Narrano drammatiche scene: una famiglia sfasciata, figli cresciuti troppo in fretta, problemi di danaro, le troppe multe, omofobia, consumismo, droga, religione, valori andati e attimi di estremo verismo, da far riflettere.
La reazione e l’esponenziale crescita di sentimenti contrapposti, tra rabbia e gioia, tra amore e odio, tra carezze e acutezza provocatoria, che gelano e sciolgono.
Tra sorrisi rubati, progettando un viaggio (liberatorio) in terra messicana, Fil e Charlie (due ragazzi poco più che trentenni), coltivano in casa piante di marjuana, intrecciando storie e motivazioni diverse, accomunati dalla volontà di liberarsi dalle catene che la società impone, e dalla tristezza di un incerto futuro.
A questi si lega anche Wanda, ragazza che lotta con la sua obesità e la voglia di sentirsi “bella”, in un mondo dove si impongono regole e canoni di estetica, con un fratello down con cui “instaura” atteggiamenti poco opportuni. Alla disperazione di Lucia, moglie abbandonata dal marito divenuto un trans (dopo un viaggio di “perdizione”), madre di Fil. Fragile, per essere caduta nella malattia del gioco e della droga, e forte, mascherarsi duramente in panni poco femmili, per autoproteggersi.
Un sorso di caffè, e il corpo diventa musica parlante, e tra soffi e cucchiaini sbattuti sulle tazzine, si alimentano nuovi pensieri, diventando mezzo di riflessione e attimi per riprendere fiato.
Una rappresentazione scenica essenziale ma efficace, e dialoghi che spaccano, seminando le più disparate valutazioni, ma sicuramente senza lasciare indifferenti.
"Thanks for Vasellina" o semplicemente Thanks to Carrozzeria Orfeo, che attraverso il grottesco caos che ci circonda, fa breccia, bersagliando e denunciando (nel bene e nel male), tratti e scene, cui spesso chiudiamo gli occhi o ci giriamo dall’altra parte, per non vedere o sentire.
Dulcinea Annamaria Pecoraro