Religione e situazione economica sono in contrasto con le aspirazioni della persona. Il sole, la calura, la sete, il caffè, sono elementi tragici del "tragico ammore" dell'Italia del Sud. - Recensione a cura di Michela Zanarella

La rappresentazione di "Tragico Ammore" nel rinnovato Teatro Tor Di Nona, bomboniera della scena con due sale alternative che offrono il respiro scenico a varie realizzazioni teatrali è perfettamente inserita nel contesto della piccola sala Strasberg, luogo della performance di Canio Loguercio.
Il messaggio della messa in scena riguarda l'individuo allo sballo. Religione e situazione economica sono in contrasto con le aspirazioni della persona. Il sole, la calura, la sete, il caffè, sono elementi tragici del "tragico ammore" dell'Italia del Sud. Un occhio che scruta, un naso, una bocca, dei capelli mossi dal vento e una mano che afferra un fazzoletto disegnano quei frammenti di vita raccontati dal poeta Canio Loguercio e assurti a immagine della brochure di sala.
La musica di Alessandro D'Alessandro è un tutt'uno con lo strumento che offre armonie da organetto ampliate dall'elettronica, emotivamente solleticate dallo scuotimento di fiammiferi. Canti religiosi alternati a note profane, popolari e conosciute, si accavallano e si mescolano al tragico ammore che segnala l'arrivo dell'inverno, mentre si muore come un Cristo sulla croce. Un accenno ad un amico scomparso ravviva un ricordo lambito dal vento, da un vento freddo di tramontana.
Spettacolo emotivamente valido.
Michela Zanarella