“Io nella mia vita non ho buttato via nulla”, diceva.
"Anche le cose brutte sono state raccolte" ripeteva.
E lei stessa, mi faceva notare tutti i miei difetti, come forma d’amore,
fortificandomi,
trasformando le imperfezioni in cose bellissime.
Intervista al Maestro Giovanni Nuti a cura di Annamaria Pecoraro

Le persone con una certa sensibilità si attraggono. “Maestro” mi chiamava Alda Merini. Lei diceva che le mie musiche sono molto vicine al “divino” e questo mi dà molta gioia. Il nostro incontro lei diceva era destinato. "L’amore è qualcosa che capita e arriva".
L’amore per la poesia è nato presto. Andavo alle medie e imparavo a memoria le poesie del Pascoli che amavo molto e le musicavo. La sensibilità è un percorso attraverso la malinconia, ma solo con la gioia poi si realizza tutto.
Alda Merini, ha fatto la sua esperienza del dolore trasformandola in gioia. “Io nella mia vita non ho buttato via nulla”, diceva. "Anche le cose brutte sono state raccolte" ripeteva.
E lei stessa, mi faceva notare tutti i miei difetti, come forma d’amore, fortificandomi, trasformando le imperfezioni in cose bellissime.
2) “… Mentre rubavo la vita…!” è uno spettacolo composto da diciotto canzoni. La parte musicale è arricchita dalla drammaturgia di Monica Guerritore e dalle proiezioni video di Lucilla Mininno e Mimma Nocelli, che cura anche la regia. Nato da un’idea di Rossella Martini, è prodotto da Sagapò Music e TieffeTeatro. Ce ne parli.
Il destino mi ha unito con Monica Guerritore. È una grandissima interprete. È un dono poter stare sul palcoscenico con lei. La Guerritore riesce a esprimere il suo mondo interiore così ricco di emozioni.
È un onore che lei abbia iniziato a cantare con le mie canzoni. Ha un timbro che entusiasma.
Il titolo dello spettacolo “… Mentre rubavo la vita…!” nasce da una poesia che ho musicato “IO COME VOI” che riguarda il manicomio (cantando):
IO COME VOI
Io come voi sono stata sorpreso
mentre rubavo la vita,
buttato fuori dal mio desiderio d’amore.
Io come voi non sono stato ascoltato
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.
Io come voi ho pianto,
ho riso e ho sperato.
Io come voi mi sono sentito togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.
Io come voi ho soccorso il nemico,
ho avuto fede nei miei poveri panni
e ho domandato che cosa sia il Signore,
poi dall’idea della sua esistenza
ho tratto forza per sentire il martirio
volarmi intorno come colomba viva.
Io come voi ho consumato l’amore da solo
lontano persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi sono tornato alla scienza
del dolore dell’uomo, che è la scienza mia.
Da “Ballate non pagate”, © 1995 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
3) Si sente più Poeta o musicista?
Io nasco come cantante, è la mia vocazione. Ci sono cose che vengono naturali, è un’esigenza del cuore. Le cose le scrivo, ma nel momento in cui sono sul palcoscenico le emozioni si amplificano.
4) Il messaggio che vorrebbe mandare con la sua musica quale è?
Tutti dicono che è un momento brutto, l’uomo non ha mai avuto molto amore per gli altri, (poi per fortuna è arrivato Gesù con il suo messaggio d’amore, anche se non è stato molto ascoltato). Io però credo che questo sia un momento di trasformazione. Un momento di luce si sta facendo avanti e sta come tirando fuori la polvere.
C’è un’energia che muove tutto e tra queste cose c’è la poesia. Io, ho la fortuna di cantare e musicare quella di Alda Merini che, come diceva Ennio Morricone, è il “Dante Alighieri dei nostri tempi”.
All’inizio, quando io l’ho conosciuta, non era così famosa, e io ero inconsapevole di musicare il più grande poeta dei nostri tempi (mi sarei bloccato), invece nell'incosapevolezza è stato più tutto facile.
So di aver fatto con lei cose straordinarie e di averle dato gioia.
o la sento sempre: “Ricorda che tu sei stato la mia musica”, queste sono state le sue ultime parole. Questa è per me una grande eredità che porto nei concerti e che emoziona. C’è infatti tanto di lei: ironia, gioia, pianto, e la gente vive e prova emozioni durante lo spettacolo e ne ha bisogno. Troppo il bombardamento dei media (spesso sono notizie catastrofiche), invece l’arte, dà un messaggio spirituale che è importante soprattutto per i giovani. Tanti ragazzi mi scrivono, avvicinati dalla poesia, dalla musica da questo connubio. Alda (da donna intelligente) diceva che con questo “matrimonio artistico” tra musica-poesia, l’avvicinamento arriva prima, e aveva ragione.
5) Domanda marzulliana: E' più facile essere folli in mondo di folli o in uno di sani ma ciechi?
Bella domanda. Posso dire che Alda Merini è stata in manicomio per svariati anni, e diceva che "i matti sono fuori non dentro". La follia va vissuta come colore, come diversità, di intese emozioni, che non possono essere contenute in un corpo umano poichè possono mandare in crisi ed è faticoso.
Alda diceva: "gestire le emozioni diventa un dono e una frusta". Nel corpo si hanno dei limiti, e un dono così grande, una voce poetica che esplode dentro per uscire con forza, non è facile da contenere.
Magari le persone si rendessero conto di essere folli, poiché sono vive. Ma ognuno di noi sta facendo un percorso, e da ricordare che non siamo macchine. Basta una piccolezza per far scattare il risveglio del cuore e dell’anima. Ragionare con la propria testa è molto faticoso, è più conveniente seguire il gregge, poiché lo fanno tutti.
Qui siamo turisti, qui è il Paradiso, ed è fondamentale fare delle esperienze.Lo stesso corpo serve per crescere e anche lo stato “dormiente” è necessario per capire e agire. Si deve passare attraverso le emozioni. Questo è il vero scopo.
6) C'è un poeta contemporaneo con cui vorrebbe intraprendere un percorso di collaborazione?
In tutta sincerità no, ma non lo escludo in un futuro perché c’è stato un inizio. Prima che Alda Merini se ne andasse mi fece conoscere una persona di cui mi parlava sempre: Lietta Manganelli, figlia di Giorgio Manganelli, un poeta e scrittore che è stato uno dei primi amori di Alda e che l’ha stimolata nella scrittura. La figlia mi chiese di musicare delle poesie del padre e lì ne ho musicate due, quindi ci può essere un seguito. Ma il poeta per eccellenza resta Alda. Lei iceva: “Il poeta per essere musicato, deve essere vissuto quotidianamente”. E io con lei ho avuto questa possibilità per ben 16 anni.
7) Progetti?
Ho un’eredità di inediti di Alda Merini che ho già musicato faranno parte di un album. Continua il nostro sodalizio Nuti-Merini, poiché anche se lei non c’è, continua a essere la mia più grande musa ispiratrice.
Dulcinea Annamaria Pecoraro