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ATIR Teatro Ringhiera Piazza Fabio Chiesa / via Pietro Boifava 17 - Milano presenta Venerdì 20 e sabato 21 marzo 2015 [ore 20.45] Teatro Kismet OperA NAMUR (o della guerra e dell’amore) di Antonio Tarantino regia Teresa Ludovico con Teresa Ludovico e Roberto Corradino Arriva in scena ad ATIR Teatro Ringhiera, venerdì 20 e sabato 21 marzo (ore 20.45), il Teatro Kismet OperA con “Namur” (o della guerra e dell’amore), di Antonio Tarantino, regia Teresa Ludovico, anche in scena insieme a Roberto Corradino. Lo spettacolo, finalista al Premio Ubu 2014, è promosso da Circle - Circuito Lombardo Europeo per lo spettacolo dal vivo. E’ il 19 giugno 1815. L’armata francese è in rotta. Napoleone fugge verso Parigi. Namur, ormai un paese di retrovia, è percorso dalla soldataglia inglese e prussiana che, casa per casa, cerca i nemici. È notte. Nei campi di grano cavalli sventrati, soldati sgozzati, sciabolati, ammassati si confondono nell’oscurità fra gli arbusti e le fronde. In una capanna fuori Namur Marta, una vivandiera imperiale non più giovane, sta facendo l’amore con Lucien, un imberbe fantaccino che, alle pressanti richieste di conferma d’amore da parte della donna, cercherà fino all’alba di sfuggire con imbarazzo e finzione. I loro dialoghi crudeli sveleranno universali meccanismi di coppia e la feroce assurdità della guerra. Antonio Tarantino, in questo testo inedito scritto nel 1998, con pennellate mirabili crea un affresco visionario di grande potenza evocativa. I fitti dialoghi dei due personaggi con la loro bruciante universalità travalicano la capanna di Namur e risuonano nell’immensità della notte che si popola di Storia. Nel 1982 ho visto lo spettacolo Stabat Mater di Antonio Tarantino - scrive Teresa Ludovico - interpretato da Piera Degli Esposti, e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne. Una scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando, qualche anno fa, Marco Martinelli propose, a noi attori del Teatro Kismet, uno studio per la messa in scena de La casa di Ramallah, ebbi un tuffo al cuore: ero eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora, ho avvicinato il testo lentamente, cercando di assorbirlo ritmicamente e, quando mi sono lasciata andare, tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto nella preparazione di Piccola Antigone e Cara Medea, di cui ho curato anche la regia. Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere incarnati così, come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio. Frequentando un laboratorio di drammaturgia condotto dall’autore, ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità affamata d’amore, ma che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza. Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale. Un teatro politico?! Teatro Kismet OperA NAMUR (o della guerra e dell’amore) di Antonio Tarantino regia Teresa Ludovico con Teresa Ludovico e Roberto Corradino spazio scenico e luci Vincent Longuemare costumi Luigi Spezzacatene realizzazione Artelier collaborazione al movimento Elisabetta Di Terlizzi assistente alla drammaturgia Loreta Guario tecnico suono e luci Gianvito Marasciulo distribuzione Anna Maria Giannone Spettacolo promosso da Circle - Circuito Lombardo Europeo per lo spettacolo dal vivo ATIR TEATRO RINGHIERA Piazza Fabio Chiesa / via Pietro Boifava 17 - Milano Info e prenotazioni: 02.87390039 – 02.84892195 [email protected] BIGLIETTERIA: aperta dal giovedì al sabato dalle 17 e 19, e 1h30 prima dell'inizio degli spettacoli. PREZZI: intero: € 15 - ridotto under 26: € 10 - ridotto over 60: € 7,50 - ridotto convenzioni: € 12 www.atirteatroringhiera.it Prossimo spettacolo ATIR Teatro Ringhiera Fibre Parallele “Lo splendore dei supplizi” dal 26 al 29 marzo http://www.atirteatroringhiera.it/stagione_dettaglio.php?id=154&pf=0 leStaffette ufficio stampa e promozione [email protected] Pirandello e la contraddittoria, mutevole, affascinante arte dell'attore Alle Laudi di Firenze la nuova produzione del Teatro Popolare d'Arte Sabato 14 (ore 21) e domenica 15 marzo (ore 17) Teatro Le Laudi - via Leonardo Da Vinci, 2/r – Firenze Teatro Popolare d’Arte PUPI SIAMO Viaggio buffo in cerca di Pirandello Progetto di Gianfranco Quero con Marco Natalucci e Gianfranco Quero regia e adattamento scenico Gianfranco Pedullà A firma di Gianfranco Quero, per la regia Gianfranco Pedullà, “Pupi siamo - viaggio buffo in cerca di Pirandello” è un omaggio alla contraddittoria, mutevole, affascinante arte dell'attore. Due gli appuntamenti con la nuova produzione della compagnia Teatro Popolare d’Arte, sabato 14 (ore 21) e domenica 15 marzo (ore 17) al Teatro Le Laudi di Firenze.
In scena due attori di assoluto rilievo: lo stesso Quero, interprete messinese “dal volto pirandelliano”, noto al grande pubblico anche per le sue esperienze cinematografiche e televisive, e l’attore toscano Marco Natalucci, già colonna di Arca Azzurra Teatro, Pupi e Fresedde e Occupazioni Farsesche. Lo spettacolo vive di frammenti pirandelliani tratti da “Uno nessuno e centomila”, “Il Fu Mattia Pascal”, “L’uomo dal fiore in bocca”, “La favola del figlio cambiato”, “Il berretto a sonagli”, “Ciaula scopre la luna”, “Enrico IV” e “I giganti della montagna”. La trama di “Pupi siamo” prende spunto proprio dal dramma incompiuto di Pirandello, “I giganti della montagna”. I due attori stanno andando in teatro per recitarlo. Nei camerini si discute della vita e dell'arte del drammaturgo siciliano: frammenti, personaggi delle sue opere, il padre, la madre, i figli. La parola viaggia insieme al corpo degli attori, che come una marionetta/pupo si mostra in continua trasformazione: dalla “staticità” e rilassatezza del racconto, alla dinamicità e ai ritmi dell’interpretazione dei personaggi. Come Pirandello proiettava le persone dalla vita reale nei suoi racconti letterari e teatrali, così Quero e Natalucci trasportano lo spettatore dalla vita vissuta alla vita narrata. Lo stile è colloquiale, spesso divertito e divertente, attraverso continue digressioni temporali ed escursioni nell'attualità. Lentamente la biografia del poeta diventa un inno di dolore alle condizioni attuali della Sicilia ma anche un omaggio all’arte dell'attore. www.teatrolelaudi.it Biglietti Interi 18 euro; ridotti 16 euro (over 60 anni, iscritti alla Università dell’Età Libera, studenti sino a 24 anni, iscritti a CRAL o associazioni convenzionati con il Teatro Le Laudi) Info e prevendite Teatro Le Laudi Via Leonardo Da Vinci, 2/r, Firenze Tel. 055 572831 - www.teatrolelaudi.it - [email protected] Biglietteria: dal martedì al sabato: ore 11/13 e 15.30/19.30 domenica e festivi: ore 10/12 e mezz’ora prima dell’inizio degli spettacoli Boxoffice Via delle Vecchie Carceri, 1 - tel 055/210804 - www.boxol.it Ufficio stampa Marco Mannucci, Casanova Teatro presenta Roma, Teatro della Cometa Via del Teatro Marcello, 4 dal 10 al 29 marzo 2015 IL PIÙ BEL SECOLO DELLA MIA VITA scritto e diretto da Alessandro Bardani e Luigi di Capua collaborazione al testo Vita Rosati aiuto regia Ileana Nastasi interpreti Giorgio Colangeli, Francesco Montanari con Maria Gorini Giorgio Colangeli e Francesco Montanari sono i protagonisti dello spettacolo “Il più bel secolo della mia vita”, che sarà in scena al Teatro della Cometa dal 10 al 29 marzo. La pièce è scritta e diretta da Alessandro Bardani e Luigi di Capua (autore e interprete del collettivo The Pills, che dal web sta arrivando al cinema). Lo spettacolo racconta, con toni ironici e amari, come in Italia sia ancora in vigore l’antiquata normativa che impedisce ai figli non riconosciuti di venire a conoscenza della loro storia preadottiva e dell’identità della madre naturale fino al compimento del centesimo anno di età. Tre anni fa la Corte Europea ha sentenziato che l'articolo 28 della legge n.184/1983 calpesta due diritti fondamentali dell'uomo: il diritto alla conoscenza della propria identità personale e il diritto alla salute (non permettendo di prevenire alcuna patologia familiare). Sul palcoscenico un cast di rilievo. Protagonisti sono due volti noti che si dividono tra teatro, cinema e tv: Giorgio Colangeli e Francesco Montanari, che hanno recitato già insieme nel pluripremiato cortometraggio “Ce l’hai un minuto?”, scritto e diretto dallo stesso Bardani. I due attori interpretano due figli non riconosciuti alla nascita. Colangeli è Gustavo; arrivato alla soglia dei cento anni, ha raggiunto l’età che gli permetterà di scoprire l’identità dei veri genitori. Affronta la vita in maniera audace, con lo spirito di un ragazzino; ama McDonald’s, pubblica foto su Instangram, chatta con il suo Iphone. Montanari interpreta Giovanni, un 30enne smanioso di conoscere l’identità della madre ignota. Vive la sua esistenza con estrema tranquillità, evitando qualsiasi rischio ed emozione più forte. I due si incontrano-scontrano in un dialogo generazionale scoprendosi distanti, ma al contempo vicini, accomunati dalla stessa esperienza infantile. Accanto a loro Maria Gorini, nel ruolo della compagna di Giovanni, donna precisa e metodica. Giorgio Colangeli, dopo essersi laureato in Fisica Nucleare, nel 1974 inizia l'attività di attore con la Compagnia del Teatro Didattico Il Torchio diretta da Aldo Giovannetti. Attore poliedrico si divide tra teatro, cinema e tv. Tra le recenti esperienze cinematografiche: “Romanzo di una strage” (regia Marco Tullio Giordana), “Una piccola impresa meridionale” (regia Rocco Papaleo), “Banana” (regia Andrea Jublin). Nel 2014 prende parte alla miniserie tv “Non è mai troppo tardi” e alla fiction Rai “Braccialetti rossi”. In teatro lavora diretto dai seguenti registi: A. Benvenuti, D. Camerini. G. Montesano, C. Lizzani, A. Calenda, G. Sbragia, A. Pugliese, E. Olmi, V. Gassman, V. Cruciani, G. Marini, F. Frangipane, L. Melchionna. Francesco Montanari, diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, diventa famoso per il ruolo del “Libanese” nella serie tv “Romanzo criminale”, ispirata alla vera storia della banda della Magliana. Anche egli si divide tra cinema, teatro e tv. Tra le ultime esperienze cinematografiche si ricordano i film: “Oggi sposi” (regia L. Lucini), “Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata” (regia C. Vanzina), “Come non detto” (regia I. Silvestrini), “Un Natale stupefacente” (regia V. De Biasi). Tra gli ultimi spettacoli teatrali: “Sunshine” (regia G. Albertazzi), “Fontamara” (regia M. Placido), “Piccoli Equivoci” (regia C. Bigagli), “Le Mille e una Note” (regia G. Palla), “Il Calapranzi” (regia G. Caputo), “Romeo e Giulietta” (regia V. Binasco), “Parole incatenate” (regia L. Melchionna), “Il pigiama, ovvero solo gli stupidi si muovono veloci” (regia D. Prato), “Oscillazioni” (regia G. Marini), “Killer Joe” (regia di M. Farau). Nel 2013 compare nella serie tv “Squadra antimafia”, interpretando il mafioso Achille Ferro. Maria Gorini, laureata in Lettere e Filosofia (curriculum musica e spettacolo), ha costituito, nel 2012, insieme ad Anna Schirru e Caterina Sciariada, la compagnia Gorsciaskji. Il loro primo allestimento è stato “Ingoia e fai finta di niente”. Tra gli ultimi lavori si annoverano: il teaser “Squadra Speciale” di Gennaro Pesante (regia di S. Donadio) e il videoclip “Oh, moaning wind” di Quarter Past One (regia di N. Valori). Alessandro Bardani, regista e autore della pièce, ha recitato per il cinema e per la tv (“Romanzo Criminale - La Serie”), vince nel 2007 il Premio Alice David di Donatello per il corto “Relatività”. Nel 2013 scrive e dirige “Ce l'hai un minuto” (che vede protagonisti gli stessi Colangeli e Montanari). È il corto più premiato di quell’anno: diventa finalista al Premio David di Donatello, vince numerosi festival come miglior cortometraggio tra cui il M.I.F.F. Awards Cavallo di Leonardo 2013, ed è Finalista al “Cleveland International Film Festival”. Luigi di Capua, alla sua prima esperienza teatrale come regista e autore, è membro fondatore del gruppo “The Pills” per cui cura la sceneggiatura dell’omonima web-serie (oltre a recitarvi) che spopola da tempo su Youtube. È anche creatore e sceneggiatore della serie tv “Zio Gianni” (Rai2), di format web come “Porno: una storia tecnologica” e di programmi tv come “Late Night with The Pills” (deejay tv) e “Non ce la faremo mai” (Italia1). Con The Pills è in preparazione il loro primo film (Tao Due). Vita Rosati si divide tra cinema, teatro e pubblicità, dove svela il suo talento sia come attrice, sia come regista. Ha lavorato con artisti dal calibro di Giorgio Abertazzi, Ennio Coltorti, Aurelio Grimaldi, Caterina Costantini e Werner Wass. Tra le sue ultime esperienze teatrali si ricorda la pièce “Chi ha paura di Virginia Woolf?”. Le musiche de “Il più secolo della mia vita” sono realizzate da Deserto Rosso; band nata nel 2008 da un’idea della cantautrice romana Erika Savastani e del produttore e musicista Danilo Pao. Nel 2011 esce l’album d’esordio “Mi fanno male i capelli”; incontro di stili, persone e rappresentazioni dell’inquieto mondo femminile. Nel 2012 pubblicano “Oasis Eléctronique”; EP contenente sei versioni elettroniche del brano “Contact”. Hanno già collaborato per il trio Bardani-Colangeli-Montanari nel 2012 quando “Déjà Vu” (primo singolo del loro album d’esordio) è divenuto colonna sonora del corto “Ce l’hai un minuto?”. A settembre 2013 esce “Progresso”, album tributo alle band italiane anni ’60/’70. La pièce vede produttori esecutivi Marco e Matteo Morandini. La distribuzione è seguita dalla società Razmataz, nata dall’incontro tra Alessandra Cotogno e Daria Botte. Si tratta di una realtà imprenditoriale, divenuta negli anni un importante riferimento culturale, nata dalla voglia e dalla necessità di condividere passioni ed esperienze, rendendole disponibili per dare un contributo professionale al mondo teatrale. Lo spettacolo è sostenuto dal Comitato nazionale per il diritto alla conoscenza delle origini biologiche e da F.A.E.G.N. Associazione nazionale figli adottivi e genitori naturali. Il “Comitato nazionale” si occupa, da sette anni, di far modificare la legge che vieta ai figli adottivi, non riconosciuti alla nascita, di conoscere le loro origini biologiche. Ci si interroga sulle esigenze di tale conoscenza, quale diritto imprescindibile della persona per la propria salute, dato che è totalmente sconosciuta, a una folta schiera di individui (se ne contano 400.000 circa), ogni conoscenza anamnestica circa eventuali patologie familiari. F.A.E.G.N. (Associazione nazionale figli adottivi e genitori naturali) è la prima associazione di figli adottivi adulti e genitori naturali, nata quindici anni fa. Conta oggi circa 2000 membri. Si occupa del supporto psicologico e giuridico nella ricerca delle origini e nella battaglia per la modifica dell'attuale normativa vigente sulla ricerca. Da circa sette anni condivide azioni e battaglie con il “Comitato Nazionale per il Diritto alla Conoscenza delle origini biologiche”, insieme hanno presentato 4 proposte di legge nella scorsa legislatura, conclusasi, purtroppo, con un niente di fatto e ben 5 in questa attuale. Nell'ultimo anno la Commissione Giustizia alla Camera ha svolto una consistente indagine conoscitiva, ascoltando in Commissione tutte le parti interessate, tra cui le suddette associazioni. Nel novembre 2013 anche la Corte costituzionale si è espressa a favore della conoscenza, dichiarando incostituzionale l'art.28 della legge 184/83, nella parte in cui non prevede le modalità per interpellare la madre biologica al fine di chiedere se intende revocare l'anonimato espresso all'epoca del parto. Ciò pone al legislatore obbligo di modificare la legge, in modo da rispettare sia la sentenza della Consulta, che adeguarsi alle normative europee. Nonostante ciò però ancora la nuova legge non “vede la luce”. Notizie sull’attività del Comitato e sulle vicende legate alla legge sul sito http://www.comitatodirittooriginibiologiche.com Il Comitato ha promosso una petizione online che si può trovare a questo link http://www.petizioni24.com/per_il_diritto_alla_conoscenza_delle_proprie_origini Invitando tutti i cittadini a firmarla. Il sito di FAEGN: http://www.faegn.it Teatro della Cometa - Via del Teatro Marcello, 4, 00186 Orario prenotazioni e vendita biglietti: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00 - Telefono: 06.6784380 Orari spettacolo: dal martedì al venerdì ore 21.00, sabato ore 17.00 e ore 21.00, domenica ore 17.00 - giovedì 19 solo ore 17.00. Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro. link sito http://www.razmataz.eu/spettacoli/montanari-colangeli pagina fb “Il più bel secolo della mia vita” https://www.facebook.com/ilpiubelsecolodellamiavita?fref=ts leStaffette, ufficio stampa e promozione ATIR Teatro Ringhiera Piazza Fabio Chiesa / via Pietro Boifava 17 - Milano presenta da martedì 3 a domenica 8 marzo e da martedì 10 a domenica 15 marzo 2015 [da mart. a sabato ore 20.45 – la domenica ore 16] ATIR TEATRO RINGHIERA ITALIA ANNI DIECI di Edoardo Erba regia Serena Sinigaglia con Mattia Fabbris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Beatrice Schiros, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan produzione ATIR Teatro Ringhiera spettacolo inserito in INVITO A TEATRO + eventi collaterali ITALIA ANNI DIECI #ballachetipassa domenica 8 e domenica 15 marzo ore 18.00-19.30 lezione di salsa condotta da Luca D'Addino e #swaparty contro la crisi sabato 7 marzo ore 16.00-19.00 baratto di quartiere contro la crisi Cinico, nevrotico, spietato, anche tenero, “ITALIA ANNI DIECI”, di Edoardo Erba, regia Serena Sinigaglia, con Mattia Fabbris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Beatrice Schiros, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan, in scena ad ATIR Teatro Ringhiera, da martedì 3 a domenica 8 marzo e da martedì 10 a domenica 15 marzo, porta lo spettatore nell’occhio del ciclone e, facendolo vorticare nel dramma, restituisce un’immagine caleidoscopica e indelebile della crisi che stiamo attraversando. Circa due anni fa – scrive la regista Serena Sinigaglia - ho preso contatto con un autore italiano che stimo molto: Edoardo Erba. Volevo parlare dell’Italia oggi. Volevo portare sulla scena uno spettacolo che fosse come il film America oggi, uno straordinario spaccato dell’America anni ’90, firmato Robert Altman su testi di Carver. Un film che resta per me una pietra miliare del cinema americano. Volevo un testo corale che parlasse della crisi, anzi no, del baratro sociale e culturale nel quale siamo caduti e dal quale sembra non riusciamo a rialzarci. Edoardo ha raccolto la sfida e per ben due anni abbiamo lavorato alacremente a questo testo. Italia anni dieci racconta la storia corale di alcuni personaggi, dal nostro punto di vista emblematici per raccontare cosa siamo diventati: un industriale sull'orlo del suicidio e la sua signora, schiava delle apparenze, una madre protettiva, una figlia eterna disoccupata, un insegnante di salsa, un intellettuale allo sbando e una badante albanese. Mentre la crisi economica, spietatamente, li denuda, i loro destini si intrecciano. L'industriale non trova il coraggio di parlare con nessuno dell'imminente fallimento e non trova, pur volendolo, il coraggio di suicidarsi. Su insistenza della moglie, assumerà la ragazza disoccupata, la quale si tufferà felice nel mare del lavoro e della vita, senza sapere che l'acqua non c'è più. Finché la madre della ragazza, venuta a conoscenza della realtà, non deciderà di impiegare una piccola eredità per aiutare l'industriale, in cambio del posto fisso per la figlia. In una società dove tutti i riferimenti stanno per saltare, dove le sicurezze del passato non esistono più e sul futuro si addensano nubi che nessuno ha il coraggio di scandagliare, le persone si muovono alla cieca, aggrappandosi a qualsiasi cosa che sembri una certezza per non affondare. Come in un film che gira al contrario, i segni s’invertono: non si lavora più per essere pagati, ma si paga per lavorare. E si balla sulla macerie invece di raccoglierle e provare a ricostruire. In occasione dello spettacolo si svolgeranno due eventi collaterali: “#ballachetipassa” (domenica 8 e domenica 15 marzo, dopo lo spettacolo, dalle 18.00 alle 19.30), lezione di salsa condotta da Luca D'Addino (ingresso 5 Euro), e “#swaparty contro la crisi” (sabato 7 marzo dalle 16.00 alle 19.00), baratto di quartiere contro la crisi. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Gli oggetti da barattare (libri, vestiti e giocattoli) si possono consegnare in teatro anche il 5 e 6 marzo dalle 17.00 alle 19.00. Per ogni oggetto verrà dato un buono per il ritiro di un altro oggetto. Dopo il baratto sarà possibile fermarsi in teatro per un aperitivo (prezzo medio 6 Euro) e per lo spettacolo “Italia anni dieci” (per i partecipanti al baratto biglietto ridotto a 10 Euro). Per informazioni: [email protected] ATIR TEATRO RINGHIERA ITALIA ANNI DIECI di Edoardo Erba regia Serena Sinigaglia assistente alla regia Daniela Arrigoni con Mattia Fabris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Beatrice Schiros, Chiara Stoppa, Sandra Zoccolan scene Maria Spazzi - costumi Federica Ponissi luci Alessandro Verazzi attrezzeria Maria Paola Di Francesco musiche Gipo Gurrado maestro di salsa Luca D'Addino tecnico luci Anna Merlo con il sostegno di Next 2013 e in collaborazione con La Corte Ospitale produzione ATIR Teatro Ringhiera spettacolo inserito in INVITO A TEATRO ATIR TEATRO RINGHIERA Piazza Fabio Chiesa / via Pietro Boifava 17 - Milano Info e prenotazioni: 02.87390039 – 02.84892195 [email protected] BIGLIETTERIA: aperta dal giovedì al sabato dalle 17 e 19, e 1h30 prima dell'inizio degli spettacoli. PREZZI: intero: € 15 - ridotto under 26: € 10 - ridotto over 60: € 7,50 - ridotto convenzioni: € 12 www.atirteatroringhiera.it Prossimo spettacolo ATIR Teatro Ringhiera Teatro Kismet Opera “Namur” - 20 e 21 marzo http://www.atirteatroringhiera.it/stagione_dettaglio.php?id=157&pf=0 leStaffette ufficio stampa e promozione [email protected] "IL DESIDERIO DI ESSERE SEMPRE SINCERA" Intervista di Silvia Calzolari all'attrice e cantante SANDRA ZOCCOLAN Al termine dello spettacolo "Per una donna" al Teatro Ringhiera (produzione Atir, testo di Letizia Russo, regia di Manuel Renga, supervisione artistica di Serena Sinigaglia, con Sandra Zoccolan), l'attrice e cantante protagonista del monologo, Sandra Zoccolan, mi riceve in camerino con solarità e simpatia. Sono ancora sorpresa e avvolta dall'emozione interiore che si è sprigionata assistendo alla rappresentazione, ma domande e risposte si alternano a riflessioni e dialogo in modo spontaneo e naturale, rivelando Sandra nella sua generosità, gentilezza, umiltà e apertura. Una professionista di grande intensità, umanità e abilità comunicativa. Sandra Zoccolan: "Sono nata a Milano da genitori veneti e ho sempre vissuto prima in provincia poi in città. La mia iniziale intenzione era diventare veterinaria, gli animali sono la mia seconda passione e, ancor oggi, mi dedico alla loro cura. L'esperienza alla Scuola D'Arte Drammatica Paolo Grassi, l'incontro con gli amici dell'associazione è stata determinante e con loro ho fatto la mia scelta che si è rivelata fortunata, dedicarmi alla recitazione. Con i compagni di sempre abbiamo dato vita ad Atir nel 1996 (dal 2008 siamo al Teatro Ringhiera). Abbiamo fatto moltissime esperienze, forti ed intense. La nostra è una famiglia. Stare insieme, pur molto diversi fra noi come carattere, ci ha insegnato a convivere, rispettarci, litigare, ascoltare, imparare ed essere comunicativi. E' stata una crescita che ci ha insegnato la relazione anche con gli altri". - Quanta improvvisazione ed intervento personale c'è nella tua recitazione di questo splendido monologo? Sandra Zoccolan: "Si è fedeli al testo e alla sua struttura, solo qualche piccolo taglio del regista e interventi musicali. Il lavoro è studiare uno schema, una sequenza di azioni, intenzioni, cambi di posizione e cercare di farle rivivere ogni volta come fosse la prima volta. Ogni spettacolo non è mai uguale. Ho curato le registrazioni esterne, il canto e le scelte musicali, a cui mi dedico da sempre con la compagnia Atir. Il canto crea suggestione ed atmosfere" - È stato il tuo percorso con Gabriele Vagis a rivelarti come cantante e compositrice? Sandra Zoccolan: "Studiando pianoforte ho sempre sentito la musica vicina. Non mi ero mai dedicata al canto, è stato Gabriele Vagis, con il suo lavoro nel coro e d'improvvisazione corale, a scoprire e stimolare questa mia potenzialità e ho quindi dato spazio anche a questo aspetto." - "Per una donna" pone al centro il femminile nelle sue paure, nelle sue ansie, nel suo contesto di "normalità" e di conflitto di fronte al desiderio. Cos'è la "normalità" secondo il tuo punto di vista? Sandra Zoccolan: "La normalità, in questo caso, è avere tutto sotto controllo, una realtà in cui le cose sono sempre uguali, ripetitive, abitudinarie e conformi (simbolicamente in scena il ronzio del frigorifero). Normalità è credere di avere tutte le sicurezze, come, ad esempio, nel rapporto, in apparenza perfetto, con il marito e che invece manca di qualche spinta vitale e sensuale, d'energia e d'inaspettato. Non a caso questa donna s'innamora di una sconosciuta. Un desiderio travolgente. Da qui il conflitto interiore e tutto ciò che implica, anche legato all'educazione, ai giudizi dei parenti e della gente. L'altra parte di sè forte, preme e prosegue da mesi". - Nella molteplicità d'essere di ognuno, quale soluzione o non soluzione possibile? Sandra Zoccolan: "Dipende da ognuno, ci possono essere soluzioni attraverso un percorso personale: cambiare totalmente la propria vita o, anche solo per un incontro, stravolgerla. Nel caso della protagonista, non si sa, il finale è aperto. Importante è essere reattivi e in ascolto di se stessi". - Quanto si può essere se stessi in questo mondo? È utopia? Sandra Zoccolan: "Fatico a rispondere in assoluto. Personalmente vorrei essere più aperta possibile, cerco di ascoltarmi molto e vedere cosa succede, nei cambiamenti e conflitti. Fondamentale è non mentirsi. Lavorare molto su se stessi. Io non ho mai somatizzato, ho il desiderio di essere sempre sincera in tutto, anche di fronte alla morte. Non sfuggire la realtà anche se dolorosa, preferisco sapere la verità. Mi sento fortunata in questo processo sia a livello umano che professionale." - Nell'analisi vita/morte la protagonista esprime tutte le sue ansie, paure, angosce, esplosioni liberatorie e si guarda finalmente allo specchio. Sandra Zoccolan: "Sì nel pensiero di arrivare alla morte senza aver realizzato cose importanti. Ripete spesso che giorni, mesi e anni passano senza lasciare traccia, nei figli mai avuti, nel timore di arrivare alla fine e non aver lasciato niente. Va bene così, si deve è inevitabile… afferma e riafferma… ma è qualcosa che non smette di logorarla". - Dubbi, paranoie (i fili presenti in scena rendono perfettamente l'intrigo della mente) spingono la protagonista persino a temere di divenire seriale. Simbolo di cambiamento e consapevolezza di non poter mai più essere uguali a prima? Sandra Zoccolan: "Spinta vitale, emotiva e viscerale. Ci vuole tanto coraggio per affrontare. Tutte le esperienze forti, dolorose o no, cambiano e fanno crescere. Non si è più come prima…per fortuna". - Un altro aspetto dominante di questo spettacolo è l'ironia. Quanto l'ami e la vivi nei tuoi spettacoli e nella vita? Sandra Zoccolan: "In generale mi piace anche se sono 'tragicona'. Cerco di sdrammatizzare e di vedere il lato positivo e sorridente delle cose. Questo testo ha tanti momenti ironici. Ci sono frasi che spiazzano: nei momenti più tragici, se ci guardassimo da fuori, ci vedremmo comici. Il tragicomico. L'ironia ci può aiutare bilanciando le due componenti. Anche se a volte non siamo consapevoli di esserlo". - La tua visione del teatro: l'importanza il gesto e/o della parola. Sandra Zoccolan: "Nel teatro di prosa che noi facciamo la parola è importante. Il corpo nella sua unicità di mente ed anima, fatto di emozioni di azioni fisiche, deve procedere in maniera organica. Tutto insieme dalla testa ai piedi. Quando insegno sottolineo che il canto si deve sentire sino alla punta dei piedi, non solo dalla testa in su. Manuel Renga, regista, durante questo lavoro mi ha detto: 'devi pensare che ogni parola ogni frase sia questione di vita o di morte…come i gatti quando dormono…è tanta roba…". - Esperienza teatrale classica (Euripide ad esempio) e ricerca. Tu personalmente ove ti trovi meglio? Inoltre, Atir è ampiamente impegnato nell'ambito reale e sociale, me ne vuoi parlare? Sandra Zoccolan: "Mi immergo in entrambi. Atir spazia in vari ambiti. Facciamo laboratori in cui ognuno ha il suo ruolo, io mi occupo della voce, chi training, chi altro. Ci sono momenti dedicati ad esempio all'esperienza 'Voli di cartone' che si occupa di costruire scenografie, ma anche oggetti personali per la casa. Un bel gruppo in movimento". - Come vedi il teatro oggi: quali le difficoltà e le necessità? Sandra Zoccolan: "La difficoltà più grossa ora è la questione economica, per la cultura in generale. I contributi vengono distribuiti in maniera spesso diseguale. Per esempio strutture che già hanno soldi, costantemente li ricevono, mentre altre meritevoli vengono dimenticate. Poi ci sono altri aspetti, rappresentazioni ormai stantie che si ripetono costantemente, e anche molto altro… difficile il cambiamento…". - Dopo Roma ,al Teatro Due, quale il prossimo progetto in corso? Sandra Zoccolan: "Il prossimo spettacolo di Atir sarà il 3 marzo. Riprendiamo 'Italiani anni 10' con testo del grande Edoardo Erba, scrittore contemporaneo. La tematica è il nostro tempo, la crisi e le difficoltà di un imprenditore, di una madre e sua figlia…le troppe e tante difficoltà. Poi saremo in tournée primavera-estate". Grazie Sandra per accoglienza, emozione ed ampiezza. Buon lavoro e successo a te, e a tutti voi. Silvia Calzolari Sandra Zoccolan, diplomata nel 1996 alla Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi, ha lavorato con Thierry Salmon, Silvio Soldini, Gabriele Vacis (con quest’ultimo ha lavorato ne Gli uccelli di Aristofane). A scuola ha conosciuto Serena Sinigaglia e i futuri soci dell' ATIR con i quali lavora. A parte letture e performances teatrali occasionali, dirige laboratori in varie scuole di Milano. Negli anni passati, hoùa fatto parte di cori diretti dal maestro Oskar Boldre. L'ultima sua partecipazione è stata nel 2009, in occasione di una tournèe con Anna Oxa, come solista e un coro di 12 elementi, guidati da Oskar Boldre, che ne ha curato anche gli arrangiamenti. http://www.atirteatroringhiera.it/ Sabato 14 marzo 2015 alle ore 21 al Teatro San Luigi Guanella di via Savonarola, 36 a Roma, “Tutti insieme per le donne” con il progetto “No violence” ideato da Michele Simolo. Artisti del mondo dello spettacolo insieme per dare voce all’arte e dire no alla violenza. Musica, danza e spettacoli teatrali per un evento di beneficenza, dove l’intero incasso sarà destinato alle ragazze madri, seguite da Fajaloby, l’associazione di Marcia Sedoc. La serata sarà presentata da Marcia Sedoc e aprirà con la proiezione del video No Violence di Michele Simolo, a seguire le interpretazioni della soprano Eugenia Varas e del baritono Valerio Marchetti, si prosegue con l’esibizione di danza del Gregory Musical Factory, poi un assolo dell’Arabesco Center, una canzone interpretata da Roberta Budicin, l’esibizione teatrale di Fabrizio Rendina, un passo a tre dell’Associazione DanseAmour, un’altra coreografia di Gregory Musical Factor. Si continua con la presentazione del libro “Il volo del colibrì” di Paulina Alexandra Obanda Acosta, a seguire un balletto dell’Arabesco Center, la danza orientale del Gruppo Rasha Moon, la lettura di Alessandra Florio accompagnata dal M° Mauro Restivo, l’esibizione del maestro con i suoi allievi, una canzone di Marcia Sedoc e in conclusione il monologo scritto da Michela Zanarella, diretto da Giuseppe Lorin, interpretato da Chiara Pavoni, con le musiche originali del M° Mauro Restivo. Truccatrice dell’evento Roberta Budicin. Paolo Rossi al Teatro delle Arti L’importante è non cadere dal palco Venerdì 6 marzo – ore 21 – biglietti 15/13/10 euro Teatro delle Arti - via G. Matteotti 5/8 - Lastra a Signa (Firenze) La Corte Ospitale Paolo Rossi L’IMPORTANTE E’ NON CADERE DAL PALCO lezioni di teatro con Paolo Rossi e con Emanuele Dell’Aquila e Alex Orciari Tutto quello che avreste voluto sapere sul nobile mestiere dell’attore... Irriverente, pirotecnico e incontenibile, Paolo Rossi approda venerdì 6 marzo al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (ore 21 – biglietti 10/13/15 – info e prenotazioni tel. 055 8720058 331 9002510 [email protected] - prevendite Box Office e Ufficio Turistico di Lastra a Signa) con “L’importante è non cadere dal palco”: lezione-spettacolo in cui l’attore e cantautore ripercorre il meglio del suo repertorio, arricchito da aneddoti che riguardano la sua vita e il suo mestiere, svelando al pubblico quello che c’è dietro ai suoi pezzi migliori. Accompagnato dalle musiche di Emanuele Dell’Aquila e Alex Orciari, Paolo Rossi ci racconta il teatro e la contemporaneità con il piglio rivoluzionario che da sempre lo contraddistingue. “L’importante è non cadere dal palco” è un excursus sul teatro e i suoi maestri, dal cabaret al Mistero buffo 2.0, attraverso Molière, Cecchelin, Jannacci, Gaber, fino ad arrivare a Shakespeare: una lezione di teatro in pillole per giovani artisti. Il “qui e ora” della rete, il “là e adesso” già detto della tv satellitare, fino alle telecamere sparpagliate in ogni angolo delle nostre città in nome della nostra sicurezza, traslocano il teatro da palcoscenico del mondo al mondo in uno sterminato palcoscenico, studio, set. Il teatro può tornare a occupare nella società un importante ruolo se saprà giocare sui confini tra realtà e finzione, quadro e cornice, scena, quinta e platea e soprattutto se sapranno i suoi attori disciplinarsi per recitar nello stesso momento qui e altrove. Come di consueto, per chi lo desidera, dalle ore 20, Cenainteatro: buffet e drink a 6 euro (si prega di prenotare a[email protected], 331 9002510). Spettacolo nell’ambito della stagione 2014/2015 del Teatro delle Arti, realizzata in collaborazione con la Fondazione Toscana Spettacolo e con il sostegno del Comune di Lastra a Signa, della Regione Toscana e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Info e prenotazioni Teatro delle Arti - via Matteotti 8, Lastra a Signa (Fi) tel. 055 8720058 - 331 9002510 [email protected] [email protected] www.tparte.it Biglietti Posto unico intero 15 euro - ridotto 13 euro (ridotto under 21 € 10) Riduzioni: under 21, over 65, soci Coop, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso, abbonati stagione teatrale 2013/2014 Prevendite Ufficio turistico, via Cadorna 1 - Lastra a Signa - tel. 055 725770 - 335 1871615 Punti vendita circuito Boxoffice (compreso Ipercoop Lastra a Signa) ON LINE: www.boxol.it Ufficio stampa MARCO MANNUCCI |
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