranta e più repliche del Nottecampana.
Un libro. Un cd.
E prima con Banda Improvvisa.
E poi sul Pratomagno.
Sopra i tetti di Firenze.
Con la voce nell'ultimo Senza Padrone.
Mille altri rivoli, presenze, idee.
Il Monni c’era anche quando non c’era.
Sempre con la poesia e l'amore.
E ora siamo più soli.
(poesia scritta e dedicata da "materiali sonori")
Dulcinea Annamaria Pecoraro
Staff di DELIRI PROGRESSIVI
..Musica Oltre le Parole...
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