
il Teatro Solare presenta
il sole d'inverno
LA NASCENTE STAGIONE TEATRALE DI FIESOLE
4-5-6 novembre, ore 20.45
ERCOLE E LE STALLE DI AUGIA
dall'omonimo radiodramma di Friedrich Dürrenmatt
adattamento e regia Marco Di Costanzo
con Stefano Parigi
suono Andrea Pistolesi
musica originale Giovanna Bartolomei
produzione Teatro dell'Elce
in collaborazione con Teatro Excelsior Reggello
con il sostegno di Regione Toscana
Un eroe pieno di debiti e in crisi di motivazione per il suo mestiere. Il suo segretario, maltrattato e mal pagato, costretto a pubblicarne le imprese mitiche su riviste da parrucchiere per sbarcare il lunario. La sua compagna, tanto leggiadra e raffinata quanto ignara della drammatica situazione finanziaria. Un paese lontano ricoperto di letame e il suo parlamento, che offre un lauto onorario a chi saprà ripulirlo. “Ercole e le Stalle di Augia” pone a confronto gli alti ideali con la quotidianità gretta, l'eroismo con i debiti, la poesia con la propaganda, l'anelito a spiccare il volo con l'inerzia, dell'immenso, pesante, inamovibile strato di letame. Un solo attore, nello spazio vuoto, lotta eroicamente con un dramma che, grazie alla complicità dell'immaginazione dello spettatore, si sposta senza soluzione di continuità da Tebe a Elis, da rupi deserte a un'aula di parlamento, con dialoghi, dibattiti politici, un circo, scene di massa e peripezie avventurose.
«La metafora colpisce lo spettatore che coglie l’exemplum e non può fare a meno di sentirsi del tutto partecipe alla vicenda narrata […]. Stefano Parigi, mirabile da un punto di vista recitativo, riesce a creare un’atmosfera che tiene con il fiato sospeso, fa ridere e riflettere, come il teatro dovrebbe, appunto, fare: mostrare la realtà e far tornare a casa lo spettatore con una consapevolezza in più. Ironico e malizioso, versatile ma sempre preciso nei suoi gesti, l’attore colpisce per i suoi movimenti e per il modo di usare gli oggetti scenici: uno sgabello, un foulard e un ombrello». Francesca Sacco, paneacqua.info (10 luglio 2012)
«Uno spettacolo nitido, curato ed essenziale. Degna di nota la prova del protagonista, Stefano Parigi... un attore talentuoso, misurato e che supera a pieni voti questo lungo e difficile testo, con continui cambiamenti di personaggio e situazioni». Marco Menini, Krapp's Last Post (5 luglio 2012)
«Protagonista della scena è Stefano Parigi, davvero incantevole nel suoi continui cambi di personaggi». Napoleone Zavatto, Mediaxpress (11 novembre 2012)
«Il monologo variato su più voci, affidato a repentini trasformismi, accompagna il viaggio di Ercole e del suo seguito con giocolerie di scena che sono esaltazione del meccanismo teatrale, incanalate da una regia attenta e precisa». Michele Di Donato, LSD Magazine (11 novembre 2012)
Teatro di Caldine | Circolo ARCI Caldine – via Faentina 183, Fiesole (FI)
Biglietti: 12€ intero/10€ ridotto (soci Coop, Arci, …)/gratuito sostenitori Teatro Solare
Informazioni e prenotazioni: 333 4036962 info@teatrosolare.it www.teatrosolare.it
Con il sostegno di Unione dei Comuni Fiesole-Vaglia, Unicoop Firenze, Ristorante India, Ristorante-Enoteca Vinandro, Caffè Lorenzo, Ristorante-Pizzeria San Domenico.
A seguire...
7-8 e 11-12-13-14-15 novembre, ore 20.45
FARRUSCAD E CHERESTANÌ
da "La donna serpente" di Carlo Gozzi
adattamento e regia Marco Di Costanzo
con Daniele Caini, Erik Haglund, Tatiana Muntoni
suono Andrea Pistolesi
arrangiamenti vocali Lucia Sargenti
produzione Teatro dell'Elce
in collaborazione con Teatro della Pergola, Teatro Solare, Teatro Excelsior Reggello
con il sostegno di Regione Toscana
Tre giovani attori squattrinati, ultimi superstiti di un ormai decaduto teatro di provincia, mettono in scena “La donna serpente” di Carlo Gozzi con le poche attrezzature loro rimaste dopo il tracollo economico della compagnia. Il testo di Gozzi – ispirato alla “Storia del Re Ruzvansciad e della principessa Sceheristany”, una delle fiabe della raccolta “Les mille et un jour” – narra l'avventurosa storia d'amore del principe Farruscad e della bellissima fata Cherestanì, regina del favoloso regno di Eldorado: un terribile incantesimo non permette a Cherestanì di diventare mortale come il suo amato se egli non supererà le tremende prove alle quali il re delle fate, Demogorgone, lo sottoporrà. Sarà anzi, Cherestanì, condannata a trasformarsi in un orribile serpente. Il principe Farruscad, dal canto suo, è in balia di una realtà in continua metamorfosi a causa degli incantesimi in atto e dei racconti contrastanti degli altri personaggi della vicenda, tanto da non saper distinguere tra amici e nemici, tra verità e illusione.
«Il lavoro dell'Elce, “Farruscad e Cherestanì”, […] ha in sé del giocoso, del parodistico, del goliardico, del teatro nel teatro, e della metafora. Naif i tre interpreti che giocano sull'ingenuità sulla scena per costruire un varietà colorato con musichette e filastrocche, banjo e armonica, che li avvicina all'Orchestra del Titanic che continuava a suonare nonostante il transatlantico colasse a picco. Qui è la crisi, economica ma anche del teatro ma anche della società e dei valori, che se da una parte mette ansia dall'altra è fonte di gioia sperticata, alla maniera di Petrolini, amaro e geniale. Dai bauli escono mondi di tele e lenzuoli e abiti, i cambi costumi sono a vista, gli attori sono anche musicisti, campana tibetana, o rumoristi. Esponenti di una commedia dell'arte con guizzi curiosi l'Elce ha saputo, sperimentando anche nel linguaggio o nelle pose da cinema muto, rendere allegro ma non frivolo un lavoro che già funziona». Tommaso Chimenti, Corriere Nazionale (in occasione del primo studio presentato al Teatro della Pergola in maggio 2013)
Teatro dell'Elce
Via della Pergola, 25 50121
Firenze
tel. +39 333 175 93 90
info@teatrodellelce.it www.teatrodellelce.it