
Ex carcere delle Murate - Le Murate Progetti Arte Contemporanea - Firenze
DAL PROFONDO DEL MIO CUORE
da DE PROFUNDIS
di Oscar Wilde
adattamento, scene e regia Dimitri Milopulos
musiche originali Marco Baraldi
con Lorenzo Terenzi
aiuto regia Laura Agostini
responsabile tecnico Amedeo Borelli
organizzazione Franca Sisti
amministrazione Rugiada Cogotti
ufficio stampa Bruno Casini
Sono passati 120 anni dall’ infausto periodo in cui, le mura del carcere di Reading, hanno tenuto imprigionato uno dei geni assoluti della letteratura moderna: Oscar Wilde.
Umiliato pubblicamente, distrutto psicologicamente e socialmente, allontanato dalla società ed infine imprigionato. Tutto questo per l’amore verso un altro uomo, deplorevolmente chiamato “sodomia”. Si può castigare la carne di un uomo ma non lo spirito; Wilde nella sua cella scrive uno dei grandi capolavori della letteratura contemporanea in forma di lettera, un’apologia all’amore che tutto innalza e tutto distrugge: De profundis.
Da queste pagine di letteratura e di umanità viene ispirato Dal profondo del mio cuore. L’idea è quella di entrare a spiare in punta di piedi l’intimità di un uomo, nel momento della più grande delle sofferenze, quella dell’ amore “che non riesce a pronunciare il suo nome”, e della sconfitta nell’ assordante isolamento della sua cella.
Oggi come allora viviamo in una società che etichetta, che giudica che si professa "moderna" e libera ma che ancora libera non lo è per niente. Siamo tutti imprigionati all'interno di gabbie mentali di diversità, di paura, di pregiudizio. Siamo vittime di amori "sbagliati" che ci risucchiano l'anima, ci annullano, ci portano all'autodistruzione.
Eppure ogni uomo uccide la cosa che ama
che tutti lo sappiano
Alcuni lo fanno con uno sguardo amaro,
altri con una parola lusinghiera,
Il vigliacco lo fa con un bacio,
Chi ha coraggio con la spada!
Alcuni uccidono il loro amore da giovani,
e altri da vecchi;
Alcuni strangolano con le mani di Lussuria,
Altri con le mani dell’Oro:
I più gentili usano un coltello, perché
i morti così in fretta si freddano.
Alcuni amano troppo poco, altri troppo a lungo,
alcuni vendono, e altri comprano.
Alcuni compiono l’atto con tante lacrime,
e altri senza un sospiro.
Perché ogni uomo uccide la cosa che ama
eppure non tutti ne muoiono
Le emozioni di Oscar Wilde durante la prigionia in cella e durante la prigionia in libertà, quando era fuori dal carcere ma comunque ingabbiato nel giudizio della società, sono le stesse emozioni che tante persone vivono oggi, perché etichettate e rifiutate dal mondo che le circonda.
De profundis è un'opera di straordinaria bellezza che mette in luce diverse sfaccettature dell'animo umano. Tra le grandi e profonde differenze intellettuali e comportamentali dei due protagonisti vi sono la natura gentile e aderente all'amore di Oscar Wilde in contrapposizione a quella violenta, a volte volgare, e dominata dall'odio di Lord Douglas; l'innata erudizione e tendenza all' "arte come filosofia e alla filosofia come arte" del genio sorprendente di Wilde, in contrasto con la sterile immaginazione e cultura del vanitoso Douglas.
Lo scrittore si rimprovera di aver ceduto alle sue debolezze e di essere stato permissivo in ogni occasione nei riguardi di Alfred, che non fu solo la causa della sua incarcerazione, ma anche della sua bancarotta. Nella lettera, viene svelata l’amarezza di Wilde che narra la sua storia con l’amante, caratterizzata dall’altalenarsi di periodi di calma apparente a litigi continui e snervanti.
DM