IL REGISTA E AUTORE GIUSEPPE SAPONARA E’ “CITTADINO BENEMERITO” DI PESARO
PER IL SUO IMPEGNO NEL MONDO DELLA CULTURA L’importante riconoscimento attribuito corona l’intensa attività del regista. E per il 2014 si progetta già la nuova edizione della manifestazione "L’Angolo della Poesia" di cui Saponara è ideatore La città di Pesaro ha conferito al regista e autore Giuseppe Saponara il riconoscimento di “cittadino benemerito” per le sue attività nell’ambito della cultura e dello spettacolo, tra cui il recente progetto “L’Angolo della Poesia”, la manifestazione che in pochi anni ha raccolto intorno a sé pubblico e critica richiamando su Pesaro una forte attenzione nazionale e internazionale. Come ha spiegato il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli “è lungo l'elenco delle opere e delle manifestazioni di cui Saponara è stato ideatore, autore, regista e organizzatore, o dei premi e riconoscimenti prestigiosi raccolti a livello internazionale (…). La sua creatività è stata infatti messa in campo, oltre che in Italia, nei più diversi angoli del mondo dove spesso è stato chiamato: dall'Australia alla Russia, dall'Iran all'Egitto, dagli Emirati Arabi alla Romania e oltre. Scrivendo di lui alcuni personaggi tra i più grandi del mondo dell'arte, della cultura e dello spettacolo hanno descritto un artista di vaste e ricche attitudini, sensibilità, intuizioni e pensieri (…). E proprio la Poesia Saponara ha messo al centro dell'ultimo grande evento ideato, proposto e organizzato nella nostra città: L'Angolo della Poesia. Una manifestazione che in poco tempo è cresciuta ed esplosa in termini di contenuti e di successo di pubblico. Grazie all'impostazione del suo autore in questo “angolo” le persone hanno incontrato la poesia non come espressione di pochi eletti, ma come percezione della vita di ognuno. L'incontro fra le persone e con i poeti ha fatto scoprire il poetico che c'è in ognuno e in ogni cosa". La cerimonia per la consegna del riconoscimento di "cittadino benemerito" si è tenuta nella Sala Rossa del Comune di Pesaro. A consegnare l'onorificenza, alla presenza dell'intera giunta comunale, del presidente e dei capigruppo del Consiglio comunale e delle massime autorità della città, proprio il sindaco Luca Ceriscioli, sostenitore dell’Angolo della Poesia, la cui nuova edizione per il 2014 è già in fase di progettazione con molte sorprese e novità. “Pesaro, la sua città, è quella dove Saponara ha incrociato le vite e le storie di tanti- continua il sindaco Ceriscioli- la città di cui ha scoperto e osservato gli angoli, i colori e gli odori più reconditi, guidato dall'inseparabile cane (prima Omar, ora Melampo), la città che ama e alla quale ha dedicato lavori, progetti, eventi, sempre mosso da un irrefrenabile desiderio di renderla più bella, attraente, coinvolgente, dinamica e colta; Pesaro il cui nome lui ha portato alto in Italia e nel mondo. Pesaro vuole onorarlo e riconoscerne gli alti meriti ponendoli all’attenzione di tutta la città”. Ufficio stampa: Luana Solla per Parole & Dintorni ([email protected])
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In occasione del bicentenario wagneriano DOMANI ARRIVA AL CINEMA "PARSIFAL" Diretta dal maestro Antonio Pappano live dalla Royal Opera House di Londra Prossimamente al cinema “GISELLE”, “DON GIOVANNI” “LA BELLA ADDORMENTATA” e tanti altri… www.rohalcinema.it Continuano gli appuntamenti al cinema in diretta dalla Royal Opera House di Londra, domani, mercoledì 18 dicembre, QMI porterà nelle sale cinematografiche una nuova produzione di "PARSIFAL", l'ultima opera di Richard Wagner, diretta dal celebre direttore d’orchestra Antonio Pappano. Un dramma mistico ispirato alla storia medievale del cavaliere Artù e della sua ricerca del misterioso Sacro Graal. “Parsifal” è un capolavoro che esplora la profonda meditazione di Wagner sul senso di colpa, la morte e la possibile redenzione, un’opera carica di esplicite allusioni religiose che la mettono in netto contrasto con le filosofie dominanti del XIX secolo. È Stephen Langridge, direttore artistico del The Goteborg Opera in Svezia, a curare la regia di “Parsifal” che vanta un cast d'eccezione: dal tenore wagneriano Simon O'Neill, che intepreta Parsifal al magnifico basso René Pape, nel ruolo di Gurnemanz, fino alla versatile cantante-attrice Angela Denoke nei panni di Kundry. La stagione della Royal Opera House prosegue: un’occasione eccezionale di vivere l’esperienza di uno dei più importanti teatri del mondo, a pochi passi da casa e ad un prezzo accessibile per tutti i curiosi e gli appassionati. Questi i prossimi appuntamenti con l’opera e il balletto della Royal Opera House: il 27 gennaio “GISELLE”; il 12 febbraio “DON GIOVANNI”; il 19 marzo “LA BELLA ADDORMENTATA”; il 28 aprile “IL RACCONTO D’INVERNO”; il 24 giugno “MANON LESCAUT”. Ufficio stampa: Parole & Dintorni (Ilaria Boccardi e Tatiana Corvaglia 02 20404727) Recensione a cura di Michela Zanarella Sarà proiettato in più di ottanta sale cinematografiche italiane il film scritto e diretto da Ivan Cotroneo "Il Natale della mamma imperfetta". La serie proposta in primis per il web, approdata poi in televisione, arriva ora al grande schermo con un evento speciale il 17 dicembre 2013. E' un film tutto dedicato alla famiglia e al Natale, dove le tematiche profonde ed attuali, mettono in luce la realtà dell'essere donna, madre, moglie in una società complessa. Il film realizzato in collaborazione con Indigo Film, racconta i giorni frenetici che precedono il Natale, tra lo stress di appuntamenti e situazioni inevitabili, liste di regali, alberi da addobbare, presepi da allestire, bambini da accontentare, il cenone da organizzare. Le avventure di Chiara Guerrieri e della sua famiglia proseguono sotto una veste natalizia, con la consolidata presenza dei protagonisti della serie di successo. Nel cast Lucia Mascino, Fausto Maria Sciarappa, Alessia Barela, Anna Ferzetti, Vanessa Compagnucci, Biagio Forestieri, Sergio Albelli, Luciano Scarpa, Gilda Postiglione, Edoardo Eboli, Gaia Panicci, Fabio Camilli, Orsetta Borghero, Elisabetta De Palo,Fabrizio Romano, Alexandra Trunov, Alessandro Intini, Roberta Spagnuolo, Monica Nappo, Massimiliano Gallo, Marco Guazzone e gli STAG. Chiara e le sue amiche, raccontano il Natale dal loro personale punto di vista, con l'ironia e la freschezza giuste per strappare un sorriso. Ogni attore, con grande professionalità, ha contribuito a rendere il film divertente, orginale e sotto alcuni aspetti particolarmente interessante. In novanta minuti di pellicola Ivan Cotroneo è riuscito a creare una sorta di magia, un'atmosfera avvolgente ed emozionante per il pubblico, dove la quotidianità è raccontata senza filtri, dove tutto traspare con autenticità, tra momenti buffi e spunti per riflettere sul corso del tempo e dell'esistenza. Chiara, la protagonista, interpretata con bravura da Lucia Mascino, si rivolge in modo diretto allo spettatore, il tono è talmente confidenziale, che ci si sente partecipi della storia raccontata. Chiara nel ruolo di madre alle prese con figli e marito, cerca di affrontare la realtà di tutti i giorni, sempre tra confidenze e chiarimenti con le amiche fidate, senza escludere dal tempo del racconto gli imprevisti e le difficoltà che accomunano ognuno di noi. Il film non cede mai nel ritmo e si conclude con un finale da sogno, con un ballo notturno che richiama l'incanto delle favole. Il film verrà trasmesso in prima serata su Rai2 il 27 dicembre 2013 ed il divertimento è assicurato. Michela Zanarella DOPPIO LEGAME di Maria Piera Regoli e Salvatore Zinna con Salvatore Zinna regia Federico Magnano San Lio Siena, Un Tubo venerdì 13 dicembre 2013, ore 21.30 Una testimonianza sorprendente costruita sui verbali del maxiprocesso alla mafia istruito nel 1986 da Giovanni Falcone. Di questo si narra in “DOPPIO LEGAME” di Salvatore Zinna che sarà a Siena, presso Un Tubo, venerdì 13 dicembre (ore 21.30). “DOPPIO LEGAME”, spettacolo che ha vinto il premio Oltreparola nel 2006 e il contest di corti teatrali del Teatro Lo Spazio nel 2011, narra la storia tragicomica di Enzuccio, pentito privo di credibilità e uomo che non conta nulla; piccolo, diseredato, brutto, cattivo, che rappresenta la sua paradossale ricerca di giustizia e dignità in un mondo dove “essere qualcuno equivale a essere mentre essere nessuno equivale a non essere”. Per permettere al fratello di pagare i debiti di un commercio di acciughe andato male, Enzuccio organizza una rapina al bar della sorella di un mafioso infilandosi in una spirale inarrestabile di conseguenze senza vie di fuga, come la scena in cui si svolge lo spettacolo: senza quarta parete, con un’unica uscita che per Enzuccio è solo e soltanto la platea. La sua unica possibilità di salvezza è la credibilità di ciò che dice e fa in scena. Elegge gli spettatori a esclusivi detentori del potere sulla sua vita e sulla sua morte. Si genera una sorta di cortocircuito tra performance e fiction: un tentativo disperato del performer di intrappolare il pubblico in una relazione emotiva forte e molto disturbata, la stessa che il personaggio si trova a vivere con i suoi ex sodali di cosa nostra. Un "double bind", un "doppio vincolo", un "doppio legame" (il concetto noto in psicologia per l'elaborazione che ne fatto l'antropologo Gregory Bateson): un'incoerenza nella comunicazione in cui il contenuto verbale del discorso esplicito è contraddetto dalle modalità con cui è espresso. Un dilemma insolubile in cui sia impossibile per il ricevente del messaggio decidere a quale dei due livelli prestare fede. Note degli autori Nel 1991 (noi, Maria Piera Regoli, Salvatore Zinna e Federico Magnano San Lio) cominciavamo il lavoro di analisi dei documenti del maxiprocesso alla mafia del 1986 che approderà alle messe in scena di ‘QUANDO TI DICONO UNA COSA, NON CI RISPONDERE, FAI FINTA CHE PESCHI SEMPRE’, del 1992, e di ‘DOPPIO LEGAME’, del 1993. Le due opere hanno la fatalità di debuttare in un periodo tra i più tragici della storia repubblicana del nostro paese. Le stragi di Capaci, di via D’Amelio, le bombe ai monumenti di Firenze, Roma, Milano ad opera di Cosa Nostra ci colgono nel pieno del nostro lavoro di approfondimento sul fenomeno mafioso. Cosa c’era di rappresentabile in tutto quell’orrore? Cosa, oltre lo sdegno, lo sgomento, la paura? Alcune testimonianze dei primi pentiti ci apparivano quasi tragicomiche raffrontate all’enormità di ciò che stava accadendo: uomini di scarsa intelligenza, di origini poverissime, caprai, sottoproletari alla deriva del nostro mondo che insieme a (pochissimi) colletti bianchi tiravano le fila del potere più grande che abbia mai messo sotto scacco l’Italia democratica. Cosa c’era di rappresentabile? La domanda ci obbligava a una risposta non ovvia. Mentre in tutta la Sicilia iniziava una risposta della società civile senza precedenti e si rappresentava la mafia come una mostruosa realtà che nulla aveva a che fare con noi, ci rendevamo conto che alcuni di quegli stessi tragicomici personaggi riempivano la cronaca del maxi processo, avevano un’umanità da mostrarci che ce li faceva sentire pericolosamente vicini. Cosa c’era di rappresentabile, dunque? La nostra prossimità. La contiguità culturale che accomunava i bisogni primari di un’intera società: quella mafiosa e quella non mafiosa. La prossimità dell’essere impauriti, impotenti, isolati, sopraffatti dalle prepotenze del mondo. Per molti di questi personaggi (che una volta forse avremmo avuto in simpatia come i diseredati del mondo) Cosa Nostra rappresentava e, forse ancora oggi, rappresenta la protezione dalle prepotenze. E’ brutto dirlo, ma è necessario; rappresenta un valore importantissimo: il rispetto. Che vuol dire la possibilità di farsi rispettare come esseri umani. Il rispetto a cui ogni essere umano ha diritto. Ci rendiamo conto di inoltrarci in un terreno minato e poco rassicurante. Per questo sgombriamo il campo da ogni equivoco: non si tratta di giustificare una subcultura di prevaricazione e di morte. Si tratta di scavare alla radice della contraddizione che tiene in piedi il fenomeno. Si tratta di fare i conti con la nostra tragedia. Così la stampa Straordinario nella verosimiglianza dei toni e dell’eloquio, prima incerto e frammentario, poi frenetico nel descrivere la paura di essere ucciso che costantemente lo attanaglia... Salvatore Zinna si muove con eccezionale efficacia appoggiandosi a un testo davvero ben costruito... rendendo tangibile attraverso una tensione recitativa altissima e continua l’ineluttabilità del percorso di questo mafioso per caso... stritolato in una mostruosa macchina di morte. Valeria Ravera, Tuttoteatro A raccontare la tragicomica storia di un piccolo pentito è uno straordinario Salvatore Zinna... per circa 70 minuti tiene inchiodato il pubblico con la sua storia, con il suo linguaggio crudo, puntando dritto coscienza dello spettatore... Testo straordinariamente attuale che Zinna riesce a rendere ancora più credibile con la sua interpretazione più che sentita e vissuta... Maurizio Giordano, Dramma.It Un piccolo grande spettacolo che andrebbe diffuso capillarmente…" Domenico Danzuso, La Sicilia Una vera chicca… Trieste Oggi E' teatro civile di buona qualità, che punta dritto alla coscienza dello spettatore… Nello Pappalardo, Giornale Di Sicilia Spettacolo che non esitiamo a definire eccellente, sia per l'interpretazione che Salvatore Zinna fa del primo pentito al maxiprocesso di mafia svoltosi a Palermo nel 1986, sia per la qualità del testo, che si trasforma in un potente pugno nello stomaco nei confronti dello spettatore. E' difficile a teatro sentirsi coinvolti quasi fisicamente dal racconto, ma è proprio quello che accade. Tullio Tamanini, Trieste Oggi Un linguaggio scarno, crudo, che arriva diretto alla coscienza come un proiettile. Alessandro D'Ippoliti, Momento Sera Enzuccio, interpretato con febbrile pertinenza dal bravo Salvatore Zinna, e inchiodato dal regista Federico Magnano San Lio ad una spoglia drammaticità quasi documentaristica…" Nico Garrone, La Repubblica Lo spettacolo capta immediatamente l'attenzione, vuoi per i contenuti, ma sicuramente per la bravura dell'interprete, sempre misuratissimo ed incisivo "…che è un modo per dire incredibilmente vero e sottilmente autoironico…" Paolo Ruffini, Metropolit Salvatore Zinna (capace di mantenere la tensione narrativa e di conservare la distanza dai fatti, necessaria alla fiction per parlare della realtà)… Laura Detti, L'Unità venerdì 13 dicembre, ore 21.30 Siena, Un Tubo Via del Luparello, 2 Siena, tel. 0577.271312 [email protected] Info www.retablo.org leStaffette ufficio stampa e promozione [email protected] Raffaella Ilari, Marialuisa Giordano Goldoni 250 anni dopo. “L’impresario delle Smirne” al Teatro delle Arti di Lastra a Signa. Con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese Venerdì 13 dicembre – ore 21 – biglietti 15/13/10 euro Teatro delle Arti - via G. Matteotti 5/8 - Lastra a Signa (Firenze) L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE di Carlo Goldoni con Massimo Grigò e Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel adattamento e regia Roberto Valerio Un divertente e impietoso affresco goldoniano dell’ambiente teatrale, ma anche l’occasione di porsi domande di sconcertante attualità. Commedia del 1759, “L’impresario delle Smirne” va in scena venerdì 13 dicembre al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (ore 21 – biglietti 10/13/15 euro) nell’adattamento di Roberto Valerio, a cui è affidata anche la regia (Produzione Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl). Sul palco, tra gli altri, gli attori Massimo Grigò, Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani e Peter Weyel. Ritratto del clima lezioso e libertino dell’epoca - in un’ambientazione anni Cinquanta con tanti riferimenti alla filmografia italiana, da Fellini a Monicelli - “L’impresario delle Smirne”, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, boriosi e intriganti. Disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare carichi d’oro e di celebrità. Facili prede di mediatori intriganti, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti da piccole beghe e rivalità, invidiosi della altrui posizione nella gerarchia di palcoscenico, non si accorgono di essere che delle sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha. Per la sua posizione o per il suo denaro. Un ambiente, quello teatrale, che ovviamente Goldoni conosce a fondo. E di cui può “parlarne per fondamento”, come dichiara nella prefazione dell’opera. “L’impresario delle Smirne è un grande affresco – spiega Roberto Valerio – una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio si rivela incisivo, necessario in un ‘divertissement d’ensemble’ che restituisce il clima dell’epoca. Ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie? Credo che per gli artisti di teatro sia doveroso riuscire a costruire spettacoli che ‘parlino’ al pubblico di oggi, con un linguaggio assolutamente contemporaneo, così come ho cercato di fare già con “Il Vantone di Pasolini” ed “Un marito ideale” di Wilde. Nell’Impresario si parla di grandi illusioni, di grandi promesse, della precarietà del lavoro, della mercificazione del corpo che spesso impera nel mondo dello spettacolo… Togliendo ciò che è più datato, si porta in luce il nucleo vero del testo, che risalta grazie al linguaggio teatralissimo di Goldoni. Il suo ritratto dell’ambiente del teatro e degli attori, in particolare, è ancora straordinariamente attuale, con tutte le sue contraddizioni e precarietà. Ho cercato di rimanere fedele al testo originale, pur intervenendo sulla struttura drammaturgica, incastonando l’uno nell’altro i primi due atti, ‘tradizionale’ presentazione dei personaggi. Dal punto di vista registico, ho immerso il testo in un’ambientazione anni Cinquanta con riferimenti vari alla filmografia italiana (ovviamente Fellini, ma anche “Vita da cani” di Monicelli, le atmosfere dell’avanspettacolo…) con molte citazioni. In questa commedia si ride, e molto, ma si riflette anche su temi importanti. Con tutti gli attori, poi, si è creata davvero una splendida collaborazione e lo spettacolo è davvero il risultato di un grande lavoro di gruppo”. Produzione Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl. Nell’ambito della quarta stagione progettata dalla Compagnia Teatro popolare d’arte insieme alla Fondazione Toscana Spettacolo e con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Comune di Lastra a Signa. Personaggi e interpreti Alì - Nicola Rignanese Carluccio - Antonino Iuorio Lucrezia - Chiara Degani Tognina - Valentina Sperlì Annina - Federica Bern Pasqualino - Alessandro Federico Il Conte Lasca - Roberto Valerio Maccario - Massimo Grigò Beltrame - Peter Weyel Adattamento e regia Roberto Valerio Scene Giorgio Gori Costumi Lucia Mariani Luci Emiliano Pona www.tparte.it Biglietti Posto unico intero € 15 euro - ridotto € 13 (ridotto under 21 € 10) Riduzioni: under 21, over 65, soci Coop, soci BCC, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso, abbonati stagione teatrale 2012/13 Info Teatro delle Arti viale Matteotti 5/8, Lastra a Signa (FI) tel. 055 8720058 - 331 9002510 Ilaria Baldo/Federica Spazzoni [email protected] [email protected] www.tparte.it Prevendite Ufficio turistico, via Cadorna 1 - Lastra a Signa - tel. 055 725770 Punti vendita circuito Boxoffice (compreso Ipercoop Lastra a Signa) ON LINE: www.boxol.it Ufficio stampa Marco Mannucci, [email protected] TEATRO MANZONI DI CALENZANO
STAGIONE 2013-2014 LA RESIDENZA CREATIVA DEL TEATRO DELLE DONNE GIANFRANCO BERARDI E CESAR BRIE La cecità come condizione dell’intero Paese rabbioso e smarrito ISABELLA RAGONESE Nel testo di Massini per il 20° anniversario dell’assassinio di Ilaria Alpi AMANDA SANDRELLI Tre donne in guerra in un evento fra teatro e musica LAURA CURINO Narra la vicenda che sta alla base della festa dell’8 marzo VERONICA CRUCIANI Regista di un gioco originale sul concetto di gender ARIANNA SCOMMEGNA Premio della critica come migliore attrice 2010 e finalista Premio Ubu 2013 INSTABILI VAGANTI Portano in scena il dramma dell’ILVA con uno spettacolo pluripremiato Al Teatro Manzoni di Calenzano, la nuova stagione teatrale è “fuori dalle solite rotte”. Questa la “parola d’ordine” scelta dal Teatro delle Donne per un programma ricco ed impegnato che dal 7 dicembre fino al 9 maggio alterna nomi prestigiosi e nuovi talenti, spunti di riflessione e d’impegno civile, osservazioni da più prospettive del complesso universo femminile, al di là di stereotipi e facili slogan. Con un tale slancio, sabato 7 dicembre l'attore non vedente Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari inaugurano la Stagione 2013/2014 portando in scena “In fondo agli occhi” con la regia del grande attore e drammaturgo argentino César Brie. In scena, due solitudini insieme quasi per caso, che raccontano la propria storia, i propri sogni mancati, le proprie debolezze in un bar metafora di un Paese decadente e disorientato. Un disorientamento da cui qualcuno prova a trovare rifugio grazie a un intervento superiore, come accade in “Judith e l'Angelo”, racconto danzato che Paola Bedoni e Giulia Ciani della Compagnia Xepropongono venerdì 20 dicembre. Oppure chi ha bisogno di scavare nella verità, anche se questo vuol dire mettere inconsapevolmente a rischio la propria vita, come è successo alla giornalista Ilaria Alpi, la cui storia viene rievocata sabato 11 e domenica 12 gennaio dalla produzione del Teatro delle Donne e Officine della Cultura “African Requiem - 20 marzo 1994: appunti di fine giornata”. L'autore e regista Stefano Massini ha immaginato l'attrice Isabella Ragonese vestire i panni della giornalista del TG3 per raccontare una delle tante storie senza giustizia che segnano la Storia d’Italia, a vent'anni dall'accaduto. Sabato 25 gennaio è la volta di “Peli” di Carlotta Corradi per la regia di Veronica Cruciani, in una pièce dove è la sensualità inaspettata tra due donne (interpretate da due uomini) a prendere il sopravvento sulla quotidianità. Storie al femminile anche sabato 8 febbraio con Arianna Scommegna protagonista di “Potevo essere io” di Renata Ciaravino, così come venerdì 21 e sabato 22 febbraio per “Senza Gioia” di Ilaria Mavilla con Monica Bauco e Antonio Fazzini e la regia di Ciro Masella. Sabato 8 marzo “Credoinunsolodio”, evento teatrale-musicale per attrice e orchestra che vede sul palcoscenico Amanda Sandrelli. Uno dei più intriganti testi di Stefano Massini con le musiche originali di Enrico Fink eseguite dal vivo dall’Orchestra Multietnica di Arezzo. Una vera partitura di musiche e parole in cui la passione civile dell’interprete dà vita ai ritratti di tre donne: tre storie intrecciate, tre identità, tre diversità. Da segnalare il pluripremiato “L'eremita contemporaneo / Made in ILVA”, basato sugli scritti e le testimonianze degli operai dell'ILVA di Taranto, in scena sabato 29 marzo per la regia di Anna Dora Dorno e “Scintille” con Laura Curino su testo e regia di Laura Sicignano che venerdì 9 maggioporta a teatro la voce delle 146 operaie - di cui tante italiane - bruciate alla Triangle Waistshirt Company di New York nel marzo del 1911. <<Fondamentale l’impegno per un teatro che sia stimolo critico per la società – afferma Maria Cristina Ghelli, Presidente del Teatro delle Donne - e la promozione di una drammaturgia che rappresenti la contemporaneità, che riveli un universo al femminile mai abbastanza esplorato e alcune tematiche che non possono più essere differite. È proprio nella messa in discussione del potere, nello scoprire le carte di storie nascoste nelle pieghe della Storia, che sta la grande opportunità e il ruolo sociale del teatro. In particolare di un Teatro delle Donne che attraverso i testi che mette in scena ricerca sempre un punto di vista femminile, uno spaccato di società in cui le donne siano protagoniste. La Regione Toscana riconosce quest’anno il Teatro delle Donne come una delle più qualificate residenze creative del suo territorio. C’è evidentemente una sorta di sinergia fra aree metropolitane in rapida espansione ed evoluzione, come è quella di Calenzano, ed espressioni artistiche votate alla contemporaneità e all’innovazione del linguaggio teatrale; uno scambio creativo e costruttivo che si traduce in crescita culturale e sociale. Per questo il Teatro delle Donne, dopo undici di gestione del Teatro Manzoni, può considerare stabile la propria attività nei fatti e vantare fantastici risultati per questo piccolo grande teatro. Ed ecco in arrivo una stagione stimolante e vivace, ricca di presenze giovani, di talenti affermati, di spunti di riflessione, d’impegno civile; molte le novità assolute, le esclusive regionali, i testi che hanno vinto premi importanti, un viaggio alla ricerca di territori ancora da esplorare e di nuove cause a cui appassionarsi>>. Il Teatro delle Donne è un centro di produzione drammaturgica contemporanea all’avanguardia. In ventidue anni di attività, in linea con le analoghe iniziative europee, ha messo in piedi il Centro Nazionale di Drammaturgia, un progetto unico in Europa che ha raccolto in un archivio e catalogato più di 930 testi di autrici italiane di teatro, ha diffuso testi originali, ha collaborato con le maggiori autrici e autori nazionali, ha dato vita ad un’ampia attività di formazione e produzione teatrale. Ha fondato con Dacia Maraini la Scuola di Scrittura Teatrale. Dopo aver diretto vari teatri in Toscana, gestisce dal 2002 il Teatro Manzoni di Calenzano, una delle sale più vivaci dell'area metropolitana fiorentina, la programmazione dà centralità alla funzione civile del teatro, alla pluralità dei linguaggi e al valore delle differenze. L’autore e regista residente STEFANO MASSINI è uno degli autori della sua generazione più conosciuti e tradotti al mondo: I suoi testi vanno regolarmente in scena con successo a Parigi, Berlino, New York. Sotto la sua direzione la CalenzanoTeatroFormAzione in pochi anni si è saputa imporre come una delle più solide istituzioni toscane per la didattica del teatro. INFOLINE: 055.8877213 - 055.8876581 Inizio spettacoli ore 21.15. Ingresso: interi € 13 - ridotti € 10 // Ridotti € 5 per gli iscritti ai corsi di formazione NOVITA’: abbonamento a 5 spettacoli a scelta € 40 Prevendita: Circuito Box Office e www.boxol.it // Teatro Manzoni da lun a ven ore 10.00 - 14.00 orario biglietteria teatro: dalle ore 20.00 IL TEATRO DELLE DONNE - Centro Nazionale di Drammaturgia Sede legale: via Canova 100/2- 50142 Firenze Sede operativa: TEATRO MANZONI via Mascagni, 18 – 50041 Calenzano (FI) 055.8877213 - 055.8876581 [email protected] www.teatrodelledonne.com ufficio stampa: Maurizio Busia, Marco Mannucci “UNA MAMMA IMPERFETTA” la serie che ha spopolato sul web e in tv arriva nelle sale cinematografiche con un evento speciale SOLO IL 17 DICEMBRE AL CINEMA! Per visualizzare il trailer e conoscere tutto sull’evento (sale, orari e info biglietti) www.unamammaimperfettalcinema.it “Una Mamma Imperfetta”, la fortunata serie di Ivan Cotroneo che ha spopolato sul web e in tv appassionando milioni di spettatori, arriva al cinema, solo il 17 dicembre, con un evento speciale per tutta la famiglia: il film inedito “IL NATALE DELLA MAMMA IMPERFETTA” (prodotto da Indigo Film, 21 in coproduzione con Rai Fiction) che verrà distribuito da QMI, in collaborazione con Indigo Film, sugli schermi cinematografici di tutta Italia. Le quattro mamme imperfette racconteranno con la consueta ironia, in una puntata inedita di 90 minuti, l’arrivo delle feste natalizie e il carico di impegni, regali, fatica, addobbi, litigi, riappacificazioni, equivoci… e un po’ di magia. “IL NATALE DELLA MAMMA IMPERFETTA” sarà un evento ricco di sorprese per celebrare il Natale con tutta la famiglia. Per visualizzare il trailer e conoscere tutte le informazioni, le sale cinematografiche aderenti e per prenotare il biglietto, QMI ha creato il sito www.unamammaimperfettalcinema.it La prima e la seconda serie di “UNA MAMMA IMPERFETTA” sono andate online sul Corriere.it e in televisione su Rai 2. Al debutto sul sito del Corriere della Sera, ha ottenuto oltre un milione di visualizzazioni in sole 5 settimane, con una media di 43 mila spettatori in streaming per puntata. Lo strepitoso successo ha portato la fiction in tv su Rai 2, per poi passare anche in dvd, in edicola dal 25 novembre. Il format della serie è stato venduto con grande successo in USA (alla ABC- Disney), in Francia, in Germania. Ogni puntata è strutturata come un video diario in cui la protagonista Chiara, una madre di oggi che lavora e si occupa della casa e dei figli, racconta con ironia le sue giornate rivolgendosi direttamente alla telecamera e ponendo delle domande che coinvolgono le spettatrici che si identificano con questo modello di donna che fa i conti con i compromessi che l’amore per una famiglia richiede. Con “Il Natale della mamma imperfetta” Chiara e le altre mamme imperfette debuttano sul grande schermo con un vero e proprio film interamente dedicato al Natale. QMI, agenzia di pubblicità ed entertainment marketing, è leader nella distribuzione di contenuti alternativi al cinema tra cui: i grandi capolavori cinematografici del passato, concerti, documentari musicali, l’opera lirica e il balletto. Inoltre, l’agenzia è specializzata nell’usare l’intrattenimento per aggiungere valore alle politiche commerciali e di comunicazione dei propri clienti. Ogni anno infatti cura strategie di comunicazione e marketing su misura per più di 150 aziende, creando progetti di entertainment comunication, product placement e ideando eventi ad hoc legati al mondo dell’intrattenimento. QMI inoltre realizza anche grandi iniziative come la sezione Movie del Lucca Comics & Games, giunta ormai alla sua terza edizione, e il grande successo della prima Festa del Cinema, lo scorso maggio. www.unamammaimperfettalcinema.it - www.qmi.it Ufficio stampa QMI: Parole & Dintorni (Ilaria Boccardi – Tatiana Corvaglia) L'ACQUA DI MARCO Anteprima Nazionale Martedì 3 Dicembre 2013 - Cinema Galleria - Bari Mercoledì 4 Dicembre 2013 - Casa dell'Altra Economia - Ex Macello - Roma Testaccio proiezioni dalle ore 15.00 INTERNATIONAL LEVANTE FILM FESTIVAL "L'ACQUA DI MARCO" in concorso Secondo cortometraggio della Trilogia dello Specchio scritto e diretto da Andrea Cramarossa con Roberto De Chirico e Patrizia Labianca con Giulio Bufo, Francesco Casareale, Andrea Cramarossa, Giovanni Dicandia, Danilo Giuva riprese e montaggio Vincenzo Ardito costumi Silvia Cramarossa suono in post produzione Corrado Riccomini maschere Luigia Bressan sottotitoli Inga J Sempel produzione Verderame/TeatrodellebambolE Cosa succede nel corpo e nella mente di una persona quando viene abbandonata? Quale stato profondo viene ad essere alterato? Qualcosa, dentro, comincia a muoversi con modalità sconosciute. Follia? Pazzia? Rabbia? Al di là dei sentimenti, l'amore che ci tiene legati si scioglie in un tormento indecifrabile e indicibile. Visita la pagina Facebook: L'Acqua di Marco www.levantefilmfestival.it |
Deliri progressivi
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