Essere artisti è un continuo divenire, una persona che sostanzialmente non ha una vita facile, ma diviene responsabile di quello che porta dentro di sé. Un bagaglio non sempre semplice da condividere, per trovare la forza di cercare, rinnovarsi, scoprire attraverso la comicità, la malinconia, la vera essenza dell’esistenza. Giorgio Faletti, ha nella completezza dei 63 anni (classe 50), donato la sua anima al pubblico del Teatro Puccini, senza dimenticare chi è e da dove è cresciuto. Un percorso, che lo ha portato ad apprezzare la luce e il colore come pittore e come scrittore sè stesso. Un maestro di vita che ha capito dove risiede la saggezza delle piccole cose: nell’amare e nel farsi amare. Dalla quotidianità nascono le sue parole; inseguendo un “Fiordilatte” in una gelateria del suo paese, per accostarsi alle parole di una ragazzina e costruire intorno la canzone di “Angelina”, al commuoversi nel ricordare l’amica Marcella. Sentirla vicino anche nella scelta ideale della traccia da seguire per arrivare a proporla e farla incidere dalla bocca di Mina. Un figlio che dal padre impara la dura legge della vita, giocando a biliardo, o un padre immaginario rivisto ipoteticamente in sé stesso (non avendo figli). Le sue canzoni, possono essere momenti vissuti, di complicità e tenerezza mescolati, di leggerezza, o piccole profezie partorite nei momenti più disparati. Una complice armonia che lega il pubblico, tra risate, colorati momenti fatti di passi indietro e passi avanti. “Da quando a ora”, accompagnato da una band di tutto punto composta: dal giovane Quartetto d’archi Orchestra Sinfonica di Asti, dal grande Lucio Fabbri (componente della PFM) al pianoforte, chitarra e violino, da Roberto Gualdi alla batteria, Marco Mangelli al basso e Massimo Germini alla chitarra. “Mal di denti mal d’amore”, Giorgio Faletti affida a ciò che scrive quello che vede e sente. Un connubio di ombre e colori, di parole di vita e morte che fanno riflettere, di rapporti tra genitori, tra adolescenti, d’inumane guerre che lasciavano il segno allora (come quella del Vietnam), a quella più recente nei Balcani. Parla di successo raggiunto non con il possedere soldi (se li avesse pagherebbe gli spettatori per riempire San Siro per un suo concerto), ma della magia di essere un tassello importante in un tutto Misterioso e a volte incomprensibile. Un Faletti da gustare in tutte le sue sfaccettature per ben due ore e come un diamante nel carbone, brilla di luce propria. Annamaria Pecoraro (articolo pubblicato su Toscana Musiche http://www.toscanamusiche.it/giorgio-faletti-nel-carbone-brilla-un-diamante/)
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Teatro delle Arti Comune di Lastra a Signa Teatro Popolare d'Arte presentano IL POSTO DELLE ARTI Seconda rassegna di arti contemporanee Da mercoledì 24 a domenica 28 aprile 2013 9 spettacoli tra musica, teatro e danza Da mercoledì 24 aprile il Teatro delle Arti di Lastra a Signa propone la seconda edizione di un’iniziativa dedicata alla scena nazionale contemporanea: IL POSTO DELLE ARTI, Rassegna di Teatro Contemporaneo; cinque intense giornate in cui si alterneranno, nelle due sale, ben 9 spettacoli di assoluta qualità e innovazione, tra musica, teatro e danza. IL POSTO DELLE ARTI vuole rappresentare uno spazio di libertà per gli artisti invitati e per gli spettatori coinvolti. Un luogo di confronto di varie drammaturgie contemporanee. Per cinque giorni si alterneranno nelle due sale del TEATRO DELLE ARTI - la Sala Dino Campana e la Sala E.G.Craig - due spettacoli ogni sera con compagnie provenienti da tutta Italia che presenteranno testi particolari, percorsi registici e attorali di grande qualità, suggestione e originalità. Quest’anno ospiteremo alcune realtà in crescita a livello nazionale: Teatri della Resistenza, Capotrave teatro, accanto a compagnie emergenti che stanno dimostrando qualità e impegno. Si parte mercoledì 24 aprile alle 21.30 nella sala “Dino Campana”, con “Metaxy” - Verdiana Raw in concerto, con interventi della danzatrice Luciana Stefani, del chitarrista Antonio Bacchi e del percussionista Fabio Chiari. Giovedì 25 aprile alle 21, “Maskarad”, dal dramma in versi composto nel 1835 da M. Lermontov: una produzione di Cantiere Obraz - Laboratorio Permanente di Biomeccanica, diretto da Nikolaj Karpov, in collaborazione con Compagnia Catalyst, Fondazione Cavanis e Teatro della Limonaia. Venerdì 26 aprile alle 21, nella sala “Gordon Craig”, la compagnia “Con-fusione” presenta “Holidays”, per la drammaturgia e regia di Giacomo Fanfani, a partire dalle riflessioni dello scrittore spagnolo José Luis Sampedro. Alle 22, nella sala “Dino Campana”, la compagnia CapoTrave propone “Nel bosco”, ideazione e drammaturgia di Lucia Franchi e Luca Ricci. E ancora sabato 27 aprile, “Mario”, di Emanuela Agostini, con la regia di Roberto Caccavo. Mentre i Teatri della Resistenza presentano “Copenaghen” di Michael Frayn, per la regia Paolo Giommarelli: “l'etica di uno scienziato e i suoi conflittuali rapporti con il potere e con la sua guerra” nella Copenaghen del 1941; pubblicato dal drammaturgo inglese Michael Frayn nel 1998, “Copenaghen” è divenuto in poco tempo uno dei testi fondamentali della scienza a teatro, assieme a “I fisici” di Friedrich Dürrenmatt e a “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht. Domenica 28 aprile, il Teatro Popolare d'Arte propone “L’amore con Erode”, di Costanza Caglia, di e con Gianna Deidda. Dopo lo spettacolo, verrà proiettato il cortometraggio “Fotografie d’amore con Erode”, a cura di Luca Ferro. Nella sala “Dino Campana”, Roberta Bongini, Gaia Scuderi, Ivana Caffaratti e Serenna Cuccaro presentano la loro opera “Trasparenze tra sogno e memoria”. Il Teatro delle Arti, accanto alla stagione ufficiale, da sempre offre un’ampia proposta cinematografica, un’intensa attività di formazione rivolta alle scuole come ai cittadini piccoli e grandi, una stagione teatrale per bambini in domenicale, uno spazio dedicato alla mostra di opere contemporanee a cura di giovani artisti. Al suo terzo anno di attività il Teatro delle Arti assume sempre più l’identità di un vero Cantiere delle Arti sceniche. PROGRAMMA IL POSTO DELLE ARTI Seconda rassegna di arti contemporanee 24 – 28 aprile 2013 Mercoledì 24 aprile ore 21,30 Sala Dino Campana METAXY Verdiana Raw in concerto. Con interventi di danza contemporanea a cura di Luciana Stefani Giovedì 25 aprile ore 21,00 Sala Dino Campana MASKARAD di M. Ju. Lermontov Una produzione Cantiere Obraz _ Laboratorio Permanente di Biomeccanica diretto da N. Karpov. in collaborazione con Compagnia Catalyst, Fondazione Cavanis e Teatro della Limonaia. Direzione del progetto Nikolaj Karpov Regia Maria Shmaevich Con Gaia Bigiotti, Alessandro J. Bianchi, Alessandra Comanducci, Massimiliano Cutrera, Elisa Giovannetti, Talitha Medici, Pierluca Rotolo, Luca Ventura. Costumi Millaray Saint Martin progetto luci Amedeo Borrelli foto Corrado Frullani Venerdì 26 aprile ore 21,00 Sala Craig Compagnia Con-fusione HOLIDAYS drammaturgia e regia Giacomo Fanfani con Marilena Manfredi, Rafael Porras Montero e Flavia Pezzo allestimento e luci Silvia Avigo suono Folson Prison Recording Studio organizzazione Laura del Conte ore 22,00 Sala Dino Campana CapoTrave NEL BOSCO ideazione e drammaturgia Lucia Franchi e Luca Ricci collaborazione alla scrittura scenica e azione Roberto Gudese e Alessia Pellegrino scena Katia Titolo luci Gianni Staropoli ambiente sonoro Fabrizio Spera voce fuori campo Roberto Herlitzka effetti video Andrea Giansanti effetti sonori Antonello Lanteri tecnico Nicola Mancini organizzazione Laura Caruso regia Luca Ricci sabato 27 aprile ore 21,00 Sala Craig MARIO di Emanuela Agostini regia Roberto Caccavo con Riccardo Sati, Sofia Bigazzi, Alessandro Piantini, Giusi Merli, Roberto Caccavo musiche originali Stefano Rossi scenografia Fresnel Multimedia luci Lorenzo Cardelli video Igor Biddau produzione Fresnel Multimedia ore 22,00 Sala Dino Campana Teatri della resistenza COPENAGHEN Drammaturgia Michael Frayn Con Dario Focardi, Cristina Gardumi, Paolo Giommarelli regia Paolo Giommarelli Domenica 28 aprile ore 17,30 Sala Craig L’AMORE CON ERODE di Costanza Caglià con Gianna Deidda Produzione Teatro Popolare d’arte 18.30 proiezione cortometraggio FOTOGRAFIE D’AMORE CON ERODE di Luca Ferro ore 19.00 Sala Dino Campana TRASPARENZE TRA SOGNO E MEMORIA Drammaturgia Roberta Bongini Coreografia e realizzazione di e con Roberta Bongini, Gaia Scuderi, Ivana Caffaratti, Serena Cuccaro. luci Mario Socci BIGLIETTI 1 spettacolo 8 euro 2 spettacoli 10 euro Ogni sera è previsto alle ore 20 la cena in teatro al costo di 6 euro Informazioni e prenotazioni Teatro delle Arti Lastra a Signa, via Matteotti 8 tel 055 8720058 - [email protected] www.tparte.it Ufficio stampa: Marco Mannucci, [email protected] - cell 3477985172 ------------------------- . ------------------------- SCHEDE SPETTACOLI METAXY VERDIANA RAW Verdiana Raw è un progetto musicale fiorentino che si caratterizza per le atmosfere rarefatte e intimiste, a tratti anche crude. Uno stile musicale a cavallo tra vari generi, tra il cantautoriale e l'etereo, il gotico e il neoclassico, con accenti neo-folk e sperimentali. Al centro la voce di Verdiana, paragonata dalla critica a grandi voci femminili come Kate Bush, Yma sumac, Lisa Gerrard, Diamanda Galas; attorno ad essa la trama musicale, intessuta dal piano della stessa Verdiana assieme alle chitarre oniriche di Antonio Bacchi e alle percussioni di Fabio Chiari. “Metaxý” è l'album di esordio dei Verdiana Raw, uscito in estate per l'etichetta Ark Records. Lo spettacolo dal vivo non si ferma ai brani dell'album ma presenta anche inediti. In alcuni momenti del concerto le musiche si fondono con la performance carica di suggestioni rituali simboliche, in stile "Teatr Nō", della ballerina Luciana Stefani, che accompagna i Verdiana Raw sul palco. Sito internet ufficiale: www.verdianaraw.org MASKARAD Cantiere Obraz_Laboratorio Permanente nasce dalla volontà di Nikolaj Karpov e Maria Shmaevich di creare, in Italia, un gruppo di attori che portasse sul palcoscenico spettacoli recitati secondo il loro metodo; il metodo Karpov incrocia la biomeccanica teatrale di Mejerchol’d, con la tecnica delle azioni fisiche miscelando gli insegnamenti dei grandi maestri della pedagogia russa novecentesca (Stanislavskij, Mejerchol’d e Michail Cechov.) Dal 2007, gruppo è attivo, in Italia, nella produzione di spettacoli e nella formazione teatrale: i suoi componenti, infatti, unici riconosciuti, promuovono il metodo Karpov insegnando movimento scenico e recitazione in diverse scuole e accademie teatrali italiane. Dopo i Capricci dell’Amore (2007) e Il Ponte (2010), Maskarad è la nuova produzione di questo ambizioso progetto teatrale italo-russo. Lo spettacolo, diretto da Maria Shmaevich, porta in scena l'opera di Lermontov nella stesura originale che non fu mai allestita per l'intervento della censura, contraria a un finale crudele e senza speranza che vedeva impunita la morte dell’innocente e giovane Nina. Del 1917 fu la storica messa in scena di Mejerchol'd, affascinato dalla trama e dall’atmosfera misteriosa che percorre la vicenda. Oggi, Cantiere Obraz, in linea con una ricerca di riscoperta e soprattutto di reinterpretazione della disciplina biomeccanica, ripropone il grande dramma russo in quella prima versione censurata, applicando all’allestimento il metodo delle azioni fisiche nell’elaborazione di Karpov. La figura di un “Ignoto Destino” che attraversa tutta l’opera e muove i personaggi come burattini. I personaggi agiscono in uno spazio mutevole che è anch’esso, come gli attori, in continuo movimento, un movimento non solo attraverso lo spazio, ma che si articola procedendo e indietreggiando sulla linea del tempo e su quella dell’emozione, tramite l’alternarsi di momenti interiori allo svolgimento della vicenda. HOLIDAYS Continuiamo a sostenere le stesse atrocità, le stesse crudeltà, la stessa ferocia. Come è possibile? Come non abbiamo imparato a vivere, a vivere in pace, per vivere con la natura, per vivere con tranquillità? […] Stiamo facendo un uso umano degli esseri umani? Stiamo facendo uso umano di noi stessi? Sappiamo vivere umanamente? Le domande dello scrittore spagnolo José Luis Sampedro ci fanno capire che, in questo momento, a teatro non basta più parlare solo agli uomini, ma dobbiamo parlare soprattutto degli uomini, affinché dalla folla deserta qualcuno, specchiandosi, si alzi. Sinossi - Delfino e Banana sono marito e moglie. Delfino e Banana sono in vacanza su una spiaggia meravigliosa. Delfino e Banana sono profondamente introdotti in una piacevole relazione a tratti fredda a tratti intensa: si può, a ragione, parlare di vero amore. Delfino e Banana sono due coniugi in regola, normodotati intellettualmente e sessualmente, non sono ricchi e nemmeno poveri, appartengono ad una medio‐bassa borghesia cittadina di provincia di oggi. Hanno una casa che stanno pagando senza troppe complicazioni, hanno un’auto ciascuno e un motorino in due. Delfino ha anche una bicicletta. Entrambi hanno un lavoro che consente loro di essere autonomi e di non dipendere dalle loro famiglie di origine; non praticano nessuna religione anche se non sono veramente atei, sono agnostici o, meglio, non hanno affrontato profondamente la questione religiosa. Delfino e Banana conducono una vita in tutto condivisa e accettata dai più e da loro stessi, che si sentono comodi in questa dimensione. L’argomento figli lo tratteremo più avanti, forse. Delfino e Banana sono al mare in vacanza per rilassarsi ed espellere le tossine accumulate durante il loro inverno. Un evento meteorologico costringe ad un cambio improvviso della situazione. Sotto la furia del temporale estivo Delfino e Banana si rifugiano all’interno di una struttura alle loro spalle. Qui entra in scena il terzo personaggio, Ola. L’innesco di nuove relazioni sociali scatena la frantumazione di ogni equilibrio fin qui coltivato. NEL BOSCO Lui scappa nel bosco inseguito da una minaccia concreta e mortale, lei vi entra in cerca di una propria indipendenza. Per entrambi il bosco è un invorticarsi nell’oscuro, è andare dietro il paesaggio, sotto il paesaggio, è nascondersi. Per guardare la vita all’altezza dei fili d’erba. Nella fiaba classica, entrare nella dimensione selvatica e misteriosa del bosco è fare un’esperienza della morte, per poi tornare alla vita. È l’attraversamento di una soglia, di solito segna un rito di passaggio. I protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, giovanissimi. Nel bosco si incontrano, si avvicinano l’uno all’altro, oltrepassano la linea d’ombra che separa l’adolescenza dall’età adulta. Le parole che hanno ispirato questo spettacolo sono tratte da “Il Galateo in bosco” (1978), poema di Andrea Zanzotto, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Di quest’opera Eugenio Montale scrisse: “È tanta la sfiducia di Zanzotto nella parola che la sua poesia si risolve in un tuffo in quella pre-espressione che precede il discorso articolato. È un poema percussivo, questo, ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore”. CapoTrave è una compagnia residente a Sansepolcro (Ar), che opera tra la Toscana e Roma. A Sansepolcro, CapoTrave ha ideato e organizza Kilowatt, l’energia della scena contemporanea (Premio Ubu 2010), un importante festival nazionale dedicato alle giovani realtà della scena contemporanea . I più recenti spettacoli della compagnia sono: Robinsonade (2008), il site specific Messaggi in bottiglia (2009) e Virus (2010). MARIO Eccolo qui, Mario. Un “bamboccione”, uno “sfigato”. O forse no. Uno qualunque, uno tra tanti. Giovane, ma ancora per poco. Ha già varcato le soglie della maturità, non l’ha raggiunta. Non è nemmeno una questione di età. Chiuso nel suo appartamento, mentre fuori infuria la tempesta, è assalito da un’alluvione di pensieri, di ricordi. Sogni mai tramutati in progetti divengono incubi. E il passato, con le sue ferite irrisolte, toglie spazio al futuro. Dormire, sognare, fuggire forse. Via dal presente, via dalla vita. Oppure parlare. Dirselo. Che fa male. Che siamo fatti male. E nel comunicarsi assolvere nell’altro la propria fragilità. E nel comunicarsi imparare a digerire il baco e decidersi a mordere la mela. COPENAGHEN Copenaghen, 1941. La città, come tutto il paese, è sotto l' occupazione nazista. Heisenberg, il padre del principio di indeterminazione della fisica quantistica, affronta un lungo e pericoloso viaggio per far visita, dopo molti anni, all' antico maestro Niels Bohr. Heisenberg è a capo di uno dei due programmi atomici tedeschi, quello civile; quello militare, invece, è nelle mani di Kurt Diebner. Per questo appoggio al regime nazista, Bohr aveva deciso di chiudere l' amicizia con il suo miglior allievo di sempre. Per metà di origini ebraiche, responsabile del salvataggio di molti ebrei tedeschi fatti arrivare a Copenaghen prima dell' occupazione, scelse la via del progetto Manhattan, di aiutare gli Alleati a sviluppare la bomba atomica. Ma è possibile seppellire rapporti così densi di genialità, scoperte, passioni, rivoluzioni, strumentalizzazioni, risvolti storici, sociali e politici? Unica testimone di questo incontro è Margrethe Bohr, compagna di Niels; nella sua domanda, all’ inizio del primo atto, c’è il nodo centrale del dramma: “Perché è venuto a Copenaghen?” Voleva coinvolgere Bohr nelle ricerche sulla costruzione della bomba atomica nazista? Cercava consigli su come sottrarsi ad una tale responsabilità? Cercava informazioni sull' esistenza e sullo stato di un qualche progetto nucleare alleato? Voleva mettere al corrente Bohr del suo misterioso e vociferato tentativo di sabotare il programma nazista? Si affronteranno i turbamenti del turbolento rapporto, scontrandosi con un importante mistero che ancora oggi divide gli storici della scienza; la figura ed il peso delle scelte di Werner Heisenberg. L' etica di uno scienziato ed i suoi conflittuali rapporti con il potere e con la sua guerra. Il ruolo dello scienziato all' interno della società civile, cosa fare e cosa scegliere di fronte al caos, alla guerra, alle paure, all' atomica. Copenaghen, pubblicato dal grande drammaturgo inglese Michael Frayn nel 1998, è divenuto in poco tempo uno dei testi fondamentali della scienza a teatro, assieme a I fisici di Friedrich Dürrenmatt ed a Vita di Galileo di Bertolt Brecht, testo a cui la critica teatrale ha subito accostato l' opera di Frayn. L’AMORE CON ERODE Costanza Caglià nasce a Trieste il 22 novembre 1924. Si diploma al liceo classico e mentre frequenta l’università è ricoverata in manicomio, prima a Trieste, poi ad Ancona, infine a Firenze, nell’ospedale psichiatrico di San Salvi. A San Salvi, nel 1971, incontra Torello Vannucci, anche lui ricoverato, e nasce fra loro una storia d’amore che durerà fino alla morte di Torello, nel 1988. Dopo il 1978, con l’entrata in vigore della legge Basaglia, Costanza è dimessa da San Salvi e accolta nel “Pensionato per pazienti anziani” di via del Porcellana 30 (uno stabile che tuttora ospita una casa-famiglia e altre strutture d’accoglienza), mentre Torello rimane a San Salvi. Nella notte di capodanno del 1981, una “splendida notte di capodanno piena di luna”, comincia a scrivere un diario sotto forma di lettera d’amore a Torello, da lei chiamato Erode (come Erode il Grande) con lo scopo dichiarato di rivitalizzare attraverso la parola e la scrittura il loro rapporto, un po’ inaridito dalla consuetudine. Il diario, nel 1982, vince il primo premio di un concorso interno all’ospedale di San Salvi per il miglior “Canto d’amore” ed è pubblicato nel 1983 dalla Libreria delle Donne di Firenze, e poi dal CRT nel 2001, anche in seguito alla sua prima messa in scena in teatro da parte dell’attrice Silvia Guidi (1995). Oltre che un fervido discorso d’amore, il diario è il resoconto puntuale della vita di Costanza e Torello e dei loro incontri giorno per giorno, scanditi dalle stagioni e dai piccoli grandi avvenimenti dell’anno: le feste comandate, i compleanni passati a San Salvi o al Pensionato (che Costanza chiama “l’Albergo”) con brindisi e regalini, ma anche le gite a Trespiano, a Montecatini, a Bologna, e le sedute ai caffè cittadini che sono la grande passione di Costanza. È soprattutto il racconto, attraverso lo scorcio di un anno, di una possibilità di vita piena d’amore e di felicità affermata con passione ed entusiasmo, alla faccia dell’istituzione manicomiale, della malattia mentale, della povertà; una vita trasfigurata dalla parola amorosa di Costanza e dal suo sguardo insieme innocente e profondamente consapevole. Ed è quindi un’implicita conferma di ciò che Basaglia sosteneva: «Quello che si deve arrivare a capire è che il valore dell’uomo, sano o malato, normale o anormale, va oltre il valore della salute e della malattia, della normalità e dell’anormalità; che la malattia e l’anormalità, come ogni altra contraddizione umana, possono essere usate come strumento di appropriazione o di alienazione di sé, quindi come strumento di liberazione o di dominio; che ciò che determina il significato e l’evoluzione di ogni azione è il valore che si riconosce all’uomo e l’uso che si vuol farne, da cui si deduce l’uso che si farà della sua salute e della sua malattia, della sua normalità e della sua anormalità; che in base al diverso valore e uso dell’uomo, salute e malattia, normalità e anormalità, acquistano o un valore assoluto (l’una positivo, l’altra negativo) come espressione dell’inclusione del sano e dell’esclusione del malato dalla norma; o un valore relativo in quanto avvenimenti, contraddizioni della vita che si svolge sempre fra salute e malattia, fra norma e abnorme. Se il valore è l’uomo, la salute e la normalità non possono rappresentare la norma dato che la condizione dell’uomo è di essere sano e insieme malato, normale e insieme anormale.» Costanza Caglià è morta l’8 marzo del 1999 ed è sepolta insieme a Bonzino, il “bel pupetto bianco di zucchero” da lei comprato in dolceria nel 1981 per 1200 lire, figlio dell’amore con Erode. TRASPARENZE TRA SOGNO E MEMORIA Il lavoro nasce da immagini della memoria individuale e collettiva tratte dal materiale di improvvisazione dei quattro performer partecipanti e basato su tematiche e situazioni proposte durante la lavorazione dello spettacolo. L'intelaiatura che si è sviluppata nel processo creativo ha preso via via una connotazione tale da poter costruire una sorta di struttura drammaturgica. É stato necessario, inoltre, (seguendo l'ottica del teatro danza) affinare la qualità del movimento e della gestualità per creare vere e proprie azioni come elemento fondamentale della drammaturgia dello spettacolo. Le tematiche che sono state affrontate, come la separazione, la passione, il sogno, si intrecciano per creare situazioni umane che danno vita ad una danza, i cui gesti, si fanno metafora della memoria delineando la trama e l’ordito di un passato che si diluisce nel presente con tutta l’emozione del vissuto. Al Teatro Puccini di Firenze prima nazionale del nuovo spettacolo-concerto di Giorgio Faletti 23/044/22/2013 GIORGIO FALETTI DA QUANDO A ORA IN SCENA Martedì 23 aprile 2013 - ore 21 Teatro Puccini - via delle Cascine, 41 – Firenze Biglietti numerati: primo settore platea 32 euro; secondo settore plaeta e galleria 24,50 euro; Riduzione di 6 euro per i possessori di carta SuperFlash Banca CR Firenze Prevendite: Box Office www.boxol.it - tel 055 210804 Info tel 055.667566 - 055.362067 - www.bitconcerti.it Dopo il forfait dello scorso febbraio - a causa di un’influenza che colpì l’artista – arriva martedì 23 aprile al Teatro Puccini di Firenze lo spettacolo-concerto “Da quando a ora in scena” dello scrittore, autore e attore Giorgio Faletti (ore 21, biglietti 32/24,50 euro, prevendite Box Office tel 055 210804 www.boxol.it). E dopo la data zero di Asti, Firenze è anche la prima tappa del tour. Diretto da Massimo Cotto, lo spettacolo è tratto dal recente libro “Da quando a ora” pubblicato da Einaudi. Un romanzo autobiografico, in cui Faletti torna al vecchio amore, la musica, con due cd musicali incisi per la prima volta: in "Quando" interpreta alcuni suoi brani già portati al successo da altri artisti. In "Ora" propone dodici canzoni inedite. E dal romanzo nasce uno spettacolo dove musica e testo si uniscono in un formidabile connubio, grazie anche alla presenza di una super-band composta da Lucio Fabbri al pianoforte, chitarra e violino, Massimo Germini alla chitarra, Roberto Gualdi alla batteria, Marco Mangelli al basso e dal Quartetto d'archi Orchestra Sinfonica di Asti. “Ho scritto un libro come si scrive una canzone – spiega Giorgio Faletti - o forse ho scritto delle canzoni come si scrive un libro, affidandomi all’emozione e alla memoria. Il risultato, qualunque sia la prospettiva, è che all’interno ci sono parole e musica che costituiscono una parte della mia vita, un discorso iniziato tanti anni fa e mi auguro non ancora concluso. Ci sono i suoni della mia infanzia, l’energia ignorante della mia adolescenza, le riflessioni armoniche della maturità. Ci sono le storie che ho sentito raccontare e quelle che mi sono inventato, credendo nello stesso modo alle une e alle altre. C’è il mio passato, l’unico posto dove mi è concesso andare a scavare per cercare di capire quale e quanto sarà il futuro. E una delle prime cose di cui mi sono reso conto è che l’idea di non salire mai più su un palcoscenico a rappresentare qualcosa mi toglieva l’allegria. Così quel libro e quelle canzoni sono diventati uno spettacolo, una piacevole avventura da dividere con gli amici musicisti e condividere con il pubblico, che mi piace considerare amico nello stesso modo. Portandomi dentro una piccola convinzione personale. Se in questo tempo e in questo paese è difficile vivere di musica, è tuttavia impossibile viverne senza”. GIORGIO FALETTI - Nato ad Asti il 25 novembre 1950. Oltre ad essere un attore che ha lasciato una forte impronta personale nel panorama della comicità grazie a una serie di personaggi che sono stati la punta di diamante in alcune fortunate serie televisive ormai di culto come Drive In ed Emilio, non ha mai smesso di dare prova della sua capacità di spaziare da un campo artistico all’altro. L’impegno in una delle sue grandi passioni, la musica, lo ha portato dapprima a pubblicare in proprio alcuni album di successo, culminato con il secondo posto al Festival di Sanremo del 1994 con la canzone Signor Tenente, che gli è valsa anche il Premio della Critica. Sono nate in seguito le collaborazioni con alcuni grandi artisti della musica leggera italiana: ha scritto canzoni per Mina, Milva, Gigliola Cinquetti e i versi di due album di Angelo Branduardi, “Camminando Camminando” e “Il dito e la luna”. Come attore ha partecipato nel tempo ai film Notte prima degli esami di Fausto Brizzi, Cemento armato di Marco Martani, Baaria di Giuseppe Tornatore e alla fiction Il sorteggio di Giacomo Campiotti. Ha ottenuto due nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista. Nel 2002 l’esordio in campo letterario con il romanzo thriller Io uccido che balza immediatamente al vertice delle classifiche italiane e che si conferma, con 4.500.000 copie vendute, oltre che un best-seller, anche un long-seller e che diventa il secondo romanzo più venduto della letteratura italiana. Nel 2004 il successo è bissato dalla seconda fatica, Niente di vero tranne gli occhi e successivamente da Fuori da un evidente destino , Io sono Dio, Appunti di un venditore di donne e Tre atti e due tempi. Da quando a ora, pubblicato nel novembre del 2012 è un tratto di vita raccontata come un romanzo in un libro che ha come colonna sonora due CD. Quando, nel quale sono contenuti brani scritti per altri artisti e proposti per la prima volta in una personale interpretazione e Ora, che comprende dodici brani inediti Giorgio Faletti è tradotto in 25 lingue e in 40 paesi. Nel novembre del 2005 gli è stato conferito dal Presidente della Repubblica il Premio De Sica per la Letteratura. www.bitconcerti.it Info spettacolo: tel 055.667566 - 055.362067 - www.bitconcerti.it Biglietti numerati: primo settore platea 32 euro; secondo settore plaeta e galleria 24,50 euro Riduzione di 6 euro per i possessori di carta SuperFlash Banca CR Firenze Prevendite: Box Office www.boxol.it - tel 055 210804 Ufficio stampa: Marco Mannucci, Da domenica 7 a martedì 30 aprile - ore 21 – biglietti 12 euro Palazzo Del Pugliese - via de’ Serragli 8 – Firenze Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione/ Teatro Cantiere Florida/ Versiliadanza presentano OBLOMOV di Ivan Aleksandrovic Goncarov riduzione teatrale e regia Stefano Massini con Neri Batisti, Vania Mattioli, Eugenio Nocciolini, Emanuele Nuti, Diletta Oculisti, Giacomo Rosa, Martina Vianovi e la partecipazione straordinaria di Franco Palmieri e Angela Torriani Evangelisti Dopo l'importante successo dello studio su Oblomov portato in scena lo scorso dicembre, il Teatro Cantiere Florida si appresta a realizzare un ciclo di rappresentazioni del famoso testo russo riallestito in forma di spettacolo itinerante dal drammaturgo e regista Stefano Massini. Stavolta non in uno spazio teatrale, ma in una cornice che richiama gli sfarzi di un mondo ormai lontano, il piano nobile di Palazzo Del Pugliese, in via de’ Serragli 8 a Firenze. Dodici gli appuntamenti in programma da domenica 7 a martedì 30 aprile, una proposta inconsueta, coinvolgente e ricca di fascino riservata a un massimo di 40 persone a recita. Passeggiando idealmente nel tempo in spazi ricostruiti in armonia con il capolavoro di Goncarov, il pubblico non si limiterà a sedere in poltrona, ma sarà guidato tra le sale del palazzo, coinvolto dal confronto diretto con i personaggi, come se vivesse con loro passioni, con le amicizie e le meschinità sopite che di volta in volta s’incendiano davanti ai suoi occhi. Le repliche si chiuderanno con un doppio appuntamento in occasione della Notte Bianca. INFO E PRENOTAZIONI: 055.7130664 | [email protected] Calendario Domenica 7 aprile ore 21 Domenica 14 aprile ore 21 Domenica 21 aprile ore 21 Lunedì 22 aprile ore 21 Sabato 27 aprile ore 19 e ore 22 Domenica 28 aprile ore 21 Martedì 30 aprile ore 21 e ore 24 Biglietti Posto unico: 12 euro Prevendite e prenotazioni Tel. 055/7130664 - [email protected] Teatro Cantiere Florida Via pisana 111r – Firenze - informazioni e prenotazioni: dal lunedì al venerdì orario 09/17 055/7130664 [email protected] - www.teatrocantiereflorida.it Ufficio stampa: Marco Mannucci, [email protected] cell 3477985172 "LAST FAR WEST" – prima mondiale al Festival di Cannes 2013-Sezione Short Film Corner Sinossi "LAST FAR WEST" Un rintocco di campane a morto apre il sipario su un salone di una antica casa nobiliare nel quale un notaio espone ai presenti non un testamento ereditario bensì un piccolo elenco di volontà dell’anziana signora deceduta. Ad assistere alla lettura di questi ultimi desideri vi sono due figli ed un nipote sconcertati dalle richieste insolite e stravaganti della loro cara. Le volontà vertono tutte sulle esequie stesse della donna che punto dopo punto sviscera i passaggi e le tappe del suo ultimo viaggio. I figli irritati, provando ad accantonare queste idee strampalate, si scontrano con la determinazione del nipote intento ad onorare, passo dopo passo, queste ultime volontà. L'idea L'idea nasce a Gennaio 2013. Le riprese vengono effettuate dal 1 al 6 Febbraio; nei successivi 20 giorni il prodotto viene montato e sonorizzato. Finisce la produzione a fine marzo 2013. L'obiettivo era : partecipare nuovamente al festival di Cannes (data la partecipazione al 65' Festival di Cannes-2012- con il corto "Horror Vacui" sempre diretto dal duo Cristian Iezzi e Chiara De Marchis, scritto da Davide Carrazza). “LAST FAR WEST” è un prodotto low-budget, realizzato con la collaborazione di tanti professionisti che hanno creduto nel progetto. LAST FAR WEST durata22 minuti genere Commedia prodotto da Alveare Cinema e Kina&Cris Studios diretto da Cristian Iezzi e Chiara De Marchis scritto da Davide Carrazza con Remo Stella con l'amichevole partecipazione di Tommaso Busiello e Maurizio Annesi, Carlo Altomonte e Stefano Piacenti in collaborazione con Trans Audio Video S.R.L. e Marco Brighel colonna sonora originale di Michele Bettali, Stefano Carrara e Fabrizio Castanìa Si ringraziano inoltre: - Canon Cinema Eos - Rita Forzano - gli operatori e tecnici pre e post produzione Trailer http://www.youtube.com/watch?v=bqk8RMQUYh8 Catalogo Short Film Corner – Festival de Cannes 2013 (cercare Last Far West) http://registration.cannescourtmetrage.com/filmcatalog.aspx Ufficio stampa ELFA Promotions per K&C Studios http://www.elfapromotions.com [email protected] Contatti K&C Studios Via degli Anguillara n.56 Capranica (Vt) 01012 Tel. 0761 678862 Mail: [email protected] Facebook: Produzioni KeC Twitter: @Produzioni_KeC Canale Youtube: Produzioni Kec TAPPA – MEMORIE DEL TEMPO PRESENTE Venerdì 5 aprile – ore 21 – biglietti 14/12/10 euro Teatro delle Arti - via G. Matteotti 5/8 - Lastra a Signa (Firenze) Compagnia Gli Omini TAPPA memoria del tempo presente di e con Francesco Rotelli Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini Tre attori si muovono in questi giorni tra strade, piazze e negozi di Lastra a Signa. Hanno telecamere e taccuini e sono in cerca di aneddoti, istantanee e personaggi di un borgo che, di storie da raccontare, ne ha proprio tante. Schegge di vita che come un mosaico andranno a costruire spettacolo TAPPA (nell’ambito del progetto MEMORIA DEL TEMPO PRESENTE), venerdì 5 aprile alle ore 21 al Teatro delle Arti di Lastra a Signa, ultimo appuntamento della stagione 2012/2013 realizzata con Fondazione Toscana Spettacolo. Nella loro recherche sulla strada, fatta di chiacchierate e scambi di idee, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi e Luca Zacchini hanno incontrato molte persone e una di queste – il nome è top secret – andrà in scena con loro, nella ruolo dell'investigatore: "Nella vita mi sarebbe piaciuto interpretare Maigret – spiega il misterioso attore – e Maigret è come il vostro teatro. Voi siete una banda di Maigret. Il metodo di Maigret consiste nel non avere un metodo, tuffarsi nell'ambiente, nella atmosfera dove lui deve indagare, entrarne a far parte e poi capire. E' questo che state facendo”. TAPPA vive una volta sola, per restituire ad ogni luogo tutto quello che contiene. Personaggi, storie, gesta, stati d’animo, orgoglio e disperazioni. Gli Omini chiedono di tutto, non tralasciano nulla. L’obiettivo finale non è prestabilito, ma da trovarsi di volta in volta. Gli Omini sono un gruppo pistoiese. Da qualche anno il loro modus operandi è quello di prendere armi e bagagli, trasferirsi per una settimana in un piccolo comune, in una cittadina, in un borgo e, dopo aver ascoltato, visto, parlato, intervistato la gente del posto, ma più che altro vissuto insieme al bambino come alla cassiera del supermercato, avendo giocato a briscola con i pensionati o avendo registrato le lamentele degli anziani, restituiscono in un racconto unico il canovaccio della loro esperienza, del loro farsi aedi nel riportare, proprio agli abitanti di quel luogo, quel piccolo tratto di strada comune intrapreso insieme. È un’indagine. Stanno in mezzo alla gente, s’intrufolano, curiosano, mettono il naso, si auto-invitano, entrano dal barbiere, dal fruttivendolo, in macelleria, fuori dalle scuole, nella sala d’attesa del medico. Parlano con tutti, nessuno escluso. Non è uno spettacolo, ma un’esperienza, un work in progress da vivere e respirare fino in fondo, è essenza di vita vissuta. Le parole delle persone del paese che diventano teatro diretto e democratico. Una fortuna avere Gli Omini per una testimonianza sociologica, antropologica, civica unica della propria terra. www.tparte.it Biglietti: 14 euro intero; 12 euro (over 65, soci Coop, soci Cral, clienti BCC Signa); 10 euro under 21 – orari biglietteria: martedì 11-13 | mercoledì 17-20 | sabato 17-20 | domenica 17-20 Prevendite on line: www.boxol.it e nei punti vendita del circuito Boxoffice Info Teatro delle Arti, viale Matteotti 5/8 - Lastra a Signa tel. e fax 055 8720058 [email protected] - www.tparte.it Ufficio stampa: Marco Mannucci |
Deliri progressivi
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