Penso a un film che è semplicemente grandioso come: "Il Ministro" e penso sia molto difficile fare oggi in Italia,
un tipo di cinema come quello di Giorgio Amato.
Ancora una volta supera se stesso, con il suo ultimo film uscito nelle sale il 26 marzo:
"OH MIO DIO!"
credetemi da non perdere.
Vi auguro buona lettura nel leggere l'intervista che ha rilasciato proprio Giorgio Amato a noi di Deliri Progressivi.
Intervista a Giorgio Amato a cura di Roberto Bruno
L’idea mi è venuta molti anni fa, durante il corso di sociologia delle religioni, quando mi sono imbattuto sul tema della Parusia, ossia della seconda venuta di Gesù. Pensavo fosse un dogma legato alle religioni evangeliche, che ancora aspettano il ritorno di Gesù. Invece ho scoperto che anche nei dogmi cattolici è previsto il ritorno di Cristo, che di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti… Insomma, quello che mi sembrava il verso di una preghiera in realtà conteneva già il soggetto del mio film.
Ho avuto la fortuna di incontrarti assieme alla bravissima Giulia Gualano (nel cast principale del film), durante una serata incontro dove abbiamo visto il film in anteprima seguito da un dibattito.
Come ha risposto il pubblico alla visione del film?
Per fortuna Oh Mio Dio! sta raccogliendo il consenso sia del pubblico che della critica e le due cose non sono sempre scontate. Durante l’uscita al cinema ho avuto modo di accompagnare il film un po’ in tutta Italia e l’accoglienza è stata sempre straordinaria.
Il film di per se è un qualcosa in eterno movimento, in quanto a tratti sembra un documentario, coi cameraman che seguono la figura di Gesù per le strade della città. Come mai hai scelto questo metodo?
Moltissime scene del film sono state girate con la telecamera nascosta, perché il senso che intendevo raccogliere è quello di come la gente si comporterebbe di fronte a qualcuno che si presenta come Gesù.
Non avevo altre possibilità di girare se non così.

Assolutamente, altrimenti non avrei fatto il film.
Credo che in ognuno di noi ci sia il dono del divino.
E spero che il film possa portare a una riflessione capace di far accendere quella scintilla.
Il tuo tipo di regia devo dire che mi piace molto, io poi sono un partigiano del cinema, in quanto preferisco di gran lunga i film di casa nostra alle mega produzioni americane. Come nasce in te la voglia di diventare un regista e soprattutto di fare un cinema così diretto e allo stesso tempo piuttosto riflessivo per lo spettatore?
La voglia di fare il regista ce l’avevo fin da ragazzo, ma non è facile. Per fare un film devi trovare molti soldi ed essere consapevole che ti vai a confrontare con un’industria che stritola le produzioni indipendenti. Però io ho scelto di stare ai margini e riuscire a fare i miei film con spirito artigianale, senza badare troppo alle logiche del box office. Forse per questo riesco a fare ancora film capaci di essere diretti e di stimolare riflessioni.
Come hai scelto il cast di “Oh mio dio”? E soprattutto quando hai proposto loro la sceneggiatura, come hanno reagito?
Fare un film indipendente ci concede anche il privilegio di poter scegliere il cast lavorando solo con gli attori che giudichi giusti per determinati ruoli, senza avere pressioni “dall’alto”. E così ho fatto. Ho scelto gli attori, ho fatto i provini e poi ho fatto leggere la sceneggiatura. E tutti hanno sposato il progetto in maniera entusiastica.
Dovessi catalogare il tuo film, personalmente non riuscirei a identificargli un genere.
Tu come lo vedresti e perché?
Ad essere sincero è la domanda che mi mette più in crisi, perché nemmeno io riesco a catalogarlo in maniera netta. È sia una commedia, che un dramma, un documentario e un finto documentario.
Di sicuro è un film che parla su più livelli.
Ti chiedessero di fare un discorso per poter convincere le persone ad andare al cinema a vedere il tuo film: che appello faresti?
Oh Mio Dio! è un film che fa bene all’anima. E fa bene all’anima sia di chi crede in Dio che di chi non crede.
Non è un film religioso, ma è un film che parla di valori morali. E oggi ne abbiamo davvero bisogno.
Prima di salutarci vuoi mandare un saluto ai lettori di Deliri Progressivi?
Certo. Un saluto a tutti i lettori, con la speranza che qualcuno diventi anche spettatore di Oh Mio Dio!
E lo saranno sicuramente. Grazie Giorgio!
Roberto Bruno