Simona Bertozzi, un mese dedicato alla trasmissione del sapere coreografico In arrivo molteplici occasioni per incontrare il fecondo territorio in cui prassi pedagogica e creazione scenica si intrecciano. Inserendosi in una traiettoria per la quale il fare pedagogico è parte integrante della propria pratica creativa, da tempo Simona Bertozzi dedica parte della propria attività alla trasmissione del sapere coreografico: un fare in cui la formazione diviene gesto artistico a tutto tondo. È in questo preciso milieu che si inseriscono quattro appuntamenti in arrivo. Mercoledì 3 maggio debutta (in doppia replica alle ore 10 e alle ore 21) al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia Agile - Le connessioni invisibili, spettacolo con la coreografia di Simona Bertozzi nato nell’ambito del percorso di formazione Agora Coaching Project di Michele Merola e Enrico Morelli. Agile è liberamente ispirato a Lezioni Americane di Italo Calvino, come spiega la coreografa: «Cinque le lezioni e i titoli: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, più una sesta, Coerenza, solo progettata e rimasta inconclusa, per la morte dell’autore avvenuta nel settembre 1985. Dalla suggestione e dalla pregnanza di queste cinque definizioni, cogliendo in primis l’imponente “fisicità” che le caratterizza, mi sono rivolta alla creazione di una pièce coreografica in cui la tessitura dinamica e il dialogo tra gesto e azione risentono di una continua pulsazione tra l’evidenza delle regole e le possibili distorsioni. Lo spazio scenico come una sorta di playground in cui le cinque diverse modalità di “attraversamento della forma” diventano sostanza e ragione della grammatica di movimento, attivando possibilità continue e ostinate di esercizio, “addestramento” e dialogo tra i corpi, configurazioni spaziali e geometrie ritmiche». Lunedì 15 maggio, a partire dalle ore 9.30, al Teatro Comunale Ermete Novelli di Rimini avrà luogo l’audizione per la composizione della classe di coreografi e danzatori del progetto triennale di formazione e trasmissione delle pratiche coreografiche contemporanee Volcano – coreografia e complessità, ideato da Simona Bertozzi e dallo studioso Enrico Pitozzi nell’ambito dell’azione di Anticorpi XL - Network Giovane Danza d'Autore Botteghe d’Arte XL - luoghi e progetti di formazione e trasmissione del sapere. Venerdì 19 maggio alle ore 21, forte di debutto e repliche in prestigiosi Festival e rassegne in tutta Italia e dell’apprezzamento della più autorevole critica coreutica nazionale, al Teatro al Parco di Parma nell’ambito della rassegna May Days – incontro con la danza d’autore approda Prometeo: Architettura: «In questo spettacolo, quinto dei sei quadri che ho dedicato al mito di Prometeo, la prospettiva del tracciato coreografico è agita da un gruppo di giovanissime danzatrici del territorio bolognese e ravennate, alle prese con la condivisione di un habitat, di uno spazio severamente occupato dalla loro necessità di dare vita a immagini, visioni e proiezioni, strutture d’azione. Micro narrazioni ambientali in cui la testimonianza depositata dai corpi rivela una specie in crescita e in dialogo con le inquietudini, le energie molteplici e i dettagli “climatici” in cui agisce: docile e ostinata». Venerdì 26 maggio alle ore 21, infine, Simona Bertozzi condividerà con il pubblico presente al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno (BO) una restituzione del percorso di studio e pratica sul gesto e la composizione coreografica svolto nell’ambito di Innesti. Innesti è un progetto curato da Anticorpi, rete di Rassegne, Festival e Residenze Creative che opera su territorio regionale dell’Emilia-Romagna con l’obiettivo di offrire a giovani danzatori e danzatrici, in età compresa fra i 18 e i 27 anni, un programma gratuito di attività ed esperienze formative all’interno di compagnie professionali della Regione riconosciute dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che operano nell’ambito della danza contemporanea d’autore. Per la seconda edizione del progetto, la Compagnia Simona Bertozzi | Nexus è stata scelta quale organismo strutturato e attivo, in grado di accogliere e sostenere l’ampio spettro delle attività previste. Info sulla Compagnia Simona Bertozzi | Nexus: http://www.simonabertozzi.it/
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Rigenerazione urbana attraverso l’arte e il teatro:
al Villaggio Artigiano di Modena Ovest torna il Festival Periferico Il Collettivo Amigdala porta in una storica periferia emiliana i nomi più interessanti della ricerca artistica italiana. Un Festival Alto Fragile Urgente. «Il Festival Periferico si caratterizza per il fatto di realizzarsi in luoghi urbani non-teatrali, in aree degradate della città o in spazi pubblici poco valorizzati»: i membri della Direzione Artistica del Collettivo Amigdala di Modena introducono la manifestazione da loro ideata nel 2008 «I luoghi attraversati in questi anni sono molteplici: l’ex recapito postale della stazione FFSS, l’Archivio Comunale, il condominio popolare R-Nord, la fabbrica all’avanguardia Tecnord, il museo-laboratorio Officina Emilia. Fino al Villaggio Artigianale di Modena Ovest». La nona edizione del Festival Periferico, dal titolo Alto Fragile Urgente, si svolgerà dal 26 al 28 maggio, per il secondo anno consecutivo tra le officine in disuso e le imprese del Villaggio Artigiano di Modena Ovest. «Questo luogo è nato nel 1953 da una coraggiosa intuizione politica, a partire dalle tensioni sociali ed economiche del dopoguerra» suggerisce la curatrice Federica Rocchi «È il primo Villaggio Artigiano nel nostro Paese: un territorio tra campagna e città che teneva insieme vita e lavoro, saper fare manuale e impresa, filiera produttiva e appartenenza di comunità». A proposito di appartenenza: l’edizione 2017 del Festival Periferico inaugura l’avvio di un nuovo polo culturale della città di Modena, curato e diretto da Amigdala e da Archivio Cesare Leonardi, che avrà sede nella ex officina #OvestLab grazie alla collaborazione con il Consorzio Attività Produttive: «Alto Fragile Urgente nasce a partire da questa continuità» aggiunge l’illustratrice Sara Garagnani «e si fonda sul desiderio di condividere alcune domande con i cittadini: come l’arte e gli artisti possono entrare in relazione con questo territorio, con i suoi abitanti, con le officine dismesse e con quelle ancora attive, con gli artigiani, con gli operai e con gli imprenditori? Qual è il posto dell’arte in un quartiere da sempre votato alla produzione artigianale e industriale?». I nomi più interessanti della ricerca artistica e performativa nazionale sono in arrivo a Modena Ovest per tentare, attraverso opere e atti di pensiero, di rispondere a queste domande: la Compagnia Abbondanza/Bertoni, Muta Imago, Claudia Catarzi, Isabella Bordoni, OHT - Office For A Human Theatre, Filippo Tappi, Leonardo Delogu e molti altri proporranno installazioni, performance, spettacoli di teatro e di danza, conversazioni e concerti. «Abbiamo convocato un gruppo di artisti non tanto (o non solo) per portare una replica di un loro lavoro di repertorio» racconta Meike Clarelli, anima musicale del Collettivo «ma soprattutto per interrogarsi assieme a noi. Abbiamo chiesto loro di produrre nuove domande sotto forma di azioni, di performance o di percorsi nel quartiere, esplodendo il più possibile il Festival in spazi diversi: officine dismesse, negozi, strade, ex tracciati ferroviari, prati incolti». Conclude e rilancia Gabriele Dalla Barba, drammaturgo e scrittore: «Tre parole-chiave ci guidano in questo percorso: sogno, inteso come capacità dell’arte di lavorare sull’invisibile; intimità, come specifica qualità di una pratica artistica volta a ricostruire legami affettivi tra le persone e i luoghi; camminare, come pratica di esplorazione del paesaggio che si focalizza sul rapporto tra corpo, paesaggio e visione». Festival Periferico. State in ascolto. Ufficio stampa nazionale Ufficio stampa locale e social Michele Pascarella Silvia Mergiott Dal racconto di Assia Djebar, la storia di Atika, in prima nazionale al Teatro delle Donne di Firenze In collaborazione con Giunti Editore Con il patrocinio dell’Istituto Francese di Firenze Giovedì 27/venerdì 28/sabato 29 aprile 2017 ore 21,15 - domenica 30 aprile ore 16,30 Teatro Manzoni - via Mascagni 18 - Calenzano (Firenze) – biglietti 13/10/5 euro Il Teatro delle Donne LA DONNA FATTA A PEZZI dal racconto di Assia Djebar con ANTONIO FAZZINI testo e regia Filippo Renda aiuto regia Martina Vianovi PRIMA NAZIONALE - PRODUZIONE TEATRO DELLE DONNE La sua colpa? Avere insegnato in francese, lingua del colonialismo, “storie oscene” dalle “Mille e una notte”. Quella di Atika è una storia realmente accaduta, ad Algeri, durante la guerra civile, ed è al centro dello spettacolo “La donna fatta a pezzi”, in prima nazionale da giovedì 27 a domenica 30 aprile al Teatro delle Donne di Calenzano (gio/ven/sab ore 21, dom ore 16,30 - biglietti 13/10/5 euro - prevendite circuito www.boxofficetoscana.it e online su www.boxol.it – info www.teatrodelledonne.com - tel. 055 8877213 / [email protected]). “La donna fatta a pezzi” è tratto dall’omonimo racconto della scrittrice algerina Assia Djebar – contenuto nella raccolta “Nel cuore della notte Algerina” - prima autrice del Maghreb a essere ammessa all'Académie française e tra i primi scrittori nordafricani a trattare il tema della condizione femminile. Adattato da Filippo Renda, che con Martina Vianovi cura anche la regia, il testo vede protagonista Antonio Fazzini, attore, regista e autore, già al fianco di Giorgio Albertazzi e Giancarlo Cauteruccio. La narrazione prende spunto dalla omonima novella delle “Mille e una notte” in cui Shahrazad, la sultana delle albe, racconta la storia di una giovane donna senza nome che sarà uccisa dal marito ebbro di una gelosia innescata da un equivoco. Ma, nel più perfetto stile del fondamentale testo della letteratura araba, l’oggetto della narrazione diviene a sua volta voce narrante, in un susseguirsi di scatole cinesi, un dipanarsi articolato e avvincente di racconto nel racconto. La storia inizia nella Baghdad del califfo Harun al-Rashid, città di spezie, profumi, raffinati e torbidi piaceri: un susseguirsi di eventi ci porta fino all’Algeria del 1994 devastata dalla guerra civile, cantata da Assia Djebar nell’infinito lamento di “Bianco d’Algeria”. Qui la giovane docente Atika verrà uccisa. Giustiziata, secondo i suoi assassini, per aver insegnato “storie oscene”, ovvero le “Mille e una notte”. Assia Djebar, attraverso la sua narrazione superba, travolgente, poetica, ci porta per mano dalla Baghdad del mito a un Algeria dei giorni nostri che non riconosce il valore del testo per eccellenza del mondo orientale. Poco più di venti anni sono passati dalla scrittura de “La donna fatta a pezzi”. Ma l’attualità profetica del pensiero di Assia Djebar, la sua ricchezza, ci fornisce ancora oggi spunti per riflettere, per cercare di capire, per non arrenderci all’ignoranza che è madre di ogni intolleranza, di ogni violenza e matrigna della tolleranza e della civiltà. In collaborazione con Giunti Editore, con il patrocinio dell’Istituto Francese di Firenze. Spettacolo in abbonamento Passteatri. INCONTRO - Sabato 29 aprile alle ore 18.30 presso la Biblioteca Civica di Calenzano incontro con Roberta Mazzanti (editor e consulente editoriale Giunti), Isabelle Mallez (direttrice Istituto Francese di Firenze), Antonio Fazzini (interprete) e Filippo Renda (regista). Biglietti, riduzioni e prevendite Intero 13 euro; ridotto 10 euro (over 60, under 25, Coop, Arci, ATC) ridotti 5 euro (iscritti ai corsi di formazione) Promozione residenti Comune di Calenzano: 7 euro Prevendite: circuito www.boxofficetoscana.it e online www.boxol.it Biglietteria del teatro dalle ore 18 Info e prenotazioni Teatro Manzoni - via Mascagni 18 - Calenzano (Fi) [email protected] - www.teatrodelledonne.com Tel 055 8877213 / [email protected] IL TEATRO DELLE DONNE – Centro Nazionale di Drammaturgia Sede operativa: TEATRO MANZONI via Mascagni, 18 – 50041 Calenzano (FI) 055.8877213 - 055.8876581 [email protected] - www.teatrodelledonne.com Ufficio stampa: Marco Mannucci Milano, Spazio Avirex Tertulliano dal 26 aprile al 7 maggio 2017 nell’ambito della stagione 2016.2017 Teatro del Simposio PSYCHEDELIC MACBETH da William Shakespeare elaborazione drammaturgica di Antonello Antinolfi, Giulia Pes, Francesco Leschiera regiaFrancesco Leschiera conSonia Burgarello,Alessandro Macchi, Andrea Magnelli, Jacopo Monaldi Pagliari scene e costumi Paola Ghiano e Francesco Leschiera luci Luca Lombardi scenografie digitali Dora VisualArt Dopo la La Bi(G)sbetica domata da William Shakespeare eBeyond Vanja da Anton Cechov, continua l’affondo drammaturgico nei testi classici del Teatro del Simposioquesta volta con “PSYCHEDELIC MACBETH”, in scena allo Spazio Avirex Tertulliano di Milano dal 26 aprile al 7 maggio, elaborazione drammaturgica di Antonello Antinolfi, Giulia Pes, Francesco Leschiera,regia Francesco Leschiera,in scena Sonia Burgarello, Alessandro Macchi, Andrea Magnelli, Jacopo Monaldi Pagliari, scene e costumi Paola Ghiano e Francesco Leschiera, luci Luca Lombardi, scenografie digitali Dora VisualArt. Partendo da un’elaborazione drammaturgica che verte principalmente sulla sottrazione di personaggi per portare la lente d’ingrandimento solo sui principali, la riscrittura e la messa in scena che il Teatro del Simposio fa della celebre tragedia shakespeariana non perdono il senso della storia e quello che vuole trasmettere l’autore. La rilettura vuole focalizzarsi principalmente sui personaggi come uomini, nel loro intimo, non solo in quanto protagonisti di una storia. L’obiettivo di fondo è l’indagine sulla condizione umana in relazione alla tematica del potere e del suo esercizio. Tutto accade all’interno di una festa, di un party, in una scena fatta di proiezioni dove Macbeth, Lady Macbeth e Banquo si trovano soli con le loro coscienze e il loro destino comandato da un Dj in carne ed ossa o forse è solo la proiezione della loro mente.Un mondo allucinatorio, “una favola piena di rumore e di furore” dove il sogno e la realtà si mescolano e dove quel che rimane è l’essenza dell’uomo, dei meccanismi del potere, dell’amore portato alle più cupe conseguenze. Dove tutto può accadere, dove il bello è brutto e il brutto è bello… La vicenda è nota. Macbeth e Banquo, di ritorno da una vittoriosa battaglia contro i rivoltosi incontrano tre streghe che fanno loro una profezia: Macbeth sarà re di Scozia, mentre la progenie di Banquo regnerà. Una fatale predizione da cui si scateneranno violenze, omicidi e follia che avrà come centro la scura figura di Lady Macbeth e come fine la distruzione. Con un’operazione di estrema sottrazione il dramma di Shakespeare viene stravolto nella forma, lasciandone intatto il contenuto e le suggestioni: le streghe, il destino, il fato, l’amore, l’odio, la passione, il potere, i fantasmi, i sogni. Teatro del Simposio PSYCHEDELIC MACBETH da William Shakespeare elaborazione drammaturgica Antonello Antinolfi, Giulia Pes e Francesco Leschiera regiaFrancesco Leschiera con Sonia Burgarello,Alessandro Macchi, Andrea Magnelli, Jacopo Monaldi Pagliari scene e costumiPaola Ghiano e Francesco Leschiera luciLuca Lombardi assistente alla regia Giulia Pes graficaValter Minelli scenografie digitali Dora VisualArt Calendario repliche e orari da mercoledì a sabato ore 21.00 domenica 30 aprile ore 16.30 domenica 7 maggio ore 20.30 *giovedì 4 maggio non è prevista replica Info e prenotazioni Spazio Avirex Tertulliano Via Tertulliano 70 - Tel. 02 49472369 [email protected] www.spaziotertulliano.it/Spazio_Tertulliano/HOME.html Mezzi Pubblici: MM3 BUS 90 - 91 (fermata Salgari), 93 - 84 (fermata V.le Puglie) TRAM 16 (fermata Piazza Salgari) Teatro del Simposio Gruppo milanese di sperimentazione che lavora dal 2012 su molteplici forme teatrali, nato da comuni esperienze formative e professionali elaborate nel corso degli anni. L’incontro di Francesco Leschiera, Alessandro Macchi e Antonello Antinolfi avviene su un aspetto contenutistico, che ha creato un filo conduttore nelle produzioni del gruppo: l’esigenza di raccontare l'identità dell'uomo, psiche e materia, delle sfaccettature che gli appartengono in modo universale ma che inevitabilmente si legano alla concretezza della vita e al vissuto individuale. Il lavoro si sviluppa dal testo, individuando ed evidenziando la tematica che si vuole affrontare e il messaggio da comunicare. Da questa impronta nasce la costruzione dei personaggi che parte dall’ elaborazione delle fisicità e vocalità. Spesso lo spunto viene da opere d’arte, in particolare i quadri di Francis Bacon, ma anche dalla gente comune, entrambi, seppur molto diversi, sono fonte di interpretazione e rielaborazioni importanti. Attraverso l’improvvisazione, sul corpo e sulla parola, si raggiunge la messinscena finale. Il fine è quello di trasmettere al pubblico uno spunto di riflessione sul mondo e sull'uomo che lo vive, lo sperimenta e lo agisce. Link sito http://teatrodelsimposio.wixsite.com/teatrodelsimposio Teatro Cilea - Reggio Calabria Domenica 23 aprile 2007 ore 21.00 COME UN GRANELLO DI SABBIA Giuseppe Gulotta, storia di un innocente testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla con Salvatore Arena una co-produzione Mana Chuma Teatro, Fondazione Horcynus Orca, Horcynus Festival ‘15 in collaborazione con La.P.E.C. E Giusto Processo con il sostegno di Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Comune di Bova Spettacolo selezione In-Box Blu 2016. Alla serata sarà presente Giuseppe Gulotta. “Come un granello di sabbia. Giuseppe Gulotta, storia di un innocente” testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla, con Salvatore Arena ritorna, dopo la tournée nazionale degli ultimi mesi, al Teatro Cilea di Reggio Calabria domenica 23 aprile (ore 21), nell’ambito della prima edizione del festival MigrArtes, promosso e ideato dalla FONDAZIONE HORCYNUS ORCA e dalle associazioni Mana Chuma Teatro, Teatro di Figura Le Rane e Soledad. La data, che coincide con la festività di San Giorgio, patrono della città, è stata concordata con l’Amministrazione Comunale, a sottolineare, simbolicamente e concretamente, il forte rapporto che lega Giuseppe Gulotta alla città dello Stretto, luogo in cui la sua lunghissima odissea ha trovato finalmente giustizia. Dopo lo spettacolo è previsto l’incontro con Giuseppe Gulotta. La vicenda di Giuseppe Gulotta – contenuta nel libro “Alkamar-la mia vita in carcere da innocente” (ed. Chiarelettere) da lui scritta insieme a Nicola Biondo - è quella di un giovane muratore di 18 anni, con una vita come tante, che viene arrestato e costretto a confessare l'omicidio di due carabinieri ad "Alkamar", una piccola caserma in provincia di Trapani. Il delitto nasconde un mistero indicibile: servizi segreti e uomini dello Stato che trattano con gruppi neofascisti, traffici di armi e droga. Per far calare il silenzio serve un capro espiatorio, uno qualsiasi. Gulotta ha vissuto ventidue anni in carcere da innocente e trentasei anni di calvario con la giustizia. Non è mai fuggito, ha lottato a testa alta, restando lì come un granello di sabbia all’interno di un enorme ingranaggio. Fino al processo di revisione (il decimo, di una lunga serie), ostinatamente cercato e ottenuto, che lo ha definitivamente riabilitato. La sua storia, dalle conseguenze violentemente drammatiche e non risanabili, è raccontata nello spettacolo prodotto da Mana Chuma Teatro, Fondazione Horcynus Orca, Horcynus Festival ’15, in collaborazione con La.P.E.C. E Giusto Processo e con il sostegno di Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Comune di Bova. <<Per quello che Giuseppe Gulotta ha vissuto, protagonista suo malgrado di questo itinerario – scrivono gli autori - ma anche per le altre varie vittime della vicenda, affrontare questi avvenimenti sulle tavole di un palcoscenico pone di fronte ad una grande responsabilità. La responsabilità, certo, di non tacere l’incredibile vicenda legale, la lunghissima serie di omissioni, errori, leggerezze, falsificazioni, palesi violazioni della legge che oggi ci fanno definire questa vicenda come una vera e propria frode giudiziaria. La responsabilità, naturalmente, di non dimenticare il contesto e gli interessi in campo che generano il dramma. Ma principalmente la responsabilità di declinare la drammaturgia, attraverso la vicenda umana di Giuseppe (ma anche di Salvatore e Carmine – le due vittime della strage – o di Giovanni, Vincenzo, Gaetano – gli altri capri espiatori designati) rendendo giustizia alla sua dimensione personale, quella di una vita quasi interamente sottratta per ragioni inconfessabili. Provare ad innescare un processo di identificazione, pur senza aver attraversato quello che lui ha attraversato, senza aver sofferto quello che lui ha sofferto con un incredibile senso di dignità e consapevolezza. Provare a compiere questo corto circuito narrativo riuscendo a sottrarsi a qualsiasi intento retorico. La voce di Giuseppe ci attira in questo vortice raccontando, come trovasse per la prima volta qualcuno disposto ad ascoltare, la gioventù interrotta, l’arresto, le torture, i colpevoli silenzi, i pregiudizi, ma anche l’irriducibile cocciuta speranza in un restituzione finale della propria umile e alta identità. Lo fa alternandosi a voci secondarie, ma necessarie: un vicequestore illuminato schiacciato anche lui dall’ingranaggio, l’ufficiale dell’arma regista occulto delle torture (un Kurz rovesciato, lucido e per nulla tormentato), la moglie Michela, i genitori. Ogni voce, ogni episodio del vortice, trova il proprio luogo all’interno della scenografia, leggera e opprimente ad un tempo, di Aldo Zucco, capace di diventare multiforme nei suoi pochi, ma importanti segni. Le musiche originali di Luigi Polimeni, contrappunto ritmico ed emozionale al racconto, diventano esse stesse drammaturgia, sostenendo lo scorrere inesorabile della storia in tutte le sue partiture emotive>>. Prossime repliche: 28 aprile, TIP Teatro, Lamezia Terme, Ricrii14; 13 maggio, Teatro alla Guilla, Palermo, Da capo a capo; 28/29 maggio, Sala Laudamo, Teatro Vittorio Emanuele Messina. Info MigrArtes https://www.facebook.com/events/183986098777220/ [email protected] Biglietto d’ingresso Euro 5,00. COME UN GRANELLO DI SABBIA Giuseppe Gulotta, storia di un innocente testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla con Salvatore Arena scene Aldo Zucco musiche originali Luigi Polimeni disegno luci Stefano Barbagallo equipe tecnica di scenografia Antonino Alessi, Grazia Bono, Caterina Morano assistente alla regia Ylenia Zindato consulenza storica Giuseppe Gulotta e Nicola Biondo autori del libro “Alkamar-la mia vita in carcere da innocente” (ed. Chiarelettere) una co-produzione Mana Chuma Teatro / Fondazione Horcynus Orca /Horcynus Festival ‘15 in collaborazione con La.P.E.C. E Giusto Processo con il sostegno di Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Comune di Bova Info MANA CHUMA TEATRO ESTRATTI RASSEGNA STAMPA Ogni tanto può capitare di assistere a messinscene che hanno una necessaria ragione di essere, che ci raccontano storie e lo fanno senza retorica, senza cercare a tutti i costi di fare presa sul pubblico e che ci tengono svegli, ci fanno riflettere e soprattutto hanno un’anima (…), messinscene che regalano veri “momenti di teatro”. [Marco Menini, Krapp’s last post] Nel lavoro mirabilmente interpretato grazie al talento dall’attore (…) aleggia un cupo e torbido clima di smarrimento, in un paesaggio opaco, umbratile e viscido, a suo modo sterminato, nonostante la voluta ristrettezza dello spazio scenico. La scrittura non è documentaria, non ha la freddezza della pura inchiesta sociale, ma vuole offrire del mondo, cui il malcapitato Gulotta appartiene, un’immagine intensa, calandosi all’interno dei suoi valori arcaici… E’ la catarsi del palcoscenico, l’antica medicina per purificare le passioni umane, comprendendole per superarle; facendo riaffiorare alla coscienza eventi subdolamente rimossi. Per non dimenticare. [Francesco Tozza, Scenario on line] Gulotta (…) ha visto sé stesso e la sua storia passargli davanti, attraverso, la voce, il corpo, i silenzi di un attore, Salvatore Arena, che ne ha raccontato con profonda partecipazione non solo artistica ma umana le vicende incredibili (…). Applauditissimo lavoro e convincente interpretazione. Un incontro a teatro che non sarà facile dimenticare. [Antonia Dalpiaz, l’Adige] Nella luce, piccole schegge di legno paiono esplodere nella follia di una violenza irrazionale. La narrazione procede, e il giovane raggiunge la maturità sotto il peso di una colpa inflittagli da altri, incapace di lavare il proprio nome. Arena dà voce ai vari personaggi che tessono questa insondabile trama: gli amici, la moglie, avvocati, giudici… Sono diversi i momenti che ci colpiscono con la loro sincerità, nella descrizione di una vita che, pur segnata da colpe altrui e quasi distrutta, si ricostruisce poco per volta, combattendo per la propria libertà, ignorando il funzionamento di un sistema più grande, impalpabile, pesantissimo. [Sara Casini, Lo sguardo di Arlecchino] Un clamoroso errore giudiziario raccontato in un monologo estremamente coinvolgente, l’orrore dell’ingiustizia, la paura, il carcere quasi come il rifugio dalla violenza, la speranza un giorno di liberarsi dell’onta di un crimine mai commesso. Una storia che viene “data” completamente allo spettatore, attraverso un’adesione vivissima alla vicenda umana del protagonista. Il teatro si fa qui testimonianza civile, forma pubblica di riscatto, e mette in guardia sui pericoli che in ogni società corre la libertà di ognuno, schiacciata sotto il peso di un potere che intreccia trame occulte per piegare a sé la vita del Paese. Un tema spesso trattato dalla compagnia reggina, una delle più interessanti del panorama nazionale del teatro contemporaneo. [Oriana Schembari, Yes Calabria] Una campana in mezzo alla scena, uno sgabello sul quale è seduto un uomo illuminato da una luce che si domanda costantemente “come si conta l’aria?”, quell’aria di tutta la vita che manca, che ingiustificatamente è stata tolta, violentemente sottratta. Sul palco, è lo straordinario attore Salvatore Arena a raccontare la storia di Giuseppe. [Grazia Candido, Il quotidiano della Calabria / strill.it] GRANDE ATTESA PER IL FLORENCE ICE GALA Sabato 29 aprile - ore 21 - Mandela Forum - Firenze OLTRE A EVGENY PLUSHENKO UN CAST STELLARE Aljona Savchenko & Bruno Massot Anna Cappellini & Luca Lanotte Valentina Marchei & Ondrej Hotarek Ivan Righini - Adelina Sotnikova Comincia a definirsi il cast di FLORENCE ICE GALA, il grande show in programma sabato 29 aprile al Mandela Forum che per la prima volta in assoluto porterà le star del pattinaggio artistico su ghiaccio a Firenze. Si è scatenata un’autentica corsa al biglietto con tanti appassionati che affronteranno lunghe trasferte anche da fuori regione pur di non mancare all’appuntamento: i Campionati Mondiali 2017, che inizieranno tra pochi giorni a Helsinki, costituiranno una naturale vetrina televisiva per questa disciplina ed è facile ipotizzare che la prevendita possa avere un’ulteriore accelerazione considerando che Florence Ice Gala sarà l’unica occasione in Italia post rassegna iridata di ammirare dal vivo i campioni. Tra gli artisti che si esibiranno a Firenze il pluri campione mondiale ed olimpico Evgeny Plushenko, lo "zar" del ghiaccio autentica icona di questa disciplina, la campionessa olimpionica Adelina Sotnikova, la straordinaria coppia formata da Aljona Savchenko e Bruno Massot, i campioni mondiali di danza Anna Cappellini e Luca Lanotte, Valentina Marchei e Ondrej Hotarek, sesti classificati ai Campionati Europei nelle coppie, il campione italiano Ivan Righini, la vice campionessa italiana Roberta Rodeghiero, e giovani talenti come Daniel Grassl. Come di consueto negli spettacoli del pattinaggio artistico al Mandela Forum saranno tante le sorprese e la più significativa sarà sicuramente la partecipazione di grandi campioni del pattinaggio artistico a rotelle come Silvia Nemesio, Marco Santucci, Pierluca Tocco, Danilo Decembrini, Monica Gimeno Coma, Daniel Arriola che si cimenteranno con un attrezzo diverso da quello consueto anche se il talento e le capacità espressive di questi protagonisti dell’altro evento del pattinaggio artistico (International Skate Awards) rimangono inalterate. E’ in scaletta anche un numero collettivo con la partecipazione di oltre 100 giovani talenti provenienti dalle scuole di pattinaggio di tutta Italia: tra loro anche gli atleti delle due società toscane del pattinaggio artistico su ghiaccio, la GIGLIO BIANCO di Firenze e PATTINAGGIO ARTISTICO TOSCANA di Pistoia. Lo show prevede momenti di coinvolgimento di altre discipline artistiche, musica dal vivo, giochi di luci spettacolari e proiezioni sul ghiaccio di animazioni realizzate con la tecnologia del video mapping in cui gli artisti sembrano giocare ed interagire con le immagini. Ma oltre all’aspetto artistico che sicuramente è quello che determina il grande interesse del pubblico, testimoniato dai dati molto positivi della prevendita, vi sono questioni di natura tecnica legate all’allestimento della pista olimpionica al Mandela Forum sicuramente affascinanti. CURIOSITA’: TUTTI I NUMERI DELLA PISTA DEL GHIACCIO AL MANDELA FORUM La pista, di dimensioni 30 x 60 metri, richiederà almeno 5 giorni di lavoro per l’allestimento completo. Il materiale necessario sarà trasportato in loco da 6 bilici. Innanzi tutto sarà steso un tappeto isolante di spessore 5 cm, sopra il quale verranno montate 900 serpentine che raggiungeranno uno sviluppo lineare complessivo di circa 54 km. Una centrale termica composta da 2 gruppi refrigeranti, raffredderà una soluzione di glicole anticongelante ed acqua portandolo ad una temperatura di -10°. L’impianto pompa nel circuito chiuso delle serpentine circa 6.000 litri di glicole e ciò consente di mantenere il ghiaccio della pista ad una temperatura costante di -5°: il glicole, dopo aver raffreddato la superficie, torna alla centrale termica per essere trattato nuovamente e così via. Tutto è gestito da un software molto sofisticato che rileva la temperatura di alcune sonde annegate nel ghiaccio e fa si che la pista risulti sempre perfettamente ghiacciata indipendentemente dalla temperatura esterna. Sono necessari tre giorni di “annaffiatura” incessante per raggiungere lo spessore ottimale del ghiaccio che sarà di 7 cm., ovverosia 126 metri cubi complessivi. LA LEVIGATRICE DEL GHIACCIO L’altro elemento fondamentale per una pista di pattinaggio è la levigatrice del ghiaccio, più comunemente denominata Rolba Zamboni dal nome dell’imprenditore italo americano che la inventò e brevettò alla fine degli anni ’40. Il lavoro che fino ad allora richiedeva l’impegno di una squadra di operai per più di un’ora, grazie a questa geniale intuizione da quel momento poté essere svolto tranquillamente da una sola persona in 10 minuti con risultati di gran lunga migliori. La pratica del pattinaggio su ghiaccio comporta il deterioramento della superficie per i solchi che scavano le lame dei pattini, ecco quindi che ad intervalli che possono variare a seconda dell’utilizzo della pista, si rende necessario l’impiego della Rolba, una macchina molto complessa con una serie di “attrezzi” gestiti da un impianto idraulico. Nella parte posteriore del mezzo è allestito uno strumento chiamato “slitta” che quando la macchina comincia ad operare si appoggia sul ghiaccio e compie contemporaneamente le tre funzioni essenziali: 1 - una lama pesante e robusta, regolabile per inclinazione e lunga circa 2 metri, incide ed asporta la superficie del ghiaccio deteriorata dai pattini (un paio di mm) 2 - sempre all’interno della slitta, posizionate dietro la lama, operano due coclee (grandi eliche) che ruotando in modo opposto convogliano la neve prodotta dalla lama verso il centro della slitta. Qui una terza coclea posizionata in perpendicolare spinge la neve all’interno del grande cassone che occupa tutta la parte anteriore del mezzo. 3 - un tubo forato rilascia sulla pista circa 400 litri di acqua in modo che si ripristini il livello del ghiaccio iniziale. L’acqua è calda perché ciò consente una migliore eliminazione di tutte le piccole imperfezioni residue del ghiaccio ed un più rapido asciugamento. L’intera superficie della pista, al termine del trattamento, risulta perfettamente liscia e levigata, senza solchi o avvallamenti. Al termine del suo percorso sul ghiaccio la Rolba scarica all’esterno della pista la neve contenuta nel cassone, circa 3 metri cubi. I PROTAGONISTI PRINCIPALI Evgeny Plushenko Nato nel 1982 in un piccolo villaggio della Siberia orientale, ha iniziato a pattinare all’età di quattro anni ma presto si è trasferito a San Pietroburgo per allenarsi con Alexei Mishin, uno dei migliori tecnici del mondo. Straordinario il suo palmares: 7 volte campione europeo, 3 volte campione mondiale, è l’unico atleta nella storia del pattinaggio ad aver vinto 4 medaglie olimpiche (di cui 2 d’oro) in quattro diverse edizioni. Per il suo carisma straordinario è soprannominato lo “zar” del pattinaggio. Aljona Savchenko & Bruno Massot Aljona, nata a Kiev nel 1984, pattinatrice ucraina naturalizzata tedesca, dopo aver vinto 5 titoli mondiali con altri partner da qualche stagione pattina con l’atleta francese Bruno Massot, 28 anni di Caen. Gareggiano per la nazionale tedesca ed insieme hanno vinto 2 medaglie d’argento ai Campionati Europei e un bronzo ai mondiali 2016. Nel loro straordinario repertorio tecnico un triplo lutz twist in cui Aljona viene lanciata dal partner a quasi 4 metri di altezza! Adelina Sotnikova Ha poco più di vent'anni ma può già vantare un palmares impressionante la moscovita Adelina Sotnikova che ha iniziato a pattinare e a vincere quando era ancora giovanissima. In bacheca un titolo mondiale juniores, 2 argenti ai Campionati Europei e ovviamente la vittoria alle Olimpiadi di Sochi 2014, prima atleta del singolo femminile nella storia del pattinaggio artistico russo che pure è la scuola da sempre ai vertici internazionali. Anna Cappellini & Luca Lanotte Anna, 30 anni di Como, e Luca, 32 anni di Milano, pattinano insieme nella specialità della danza fin dalle categorie giovanili. La loro carriera è ricca di successi: 1 bronzo, 3 argenti e un oro ai Campionati Europei, un primo posto alle Universiadi e la grande vittoria ai Campionati Mondiali del 2014, uno dei pochissimi titoli iridati nella storia del pattinaggio artistico su ghiaccio italiano. Esprimono un pattinaggio di grande classe, dove la tecnica eccelsa viene esaltata dall’intensità interpretativa. Ivan Righini Ivan nasce a Mosca nel 1991, da madre italiana e padre russo. Fino al 2012 gareggia con ottimi risultati per la nazionale russa, poi in virtù della doppia nazionalità, decide di passare alla nazionale italiana. Nel suo palmares tre titoli italiani, e un sesto posto ai Campionati Europei. Alla recenti Universiadi di Almaty in Kazakistan ha chiuso in quinta posizione. Valentina Marchei & Ondrej Hotarek Valentina, 31 anni di Milano, dopo una carriera ricca di soddisfazioni nell’individuale, ha iniziato a pattinare nella specialità della coppia con il partner Ondrej, atleta della Repubblica Ceca, medaglia di bronzo agli Europei 2013. In pochi anni di attività hanno raggiunto un livello tecnico ragguardevole, vincendo il titolo italiano e piazzandosi al quarto posto ai Campionati Europei 2015. Rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi invernali 2018. PREVENDITE I punti vendita di Boxoffice Toscana https://goo.gl/h3lHNI Online su Ticketone https://goo.gl/LsPs7V Online su Boxol https://goo.gl/WZ2kQV BIGLIETTERIA 4° settore - euro 26.45 3° settore - euro 34.50 2° settore - euro 46.00 1° settore - euro 57.50 1 posto in Tavolo Gold con cena - euro 115.00 RIDUZIONI PER SOCI COOP E ALTRE CONVENZIONI INFORMAZIONI 051 6272148 - 335 8244308 - [email protected] - www.skate-power.it Glauco Mauri e Roberto Sturno Serata Shakespeare al Teatro delle Arti di Lastra a Signa Martedì 11 aprile 2017 - ore 21 – biglietti 15/13/10 euro Teatro delle Arti - via G. Matteotti 5/8 - Lastra a Signa (Firenze) Glauco Mauri - Roberto Sturno SERATA SHAKESPEARE IL CANTO DELL’USIGNOLO musiche composte ed eseguite da Giovanni Zappalorto produzione: Compagnia Mauri Sturno Si chiude martedì 11 aprile con la serata Shakespeare di due formidabili attori del teatro italiano, Glauco Mauri e Roberto Sturno, la stagione di prosa del Teatro delle Arti a Lastra a Signa (Firenze – ore 21 – biglietti 15/13/10 euro). Accompagnati dalle musiche composte ed eseguite in scena da Giovanni Zappalorto, Mauri e Sturno ci riportano alla poesia del Bardo di Avon. Un caleidoscopio che attinge dall’amore esternato ne “I Sonetti”, da “Enrico V”, da “Come vi piace”, da “Macbeth”, da “Riccardo II” e da “Timone d’Atene”, da “Giulio Cesare”, da “Re Lear” e dalla magia di Prospero ne “La tempesta”. Opere immortali in cui «l’usignolo», con il suo canto, ci parla della vita di tutti noi. “Il canto dell’usignolo” è una breve favola di Gotthold Ephraim Lessing. Un pastore, in una triste sera di primavera disse a un usignolo: «Caro usignolo, perché non canti più?» «Ahimè – rispose l’usignolo – ma non senti come gracidano forte le rane? Fanno tanto tanto chiasso e io ho perso la voglia di cantare. Ma tu le senti?» «Certo che le sento – rispose il pastore – ma è il tuo silenzio che mi condanna a sentirle». Chi ha il dono di «cantare» quindi canti, per non condannarci a sentire il tanto gracidare della banalità e della volgarità che ci circonda. C’è tanto chiasso intorno a noi che abbiamo bisogno che si alzi un canto di poesia e di umanità. APERITIVO TEATRALE - Per chi lo desidera, martedì 11 aprile dalle ore 20, c’è l’aperitivo teatrale, in collaborazione con Caffè La Posta (buffet e drink 6 euro, graditissima la prenotazione, tel. 055 8720058 - 331 9002510). Orario Inizio spettacolo ore 21 (durata 90 minuti) Biglietti Intero 15 euro, ridotto 13 euro (over 65, under 26, soci Coop, soci BCC, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso), ridotto 10 (under 21) Info, prevendite e prenotazioni Teatro delle Arti - viale Matteotti 5/8, Lastra a Signa (FI) tel. 055 8720058 - 331 9002510 [email protected] - [email protected] - www.tparte.it Prevendite on line www.boxol.it e nei punti vendita del circuito BoxOffice Orari biglietteria teatro: martedì 10-13, mercoledì e venerdì 17-20 La biglietteria è aperta inoltre tutte le serate di spettacolo e di proiezione film Ufficio stampa Marco Mannucci Il disobbediente in prima nazionale al Manzoni di Calenzano nel 50esimo della morte di Don Milani Giovedì 6/venerdì 7/sabato 8 aprile ore 21,15 - domenica 9 aprile ore 16,30 Teatro Manzoni - via Mascagni 18 - Calenzano (Firenze) – biglietti 13/10/5 euro IL DISOBBEDIENTE Don Milani a San Donato testo e regia Eugenio Nocciolini con GABRIELE GIAFFREDA e gli attori di CalenzanoTeatroFormazione NEL 50° ANNIVERSARIO DALLA MORTE DI DON MILANI Prima nazionale È un’anonima giornata del mese di ottobre dell’anno 1947, per la precisione un giovedì. Piove. Piove tanto. Piove a dirotto. Poche persone sono lì ad accogliere il nuovo cappellano. Un cappellano che in poco più di sette anni cambierà parecchie cose, incluso se stesso. Figura di rottura, eppure estremamente rigido. Incredibile precursore dei tempi e al contempo severo, categorico. Don Lorenzo Milani, erroneamente definito “il cattocomunista”, è ricordato soprattutto per il periodo vissuto a Barbiana. Eppure il suo trasferimento a Barbiana, avvenne in conseguenza di ciò che stava facendo come Cappellano di San Donato a Calenzano, borgo a metà strada tra Firenze e Prato, composto prevalentemente da famiglie operaie e contadine. E nel 50esimo anniversario della morte, è il Teatro Manzoni di Calenzano a ricordarlo con lo spettacolo “Il disobbediente”, in prima nazionale da giovedì 6 a domenica 9 aprile (gio/sab ore 21, dom 9 ore 16,30 - biglietti 13/10/5 euro - prevendite circuito www.boxofficetoscana.it e online su www.boxol.it – info www.teatrodelledonne.com - tel. 055 8877213 / [email protected]) nell’ambito della stagione 2016/2017 del Teatro delle Donne. Prima pedagogo che prete, è qui raccontata la sua esperienza straordinaria della Scuola Popolare, che accoglieva insieme bambini e operai. Ecco come provava a creare una nuova società, dove il contadino sapesse difendersi “dal padrone e dai preti”. Ecco come Don Lorenzo Milani non bestemmiava il suo tempo. “Il disobbediente” è scritto e direttore da Eugenio Nocciolini. Il ruolo di protagonista è affidato a Gabriele Giaffreda, completano il cast Niccolò Balducci, Enrico Ballini, Noemi Cappellini, Virginia Milani, Giada Raffaelli, Matilde Vannucchi di CalenzanoTeatroFormazione. Spettacolo in abbonamento Passteatri. FILM - Venerdì 7 aprile alle ore 21 presso la Biblioteca Civica di Calenzano proiezione – ingresso libero - del film “Il priore di Barbiana”, di Andrea e Antonio Frazzi (Italia, 1997). INCONTRO - Sabato 8 aprile alle ore 18.30 presso la Biblioteca Civica di Calenzano incontro con l’autore Eugenio Nocciolini e con l’attore Gabriele Giaffreda, in collaborazione con Associazione Don Milani. Biglietti, riduzioni e prevendite Intero 13 euro; ridotto 10 euro (over 60, under 25, Coop, Arci, ATC) ridotti 5 euro (iscritti ai corsi di formazione) Promozione residenti Comune di Calenzano: 7 euro Prevendite: circuito www.boxofficetoscana.it e online www.boxol.it Biglietteria del teatro dalle ore 18 Info e prenotazioni Teatro Manzoni - via Mascagni 18 - Calenzano (Fi) [email protected] - www.teatrodelledonne.com Tel 055 8877213 / [email protected] IL TEATRO DELLE DONNE – Centro Nazionale di Drammaturgia Sede operativa: TEATRO MANZONI via Mascagni, 18 – 50041 Calenzano (FI) 055.8877213 - 055.8876581 [email protected] - www.teatrodelledonne.com Ufficio stampa: Marco Mannucci |
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