Chiara Buratti, nata in provincia di Ferrara ma astigiana di adozione, ha impostato il suo percorso artistico su più fronti. Come attrice per il piccolo e il grande schermo, ha collaborato con Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti, Giorgio Faletti, Lucio Pellegrini e Pupi Avati oltre a prendere parte alla soap opera “Un posto al sole” e a diverse pubblicità. In teatro invece ha recitato in spettacoli di Lando Buzzanca, Marco Falaguasta, Tommaso Massimo Rotella e molti altri. Dopo aver lavorato come presentatrice su Sky, da quattro anni collabora come giornalista e conduce programmi per Rai Educational (oggi Rai Cultura). Ha inoltre presentato diverse serate benefiche e festival ed è, da cinque anni, la lettrice ufficiale del Premio Cesare Pavese.
Intervista a cura di Dulcinea Annamaria Pecoraro
Da quando ero piccola ho sentito l’esigenza di vivere l’arte, andavo agli spettacoli teatrali. Mi sento a più agio nella recitazione, perché è il mio primo amore e ha lasciato il segno. Tutto il resto è sorto da curiosità e le similitudini tra le arti, che ho trovato crescendo. L’arte è il modo più bello di comunicazione. Alla musica mi sono avvicinata da poco,
ed è sicuramente il mezzo d’espressione più veloce. Mi piace e mi sento a mio agio. Una persona può ascoltare una canzone anche quando stira.
In tutti miei mondi, ho trovato l’approccio al personaggio, senza giudicarlo e entrandoci dentro scavando nella sua storia. La curiosità e la voglia di comunicare solo alla base dell’arte. Una cosa che mi ha insegnato Giorgio Faletti, è stare in mezzo alla gente. "Ho bisogno di andare al mercato, di parlare con il macellaio, con tizio o caio per trasmettere qualcosa e tornare a casa con qualcosa in più" diceva. Credo che solo così scopri che la diversità degli altri, ha da sempre fatto parte di te.
2) L’ultimo giorno di sole: che messaggio vuoi dare.
Mi sento portavoce del pensiero di Giorgio, nato dalla sua testa ma condiviso da sempre, come un album di figurine iniziato insieme. Mi preme tenere accesa la sua luce, perché in lui ho trovato una persona grande, un genio, vera, generosa, dedita al lavoro. Il risultato ha accresciuto me come artista e io non posso che essere grata.
Può sembrare dal titolo uno spettacolo malinconico, in verità è una percezione emotiva del mondo di Giorgio, ma è scritto dando vita a tante sfaccettature del suo carattere. Non è nascosto nulla e anche dalla malinconia è nato qualcosa di nuovo.
Nelle canzoni c’è un mondo scanzonato, ironico, allegro, con un messaggio di speranza e mai di disperazione. L’eternità non deve fare paura. Giorgio fa l’esempio della botte con i granelli di sabbia e alla fine il granello pescato, la possibilità di tornare sulla mano di chi lo ha pescato, sarà con l’eternità una certezza.
3) Giorgio ha scritto i testi, arrangiati da Andrea Mirò, contenuti nel disco “L’ULTIMO GIORNO DI SOLE” (uscito nei giorni scorsi). Questi brani, insieme a 7 monologhi, sono parte dello spettacolo omonimo di musica e parola che debutterà, ad un anno dalla scomparsa di Faletti, il 4 luglio al Teatro Alfieri di Asti, diretto da Fausto Brizzi e con Giulia Mazzoni al pianoforte.
Non mi spaventa portare in scena questo spettacolo e avere una pianista sul palco. Ho fatto un’anteprima al teatro Piccolo di Milano con Andrea Mirò il 28 aprile, che ha curato gli arrangiamenti e con cui c'è grande alchimia.
Dal vivo musica e parole, hanno creato un mondo. Giulia Mazzoni è stata scelta per la sua bravura e per la sua giovane età e i frutti si stanno vedendo anche nelle prove.
Abbiamo deciso di fare un lavoro di "sottrazione" lasciando le canzoni nella loro pienezza nel disco, mentre sul palco, ci affideremo solo al pianoforte e alla forza delle parole.
4) Premio Faletti: Premio Giorgio Faletti che si terrà il 4 e il 5 luglio ad Asti. Per l’occasione verranno premiati cinque personaggi esordienti che si sono distinti negli ambiti tanto amati da Giorgio: cinema, letteratura, musica, comicità e sport.
La letteratura per me è non sentirsi mai soli. Ti parlo del libro cartaceo, annusato, magari prima di addormentarsi. La gente oggi sottovaluta il fatto di poter viaggiare con la mente con la lettura. Come diceva José Saramago: “Ogni volta che hai finito un libro è come aver finito un viaggio”. Non siamo le stesse persone di come siamo partiti prima di farlo.
5) Il disco è anticipato dal brano “Confessioni di un pianoforte”, attualmente in rotazione radiofonica, una poesia intensa e profonda impreziosita da un cameo vocale di Giorgio.
È una grande emozione, Giorgio avrebbe voluto concludere lo spettacolo con un bis di duetto. È un modo bellissimo di far raccontare la storia a un oggetto inanimato, che prende vita rubando la scena, diventando magicamente il personaggio principale.
6) A quale testo ti senti maggiormente legata.
Nei monologhi il testo a cui sono legata è l’ultimo, è la summa della vita e della morte. Ogni difficoltà che si ha il suo superamento, ogni giorno è una vita nuova.
A livello di canzoni, abbiamo lavorato tanto insieme, quella che mi rappresenta di più, avendo ancora i provini è “Nemmeno un Chilo”: Parla di una ragazza procace e di un ragazzo magrolino. Può apparire una storia buffa, ironica, descritti come due fumetti, ma con un messaggio finale di cammino uniti insieme felici, senza ascoltare troppo la gente.
7) Progetti?
Date di rodaggio con lo spettacolo in estate e da ottobre in tutti i teatri in Italia.
C’è poi un progetto radiofonico e dal 1 luglio comparirò a Virgin Radio: “Sex Segret”: storie d’amore delle Rock Star. Racconti legati alle parole.
Dulcinea Annamaria Pecoraro