Resi-Dance al Teatro delle Arti di Lastra a Signa Compagnia Simona Bucci in “Giuditta e Oloferne” Mercoledì 13 marzo incontro “Il pensiero del gesto” (ingresso gratuito) Venerdì 14 marzo 2014 – ore 21 – biglietti 15/13/10 euro Teatro delle Arti - via G. Matteotti 5/8 - Lastra a Signa (Firenze) Compagnia Simona Bucci/Fondazione I Teatri di Reggio Emilia GIUDITTA E OLOFERNE coreografia Simona Bucci interpreti Eleonora Chiocchini, Carmelo Scarcella, Frida Vannini musica originale Paki Zennaro scenografia e disegno luci Angelo Linzalata costumi Massimo Missiroli Laboratori, prove aperte, incontri ma soprattutto spettacoli per la Compagnia di danza Simona Bucci, quest’anno in residenza artistica al Teatro delle Arti di Lastra a Signa. La rassegna Resi-Dance continua venerdì 14 marzo con “Giuditta e Oloferne”, spettacolo in cui emerge il consueto sguardo, profondo e intenso, di Simona Bucci. L'episodio di Giuditta e Oloferne è uno dei più rappresentati dell'Antico Testamento. Mantegna, Scarlatti, Botticelli, Donatello, Veronese, Caravaggio, Artemisia Gentileschi sino a Gustav Klimt: l'immaginario dei maggiori artisti di ogni secolo non poteva non essere colpito dalla drammaticità della storia della donna virtuosa che si macchia di tirannicidio per salvare il suo popolo. Figure come quella di Giuditta diventano simboli del possibile. In scena Eleonora Chiocchini, Carmelo Scarcella e Frida Vannini, musiche originali di Paki Zennaro, scenografia di Angelo Linzalata. Lo spettacolo è coprodotto dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e sostenuto dal Centre Chorégraphique National Roubaix Nord-Pas de Calais di Carolyn Carlson, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Dipartimento dello Spettacolo della Regione Toscana. Come di consueto, per chi lo desidera, dalle ore 20, Cenainteatro a cura di Marilena Fanfani: buffet e drink a 6 euro (si prega di prenotare a teatrodellearti.lastraasigna.fi@gmail.com, 331 9002510) mentre nel foyer del Teatro delle Arti (ore 19,30) s’inaugura la mostra di pitture “Phatos” di Rita Pedullà. ...Poiché non cadde il loro capo contro giovani forti, né figli di titani lo percossero, né alti giganti l'oppressero, ma Giuditta figlia di Merari, con la bellezza del suo volto lo fiaccò. Essa depose la veste di vedova per sollievo degli afflitti in Israele, si unse con aroma il volto, cinse del diadema i capelli, indossò una veste di lino per sedurlo. I suoi sandali rapirono i suoi occhi la sua bellezza avvinse il suo cuore E la scimitarra gli troncò il collo........ (Lode di Giuditta, Antico Testamento) IL PENSIERO DEL GESTO (giovedì 13 marzo – ingresso gratuito) - Sempre al Teatro delle Arti, giovedì 13 marzo dalle 19,30 alle 21.30 Simona Bucci conduce un incontro pratico di analisi del movimento e improvvisazione per attori. Gli interessati possono prenotarsi via telefono al numero 3471961898 o via mail a promozione@tparte.it. L’incontro è pensato per tutti coloro che studiano o lavorano nell’ambito del teatro di parola e di ricerca, interessati a un maggiore sviluppo della consapevolezza motoria e delle possibilità espressive del corpo e alla ricerca di un’espressione consapevole e originale che rispecchi il proprio intento creativo, utilizzando l’analisi del movimento e la tecnica dell’improvvisazione. La lezione si articolerà attraverso una prima parte di lavoro sul corpo come strumento primario dell’arte del movimento, cercando di sviluppare una consapevolezza dei parametri organici del corpo, liberandolo da tensioni non necessarie che spesso interferiscono con l’intento creativo, rendendo il corpo strumento duttile e disponibile alle necessità espressive. Seguirà poi una parte laboratoriale d’improvvisazione pensata come strumento di ricerca di una personale e unica identità artistica. La stagione 2013/14 del Teatro delle Arti è progettata dalla Compagnia Teatro popolare d’arte insieme alla Fondazione Toscana Spettacolo e con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Comune di Lastra a Signa. www.tparte.it Biglietti Posto unico intero € 15 euro - ridotto € 13 (ridotto under 21 € 10) Riduzioni: under 21, over 65, soci Coop, soci BCC, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso, abbonati stagione teatrale 2012/13 Info Teatro delle Arti viale Matteotti 5/8, Lastra a Signa (FI) tel. 055 8720058 - 331 9002510 Ilaria Baldo/Federica Spazzoni teatrodellearti.lastraasigna.fi@gmail.com promozione@tparte.it www.tparte.it Prevendite Ufficio turistico, via Cadorna 1 - Lastra a Signa - tel. 055 725770 - 335 1871615 Punti vendita circuito Boxoffice (compreso Ipercoop Lastra a Signa) ON LINE: www.boxol.it Ufficio stampa Marco Mannucci
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Il 10 aprile arriva al cinema il film d’animazione “BARRY, GLORIA E I DISCO WORMS” con la voce di ARISA Colonna sonora anni ‘70 con le hit della Disco Music da “Boogie Wonderland” a “Disco Inferno” da “YMCA” fino a “I Will Survive” e tanti altri … Il 10 aprile arriva nelle sale cinematografiche italiane il film d’animazione “BARRY, GLORIA E I DISCO WORMS” (distribuito da Filmnet), che avrà tra le sue voci quella di ARISA nel ruolo di Gloria, tra i protagonisti dell’esilarante storia che racconta l’avventura di una band di vermetti che danzano e cantano al ritmo della Disco Music! “BARRY, GLORIA E I DISCO WORMS” è la storia di Barry che un giorno decide di sfidare il monotono destino di ogni vermetto fondando una band musicale. Se Barry potesse realizzare un sogno, desidererebbe non essere mai nato verme e non stare più, come i suoi simili, in fondo alla catena alimentare. Ma un giorno si imbatte in un vecchio disco in vinile e il ritmo boogie lo conquista. Il suo corpo inizia a muoversi e, totalmente fuori controllo, comincia a ballare: improvvisamente Barry ha la brillante idea di fondare una grande disco band. A fare da sfondo alla rocambolesca avventura della band di vermetti è il ritmo del boogie e alcune tra le indimenticate hit della Disco Music: “Boogie Wonderland”, “Disco Inferno”, “Upside Down”, “Yes Sir, I Can Boogie”, “YMCA”, “Blame It On The Boogie”, “Love To Love You Baby”, “I Will Survive”, “Le Freak”, “Play That Funky Music”. “BARRY, GLORIA E I DISCO WORMS” è una storia divertente che vuole dimostrare a grandi e piccini che la musica può farci sentire liberi di realizzare qualsiasi sogno! Insieme ad Arisa che dà la voce a Gloria, anche Gabriele Lopez nel ruolo di Barry e la partecipazione straordinaria di Gianluca e Nicola Vitiello di Radio Deejay. www.idiscoworms.com Ufficio stampa: Parole & Dintorni (Ilaria Boccardi ) "Ho iniziato per gioco, ma ho avuto la fortuna di avere trovato dei grandi maestri e un po’ me li sono anche cercati. Ora, guardando indietro, c’è un filo conduttore che li lega tutti. Tutti mi hanno insegnato a non recitare, ma a essere vera." 1) Che emozione si prova, sapendo di aver sostenuto un ruolo così importante come la “Santa”, nel film oscar “La Grande Bellezza”? E’ tanto che faccio teatro, cinema poco, però come dicono sono sempre un pò nell’ombra (mai stata famosa, anche se sanno chi sono). Questa per me è stata una bella fortuna. La prima volta che mi hanno chiamata per fare il provino con Paolo Sorrentino, pensavo: “Figurati!!!”…, però ci sono comunque andata. Ero tranquilla e soprattutto non avevo l’ansia da prestazione che a volte mi prende. Ero contenta di conoscerlo. Il nostro incontro è stato (senza scherzi) del cuore e dell’anima. Lui aveva in mente una donna molto vecchia: una centenaria, per lui ero giovane e non sapeva se prendermi o meno, finché qualcuno gli ha suggerito l’idea del trucco. Ci siamo visti tre volte e la prova trucco, durata quasi 5 ore, è stata decisiva. Ho indossato l’abito e così ho iniziato a lavorare con lui e con l’aiuto regista al personaggio. Io sono entrata molto in sintonia e con poco, Paolo, ti fa capire cosa vuole. Mentre giravo ero molto felice, un ottimo rapporto con la troupe, mi sentivo coccolata, tranquilla e stranamente sentivo che mi veniva tutto naturale. Ogni proposta era accettata. Io sapevo cosa Paolo volesse, e dove cercare dentro di me. Mi sono ispirata a mia madre, per certi aspetti della vecchiaia. Paolo diceva: “Questa è una santa inconsapevole, dice cose così profonde, ma con la stessa leggerezza di dire – Passami il sale –“. A me questo ha fatto venire in mente un racconto di Buzzati: “I santi”. C’era un santo in particolare: San Gancillo, che era il santo inconsapevole. Ero presa dalla concentrazione e da cosa facevano gli altri. La vera emozione del personaggio, io l’ho avuta a Cannes e nella “Sala Lumiere” dove, ho visto tutto il film. Fino ad allora avevo visto solo gli spezzoni. Paolo poi, non mi aveva mai dato tutto il copione per intero. Capivo che il ruolo era importante, che faceva parte di un momento di transizione nella vita di Jep Gambardella, ma non avevo capito fino a che punto. Sono rimasta io stessa stupita, poiché quasi non mi riconoscevo. 2) In Italia “La Grande Bellezza” è stato molto criticato, anche non benevolmente. Cosa pensi in merito? Si, ho visto e letto. Il grande successo è stato in America. Riuscire a guardare dentro è difficile. Ci sono molti scorci di immagini e poche parole. Va metabolizzato. La mia stessa parte è piccolissima ma importante. Decisiva per un cambiamento. 3) Tu, ti senti come la “Santa”? No! (sorrisi). Anche se devo dire che c’è un film :“Pulce non c’è”, (uscirà nelle sale il 3 aprile 2014), girato tre anni fa, tratto dall'omonimo libro di una giovane scrittrice: Gaia Rayneri e diretto dal regista Giuseppe Bonito, ove interpreto i panni di una barbona, che in qualche maniera è portatrice di un cambiamento, di buona novella. E’ strano che faccio queste cose. Io sono buddista. Mi sono avvicinata tardi avevo già 40 anni. “Credere che la legge dell’universo è dentro di te e la vita è per te”. Detta così è facile. Tu devi sviluppare il cuore verso gli altri, perché non puoi diventare felice da solo. “Se ti preoccupi del tuo benessere, devi occuparti anche del benessere dei quattro angoli del paese” . Sicuramente l’interesse e questa forma di “cura”, probabilmente in queste due parti : la “Santa”(La Grande Bellezza), la “barbona” (Pulce non c’è), hanno messo in evidenza la mia parte spirituale. 4) Nel 2014, è uscito un altro film: “Mi chiamava Valerio” diretto da Patrizio Bonciani e Igor Biddau con la collaborazione di Ara Solis, Gruppo della Pieve e Fresnel Multimedia. Liberamente ispirato alla vita di Valeriano Falsini, il pentolaio gregario e amico di Fausto Coppi. [www.michiamavavalerio.it ] Come ti sei trovata? Beh bene! Loro sono Amici miei. Io sono la zia di Maria Pia. Vi è Roberto Caccavo (Fausto Coppi) con cui ho lavorato in “Re Lear” e mi ha diretto in “Mario”, Igor Biddau (scenografo da un bell’occhio), Riccardo Sati (Valeriano Falsini) e Sofia Bigazzi (Maria Pia). Sono ragazzi talentuosissimi. Stare con loro è come essere a casa. 5) Preferisci fare cinema o teatro? Sono due realtà diverse che richiedono due diverse concentrazioni. Fare cinema non mi mette ansia come nel teatro. E’ una cosa cui inconsciamente penso che posso rifare. Nel teatro sento quello che i francesi chiamano: il “crack”, che passa quando poi sono sul palco. 6) Tra i tanti tuoi progetti, ce ne uno in particolare che colpisce: “ Re Lear” con Gianfranco Pedullà. Come sei riuscita a catapultarti in un personaggio maschile e forte, come quello di un re? Faccio parte della sua compagnia. Beh questa è una bella domanda. Sin da quando ero giovane, ho sempre fatto personaggi maschili. Sarà per il viso androgeno, scavato. Quando Gianfranco, mi ha proposto questo ruolo, io sorrisi, perché quando avevo quarant’anni, dicevo che da vecchia avrei fatto il “Re Lear”, cosa che si è realizzata. Io sono minuta, piccina, ma quello che si è voluto fare vedere è la fragilità del potere. Ho cercato, nonostante la preoccupazione iniziale, di mettere in scena i “guazzabugli interiori". La parte della follia mi è venuta bene e per il resto sono stata aiutata anche da Marco Natalucci (il buffone) e da tutti gli attori, con cui mi sono divertita. 7) La tua esperienza nelle carceri? Bellissima, soprattutto nel carcere di Arezzo (ora chiuso). Lì c’era una compagnia (non fissa), facevamo un laboratorio, portando avanti una certa idea. Gianfranco Pedullà, è molto bravo nel dirigere. Queste persone, hanno una grande energia compressa, non utilizzata. Chi faceva il laboratorio teatrale, aveva già una predisposizione. Riuscivano a essere così veri, “più di un attore”, da portare sulla scena tutta la loro storia. Mi ricordo di un ragazzo cileno di 30 anni, di una bravura a capacità incredibile. Uno dei personaggi più belli che ho fatto in carcere oltre a “Woyezeck” è stato “Calibano” nella “Tempesta” di Shakespere ma tradotto in napoletano del ‘600-700 con un testo di Eduardo de Filippo. L’umanità di questa gente spacca il cuore e esce l’arte. 8) E con i laboratori per ragazzi? Con loro ho avuto poca esperienza. Non quanto in carcere. Ho lavorato con le medie di Arezzo. E’ difficile, con loro. Mi ricordo di una seconda media. Dovevamo mettere in scena la “La Gabbianella e il gatto che le insegnò a volare” di Sepulveda. Ragazzi che durante il laboratorio si scatenavano. Io urlavo, fino a dire basta e me ne andai. Poi tornai, e mostrai come adulto le mie "impotenze", trattandoli allo stesso pari, dicendo le difficoltà di lavorare con loro. Questo mio "sfogo", li ha poi portati a fare uno spettacolo bellissimo, e a superare anche inconvenienti tecnici, da veri professionisti. Sono entrati in scena alla perfezione. Anche il timido della classe, che interpretava il gatto, si è esibito alla grande. 9) A aprile 2014 porterai a Lastra a Signa (FI) uno spettacolo: “La partita di Mimì”, un quasi monologo, scritto per te dalla drammaturga palermitana Lina Prota. Ci puoi anticipare qualcosa? Lina Prosa, l’ho conosciuta lavorando al progetto Satirycon 2000 di Massimo Verdastro. Massimo ha avuto un’idea geniale, ha dato vari pezzi a drammaturghi contemporanei, affinchè riscrivessero il Satyricon. Ne abbiamo messi in scena 5. L’ultimo di questi , il “Naufragio”, è stato proprio scritto da Lina. Questa drammaturga sta avendo un grande successo ed è ha anche diretto una trilogia “Lampedusa Beach” per la Comédie-Française. Io mi sono “innamorata” di questa donna e della sua scrittura. Quando eravamo al “Piccolo”al Milano io le dissi, “Quanto mi piacerebbe che scrivessi qualcosa per me … e aggiunsi: “uhm, e scusami come faccio a pagarti?”- lei rispose: “Ah, non ti preoccupare, a noi scrittori, ci pagano poco”. “Anche a noi attori” – aggiunsi io. Io pensavo fosse finita lì. Poi mi chiama e mi dice: “Non mi dici cosa vuoi?”. A gennaio del 2013, mi è arrivata per mail “La partita di Mimi”. L’ho letta e l’ho trovata bellissima. Sarà presentata dal 9 al 13 aprile 2014 a Lastra a Signa, ci sarà una rassegna di teatro di nuova drammaturgia, diretta da Alessandro Cevenini e con me ci sarà una danzatrice (maestra del movimento) Sabina Cesaroni (Zayira). C’è anche la storia dell’Italia del ‘900 in “flash”, da Moro, Brigate Rosse, Pasolini. 10) Tu hai iniziato a 29 anni a recitare. Sono 40 anni che reciti. Quale è il ruolo più difficile che hai rappresentato, quello che hai sentito più tuo e quello più lontano da te? Lo sai che è difficile risponderti??! Difficile è stato “Aspettando Godot”. Facevo Lucky, non capivo bene cosa dovevo fare. Ne ho amato più di uno: sicuramente “Calibano”, in carcere e in napoletano (lingua che mi insegnato Bartolo Incoronato, lavorando insieme). Poi tanti anni fa, insieme a Marisa Fabbri e Franco Piacentini, ho imparato tanto. Nelle “Baccanti” con traduzione di Sanguineti, io facevo due personaggi: “Tiresia” e “Cadmo”. Questo è stato un bellissimo lavoro. Il teatro greco insegna moltissimo. 11) Hai mai pensato di scrivere un libro? Non so scrivere io. Non ci ho mai pensato. 12) Hai mai pensato di fare la registra? Per quello ho una capacità. Sono una brava regista d’attore, una “coach”. Non perché mi vanti, ma perché l’ho fatto. 13) Per fare l’attore/trice cosa consiglieresti? A un attore/trice giovane direi di non perdere tempo. Di fare una scuola, ma non di basarsi solo su questa. Di fare esperienze. Io non ce l’ho una scuola, ho iniziato per gioco, ma ho avuto la fortuna di avere trovato dei grandi maestri e un po’ me li sono anche cercati. Ora, guardando indietro, c’è un filo conduttore che li lega tutti. Tutti mi hanno insegnato a non recitare, ma a essere vera. C’è bisogno di inventarsi, di creare. Sicuramente ci vuole forza, tanta determinazione, senza bisogno di scappare dall’Italia. Dulcinea Annamaria Pecoraro MASSIMO RANIERI mer 5/3 al Teatro Verdi di Firenze. Ultimi biglietti e nuova data il 26 aprile3/5/2014 Sogno e Son Desto, Massimo Ranieri al Teatro Verdi di Firenze. Ultimi biglietti disponibili e nuova data sabato 26 aprile MASSIMO RANIERI Mercoledì 5 marzo 2014 – ore 20,45 Teatro Verdi – via Ghibellina, 99 – Firenze Biglietti posti numerati: 55/50/43/35/27/20 euro Riduzione di 6 euro per i possessori di Carta Super Flash della Banca CR Firenze Prevendite Teatro Verdi www.teatroverdionline.it - Box Office www.boxofficetoscana.it Ticket One www.ticketone.it; info tel 055.667566 - 055.212320 - www.bitconcerti.it “Sogno e Son Desto - Chi Nun Tene Coraggio Nun Se Cocca Ch' 'e Femmene Belle” è il nuovo recital che Massimo Ranieri porta mercoledì 5 marzo al Teatro Verdi di Firenze. Per la serata sono rimaste poche decine di biglietti, ma al trionfale tour che lo vede di ancora protagonista sui palchi di tutta Italia è stata aggiunta una nuova tappa fiorentina: sabato 26 aprile, sempre al Teatro Verdi (prevendite Teatro Verdi www.teatroverdionline.it - Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it e Ticket One www.ticketone.it). Scritto da Gualtiero Peirce e Massimo Ranieri lo spettacolo, dal titolo giocoso e provocatorio, non è dedicato ai vincitori e agli eroi, ma agli ultimi e ai sognatori: gli uomini e le donne cantati dalla musica di Raffaele Viviani e di Pino Daniele; o dal teatro di Eduardo De Filippo e Nino Taranto. Tra canzoni e monologhi non mancano i colpi di teatro: nel recital Ranieri va oltre il repertorio della canzone napoletana, interpretando brani dei più celebri cantautori italiani e internazionali: da Fabrizio De Andrè a Francesco Guccini, da Charles Aznavour a Violeta Parra. E ovviamente non poteva mancare il Ranieri attore, impegnato a raccontare - tra Shakespeare e Collodi, Alda Merini e Nino Taranto - quel sottile confine che unisce i sogni alla vita di ciascuno di noi. Orchestra composta da Massimiliano Rosati (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Mario Guarini (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (sax). Info tel 055.667566 - 055.212320 www.bitconcerti.it - www.teatroverdionline.it Biglietti posti numerati (esclusi diritti di prevendita) 1° settore Platea € 55,00 2° settore Platea € 50,00 3° settore Platea - Palchi I Ordine € 43,00 4° settore Galleria - Palchi II-III Ordine € 35,00 5° settore Palchi IV-V-VI Ordine centrali € 27,00 6° settore Palchi IV-V-VI Ordine laterali € 20,00 Sconti Riduzione di 6 euro per i possessori di carta SuperFlash della Banca CR Firenze Prevendite Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it (tel. 055.210804) Ticket One www.ticketone.it (tel. 892.101) Teatro Verdi www.teatroverdionline.it (055.212320) Ufficio stampa Prg Marco Mannucci Io, mai niente con nessuno avevo fatto > Vuccirìa Teatro > Torino, Teatro bellArte, 7 marzo3/3/2014 ‘Mi chiamo Motta Giovanni ho ventitré anni e sono siciliano. Vuccirìa Teatro IO, MAI NIENTE CON NESSUNO AVEVO FATTO venerdì 7 marzo ore 21.15 Teatro bellARTE Via Bellardi,116 Torino nell’ambito della Stagione Nova Vita scritto e diretto da Joele Anastasi interpreti Joele Anastasi, Enrico Sortino, Federica Carruba Toscano aiuto regia Nicole Calligaris costumi Giulio Villaggio foto Dalila Romeo video Giuseppe Cardaci, Elia Bei, Davide Maria Marrucci produzione Vuccirìa Teatro organizzazione e distribuzione RAZMATAZ ufficio stampa leStaffette ‘Io, mai niente con nessuno avevo fatto’ è la storia di Giovanni, incarnazione dell’ingenuità e della passione allo stato puro, dell’innocenza che supera tutte le barriere della conoscenza e dell’ignoranza: un pezzo unico di anima che dice tutto quello che pensa, che crede a tutto quello che gli viene detto. Giovanni è la forza e il coraggio di chi non riesce a vedere il mondo se non come uno spartito di note da danzare. L’istinto alla vita, alla sopravvivenza. Oltre la malattia. Oltre il male. E di Rosaria, la cugina che per lui rappresenta tutto: è fidanzata e sorella, madre e figlia. E ancora di Giuseppe, amore e amante del protagonista, l’ambiguità e la violenza, ma anche la passione carnale e focosa. Lo scenario è brutale, istintuale, carico di violenza, tinto di colori forti, un contesto in cui l’innocenza di Giovanni sembra annegare, ma al quale invece sopravvive, riscattandosi attraverso i corpi e le anime dilaniate di Rosaria e Giuseppe. Sicilia anni ‘80, omosessualità, malattia, violenza, morte sono lo spunto per raccontare e suscitare emozioni, superando i contesti e le categorie, ma allo stesso tempo focalizzando l’attenzione su tematiche umane e sociali quanto mai presenti e scottanti. Con questo spettacolo la Compagnia ha vinto il Bando Stazioni d’Emergenza/atto V/Nuove creatività 2014 di Galleria Toledo a Napoli. Precedentemente è risultata vincitrice del Roma Fringe Festival 2103 ottenendo il premio come Miglior Spettacolo, Migliore Drammaturgia a Joele Anastasi, Miglior Attore a Enrico Sortino. E’ stato inoltre inserito al NEW YORK FRINGE FESTIVAL in rappresentanza dell’Italia nel prossimo mese di agosto. Lo spettacolo per il suo impegno a favore della sensibilizzazione e dell'informazione su una tematica sociale importante come AIDS, diversità e tolleranza, è patrocinato da ROMA CAPITALE Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, dalla LILA Catania, (Lega Italiana Lotta contro l’Aids), GAYCS ITALIA, ARCI GAY CATANIA, ARCI GAY NAPOLI, ARCI GAY CAMPANIA, NPS Italia, PALERMO PRIDE, STONEWALL, GAY CENTER, ANDOS, DI’GAY PROJECT, CIRCOLO MARIO MIELI, I-KEN Lo spettacolo è inserito nella Stagione Nova Vita di Teatro Tedacà in collaborazione con il progetto ‘Adotta una compagnia’ della Fondazione Live Piemonte dal Vivo – Città di Torino – Settore Politiche Giovanili e Quarta Circoscrizione. Promo video Info e prenotazioni: 011.7727867 info@tedaca.it biglietti: intero 8 Euro – ridotto 6 Euro Ufficio Stampa leStaffette Estratti Stampa Saltinaria, Andrea Cova - I ragazzi di Vuccirìa Teatro, con la semplicità e l'intelligenza di cui spesso si sostanzia il teatro più memorabile, raccontano una storia dall'impatto emotivo travolgente coniugando il bozzetto paesaggistico di una Sicilia ancestrale corrosa dal sole cocente e dalla povertà con il sentore di un fato opprimente derivante dal modello della tragedia greca; sullo sfondo l'avvento di una modernità che non allevia le sofferenze ma anzi le acuisce con il dramma di una pandemia insanabile, l'intolleranza che non concede requie, la violenza nei confronti dei più deboli non sufficientemente tutelati dalla società. (…)Una storia di sconcertante potenza, assolutamente attuale ma al contempo proiettata in una dimensione che si direbbe atemporale se non addirittura epica. Merito della drammaturgia onesta, acuminata, profondamente emotiva ed appassionata di Joele Anastasi, che la veste con una regia scarna e minimalista come si conviene alle tematiche proposte e alla chiave di lettura offerta dallo spettacolo. Incredibile la lucidità ed originalità con cui questo artista - è bene sottolinearlo, appena ventiquattrenne - si cimenta con la sua opera prima, tracciando dei ritratti psicologici di accecante bellezza e complessità. […] se Federica Carruba Toscano incarna una femminilità primigenia, ad un tempo carnale e materna, desiderosa di giocare le proprie carte per tentare un futuro lontano dai vincoli di radici troppo asfissianti, il fascino virile e sfrontato di Enrico Sortino rappresenta la perfetta trasposizione scenica di questo patrimonio culturale machista e retrogrado, di cui però l'impetuoso attore svela con sottile intensità il progressivo disgregarsi. Ed infine, la struggente, versatile e lacerante interpretazione di Joele Anastasi, instancabile nell'accarezzare gli infiniti stati d'animo e la tenera fanciullezza del protagonista Giovanni, con un entusiasmo e una padronanza emotiva realmente sorprendenti. TeatroeCritica, Viviana Raciti – Irrompono sulla scena due ragazzi in biancheria e nonostante una melodia assordante è un profluvio di parole confuse ciò che ci coglie, codice segreto il cui senso è percepibile anche se non inteso sino in fondo. Non è la sonorità del siciliano che pure è lingua del testo ad impedirne la comprensione, quanto l’impossibilità ad accedere profondamente, se non attraverso uno sguardo partecipato, al loro mondo perfetto e invalicabile fatto di cuscinate, giochi e scherni che testimoniano una vicinanza intima ben oltre il loro essere parenti. […] Reazione all’impossibilità del poter raccontare un presente che non è più, è la loro una condizione isolata nella rievocazione di un passato in cui non è più possibile interagire coi propri fantasmi. […] Ci si potrà abbracciare soltanto da soli, in un misto di tenerezza e nostalgia. Eppure non soffrono di solitudine i personaggi, anzi, qualità del testo è la capacità di legare a filo doppio momenti e storie diverse, durante i quali anche due opposti come Rosaria e Giuseppe, potranno usare gesti e parole identiche per parlare di cose che seppure diverse dicono dello stesso bisogno di consolidare legami, che non possono più essere ma di cui diventa necessario riappropriarsi. 2duerighe.com, Michela Gabrielli – Sicilia anni ’80, omosessualità, malattia, violenza, morte sono lo spunto per raccontare e suscitare emozioni, superando i contesti e le categorie, ma allo stesso tempo focalizzando l’attenzione su tematiche umane e sociali quanto mai presenti e scottanti. Ma la rappresentazione degli attori è molto di più: è pura narrazione ‘senza confini’ con rispettosa, anche se dura e cruda, ‘riverenza’ e dovizia di particolari. […] Lo spettacolo si svolge sul fronte di tre monologhi e sono tutti e tre eccellenti. Non indifferente la preparazione di scena e ‘biografia’ svolta dal protagonista, ma anche impeccabile la prontezza e la violenza descrittiva e rappresentativa di Giuseppe, che, se non sia un protagonista, entra nella seconda parte dello spettacolo, quasi di prepotenza come un protagonista, e poi eccellente il dialetto siciliano della Compagnia che narra tutto con dovizia nella lingua della Sicilia più greve, a volte, ma anche più nobile, in altre. Il grido.org, Giovanna Gentile -Arriva al cuore il lavoro del giovane talento Joele Anastasi, attraverso una recitazione cruda e diretta. La scenografia è resa essenziale dai pochi oggetti in scena: un vestito da sposa all’uncinetto e un rossetto rosso fuoco che Giovanni si spalma male sulle labbra, per diventare la “femmina” di Giuseppe. Nell’atmosfera scarna l’elemento scenografico fondamentale è la luce, che delimita gli spazi fisici e mentali dei tre personaggi. Nota di merito al bravissimo Enrico Sortino che costruisce Giuseppe, tirandolo fuori dal non facile stereotipo del macho siculo e lo lascia vivere sulla scena, crudo e vero. Ruolo che gli è valso il premio come Migliore Attore al Roma Fringe Festival 2013. La compagnia Vuccirìa Teatro al suo esordio consegna al pubblico un concetto di teatro vero, intimo e diretto. L’intento è di porre lo spettatore di fronte all’interrogativo sul senso profondo del nostro agire, sulla possibilità di guardarci dentro andando fino in fondo, con onestà. Il Fatto Quotidiano, Salvatore Coccoluto – Un dramma a tre voci ambientato nell’universo popolare della Sicilia di fine anni ’80. Sicilianews, Eleonora Giunta - Nessuna scenografia, si direbbe, considerando che gli unici elementi in scena sono un baule, un abito e un rossetto: uno spettacolo che non necessita di sottotitoli visivi, che è già completo di una scenografia forte, fatta di evocazioni e di parole, paesaggi chiari e definiti. […] Davvero penetranti risultano i tre attori in scena che, con crudezza e semplicità, hanno portato sul palco i loro personaggi, abbandonando schemi accademici e perfomance da manuale. Messina Oggi, Maria Sala – Costantemente alla ricerca di un linguaggio che la contraddistingua e la faccia uscire dal ‘mucchio’, la compagnia teatrale Vuccirìa mette al centro di tutto l’attore e le sue possibilità creative per giungere a un ‘essenzialismo’ scenico che porti gli interpreti ad agire come ‘animali’, come specchio e veicolo per raccontare quegli stessi personaggi che vivono come ‘bestie’ ai margini della società. Un’immagine che stravolge gli equilibri della società nella quale viviamo, ma che raggiunge pienamente il suo scopo. LiveUniCT, Isabella Calabretta - Il dramma si mette a nudo in modo più che letterale, svelando la pelle dei protagonisti e della loro vita: un’incredibile testimonianza di fatti difficili da accettare nella loro verosimiglianza o attualizzare nella nostra epoca quanto in quella passata in una Sicilia crudele e povera che è forse più facile riconoscere. Pensieri di Cartapesta, Enrico Benedetti - Chi pensava che tanto fosse stato già scritto, chi credeva che il teatro off dovesse rimanere fuori dalla scena contemporanea, chi infine aveva ormai rinunciato a sfogliare nuove e sconosciute proposte, dovrebbe finalmente andare a vedere questo spettacolo. Recensendum, Andrea Di Mattia - Un vero dramma, che colpisce, affonda più e più volte la lama nel costato degli spettatori, che ci trasporta con immediatezza nella realtà siciliana, che è poi la realtà di molte parti d’Italia e non solo. Un’affezione verso il protagonista e l’amica che il testo crea immediatamente e resta sino alla fine. Tre bravissimi interpreti per una recitazione impeccabile. Lampidipensiero_blog – L’opera è un affresco epico in cui la coinvolgente frenesia delle battute in un siciliano a volte strettissimo, diventa materia concreta, intonaco sonoro. […] quella che sta in scena è la tragedia greca. Amore e morte dialogano dall’inizio alla fine, senza lasciare tregua allo spettatore. […] Un lavoro di grande valore che coinvolge attori giovani di talento, fortemente impegnati e capaci di restituire al teatro quella dimensione sociale che sembrava perduta da tempo. Mariomieli_blog, Dario Accolli – Preparatevi a una scenografia scarna e a una sceneggiatura di grande equilibrio narrativo, rigorosa e vibrante disperazione. Preparatevi a sentire le lacrime. Preparatevi all’idea di pensare, almeno per un attimo, di abbandonare il vostro posto in sala e di andare ad abbracciarli, tutti e tre, per dire loro che è tutto finito che adesso non devono più avere paura. Sannio Teatri e Culture, Elide Apice - Una pièce che non smetterà di sorprendere e coinvolgere per la drammaturgia che tocca con delicatezza e brutalità, temi ‘scabrosi’, per l’essenzialità della scena, per la capacità di interpretazione e, in assoluto, di rendere originale un tema, l’omosessualità e i suoi corollari che avrebbero potuto essere banalizzati. […] Storia di ingenuità e dolore, di speranza e orrore, di sapere e non sapere nella Sicilia degli anni’80: su tutti la figura di Giovanni che sgomenta per la sua ingenuità. PAC, Carla Russo - L’attore di Vuccirìa Teatro è chiamato a ricercare l’essenzialismo scenico che lo porti ad agire come un animale affinché possano emergere i personaggi, selezionati tra le bestie relegate ai margini della società. […] Il racconto monologante, in stretto siciliano, dei singoli, a tratti simultaneo e disunito, diventa corale e il loro narrare si congiunge “verbalmente”. Eppure, gli attori, fatta eccezione per la scena iniziale (ingresso in sala di Giovanni e Rosalia che si rincorrono e danzano), non si toccano mai. Corriere dello Spettacolo, Andrea Alex Nobile - Joele Anastasi, regista ed interprete del lavoro, ci accompagna con grande delicatezza e sensibilità tra le pieghe della vita dei protagonisti, riuscendo a cogliere, anche grazie all’indiscutibile bravura degli attori, i chiaroscuri psicologici ed emotivi di Giovanni, Giuseppe e Rosaria. Ilpickwick.it, Michele Di Donato - Turpitudini di un mondo arretrato. Retaggi ancestrali di una terra descritta come forse (probabilmente) più non è da tempo. Un contesto sociale, una storia, tre vite esemplate che prendono corpo sulla scena. Così un palco spoglio e semivuoto si trasforma in uno spicchio di Sicilia dipinto come una pala d’altare: un baule sullo sfondo e tre figure in ribalta, tre figure come a formare un polittico, come fossero tre quadri da vedere prima uno alla volta, poi tutti insieme, quadri parlanti, a tratti all’unisono fra più voci. […] Tre vite, tre anime, tre sofferenze differenti e differentemente intense, il gioco delle luci a scandire i cambi di scena senza interrompere mai la continuità narrativa. Napolinews.org, Amedeo Junot - […] Confessioni e ricordi, amplificati dalla potenzialità affabulatoria e ipnotica del dialetto siciliano. Recensito.net, Maria Lucia Schito - Cosa significa fare uno spettacolo “off”? Potrebbe ben spiegarlo Vuccirìa Teatro, che col suo spettacolo ce ne dà una fulgida dimostrazione. La pièce è quanto di più scarno ed essenziale si possa immaginare: eppure quanto di più splendido. Teatro.org, Alessandro Paesano - Una scrittura dal linguaggio altamente emotivo e privo di eccessi barocchi o di retorica, che sa rimanere poetico anche quando racconta i dettagli più prosaici. La Nouvelle Vague, Giulia Bornacin - Vuccirìa Teatro stupisce per la sua semplicità e bravura. Tre attori, perfetti nei loro ruoli. Che raccontano la storia dal proprio angolo ‘buio’. Sono diretti, essenziali, veri. Libertaonline.net, Claudio Valerio Vettraino - Raramente ci si trova di fronte ad un testo così denso e pregno di emozioni, sentimenti e contrasti umani. LesFlaneurs.it, Lou Andrea Dell’Utri Vizzini - Chi crede che non sia più necessario parlare di malattia, di omosessualità, che fare un teatro del pathos non serva più, dovrà ricredersi. Dramma.it, Caterina Matera - Una pièce ricca di espressività popolare, brillante scorcio antropologico che scava nelle profondità dell'entroterra siciliano. Una confessione di innocenza, una performance coinvolgente e vibrante. [...] Estratti dall’intervista a Vuccirìa Teatro di Alessandro Paesano, Teatro.org Tre voci, tre personaggi, tre storie. Giovanni, un giovane naïf ed effeminato che scopre il sesso e forse l'amore con un giovane uomo, a 19 anni. Sua cugina Rosaria che sogna di riscattarsi da una origine regionale che vive come condizione di miseria, morale prima ancora che materiale. Giuseppe un giovane uomo attratto dagli uomini ai quali si concede solo fisicamente. Scritto in una lingua stupenda, in perfetto equilibrio tra catanese e italiano... La forza dei personaggi di Anastasi sta nella solidità della lingua con cui sono scritti, nel respiro letterario con cui sono concepiti, nella icasticità con cui si raccontano e, naturalmente, sta anche nella bravura immensa dei tre interpreti. Federica Carruba Toscano è una forza della natura. Muliebre, dai capelli lunghissimi, sa usare il proprio corpo con una consapevolezza attoriale sorprendente, come quando si veste della propria nudità in un controscena durante uno monologo di Giovanni, passando dall'ilarità alla disperazione con una padronanza dei registri recitativi solida e sicura. Anastasi ci regala un Giovanni disarmante, naïf ed effeminato più per candore che per una inconscia provocazione, all'inizio disturbante nella sua sprovvedutezza, che si teme affettata, ma che presto ce lo fa amare perché Anastasi costruisce il suo personaggio senza ricorrere ad alcun cliché, portando in scena una vulnerabilità schietta e indifesa, che è propria di Giovanni e non dell'omosessuale effeminato. Enrico Sortino sa esplorare la disperazione tenera dell'uomo innamorato che solo dinnanzi la malattia e la paura della morte riesce ad affrontare i propri sentimenti, nel momento in cui crede che non possano più avere un seguito. Gente che di solito non va mai a teatro e che è venuta per conoscerci ci ha detto ma se questo è il teatro evviva! Forse stiamo andando verso un nuovo modo di fare teatro. O uno molto vecchio. Cioè del teatro che ti prende allo stomaco. Anche per i prossimi lavori di Vucciria Battuage e L'amore è un'altra sono spettacoli che prendono la pancia del pubblico e fanno indagare su un'altra parte di noi, quella non manifestata. Nel periodo storico in cui stiamo vivendo gli attori interpretano se stessi nei panni di un personaggio. Si chiedono cioè come io attore interpreterei questo personaggio? Invece per noi significa calare le nostre anime le nostre emozioni dentro la prigione di una altro corpo, di un'altra testa, di un'altra anima e lasciarla vivere. Ecco perché può subentrare un discorso sulla ricerca, perché cambia tutto. Cambia il baricentro di ognuno di noi, cambia l'energia, cambiano la parola e il pensiero. La Compagnia Vuccirìa Teatro, compagnia teatrale di recentissima formazione (2012), opera tra la Sicilia e Roma. Fondata da Joele Anastasi ed Enrico Sortino, collabora fin dall’inizio con la compagnia l’attrice Federica Carruba Toscano. La Compagnia lavora sulla ricerca di un proprio linguaggio autorale che sia l’incontro tra una drammaturgia originale e una ricerca attoriale attiva. Al centro l’attore e le sue possibilità creative per giungere a un “essenzialismo” scenico che porti gli interpreti ad agire come “animali”, come specchio e come veicolo per raccontare quegli stessi personaggi che sono “bestie” ai margini della società. Joele Anastasi così presenta la compagnia: ‘Crediamo in un teatro che nasca dall’esigenza di raccontare qualcosa di preciso. Chi fa teatro ha per noi ha la responsabilità di compiere un atto che non sia trascurabile. Evitare ciò che è trascurabile, ciò di cui si può fare a meno, ciò che non muove gli spettatori, che li intrattiene senza cambiarli senza farli tremare fin nel profondo.’ “Io, mai niente con nessuno avevo fatto” è il loro primo lavoro. ‘Su un immaginario profondamente intimo ho cercato di gettare le basi per la costruzione della drammaturgia, nel tentativo di ascoltare semplicemente la mia esigenza, il mio personale “urlo solitario” impregnato di una forte connessione con tutte quelle emozioni grandi, grandissime, mastodontiche della mia terra. Un qualcosa di intimamente radicato ad una fortissima “sicilianità”. Facce vissute, bambini che giocano per strada, violenza, delinquenza, malattia e ignoranza si sono mescolati e sono diventati i pezzetti del mio puzzle, della storia che volevo raccontare.’ (Joele Anastasi) Attualmente la compagnia è impegnata nella produzione del prossimo spettacolo “Battuage” che debutterà al Teatro Argot di Roma nel maggio 2104 (stagione Dominio Pubblico). ‘Iniziando a lavorare su Battuage mi sono trovato davanti a qualcosa di molto diverso dal mio primo lavoro, che ha abbandonato un po’ della luce che lo caratterizzava per abbracciare altro. E non posso che riconoscermi in quest’antitesi, che guida la mia vita. Battuage è proprio questo. Vuole portare a galla tutto quello che abbiamo rinchiuso a pressione dentro di noi. Come una scatola esplosa che riversa “un’altra natura”, intima e brutale, che ci parla di noi in maniera autentica e violenta, dolorosa solo per delle orecchie che non vogliono sentire ma non per le nostre. Un viaggio oltre la moralità, verso l’istinto e il nostro lato oscuro dove non serve indossare il vestito “buono” delle feste.’ (Joele Anastasi) Joele Anastasi, dopo un biennio di formazione presso l’Accademia Internazionale del Musical di Catania, frequenta la Link Academy di Roma. Nel 2012 partecipa al Laboratorio Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia tenuto da Claudio Tolcachir. È protagonista di vari corti per cinema e televisione. In teatro è diretto da Silvio Peroni nello spettacolo ‘Scene da un grande affresco’. Nel 2013 è uno degli attori scelti dalla regista spagnola Angelica Liddell, all’interno della Biennale di Venezia 2013, per la realizzazione del primo studio de ‘Lo Stupro di Lucrezia’ che nel settembre 2014 debutterà all’Odeon di Parigi con successivo tour internazionale da ottobre a dicembre 2014. Firma la regia e la drammaturgia di “Io, mai niente con nessuno avevo fatto” con cui si aggiudica i premi Miglior Drammaturgia e Miglior Spettacolo al Roma Fringe Festival 2013 Vuccirìa Teatro debutterà in aprile con ‘Battuage’, il nuovo testo di Joele Anastasi, che continua il percorso di indagine e racconto dell’autore su famiglia, violenza, omosessualità, aids. Enrico Sortino, classe 1978, frequenta giovanissimo l’Accademia di Arti drammatiche “Umberto Spadaro” del teatro Stabile di Catania, continua lo studio della drammaturgia e della musica presso l’Accademia “Corrado Pani” di Roma, diretta dai fratelli Claudio e Pino Insegno. Tra I lavori più importanti elenchiamo: Per il cinema: “Gli Astronomi” diretto da Diego Ronsisvalle, “Ridi Ridi” diretto da Mirko Mucilli, “Mia” diretto da Robert Gilbert, “Native” diretto da Jhon Real (vincitore di tre Globi d’oro) e “Banned” diretto dai fratelli Giuliano. Per i film TV: “Paolo Borsellino” diretto da G.M. Tavarelli, “Il commissario Rex” diretto da Marco Serafini, “Squadra Antimafia 6” regia di Samad Zamandili e Kristof Tassin. Per il teatro: ‘Un diamante sulla fronte’ diretto da Caterina Spadaro, ‘Buonasera buonasera’ diretto da Claudio Insegno, “Buonasera buonasera” regia di Claudio Insegno, “I meneni” diretto da Walter Manfrè, “Io, mai niente con nessuno avevo fatto” di Joele Anastasi. Per il Musical: “Les Folies de Paris (Moulin Rouge) regia Fulvio Crivello, ‘Caino e Abele’ e “La Baronessa di Carini” diretti da Tony Cucchiara, “Troglostory” regia di Angelo Tosto, ‘Macbeth’ diretto da Enrico Petronio, ‘Evita’ diretto da Marco Savatteri, ‘Rent’ diretto da Gisella Calì. Vince il premio Miglior Attore al Roma Fringe Festival 2013. Nel 2006 fonda a Catania l’Accademia Internazionale del Musical che recentemente ha inaugurato la nuova sede a Palermo. Nel 2012 e 2013 è selezionato da Declan Donnellan e Nick Ormerod per la Biennale di Venezia. Ha pubblicato il libro 'Sette volte un uomo. I sette Peccati Capitali'. Federica Carruba Toscano frequenta l’Accademia Europea d’Arte Drammatica “Link Academy” di Roma. Subito dopo il diploma la troviamo a teatro con la performance ‘A.M.O’ per la drammaturgia e regia del duo artistico Industria Indipendente e nel cortometraggio ‘Camera in affitto’, regia di Giancarlo Gallotti, col quale realizza anche lo spot per la campagna di sensibilizzazione ‘Siamo tutti Alzheimer’, dal titolo ‘Ruota di scorta’. Dal settembre 2012 vive tra Francia e Italia. Attualmente è impegnata nella spettacolo ‘Vicini di stalla’, regia di Ninni Bruschetta e ‘Minchia Signor Tenente’ regia di Nicola Pistoia. www.vucciriateatro.com SABATO 8 MARZO A BOLOGNA le selezioni nazionali del Red Bull BC ONE la più importante competizione mondiale di breakdance “UNO CONTRO UNO” Il vincitore volerà ad Helsinki per la WESTERN EUROPEAN FINAL Prima di fare capolino a Parigi per la World Final il Red Bull BC ONE, la più grande competizione mondiale di breakdance “uno contro uno”, farà tappa in ogni angolo del pianeta per selezionare i migliori b-boy: il vincitore di ogni Cypher (selezioni nazionali) avrà la possibilità di competere in uno dei sei Qualifier (la semi finale per area geografica). In Italia le selezioni si svolgeranno sabato 8 marzo a Bologna (Matis - via Rotta 10) dove 16 dei nostri migliori b-boy si sfideranno “uno contro uno” davanti a 3 giudici: l’italiano CIMA, il sud coreano PHYSICX e l’americano KID DAVID. Il vincitore avrà accesso alla Western Europe Final che si svolgerà l’11 ottobre 2014 ad Helsinki. 11 b-boy sono già stati selezionati da un panel composto dagli organizzatori degli eventi nazionali più importanti e sono: Boogie (Ormus Force - Iglesias); Naz (Brutal Force Crew - Como); Kacyo (De Klan – Palermo/Roma); Nasty Den (Break The Funk – Ravenna); Twizter (Cerea); Snap (Last Alive - Lecce); Paco (Cerignola); Movycube (Cyclo-p / Battle Holex Crew - Catania); Imad Bk (La Halla kingzoO / El Mouwahidin - Parma); Ibra (Funkobotz - Trento); Zeck (Barigotflava - Bari). 2 WILD CARD su 5 sono già stata selezionate: Dezz-It (Raw Muzzlez - Roma) e Monkey D Alex (Marittima Funk - Messina). Red Bull BC One Florence Cypher - 01.03.14 FirenzeUna wild card verrà assegnata il 1° marzo durante Danza in fiera 2014 (info su https://www.facebook.com/events/576658042404457/) mentre gli ultimi 2 posti verranno contesi direttamente al Matis nel pomeriggio dell’8 marzo (per iscriversi presentarsi in loco dalle ore 16). Sabato 8 marzo, inoltre, si terranno tre WORKSHOP GRATUITI (Bologna Danza by Gymmoving Ad - via Azzogardino 50) con i giudici della serata: dalle ore 15 alle 16 con Cima; dalle ore 16 alle 17 con Physicx; dalle ore 17 alle 18 con Kid David. www.redbullbcone.com è il più grande network online che raccoglie b-boy e fan di tutto il mondo mentre la community Facebook della scena vanta oltre mezzo milione di fan. Sul sito ufficiale sono disponibili sia l’elenco delle tappe locali che tutte le informazioni sui b-boy. Le battaglie “uno contro uno” verranno aggiornate giorno per giorno. www.redbullbcone.com https://www.facebook.com/events/280909815397136/?previousaction=join&source=1 http://www.redbull.com/it/it/events/1331633020081/red-bull-bc-one-cypher Facebook www.facebook.com/redbullbcone Twitter www.twitter.com/redbullbcone.com Ufficio stampa: Parole & Dintorni (Ilaria Boccardi) Ufficio stampa Red Bull: Laura Mele – Viviana La Colla |
Deliri progressivi
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