VINICIO CAPOSSELA: Heimat - ll paesaggio del mondo perduto dell’infanzia. Il mito che appartiene a tutti a cura di Silvia Calzolari Dopo il successo del suo ultimo libro e in occasione dei 25 anni di carriera VINICIO CAPOSSELA arriva sul grande schermo con il film “VINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI” nelle sale martedì 19 e mercoledì 20 GENNAIO 2016 Un film prodotto da laeffe in associazione con PMG e LaCupa e distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital.Regia di Stefano Obino.Testi, parole e musica di Vinicio Capossela. Produzione esecutiva: Letizia Celardo. Direttore della fotografia: Aldo Anselmino. Montaggio: Valentina Andreoli. Produttori: Riccardo Chiattelli per laeffe – Gruppo Feltrinelli, Roberto Ruini per PMG – Pulsemedia Group, Luca Bernini per La Cupa. Con il contributo di Medimex. Media partner Radio Deejay, MYMovies e Librerie Feltrinelli. “VINICIO CAPOSSELA – NEL PAESE DEI COPPOLONI” è un viaggio cinematografico – geografico, musicale e fantastico – narrato, cantato e vissuto in prima persona da Vinicio Capossela, in quel territorio giacimento di culture, racconti e canti che hanno ispirato l’ultimo romanzo dell’artista e da cui trae linfa il materiale del suo prossimo disco di inediti. Un mondo che la Storia ha seminterrato, ma che fa sentire l’eco e il suono se gli si presta orecchio ci si dispone al sogno. Diretto da Stefano Obino, si svolge in Alta Irpinia, in “quelle terre dell’osso” in cui “un paese ci dice di tutti i paesi del mondo”, tra trivelle petrolifere e case abbandonate, pale eoliche e vecchie ferrovie, boschi, animali selvatici e paesaggi incontaminati. Sono questi i luoghi in cui l’ispirazione letteraria e musicale di Vinicio Capossela è diventata realtà, restituendo il ritratto di un’Italia forse perduta e dimenticata, ma che ancora oggi vuole raccontare la sua storia e la sua energia: le voci, i volti, i personaggi, le tradizioni popolari, gli sposalizi, le musiche che percorrono le vene dei sentieri della Cupa, le litanie delle mammenonne, le cumversazioni in piazza, le chiacchiere dal barbiere, le passeggiate sui sentieri dei muli, la Natura selvaggia e resistente. Un luogo immaginario che diventa reale, uno spazio fisico che si trasforma in pura immaginazione. Un’occasione unica per seguire il “musicista viandante” Capossela in questo viaggio a doppio filo sul fronte della musica e del racconto in un mondo che affronta ormai da 15 anni, accompagnati da una colonna sonora originale che anticipa cinque brani inediti del suo prossimo lavoro discografico, “Canzoni della Cupa”, la cui uscita è prevista per il 2016, oltre a includere performance live di classici come “Il ballo di San Vito” e “La marcia del camposanto” fino al tributo a Matteo Salvatore, “straordinario cantore dello sfruttamento nel latifondo meridionale”. * * * Il viandante Vinicio Capossela, (stortonome Guarramon - dal torrente Guarramone - soprannome che si è guadagnato come è usanza di queste terre) narra e canta, conducendoci per mano in un’altra dimensione. Un luogo reale, svuotato, corroso dal tempo ed abbandonato, ove tutto si è consumato in meno di un secolo, eppur ricco di memoria, di storie d’appartenenza, di miti senza tempo, di natura viva e ricca di magia. - “Vado cercando musica e musicanti, i canti che seguono rotte antiche e vagano il mondo. Con la falce mieto i racconti vostri, li raccolgo in fascine per bruciarli ove non arde più brace, se mai possano ancora scaldare”. - “AL PADRETERNO LE COSE INUTILI SONO SEMPRE VENUTE BENE” e Vinicio Capossela le osserva, ne restituisce il valore già intrinseco, trascendendo e ridonando identità, preservando luoghi di purezza dell’infanzia. - “CHI SIETE, A CHI APPARTENETE, COSA STATE CERCANDO?”, ripete costantemente il narratore Vinicio. Il “conoscere se stessi passa attraverso gli altri” e il viandante si fa mezzo, mentre i volti ed i personaggi ci restituiscono ricordi e racconti nei quali tutti possiamo immedesimarci e “riconoscerci”. Il cammino lento, pregno di silenzi nell’ascolto di luoghi e persone, diviene suono fra eco di vissuti, canti ed immagini straordinarie, attraverso elementi naturali come fuoco, vento, acqua, luna, tramonti, colline e distese che sanno ancora di grano, uccelli e cani che si muovono con e accanto all’essere umano (tra i personaggi Peppe Matalena - violinista, Armando Testadiuccello, La Banda della Posta, Ciccillo Di Benedetto - storico ristoratore e tenore, Giovanni Sicuranza - barbiere), pur in una comunità assente e ormai smembrata, ove il rintocco della campana scandisce un tempo fermo, muovendo e smuovendo l’invisibile e il sentimento del sacro. Gli elementi artificiali, come la ferrovia e la trebbiatrice acquistano fascino e suggestione non solo perché legati alla Storia, ma per l’effetto immaginifico ed evocativo. - Vinicio Capossela: “La ferrovia Avellino-Rocchetta è stata una delle prime grandi opere dopo l’unità d’Italia (risale al 1890). Costruire linee interne significava restituire il paese al resto del mondo. Un progetto molto importante per cui si sono molto battuti De Santis e Giustino Fortunato. La storia ne decreta questo spostamento di flussi economici, il cambio d’uso. La ferrovia veniva costruita in armonia sino a divenire parte del paesaggio naturale stesso.” - E ancora Vinicio racconta: “Esiste il Paese dei Coppoloni? Da qualche parte ci deve essere (deve esistere a partire dal titolo stesso e visto che abbiamo creato questo film) e in qualche modo ci stiamo andando. Sono nato in Germania e, siccome da piccolo me ne vantavo, allora userò una parola tedesca adatta più a definire la sensazione: Heimat, termine femminile materno. Un sentimento per cui ci si sente a casa, una casa da cui si è separati, perduta. Da spaziale ci si sposta quindi su un piano temporale: Il paesaggio del mondo perduto dell’infanzia. La mia Heimat non è solo la mia infanzia, ma quella del mondo, del mito che appartiene a tutti. Rispetto al tempo siamo tutti emigrati.L’emigrazione avviene in tutti. L’uomo, come tutto, cambia continuamente, migrammo dall’infanzia e continuamente crescendo”. “L’unica possibilità di abitare un luogo è il racconto, stare nello stesso posto è il racconto ed è un giacimento molto grande. Mi piace essere viandante anche della lingua, la mia infanzia è trascorsa con il racconto. Il racconto è il mezzo naturale, scritto o orale, il canto. Matrice locale anche dialettale, la storia che l’ha ordinato non va perduta. Questi canti sono nati non per essere registrati, hanno accompagnato la ritualità. Nell’istante in cui la ritualità cessa rimangono separati dalla realtà che li ha originati, ma restano nello loro forza evocativa. Ho cercato di lavorare su questo patrimonio anche scrivendo canzoni che in qualche modo attingessero a questo giacimento. Le canzoni della Cupa, iniziate dieci anni fa, trovano il primo guaito nella colonna sonora di questo film.” - Stefano Obino, regista del film documentario che ci regala sequenze, scorci e luci di grande suggestione e magia, afferma: “Nel seguire Vinicio, lungo queste valli, questi paesi, questi vicoli anche dentro di me è risuonato un ricordo che può essere legato alle mie terre, a quando ero bambino al fatto che un po’ ovunque l’Italia ha sempre una parte di modernità che si sta sviluppando, ma con grande bagaglio di ricordo e di memoria. Il paese dell’eco risuona di canti.E’ stata una scoperta fantastica. Avevo letto il libro, ma questo è il film ed è altro, è entrare in un percorso reale, ma al contempo molto magico”. “Il copione era Vinicio che ci ha portato dentro queste dimensioni e ha creato un filo che si è sviluppato in evoluzione dal racconto alla musica del nuovo disco, ai personaggi che abbiamo conosciuto. Magicamente si è creata la scena”. “E’ stato utlizzato un archivio di grande memoria visiva sulla costruzione dell’Italia che sarebbe bello recuperare maggiormente.” Inoltre è stato proposto in anteprima lo splendido ed originale video, con la regia di Leich Kowalski, basato sulla canzone “Il Pumminale” (inserita nel nuovo album in uscita “Le storie della Cupa”). “Pumminale significa licantropo (cane mannaro) ed è legato al mito”. E’ una delle creature che rappresentano il lato oscuro dell’essere umano. “Storie del bosco, nel rapporto diretto con la terra madre che comprende gli animali e gli elementi naturali, una manifestazione di unità che è anche divina”. Un viaggio che ci conduce nelle particolari atmosfere notturne alla ricerca del nostro animale totemico, nella ricerca di noi stessi. Silvia Calzolari
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DOPO IL SUCCESSO DEL SUO ULTIMO LIBRO, IL NUOVO ATTESO PROGETTO DI VINICIO CAPOSSELA: VINICIO CAPOSSELA NEL PAESE DEI COPPOLONI - AL CINEMA - In occasione dei 25 anni di carriera, l’artista approda sul grande schermo solo il 19 e il 20 gennaio con un viaggio onirico e imprevedibile alla ricerca di personaggi, canti e siensi perduti Con musiche inedite tratte dal prossimo album “Canzoni della Cupa” Guarda il trailer Capossela esplora i miti e gli istinti che tengono assieme villaggi e nazioni. Non è un caso che si animi come non mai quando parla delle sue origini ancestrali Clive Davis, Times Dopo il successo del suo ultimo libro, Vinicio Capossela arriva al cinema con un’opera originale e inedita che accompagna lo spettatore proprio in quel “paese dei coppoloni” che aveva ammaliato tutti i suoi lettori. Questa produzione cinematografica laeffe, PMG e LaCupa debutterà sul grande schermo con un evento speciale martedì 19 e mercoledì 20 gennaio 2016, distribuito da Nexo Digital (primo elenco delle sale disponibile su http://www.nexodigital.it/1/id_437/Nel-paese-dei-coppoloni.asp). “VINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI” è un viaggio cinematografico - geografico, musicale e fantastico - narrato, cantato e vissuto in prima persona da Vinicio Capossela, in quel territorio giacimento di culture, racconti e canti che hanno ispirato l'ultimo romanzo dell’artista e da cui trae linfa il materiale del suo prossimo disco di inediti. Un mondo che la Storia ha seminterrato, ma che fa sentire l’eco e il suono se gli si presta orecchio e ci si dispone al sogno. Diretto da Stefano Obino, “VINICIO CAPOSSELA - NEL PAESE DEI COPPOLONI” si svolge in Alta Irpinia, in "quelle terre dell’osso” in cui “un paese ci dice di tutti i paesi del mondo”, tra trivelle petrolifere e case abbandonate, pale eoliche e vecchie ferrovie, boschi, animali selvatici e paesaggi incontaminati. Sono questi i luoghi in cui l’ispirazione letteraria e musicale di Vinicio Capossela è diventata realtà, restituendo il ritratto di un’Italia forse perduta e dimenticata, ma che ancora oggi vuole raccontare la sua storia e la sua energia: le voci, i volti, i personaggi, le tradizioni popolari, gli sposalizi, le musiche che percorrono le vene dei sentieri della Cupa, le litanie delle mammenonne, le cumversazioni in piazza, le chiacchiere dal barbiere, le passeggiate sui sentieri dei muli, la Natura selvaggia e resistente. Un luogo immaginario che diventa reale, uno spazio fisico che si trasforma in pura immaginazione. Un’occasione unica per seguire il “musicista viandante” Capossela in questo viaggio a doppio filo sul fronte della musica e del racconto in un mondo che affronta ormai da 15 anni, accompagnati da una colonna sonora originale che anticipa cinque brani inediti del suo prossimo lavoro discografico, “Canzoni della Cupa”, la cui uscita è prevista per il 2016, oltre a includere performance live di classici come “Il ballo di San Vito” e “La marcia del camposanto” fino al tributo a Matteo Salvatore, “straordinario cantore dello sfruttamento nel latifondo meridionale”. Nel paese dei coppoloni è prodotto da laeffe, PMG e LaCupa e distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it. Regia di Stefano Obino. Testi, parole e musica di Vinicio Capossela. Produttori: Riccardo Chiattelli per laeffe – Gruppo Feltrinelli, Roberto Ruini per PMG – Pulsemedia Group, Luca Bernini per La Cupa. #VinicioCapossela #NelPaeseDeiCoppoloni Per info: Ufficio Stampa Film: Parole & Dintorni, Ilaria Boccardi, Ufficio Stampa laeffe: Daniela Basso, Mongini Comunicazione - Simona Bastioni, Ufficio Stampa La Cùpa: Giulia di Giovanni Ufficio Stampa Nexo Digital: Luana Solla |
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