Mi sono accorta di non aver amato abbastanza Alda Merini, ma ora sì Intervista a cura di Silvia Calzolari NON VEDEVO LE SBARRE, MA VEDEVO LE ROSE - Alda Merini
CASA MUSEO ALDA MERINI associazione "La casa delle artiste" - Via Magolfa, 32 - Milano Al primo piano della "Casa Museo Alda Merini", il 30 ottobre 2014 alle ore 16, si è svolto l'incontro con il musicista e cantautore Giovanni Nuti e la poliedrica Monica Guerritore in scena al Teatro Menotti con "…MENTRE RUBAVO LA VITA…!" 1) "Come è nata la vostra collaborazione? GIOVANNI NUTI: "Questa collaborazione è nata perché stavo cercando, per le canzoni che ho scritto con Alda Merini, un'artista che avesse questa energia, questa carica che trasferisse le emozioni di Alda Merini. Un'amica mi ha indicato Monica Guerritore e sono andato a vedere il suo musical (End of the Rainbow che rende omaggio a Judy Garland) e sono stato folgorato, sentendola cantare, dal suo timbro vocale dai mille colori. Le ho fatto ascoltare delle canzoni, Monica se ne è innamorata e da qui è nato tutto". "Un'Interprete Monica, che usa la voce anche con il canto, è nata cantante secondo me". 2) Come si struttura lo spettacolo? MONICA GUERRITORE: "Lo spettacolo mette insieme la potenza della suggestione in tutte le sue forme. Quindi molti effetti di luci, un grande parco luci, video non didascalici, ma che raccontano artisticamente tutti i temi che portiamo con le canzoni. Tutto concorre, insieme alle luci, alla musica, ai testi, ai musicisti in scena e alla forza che si sprigiona insieme al pubblico, a far diventare questa ora e venti un'esperienza. Da questa esperienza, che non ha interruzioni, esci fuori come da un frullatore e questo frullatore è Alda Merini. Alllora forse dici ho compreso qualcosa, ho capito forse qualcosa di questa bomba atomica di emozioni e di sentimenti. Questa è Alda Merini". Durante la presentazione-conferenza stampa siamo stati deliziati da racconti, riflessioni e aneddoti che Giovanni Nuti (16 anni di collaborazione e affetto vissuto con Alda Merini) e Monica Guerritore ci hanno donato con intensità e ironia, nell'evidente desiderio di comunicarci l'autentico essere che era (ed è) Alda Merini. MONICA GUERRITORE: "Alda Merini non è una donna dell'ottocento. E' una donna molto forte. Su questa immagine ho ascoltato delle canzoni che Giovanni ha musicato: corpo ludibrio grigio / con le tue scarlatte voglie / fino a quando mi imprigionerai? (Corpo ludibrio grigio - poesia di Alda Merini) e lì parte il pezzo Anima. Lei è dentro anima e fuori ha questo corpo che la ingabbia, ma che è un corpo che lei ama, con le tue scarlatte voglie, le voglie rosse: rosso come il rossetto, come lo smalto delle unghie. Questo dà subito un connotato preciso. Interpretando con Giovanni la parte femminile ho pensato a vari abiti, che sono stati fondamentali, hanno tolto dallo spettacolo il concetto della rappresentazione solo di parole, hanno dato situazione. Un abito di paillettes color salmone con la schiena nuda, sembra paradossale, ma è Merini. Le collane, che portava anche mia madre, e che si rifanno alla polvere dorata sulle ali delle farfalle, sono Merini, vanno messe. Ad un primo esame si direbbe fai poesie della Merini e metti le collane? Sì perché è lei che deve tornare in scena con i suoi enormi segnali. E' lei che può abbagliarci. Questo anche per quanto riguarda la pelliccia o piuttosto lo smoking con il cilindro dorato. Ho amato questo cilindro da subito ed è stata la mia idea. Quando siamo arrivati a Napoli per il primo concerto in questa meravigliosa avventura, ci siamo impossessati dei nostri camerini. Nella desolazione di un camerino vuoto troneggiava nel buio, su un tavolino, un cappello a cilindro di paillettes d'oro, che vedete anche nello spettacolo, e che è diventato il cilindro dell'ape furibonda". GIOVANNI NUTI: "L'ha mandato Alda. Il segno di Alda". MONICA GUERRITORE: "Quel cilindro è il cappello dell'ape furibonda. Quindi Giovanni nello spettacolo rimane sempre bello con il suo smoking luminoso e io cambio cinque o sei abiti dai più sensuali ai più divertenti." "Attraverso Alda raccontiamo aspetti del femminile a cui lei ha dato parole, voce e colore". GIOVANNI NUTI: "Soprattutto colore. Alda era di segnali forti, oggetti, abiti, quante volte mi stimolava, mettiti questo cappello. Un giorno mi regalò un anello una farfalla enorme, dove vado le chiesi? Bisogna ostentare bisogna colpire, bisogna attirare l'attenzione, affermava Alda". MONICA GUERRITORE: "Il continuo cambiare di abiti è stato naturale. Un essere così multiforme non si riesce a vedere solo in un'immagine, ha bisogno continuamente di avere possibilità di cambiare, come se debordasse". "La carta e la precisione linguistica, per un essere come lei, era limite. La carta per Alda Merini non poteva più bastare, non può bastare. La carta è diventata niente. I muri, la vita stessa sono diventati la sua carta, scrivendo il mondo con la sua arte universale. Uscire da tutte le forme, raccontare in ogni modo il femminile, questo è quello che lei ha fatto". GIOVANNI NUTI: "Troppo limitante la carta per Alda. Questo corpo che diventa prigione, però un corpo amatissimo. Alda è contraddizione, ossimoro, da una parte amore carnale e dall'altra parte la spiritualità, dio, ma non c'è separazione. Il fatto stesso di cambiare gli abiti era come cambiare corpo perché si annoiava. La bigiotteria, affermava, sono delle cianfrusaglie, ma sapessi come le cose così piccole mi rendano felice, perché brillano. E scriveva la sua vita poetica sull'universo." "Dai nuova vita ai miei versi con la musica, mi diceva. E questo è fantastico". MONICA GUERRITORE: "Nello spettacolo ritorna lei, lì ritorna e finalmente la poesia si toglie dalla carta, quel limite per una figura così violenta e così appassionata come quella della Merini. Poi subito dopo, quell'incredibile malinconia di quell'amore che non si riesce a raggiungere: Prima di venire portami tre rose rosse / prima di andare via smettila di salutarmi". GIOVANNI NUTI: "Il senso dell'abbandono e del distacco, che è di tutti, Alda lo sentiva in modo particolare. Si affezionava ad ogni cosa anche alle cose sgradite. La sua generosità era grandissima. Camminavamo insieme per strada, passavano persone in difficoltà e lei teneva i soldi nel reggiseno per donarli. Come mi escono poi rientrano, affermava". 3) "L'inquietudine esistenziale, quella follia incandescente, quanto vi rispecchiate nel percorso di Alda Merini, non solo artisticamente. Quale aspetto più vi corrisponde? MONICA GUERRITORE: "L'inquietudine ha a che fare in qualche modo con un senso di incompiutezza. Alda Merini non soffre di inquietudine esistenziale. Un moto continuo che cerca di trovare spazio. Lei era oltre la forma. Anzi la sua grande forza è stata quella di non interessarsi al contesto. Questo è stato interpretato come folle, ma non se ne è fatta carico, ha dato voce a tutto quello che aveva come possibilità. Multiforme ingegno che in lei è assoluto. Questa ricchezza che va oltre ogni genere e ogni contesto fisico". GIOVANNI NUTI: "L'inquietudine ci può essere stata nella sua vita, in certi momenti della sua vita, ma in questa sofferenza, affermava Alda: - tu non sai quanto io diventi grande come una montagna - quindi trasfigurazione del dolore". 4) "Immergersi nell'anima e vedere l'universo", il centro del suo essere. Quindi questo vostro percorso che segue la poetica di Alda Merini, è un percorso in teoria infinito? MONICA GUERRITORE: "Sì. Sicuramente c'è una prima lettura. Andiamo liberi a fluire e fruire di queste pienezze evocative, dolorose sensuali, folli, tristi, ironiche e scandalose. Poi noi ad occhi chiusi, come se noi fossimo investiti da tutte queste qualità senza quasi forma, che arrivano dal palcoscenico attraverso la musica di Giovanni, le luci, i video… arriviamo alla fascinazione". 5) Una meravigliosa libertà? GIOVANNI NUTI: "Sì. Ogni serata non è mai uguale. Ieri sera, a nervi scoperti mi sono commosso. Quello che succede sul palco è una magia sempre diversa. Emozioni, come negli incontri con Alda, sono commozione e poi sorriso. Non si stava mai fermi nelle emozioni." 6) Quindi è il teatro il luogo per portare avanti questo tipo di coerenza o meglio, secondo voi, è il modo ottimale o il possibile ottimale? "Non so se è l'ottimale. Per restituire in morte la vita che sostiene la sua opera ci vuole una potente suggestione, allora qualunque mezzo si possa usare per suggestionare il pubblico va bene. Noi l'abbiamo suggestionato. Non abbiamo fatto uno spettacolo di teatro come la gente lo intende….un luogo fisico. La gente è bombardata emozionalmente e quindi potrebbe anche essere una piazza una mostra di pittura attraverso degli schizzi alla Schonberg. Un forte impatto vitale delle cellule celebrali. Come imprinting sui neuroni." La figlia di Alda Merini, Barbara, ha posto un interessante quesito: 7) Milano sembra non rispondere pienamente rispetto alle aspettative, che messaggio dareste alla città di Milano per incentivare? MONICA GUERRITORE: "Tornare, tornare tornare far crescere perché Milano può essere una città distratta, ma non è un problema Merini. Non c'è da parte delle istituzioni un sostegno evidente, non c'è stato ed è una sciatteria. Comprendiamo la fatica in questo momento del pubblico. Il teatro ha un costo elevato ed in questo momento è un problema vero. Inoltre esiste il fatto nella gente di non avere la sensazione di qualcosa di imperdibile. Il teatro in questo momento ha questa cifra è qualcosa in qualche modo di antistorico. Bisognerebbe cominciare ad immaginare altro, fare due spettacoli e a costi inferiori. La gente fa fatica". "Noi andiamo avanti andiamo avanti sino a quando questo spettacolo sarà irrinunciabile". 8) Tempo fa vidi un video, nel periodo in cui lei collaborava e componeva con Alda Merini lavorando nella casa sui Navigli, in cui mi colpì un dettaglio, ove Alda Merini spegneva la sigaretta in casa sul pavimento. Personalmente trovo bellissimo il suo meraviglioso disordine …in quell'andare oltre liberamente in ogni cosa. GIOVANNI NUTI: "Lei andava oltre, lei è oltre. Lei vedeva la bellezza dappertutto". MONICA GUERRITORE: "Sì lei era proprio questo. Non vedevo le sbarre ma vedevo le rose". 9) Avete altre date in programma? MONICA GUERRITORE: "Abbiamo Rimini, poi date in preparazione per un tour primavera-estate" GIOVANNI NUTI: "Proseguirà in Italia e anche all'estero" Disponibili e comunicativi, ho potuto poi incontrarli nuovamente in camerino dopo lo spettacolo…certo stordita e ammaliata…appunto bombardata, in quella gioia-dolore dell'incanto. Al centro è stata l'anima di Alda Merini, oltre ogni già detto e oltre ogni già scritto su di lei. Mi sono accorta di non aver amato abbastanza Alda Merini, ma ora sì… Silvia Calzolari
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"…MENTRE RUBAVO LA VITA…!" Il cilindro dorato di paillettes…un segno…della piccola ape furibonda È immediato l'impatto emozionale nella crescente potenza dI suggestione dello spettacolo di Giovanni Nuti e Monica Guerritore, accompagnati da una strepitosa band composta da sei elementi: Stefano Cisotto (direzione musicale e tastiere), Massimo Ciaccio (basso), Daniele Ferretti (pianoforte), Massimo Germini (chitarra), Sergio Pescara (batteria) e Simone Rossetti Bazzano (violino). Le poesie di Alda Merini, musicate e cantate dalla grande voce di Giovanni Nuti (che per 16 anni ha avuto un rapporto strettissimo e profondo con la poetessa) e il canto femminile unico ed intenso di Monica Guerritore ci donano generosamente l'anima della poetessa dei Navigli, in un percorso che esplode il suo senso libero. Nuti-Guerritore fluiscono, divengono, riportando alla vita l'energia Merini, in quella sua espressione non contenuta di una ricchezza illimitata, nel messaggio preciso di gioia nella trasfigurazione del dolore e nel suo essere oltre. “Voglio essere ricordata come la poetessa della gioia perché la mia vita l’ho vissuta tutta, anche il suo inferno” (Alda Merini). Vibrante musica, canto, colori, luci, video (di Lucilla Mininno e Mimma Nocelli che cura anche la regia) - performing art, concorrono e confluiscono in sinergie perfette che avvolgono e trasportano nella magia, toccando e sconvolgendo la nostra percezione sensoriale cerebrale ed interiore. Proiezioni di donne che volano, ofelie e piogge di petali, immagini forti, surreali e sognanti che "bombardano" lo spettatore amplificano e suscitando un'alternanza di pianto e sorriso. Sul palco e scendendo dal palco interagendo con il pubblico, il carisma Nuti-Guerritore ci avvolge in una danza d'ascolto fluttuante, visiva e non-visiva, nei colori multiformi dell'anima. Quel multiforme della Merini, nei suoi ossimori, che va oltre il corpo che la ingabbia, ma che al contempo ama fortemente sino a quell' "immergersi nell'anima e vedere l'universo" - "Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo". Da "A me piacciono gli anfratti bui / delle osterie dormienti" in "Le osterie", ove chiara e autentica si mostra la personalità generosa e profondamente umana della Merini, a canzoni commoventi come "L'albatros", "Il violinista piange", alla rossa e travolgente passione nel vibratile "Il pelo della mia anima è così bianco e così delicato che persino un coniglio trema" in "Il bacio" sino all'ironia più "pungente" e giocosa in "La zanzara". La musica di Giovanni Nuti ci cattura, in quell'attrazione inesorabile di note e voce, attraverso una capacità sensibile e ampia di arrivare intensamente nel profondo, emoziona, turba, commuove e/o nel ritmo incalzante spinge alla danza e alla leggerezza. Monica Guerritore in-canta, ineguagliabile (nessuna avrebbe potuto rendere meglio quella personalità "violenta, sensuale e spirituale" attraverso voce e gesto), nella meraviglia di cambio d'abiti che esprimono il gioco dell'indossare-stupire e divertendosi tanto amato dalla Merini. Ecco quindi che dalla penombra a passi lenti e nel gesto Monica Guerritore ci appare in tutta la sua femminilità e fascino, con abiti sensuali e divertenti, con un cappello a cilindro di paillettes d'oro (trovato per caso e troneggiante nel buio di un camerino a Napoli come ci ha raccontato la Guerritore stessa. Un meraviglioso segno inviato da Alda Merini?) e ancora un vestito rosso con un velo bianco da sposa ricamato con rose fanées. Suggestione nella suggestione. Lo spettacolo si conclude con l'avvolgente canzone "Quelle come me" che Monica Guerritore interpreta con voce calda e comunicativa. -"Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive" (Alda Merini). Se Alda Merini affermò che aveva un angelo nella sua esistenza, Nuti-Guerritore si fanno i suoi angeli con le loro essenze artistico/spirituali e in una performance irrinunciabile aggiungono immortalità alla già immortalità di Alda Merini. Uno spettacolo irrinunciabile che avrà altre date, in preparazione il tour primavera-estate sia in Italia che all’estero. Silvia Calzolari MONICA GUERRITORE e GIOVANNI NUTI “…MENTRE RUBAVO LA VITA…!” In scena la passione incandescente di Alda Merini Dal 24 ottobre al 2 novembre in scena al TEATRO MENOTTI di MILANO DOMANI È L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALDA MERINI Continua lo spettacolo musicale “Mentre rubavo la vita!” con MONICA GUERRITORE e GIOVANNI NUTI, attualmente in scena al Teatro Menotti fino al 2 novembre e successivamente al Teatro Politeama di Genova e al Teatro Novelli di Rimini. A cinque anni dalla morte della poetessa dei Navigli Alda Merini, avvenuta il 1 novembre 2009, lo spettacolo musicale celebra la sua passione incandescente, rievocandone anima e corpo. In occasione dell’anniversario della morte di Alda Merini, che ricorre domani, Giovanni Nuti e Monica Guerritore sono stati in questa settimana ospiti della Casa delle Arti - Spazio Alda Merini, il museo dedicato alla poetessa milanese che ha recentemente riaperto sotto la guida dall’Associazione La Casa delle Artiste. In “… Mentre rubavo la vita…!” l’attrice Monica Guerritore, nell’inedita veste di cantante, e il cantautore e musicista Giovanni Nuti rappresenteranno sul palco tra musica e teatro la vitalità della poetessa Alda Merini con la quale Giovanni Nuti ha collaborato per sedici anni. È disponibile in digital download e sulle principali piattaforme streaming “Quelle come me”, l’emozionante canzone, scritta dallo stesso Giovanni Nuti per il duetto con Monica Guerritore, che chiude lo spettacolo. MONICA GUERRITORE e GIOVANNI NUTI sono accompagnati nel tour da una band di sei elementi composta da Stefano Cisotto, (direzione musicale e tastiere), Massimo Ciaccio (basso), Daniele Ferretti (pianoforte), Massimo Germini (chitarra), Sergio Pescara (batteria) e Simone Rossetti Bazzaro (violino) per uno spettacolo emozionante e coinvolgente. Queste le prossime date confermate: dal 24 ottobre al 2 novembre a Milano al Teatro Menotti; il 4 novembre a Genova al Teatro Politeama; il 9 novembre a Rimini al Teatro Novelli. “… Mentre rubavo la vita…!” è uno spettacolo composto da canzoni con testi di Alda Merini musicati da Giovanni Nuti. La parte musicale è arricchita dalla drammaturgia di Monica Guerritore e dalle proiezioni video di Lucilla Mininno e Mimma Nocelli, che cura anche la regia. Nato da un’idea di Rossella Martini, è prodotto da Sagapò Music e TieffeTeatro. MONICA GUERRITORE nata a Roma da genitori di origini napoletane e calabresi, esordisce nel 1974, a soli sedici anni, sotto la regia di Giorgio Strehler che la sceglie per interpretare Ania ne Il giardino dei ciliegi. Dal teatro approda ben presto al cinema, dove si distingue per alcune scelte molto coraggiose, e successivamente alla fiction televisiva. Ma è nel teatro che Monica Guerritore trova la sua via, anche come interprete-regista, drammaturga di spettacoli di grandissimo successo come Giovanna d’Arco, Dall’Inferno all’Infinito, Mi chiedete di parlare su Oriana Fallaci e il musical End of the Rainbow di Peter Quilter in cui interpretava la grande Judy Garland. Nel 2010 è uscita la sua autobiografia La forza del cuore. Presidente della Giuria dei Letterati del Premio Campiello è stata insignita nel 2011 da Giorgio Napolitano dell'onorificenza di Commendatore della Repubblica per meriti artistici e culturali. GIOVANNI NUTI è un musicista e cantante toscano, di Viareggio, ma milanese di adozione. Ha all’attivo otto album e ha collaborato con Enrico Ruggeri, Roberto Vecchioni, Lucio Dalla, Mango, Enzo Avitabile, Milva, Dario Gay, Marco Ferradini e Simone Cristicchi. Nel 1993 incontra Alda Merini e dalla loro collaborazione durata sedici anni – che Merini definiva «matrimonio artistico» – sono nati numerosi spettacoli che li vedono protagonisti insieme sul palcoscenico e quattro cd: Milva canta Merini (2004), ritorno discografico della “Rossa”, di cui Giovanni Nuti firma tutte le musiche; Poema della croce, una moderna opera sacra rappresentata anche nel Duomo di Milano e definita da Sua Eminenza card. Gianfranco Ravasi «opera di finissima e intensa esegesi musicale» della «grande poesia di Alda Merini»; Rasoi di seta, con ventuno liriche della poetessa milanese musicate dal cantautore, tra cui Poeti, duetto con Simone Cristicchi; Una piccola ape furibonda, con otto testi inediti di Merini, pubblicato il 21 giugno 2010. Nel 2012 esce Una pequeña abeja enfurecida in cui Giovanni Nuti canta Alda Merini in spagnolo con la partecipazione straordinaria di Lucia Bosé che ha curato le versioni in castigliano di tutte le poesie-canzoni. www.mentrerubavolavita.it Ufficio Stampa: Parole & Dintorni (Marta Falcon) “Io nella mia vita non ho buttato via nulla”, diceva. 1) Come nasce l'amore per la Poesia Maestro Nuti? Le persone con una certa sensibilità si attraggono. “Maestro” mi chiamava Alda Merini. Lei diceva che le mie musiche sono molto vicine al “divino” e questo mi dà molta gioia. Il nostro incontro lei diceva era destinato. "L’amore è qualcosa che capita e arriva". L’amore per la poesia è nato presto. Andavo alle medie e imparavo a memoria le poesie del Pascoli che amavo molto e le musicavo. La sensibilità è un percorso attraverso la malinconia, ma solo con la gioia poi si realizza tutto. Alda Merini, ha fatto la sua esperienza del dolore trasformandola in gioia. “Io nella mia vita non ho buttato via nulla”, diceva. "Anche le cose brutte sono state raccolte" ripeteva. E lei stessa, mi faceva notare tutti i miei difetti, come forma d’amore, fortificandomi, trasformando le imperfezioni in cose bellissime. 2) “… Mentre rubavo la vita…!” è uno spettacolo composto da diciotto canzoni. La parte musicale è arricchita dalla drammaturgia di Monica Guerritore e dalle proiezioni video di Lucilla Mininno e Mimma Nocelli, che cura anche la regia. Nato da un’idea di Rossella Martini, è prodotto da Sagapò Music e TieffeTeatro. Ce ne parli. Il destino mi ha unito con Monica Guerritore. È una grandissima interprete. È un dono poter stare sul palcoscenico con lei. La Guerritore riesce a esprimere il suo mondo interiore così ricco di emozioni. È un onore che lei abbia iniziato a cantare con le mie canzoni. Ha un timbro che entusiasma. Il titolo dello spettacolo “… Mentre rubavo la vita…!” nasce da una poesia che ho musicato “IO COME VOI” che riguarda il manicomio (cantando): IO COME VOI Io come voi sono stata sorpreso mentre rubavo la vita, buttato fuori dal mio desiderio d’amore. Io come voi non sono stato ascoltato e ho visto le sbarre del silenzio crescermi intorno e strapparmi i capelli. Io come voi ho pianto, ho riso e ho sperato. Io come voi mi sono sentito togliere i vestiti di dosso e quando mi hanno dato in mano la mia vergogna ho mangiato vergogna ogni giorno. Io come voi ho soccorso il nemico, ho avuto fede nei miei poveri panni e ho domandato che cosa sia il Signore, poi dall’idea della sua esistenza ho tratto forza per sentire il martirio volarmi intorno come colomba viva. Io come voi ho consumato l’amore da solo lontano persino dal Cristo risorto. Ma io come voi sono tornato alla scienza del dolore dell’uomo, che è la scienza mia. Da “Ballate non pagate”, © 1995 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino 3) Si sente più Poeta o musicista? Io nasco come cantante, è la mia vocazione. Ci sono cose che vengono naturali, è un’esigenza del cuore. Le cose le scrivo, ma nel momento in cui sono sul palcoscenico le emozioni si amplificano. 4) Il messaggio che vorrebbe mandare con la sua musica quale è? Tutti dicono che è un momento brutto, l’uomo non ha mai avuto molto amore per gli altri, (poi per fortuna è arrivato Gesù con il suo messaggio d’amore, anche se non è stato molto ascoltato). Io però credo che questo sia un momento di trasformazione. Un momento di luce si sta facendo avanti e sta come tirando fuori la polvere. C’è un’energia che muove tutto e tra queste cose c’è la poesia. Io, ho la fortuna di cantare e musicare quella di Alda Merini che, come diceva Ennio Morricone, è il “Dante Alighieri dei nostri tempi”. All’inizio, quando io l’ho conosciuta, non era così famosa, e io ero inconsapevole di musicare il più grande poeta dei nostri tempi (mi sarei bloccato), invece nell'incosapevolezza è stato più tutto facile. So di aver fatto con lei cose straordinarie e di averle dato gioia. o la sento sempre: “Ricorda che tu sei stato la mia musica”, queste sono state le sue ultime parole. Questa è per me una grande eredità che porto nei concerti e che emoziona. C’è infatti tanto di lei: ironia, gioia, pianto, e la gente vive e prova emozioni durante lo spettacolo e ne ha bisogno. Troppo il bombardamento dei media (spesso sono notizie catastrofiche), invece l’arte, dà un messaggio spirituale che è importante soprattutto per i giovani. Tanti ragazzi mi scrivono, avvicinati dalla poesia, dalla musica da questo connubio. Alda (da donna intelligente) diceva che con questo “matrimonio artistico” tra musica-poesia, l’avvicinamento arriva prima, e aveva ragione. 5) Domanda marzulliana: E' più facile essere folli in mondo di folli o in uno di sani ma ciechi? Bella domanda. Posso dire che Alda Merini è stata in manicomio per svariati anni, e diceva che "i matti sono fuori non dentro". La follia va vissuta come colore, come diversità, di intese emozioni, che non possono essere contenute in un corpo umano poichè possono mandare in crisi ed è faticoso. Alda diceva: "gestire le emozioni diventa un dono e una frusta". Nel corpo si hanno dei limiti, e un dono così grande, una voce poetica che esplode dentro per uscire con forza, non è facile da contenere. Magari le persone si rendessero conto di essere folli, poiché sono vive. Ma ognuno di noi sta facendo un percorso, e da ricordare che non siamo macchine. Basta una piccolezza per far scattare il risveglio del cuore e dell’anima. Ragionare con la propria testa è molto faticoso, è più conveniente seguire il gregge, poiché lo fanno tutti. Qui siamo turisti, qui è il Paradiso, ed è fondamentale fare delle esperienze.Lo stesso corpo serve per crescere e anche lo stato “dormiente” è necessario per capire e agire. Si deve passare attraverso le emozioni. Questo è il vero scopo. 6) C'è un poeta contemporaneo con cui vorrebbe intraprendere un percorso di collaborazione? In tutta sincerità no, ma non lo escludo in un futuro perché c’è stato un inizio. Prima che Alda Merini se ne andasse mi fece conoscere una persona di cui mi parlava sempre: Lietta Manganelli, figlia di Giorgio Manganelli, un poeta e scrittore che è stato uno dei primi amori di Alda e che l’ha stimolata nella scrittura. La figlia mi chiese di musicare delle poesie del padre e lì ne ho musicate due, quindi ci può essere un seguito. Ma il poeta per eccellenza resta Alda. Lei iceva: “Il poeta per essere musicato, deve essere vissuto quotidianamente”. E io con lei ho avuto questa possibilità per ben 16 anni. 7) Progetti? Ho un’eredità di inediti di Alda Merini che ho già musicato faranno parte di un album. Continua il nostro sodalizio Nuti-Merini, poiché anche se lei non c’è, continua a essere la mia più grande musa ispiratrice. Dulcinea Annamaria Pecoraro |
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