Chi avrebbe mai detto che l'elefante corrotto avrebbe avuto paura dei colori fluorescenti e dei volti coperti di pochi topolini armati di una connessione internet, di qualche videocamera e di una chitarra elettrica. Recensione a cura di Roberto Bruno MADONNA LIBERACI DA PUTIN!LE PUSSY RIOT SCUOTONO LA RUSSIA (E NON SOLO)
AUTORE Andrea Vania COLLANA Fuori Sacco PAGINE 144 pagine b/n FORMATO 14x21 cm ISBN 978-88-97637-28-8 Sembra assurdo che nel 2014 si debbano ancora raccontare fatti realmente accaduti, come quelli descritti in questo libro di Andrea Vania. La Russia di oggi, la Russia del presidente Vladimir Putin ed una libertà che non esiste. Questo libro edito dalla Volo Libero Edizioni, racconta dettagliatamente ciò che è successo a questa punk band russa al femminile: le Pussy Riot. La loro protesta, giudicata troppo eccessiva dai politici russi, è stata punita con anni di carcere duro, estremo, messa agli atti, come se avessero commesso il peggiore dei delitti. Cosa hanno combinato di cosi tanto grave: Nadežda Tolokonnikova, Marija Alёhina, Maria Alyokhina le tre componenti delle Pussy Riot? Hanno denunciato la corruzione russa, il sospetto di brogli elettorali, e molto altro. Tre ragazze attiviste del movimento, sono state arrestate dopo la protesta nella Cattedrale del Cristo Salvatore, dove hanno praticamente cantato una "preghiera" anti Putin. Dopo l'arresto, è iniziato un incredibile calvario in carcere delle tre ragazze. Questo libro racconta dettagliatamente l'accaduto e soprattutto, racconta di cose che al giorno d'oggi sembrano parlare di un passato che in teoria non esiste più. Lo scrittore Andrea Vania, (pseudonimo perché ha deciso per sicurezza di non utilizzare la sua vera generalità), ci porta all'interno del calvario delle Pussy Riot, scrivendo un libro che tiene col fiato sospeso, come fosse un vero e proprio thriller, solo che purtroppo, si tratta dell'assurda verità. Roberto Bruno
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"Non ricordo né dove, né quando, né come l’ho incontrato la prima volta. Quando non si ricordano particolari di questo tipo può essere un segno positivo, perché le persone che stimi, soprattutto gli artisti, ti sembra di averli conosciuti da sempre. L’identificazione è così totale che è come se incontrassi te stesso." "FREAK ODIO IL BRODO" di Roberto Manfredi Acquisto Libro Editore: Wannaboo (14 maggio 2014) Formato: Formato Kindle Lunghezza stampa: 54 Recensione a cura di Silvia Calzolari Roberto Manfredi (produttore discografico, autore televisivo e scrittore) in "Freak odio il brodo" ci accompagna con affetto e ironia nel mondo di Freak Antoni (Roberto Antoni - 1954-2014). Con una scrittura scorrevole e coinvolgente Roberto Manfredi racconta, attraverso ricordi di vita, aneddoti, dialoghi, fotografie e molto altro, il rapporto professionale e d'amicizia con il grande artista bolognese, tracciandone con efficacia il profilo d'unicità creativa e poliedricità sia artistica che umana. Roberto Manfredi: "Non ricordo né dove, né quando, né come l’ho incontrato la prima volta. Quando non si ricordano particolari di questo tipo può essere un segno positivo, perché le persone che stimi, soprattutto gli artisti, ti sembra di averli conosciuti da sempre. L’identificazione è così totale che è come se incontrassi te stesso." Freak Antoni, artista rock a 360 gradi (35 anni di collaborazione con il gruppo rock demenziale gli Skiantos), cantante, cabarettista, scrittore, poeta ed attore ha saputo con umiltà, originalità, in uno stile molto personale, e con una "straordinaria volontà di ricerca e di esplorazione intellettuale" seguire un percorso professionale di profonda coerenza, in una filosofia demenziale che ha rotto gli schemi con coraggio anticonforme, scomodo per il sistema e contro l'affarismo italiano. ("Cosa pretendi da un Paese che ha la forma di una scarpa?"). Proclamava l'insuccesso come fonte di ispirazione… "Gli Skiantos non sanno suonare" era lo slogan. Far saltare le regole del gioco, in performances in cui il pubblico non può essere mai passivo, ma stordito e confuso dagli input e dalla costante provocazione ed ironia. Qualcosa di innovativo e straordinario, forse irripetibile, ove l'artista è tramite e non fine. Innumerevoli da sempre sono gli spettacoli-concerti di puro consumismo, ove tutto è scontato e si fa perno esclusivamente su scenografie ed effetti speciali, con un pubblico che subisce in eco ed ego chi si avvicenda sul palco. Una ricerca quella di Freak votata "all'imperfezione perché solo nell'imperfezione l'artista coglie la purezza del suo essere e del suo stato emotivo", "sublimava anche la stonatura" in una sperimentazione linguistica (nel gusto dello stupore e nell'abilità-improvvisazione come ricerca infinita della parola ricca di riflessione) straordinaria e prorompente. La perfezione tecnica per Antoni era come il brodo. "Un alimento di scarso apporto nutritivo. In superficie il grasso ma il grasso va ricercato all'interno". Talento e genialità in "assoluta mancanza d'ego", sconvolgente e coinvolgente nella sua versatilità artistica, Freak conduceva in "un mondo di pura fantasia anche se ferocemente connesso alla realtà quotidiana", afferma Manfredi. Una grande personalità, generosa ed altruista, "un cavallo selvaggio che non vuole recinti". Antoni ha sempre inventato nuovi personaggi, mai nello stereotipo o nella banalità, ha cambiato nickname ed identità-artistiche innumerevoli volte: ASTRO VITALI, TONY GARBATO, FREAK ANTONI, BEPPE STARNAZZA (Manfredi ricorda il suo primo lavoro con Antoni a Mister Fantasy nell'operazione Beppe Starnazza e i vortici) solo alcuni fra i tanti. È nell'infinita ricerca, ove il fulcro è essere chiamati a vivere non "seguendo delle semplici modalità di sopravvivenza", ma osando in un'autonomia che indaga sè e il mondo senza pregiudizio ("La spiritualità come ricerca di un senso, di un significato della nostra esistenza"), che si sviluppa sempre più il cammino spirituale di Freak Antoni, giungendo anche alla visione della reincarnazione a cui credeva e che in certo qual modo aveva già "vissuto" attraverso il suo trasformismo. Seguendo questo spirito nel ricordo, Roberto Manfredi ci dona il capitolo "LE VITE PRECEDENTI DI FREAK" (Ivan Stokoffwieznev, Cibreo Bruschi, Otrebor Kaerf e Pawanda Oshiris)…una ricerca immaginaria che sicuramente Freak avrebbe apprezzato… tutta da leggere e da gustare. Freak Antoni è sempre con noi… Silvia Calzolari BIOGRAFIE ROBERTO “FREAK” ANTONI – GLI SKIANTOS – il personaggio Roberto Antoni è nato e cresciuto alle porte di Bologna. Agli inizi degli anni settanta inizia a prendere forma il personaggio di leader, cantante, paroliere, animatore del gruppo rock demenziale Skiantos, fino ad essere considerato uno degli autori più stimolanti nell'ambito del movimento artistico-culturale post '77. Amico di scrittori, artisti e poeti conosciuti in quegli anni, come Pier Vittorio Tondelli, Francesca Alinovi, Enrico Palandri, Filippo Scòzzari, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni, Andrea Pazienza, si è laureato il 12 luglio 1978 all'Università di Bologna in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), facoltà diLettere e Filosofia, discutendo una tesi sui Beatles con lo scrittore e docente Gianni Celati. Cabarettista comico e poliedrico artista, ha vestito i panni di numerosi personaggi o creato formazioni come gli indimenticabili SKIANTOS con cui fu esponente di punta del genere Rock demenziale, definibile come rockironico e dissacrante. Quindi Astro Vitelli, Beppe Starnazza e i Vortici, i Ruvidi del Liscio, i Rotolones, gliAvanzi di Balera, i Pollok. È anche autore di numerosi libri, a partire dalla sua tesi di laurea al DAMSintitolata Il Viaggio dei Cuori Solitari: temi fantastici sulle canzoni dei Beatles. Nel 1986 scrive la rockeggiante Incubo assoluto scritta per per gli Stadio. Non si contano inoltre le partecipazioni a vari progetti collaterali come Punx Crew, Gli Atroci, Criopalmos, Canto di Spine, Ironikontemporaneo 1 e 2, Banda Elastica Pellizza, Barresi Project, Ossi Duri etc. È stato anche attore in diversi film underground con lo pseudonimo di "Tony Garbato", mentre come "Roberto Freak Antoni" ha interpretato dei ruoli in Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1996) diretto da Enza Negroni, Cavedagne (2003) di Bernardo Bolognesi e Francesco Merini e Paz! (2002) diretto da Renato De Maria. La sua partecipazione a quest'ultimo è legata alla sua amicizia con Andrea Pazienza, che lo ha anche fatto comparire in alcune sue storie a fumetti. Nel 2007 a Lucca Comics, su idea di Antoni e Stefano Ianne, viene lanciato il fumetto Freakispirato alla vita di Antoni. Dal 2007 ha condotto la trasmissione mattutina Pane Burro e Rock'n'Roll su Radio RockFM. All'interno del programma si occupava de l'Almanacco del Giorno che Fu, del Test attitudinale per la patente da vero rocker, di varie rubriche di utilità come Il Ritardatario Ritardato, le cure de La casa di cura Eleonora Duse, della Storia del Rock demenziale italiano. 2010 uscirà il cd "Dinamismi Plastici" con 10 brani inediti e, nello stesso anno, gli viene assegnato il "Premio Tenco". Il 12 aprile 2012, dopo 35 anni di collaborazione con gli Skiantos, Freak Antoni annuncia di lasciare il gruppo per intraprendere la carriera da solista con un progetto battezzato Freak Antoni Band. Nel 2012 collabora con J-Ax in una riedizione del proprio brano "I gelati sono buoni" contenuti nell'album live del cantautore milanese "Meglio Live". Il 02 dicembre 2013 registra le parti di voce per il brano Par-lamento (Altera feat. "Freak" Antoni). La canzone contiene anche la citazione Skiantos Cosa pretendi da un paese che ha la forma di una scarpa cantata dal suo autore. Sarà l'ultima canzone che Freak registrerà nella sua vita e pubblicata come singolo speciale in vinile il 19 aprile 2014 per la settima edizione delRecord Store Day. All'età di 54 anni gli viene diagnosticato un tumore all'intestino. Muore a causa di un peggioramento della malattia la mattina del 12 febbraio 2014 all'età di 59 anni. ROBERTO MANFREDI – l’Autore Ex discografico. Inizia giovanissimo alla Produttori Associati, l'etichetta discografica che produce gli album di Fabrizio De Andrè. Inizia come promoter, poi passa alla Ricordi, alla RCA con Nanni Ricordi e alla Polygram producendo dischi di Paolo Conte (Un gelato al Limon ), Roberto Benigni ( L'inno del corpo sciolto ), Elio e Le Storie Tese ( John Holmen una vita per il cinema ), Gianfranco Manfredi ( Gianfranco Manfredi e In Paradiso fa troppo caldo ) Beppe Starnazza e i Vortici, e tanti altri. E' autore televisivo da oltre 30 anni con una forte specializzazione in programmi musicali : da Mister Fantasy a Sanremo Rock ( Rai Uno ), da "Segnali di fumo " ( Videomusic ) il primo programma in onda contemporaneamente in tv e web a "Night Express" ( Italia 1 ). Consulente per la terza edizione Rai di X Factor e direttore artistico di innumerevoli festival e eventi nazionali ed internazionali, tra cui "L'anniversario della bomba di Hiroshima" in Vaticano, in cui ha portato a cantare insieme Al Jarreau, Dee Dee Bridgwater, Randy Crawford, Caroline Lavelle e Katia Ricciarelli. Come scrittore ha pubblicato "Talent Shop" per Arcana editrice e l'ebook "Nu Ghe n'è " con un'inedita intervista a Fabrizio De Andrè, registrata nello stesso giorno in cui fu rapito Aldo Moro. " Freak: Odio il brodo" è il suo terzo libro appena pubblicato. Come autore televisivo e produttore esecutivo ha lavorato con Fiorello, Simona Ventura, Maurizio Crozza e soprattutto Piero Chiambretti ( Markette su La7 e Chiambretti Supermarket ). Ha scritto almeno 200 interviste a grandi personaggi della musica, del cinema e dello spettacolo nazionali ed internazionali. LE STELLE DI TOMMY
Era una fredda sera di dicembre e il piccolo Tommy soffiava sui palmi gelati nella speranza d’un po’ di tepore. Il paese era ricoperto di candida neve; quel soffice manto era ragione di gioco e gioia in altri giorni appartenenti ad un passato non troppo lontano, ma che sembravano distanti mille lune. Tommy camminava sfiorando le case illuminate. Dalle finestre, si vedevano altrettanti sfavillii di luci. Presepi animati con cascate, laghetti, fontanelle; pastorelli che battevano il ferro, lavandaie e paffute massaie sporche di farina; le casette arrampicate sulle colline di carta e muschio e gli animali negli ovili; sulla grotta, gli angioletti con i loro strumenti e le bianche vesti e, dentro, in attesa del giusto momento, la Madonna, San Giuseppe, il bue e l’asinello. Quante volte hanno costruito quel magico paesaggio con il papà ed ogni volta veniva migliore dell’anno prima. L’alberello, invece, lo addobbava con la mamma ed il puntale lo sceglieva sempre lui. Il padre s’occupava di mettere le luci fuori, mentre la madre manovrava il collocamento così bene che sembrava il vigile all’incrocio del paese. Si rideva sempre tanto e i biscotti appena sfornati non mancavano mai per ridonare le energie perdute. Adesso, a Tommy non restava che guardare l’altrui gioia da quei vetri, le risa degli altri bambini ed un odore di dolci appena sfornati tanto meraviglioso da impregnare l’aria. Ora era rimasto solo. I suoi amati genitori se l’era portati via un destino crudele; tutti e due insieme in un abbraccio a cui lui non era stato invitato, in quel maledetto incidente di quell’infelice giorno. Più d’una volta nella mente del ragazzino è balenato il rimpianto di non essere presente quel dì in auto con loro. Era stato affidato, poi, ad un lontano zio a cui poco importava di come stesse, dove fosse o di cosa avesse bisogno; si limitava a mostrarsi una volta al mese per passare dalla banca a ritirare la mensilità di rendita come tutore, lasciare un po’ di disdicevoli provviste e sparire fino al mese successivo. Quella sera, Tommy non riusciva a rimanere in casa; quelle pareti oramai echeggiavano di nulla, fredde più di tutta la neve scesa. Lui aveva imparato a provvedere a se stesso: accendeva il camino, raccoglieva la legna al boschetto, si preparava un brodino caldo; la sua vita, però, restava gelida. I suoi passi risuonavano in quelle stanze vuote di sorrisi. Il ragazzino continuava a sbirciare dai vetri di quelle caldi case, ladro di quelle intimità mentre balenavano nella mente illusori sogni ad occhi aperti: caldi focolai che più gli appartenevano. L’unico calore che riusciva a sentir suo era quello delle lacrime che gli scivolavano sulle guance. Il giorno di vigilia si stava concludendo e già in tanti si dirigevano verso la chiesetta per la messa di mezzanotte. I bambini avevano in mano una stella di cartone, con sopra scritto la loro preghiera, che avrebbero appesa all’alberello in fondo al viale com’era usanza. La mamma gli diceva che gli angeli, dopo la mezzanotte, passavano a leggerle quando tutti ormai dormivano per scegliere la più bella e esaudirla. Tommy aveva in mano due stelle, due preghiere scritte. Su l’una c’era scritto: ”Fate sparire il timore e l’indifferenza che impediscono agli uomini di avvicinarsi ai propri simili meno fortunati e concedete loro un sorriso e una mano tesa”; sulla seconda: ”Fate tornare i miei genitori”. Le avrebbe appese entrambe su quell’alberello, anche se era convinto che nessuna delle due preghiere fosse esaudibile. I canti s’alzavano melodiosi nell’aria e un vento freddo tormentava le pupille. Tutte le stelle appese sui rami danzavano e volteggiavano come se quell’energico sbuffo le volesse rapire, portandole tra le altre stelle del cielo. Tommy attaccò ben strette le sue e si allontanò. Vicino la chiesetta, c’era una panchina di pietra bianca; Tommy si sedette ad ascoltare quei canti natalizi e a deglutir lacrime. Il suo sguardo era rivolto alla volta stellata e, in quell’immenso luccichio, chiuse gli occhi sussurrando: “Perché mi lasciaste solo? Perché mi abbandonaste? Dove sono i tuoi angeli mamma?”. Improvvisa sulle guance una carezza: calda, leggera, dal profumo di violette in primavera; una voce delicata diceva: ”Piccolo, perché non ci vedi? Noi non ti abbiamo mai lasciato solo. Non senti questo profumo? È quello del nostro giardino quando il sole dimentica l’inverno; e l’odore di cannella che usavo per i biscotti che doravano nel forno per te, non lo senti nel vento d’oggi e d’ogni giorno? Ricorda però che non siamo mai stati noi la tua forza; tu solo lo sei!”. A Tommy, quella voce carezzevole parve così tangibile che, aprendo gli occhi, era convinto di trovarsi, dinanzi, il dolce sguardo di sua madre; invece, era soltanto la luce delle stelle. Tuttavia, ve ne erano due più luminose di tutte che sembravano brillare solo per lui. Il ragazzino asciugò le guance e sorrise al cielo. In quell’istante, una donna gli si accostò: era Marta, la vecchia solitaria che viveva nel parco, sdegnata da tutti, che ogni giorno raccattava un po’ di cibo per se e per gli uccellini infreddoliti. La signora sedette accanto a lui e cominciò a raccontare storie che sembravano uscite da un libro di favole; non mancava nulla: la bambina orfana, la cattiva matrigna, il mago cattivo. Mentre la donna raccontava, Tommy la osservò meglio di come avesse mai fatto, di come chiunque avesse mai fatto; non era davvero vecchia, ma solo consunta fino alle ossa da un destino avverso ed una vita molto dura. Il ragazzino comprese le storie raccontate: parlavano delle sue pene e delle sue sofferenze. Si alzò, le porse la mano con dolcezza e disse: «Andiamo a casa Marta, abbiamo tanto da darci noi due; da oggi, non saremo più soli». Giunti dinanzi la porta della casa di Tommy, proprio mentre l’apriva, due stelle di carta scivolarono giù dal cielo. Erano le sue due preghiere; esaudite entrambe. Il ragazzino socchiuse un attimo gli occhi, pensando: «Gli angeli esistono davvero. Grazie!» ed entrò in quelle mura, che mai più avrebbero echeggiato di vuoto, con la sua compagna di vita e il ritrovato sorriso. © Rita Veloce “Vi ricordo che il racconto è presente nel libro di fiabe LATTE DI LUNA disponibile su Amazon.” http://www.amazon.it/Latte-Luna-Rita-Veloce/dp/148184847X/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1386234005&sr=8-1&keywords=latte+di+luna L’Aquila accoglie Giovanni Garufi Bozza nel suo tour promozionale per la presentazione del secondo libro
“Alina. Autobiografia di una schiava” con un parterre d’eccezione: il 12 dicembre nel capoluogo abruzzese presenziano infatti e introducono il giovane psicologo e scrittore romano il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente e Gilda Panella, Coordinatrice Provinciale delle Donne del Partito Democratico. Il libro, edito da Edizioni Draw up, racconta in prima persona una vicenda come tante, purtroppo: la vicenda della diciassettenne Alina che non ha scelto di vendere il proprio corpo ma che si ritrova costretta a farlo in una sorta di estraniamento dissociativo atto a sopravvivere: «Il mio corpo è diventato una macchina esterna a me, capace di produrre piacere agli altri, mentre io sto lì, ad aspettare che quelle bestie finiscano…» Giovanni Garufi Bozza non è nuovo alla trattazione di tematiche sociali, anche in virtù della sua professione e del suo background culturale e spiega in maniera elegante come sia stato importante ma difficile raggiungere a livello empatico la prima persona e quindi narrare come se fosse Alina stessa a parlare del proprio dolore di schiava. La coordinatrice Gilda Panella ha infatti commentato che è assolutamente giusto ed utile che, in un contesto feroce come quello attuale in cui le donne vengono uccise per il solo fatto di essere donne (in questo consiste il femminicidio), sia proprio un uomo ad immedesimarsi nel dolore e nella paura delle donne in generale e di Alina in particolare. Il libro contiene la prefazione di Ilaria Fanton e, alla fine, una postfazione e un invito dello stesso autore a contattarlo per commenti con tanto di indirizzo di posta elettronica personale: un modo gradevole e innovativo per non “chiudere l’argomento” una volta terminata la lettura. Alessandra Prospero L’antologia Ore nere, che raccoglie otto racconti horror italiani selezionati dalla redazione della rivista Altrisogni, diventa disponibile anche in edizione cartacea, con ebook compreso nel prezzo!
Dopo la calda accoglienza ricevuta dal pubblico e dai blog, Ore nere, primo titolo della collana libraria Altrisogni presenta, pubblicato a Maggio 2014 in formato ebook da Dbooks.it, fa il grande salto e diventa disponibile anche nel tradizionale formato cartaceo: un libro di 130 pagine che riunisce otto racconti individuati dalla redazione di Altrisogni tra i migliori partecipanti del Premio Letterario “F. M. Crawford” 2013. Otto storie che presentano un panorama dell’orrore italiano ricco di suggestioni lovecraftiane, di immagini forti e crude, di ammiccamenti al mondo della scrittura e di omaggi alla più apprezzata narrativa del genere horror. Altrisogni presenta: Ore nere è oggi acquistabile in formato libro al prezzo di 9,90 euro, su DBOOKS.it e su IBS.it. Comperandolo su Dbooks.it è compresa nel prezzo la versione ebook: http://www.dbooks.it/libreria/scheda/166/20/horror/ore-nere---edizione-cartacea.html. La versione “solo ebook” è disponibile a € 2,90 su tutti i principali ebookstore online (Amazon, Bookrepublic, Ultima Books, Net-eBook.it di Mediaworld, Hoepli, Rizzoli) oltre che su Dbooks.it: http://www.dbooks.it/libreria/scheda/164/20/horror/ore-nere.html Insomma, se l’horror vi appassiona e siete curiosi di leggere dei validi racconti di autori italiani, per giunta a prezzi accessibili, questa potrebbe essere l’occasione giusta… Ore nere – Otto racconti del terrore contiene: Il quadro, di Yuri Abietti; Squali, di Valeria Barbera; Christmas killer, di Sandy Ecker; Guerra segreta, di Daniele A. Galliano; La lingua di Satana, di Matteo Pisaneschi; In trance, di L. Filippo Santaniello; Registrazione n.122, di Davide Schito; L’occhio dell’abisso, di Lia Tomasich. Hanno detto di Ore nere: "A volte ci si chiede che cosa l’horror abbia ancora da dire, dopo tutto quello che è stato scritto. Be’, sicuramente questi otto autori sanno come frugare nel cappello magico dell’inconscio, perché da esso hanno saputo estrarre otto splendidi conigli sanguinanti." (HorrorMagazine.it) "Un’occasione per scoprire alcune voci dell’horror italiano, un genere che spesso in libreria è relegato in pochi scaffali e che qui invece ci appare vitale e in gran forma." (Horror.it) "Otto racconti, otto penne diverse per raccontare le nostre paure in un’interessante antologia." (MilanoNera) " La redazione di Altrisogni si conferma esperta e il gusto dei redattori per questo genere si fa sentire: non vedo l’ora di leggere come proseguirà la collana." (FantasyPlanet.it) "Risulto forse scorretta se dico che, leggendo, sembra di scorrere parole di grandi autori americani e che ci si dimentica che tutti questi brevi racconti sono scritti da italiani?" (NeroCafe.net) "Ore Nere non è un'opera unitaria, bensì una somma di opere: una collezione piacevolmente disarmonica di stili e di generi. […] Otto racconti che sono stati scelti per la qualità stilistica e gli argomenti trattati; per trame particolarmente avvincenti ed altre peculiarità." (LetteraturaHorror.it) "Un’antologia che va presa in grande considerazione. Ai lettori del genere horror non posso che consigliarla, ma mi sento di proporla anche a chi segue la narrativa italiana in generale." (Luna, su Escrivere.com) "Una raccolta piuttosto eterogenea che compensa l'assenza di un filo conduttore con la possibilità di coprire tutti i temi e tutti i gusti." (LaStambergaDeiLettori.com) "Una bella raccolta di storie dell’orrore. […] Storie che catturano, che ti portano al fianco del protagonista e ti fanno sbarrare gli occhi insieme a lui. Alcune più spaventose di altre, ma tutte capaci di lasciar dentro una scheggia di inquietudine." (Bee, su Escrivere.com) "Una buona antologia che raccoglie il meglio degli scrittori emergenti... gli stessi che oggi stanno ‘scrivendo’ il futuro. Alcuni nomi non sono da perdere di vista." (Mirko, su Amazon.it) "Un’antologia la cui lettura è stata una piacevole sorpresa." (Rosemary, su Amazon.it) "Letto e apprezzato in un caldissimo fine settimana, l'ho trovato abbastanza uniforme nella qualità complessiva (cosa difficile in un’antologia, di solito). Un bravo collettivo agli autori e ai curatori della raccolta." (Saval, su UltimaBooks.it) SCHEDA LIBRO Ore nere – Otto racconti del terrore (volume cartaceo) Autori: Abietti, Barbera, Ecker, Galliano, Pisaneschi, Santaniello, Schito, Tomasich Collana: Altrisogni presenta Editore: dbooks.it Formato: Brossurato con copertina a colori Pagine: 130 In vendita su: dbooks.it e Ibs.it Prezzo: 9,90 euro Per informazioni e approfondimenti: Sito dell’editore: www.dbooks.it; Blog Altrisogni: http://altrisogni.blogspot.com; Twitter: @Altrisogni; GooglePlus: +RedazioneAltrisogni; Facebook: www.facebook.com/Altrisogni Indirizzo email: [email protected]. È IN TUTTE LE LIBRERIE E NEI BOOK STORE DIGITALI
«FRANCESCO DE GREGORI. GUARDA CHE NON SONO IO» Un racconto fotografico a cura di Silvia Viglietti e Alessandro Arianti È disponibile in tutte le librerie e nei book store digitali “FRANCESCO DE GREGORI. GUARDA CHE NON SONO IO” (Edizioni SVPRESS), il volume, a cura di Silvia Viglietti e Alessandro Arianti, che racchiude, attraverso una selezione di immagini e parole, la storia musicale di Francesco De Gregori, un ritratto dell’artista e del suo modo di fare musica attraverso il racconto di viaggi, dischi, concerti, backstage, incontri. Come dice il sottotitolo, il volume è “un racconto fotografico” (a cura di Silvia Viglietti, anche editrice del volume, che ha raccolto interviste di vari anni per poi sottoporle all’artista che ha aggiornato e reso omogeneo il tutto, e Alessandro Arianti che ha curato la sezione fotografica) che si pone subito anni luce lontano dall’idea di una biografia. Piuttosto 40 anni di storia (di vita e di lavoro), in bianco e nero o a colori, sfocati o perfettamente a fuoco, che finiscono per comporre un’unica grande visione del presente, dello stato attuale della musica di Francesco De Gregori. “La maggior parte dei libri che sono stati scritti su di me – spiega Francesco De Gregori – non molti per la verità, li ho visti solo quando erano già in libreria… In questo caso, invece, sono stato coinvolto fin dall’inizio e ho dato volentieri un mio contributo. Lasciandomi fotografare, tirando fuori molte vecchie foto e altri materiali d’epoca dal fondo dei cassetti, revisionando insieme agli autori del libro un’impressionante quantità di interviste rilasciate nel corso degli anni”. Oltre a un’ampia galleria di foto inedite, un approfondimento sull’artista e i suoi dischi e una raccolta di appunti e manoscritti di nuove e vecchie canzoni, ad impreziosire “FRANCESCO DE GREGORI. GUARDA CHE NON SONO IO” anche una chiacchierata di Gabriele Ferraris con Guido Guglielminetti (produttore di Francesco da quasi 25 anni) e un’intervista inedita di Francesco con Steve Della Casa in cui il cantautore racconta la genesi di “Vivavoce”, il nuovo doppio album (pubblicato da Caravan/Sony Music) in cui l’artista rivisita con arrangiamenti inediti 28 tra i più importanti e significativi brani del suo repertorio, e che De Gregori presenterà live con due imperdibili concerti in anteprima di “VIVAVOCE Tour” (prodotto e organizzato da Caravan e F&P Group), il 20 marzo al PalaLottomatica di Roma e il 23 marzo al Mediolanum Forum diMilano-Assago (per info: www.fepgroup.it). www.svpress.it Edizioni SVPRESS: [email protected] (Silvia Viglietti: [email protected]) Ufficio stampa Francesco De Gregori: Parole & Dintorni Resp. Riccardo Vitanza - Rif. Anna Pompa [email protected] DANIELE LOCCHI
presenta “GENERAZIONE TENAX FIRENZE, UNA NOTTE FA... Nuova editoriale Florence Press - i libri di Firenze Spettacolo Le Murate Caffè Letterario Firenze Piazza delle Murate INTERVENGONO: Massimo Iacomelli ,Sandro Coragli, Gimmy Tranquillo, Carlo Carbone, Larry Hit, Leonardo Tozzi (edizioni Firenze Spettacolo), Ilaria Ulivelli (La Nazione) e Stefano Fabbri (ANSA) EVENTO FB Incontro con i protagonisti della vita musicale e della nightlife fiorentina Questa è la storia di un ex, ma anche di un post. Da Lotta Continua a Controradio, un ex ribelle perde la guerra contro la società e si ripara dentro il Tenax, il locale clou della New Wave di Firenze e d'Italia. Da Ginger Baker ai Killing Joke, dai Daf a James White and the Contortions, dai Virgin Prunes agli Spandau Ballet e perfino da Franco Battiato a Claudio Baglioni. Senza perdere di vista quella striscia bianca che separa l'Autostrada del Mondo dalla scarpata della Piana del Tran Tran. Una carrellata di aneddoti, episodi, sconcertanti retroscena, conditi da una narrazione "in diretta" farcita di dialoghi e di strani riflessi su un mondo, quello dei primi anni 80, che adesso ci appare inspiegabilmente perduto nelle nebbie della notte dello show biz. Daniele Locchi giunto al suo secondo romanzo (il primo è stato 80.Doc, più a sinistra dei Rolling Stones, 2012) continua a "vuotare il sacco". Vololibero edizioni
PRESENTA #RETTORE Magnifico Delirio Di Gianluca Meis www.vololiberoedizioni.it/rettore/ LIBRERIA MONDADORI TORRE DI LIBRI Presso Temporary Store ORO CLUB ORE 18,00 Via F.M. Preti, 55 Castelfranco Veneto (Tv) CON Gianluca Meis Autore del libro E LA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE DI RETTORE NELLA CITTA' CHE L'HA VISTA NASCERE E DOVE ATTUALMENTE RISIEDE “Pronto Rettore? Mi chiamo Gianluca Meis e voglio scrivere un libro su di te.” “Ok ma dimmi presto, bambolo, che sto facendo la spesa.” Donatella Rettore è, a pieno diritto, una delle artiste più significative del panorama musicale nazionale. La cantautrice veneta viene alla ribalta sul finire dei '70 incarnando benissimo (ed a volte anticipando) tutte le contraddizioni e le caratteristiche di quel periodo turbolento. Sempre in bilico tra rock, canzone d'autore e pop ha saputo fondere perfettamente tutto questo creando una formula unica e personale. Alcune sue composizioni restano ancora oggi tra le più conosciute ed amate anche tra i non intenditori ed appassionati di musica. Pure i suoi comportamenti ed il suo stile hanno segnato il percorso di altri artisti/e italiani/e influenzando la carriera della musicista. Determinazione, anticonformismo ed energia sono i tratti significativi di Rettore, elementi che sono anche e soprattutto confluiti nella sua musica rendendola molto personale. #Rettore – Magnifico Delirio analizza la carriera della cantautrice veneta e lo fa soffermandosi su ogni aspetto del suo percorso artistico ovvero sia come musicista, come performer e come attrice, legando passato e presente con il filo della storia. Curioso è il modo in cui l'autore Gianluca Meis affronta il lavoro. Il risultato non è quello della semplice e tradizionale biografia ma un continuo intreccio tra i fatti della Rettore che si relazionano con quelli di chi la storia la scrive (oltretutto fan sin dalla più tenera età). Un punto di vista particolare che, escludendo a priori pettegolezzi o annotazioni di cronaca spicciola, lascia emergere la voce più vera della sua protagonista. Attraverso i dischi e le canzoni che l’hanno resa celebre, il libro ripercorre l’eccentrica storia di una cantautrice tra le più divertenti, eclettiche, ironiche e originali del panorama musicale italiano, capace di arrivare ai vertici delle classifiche europee. Il libro entra nel mondo di Rettore dalla porta principale accompagnati proprio da Lei che ha rilasciato una lunga ed esclusiva intervista in cui si racconta. Anche il titolo è stato scelto da Rettore che ha dato un'indicazione precisa rigorosamente rispettata dall'autore. Ma senti, hai già pensato a come intitolerai il libro? Perché non lo chiami Magnifico Delirio? In fondo gli anni Ottanta di cui resto una figlia furono davvero un magnifico delirio. Rettore #Rettore – Magnifico Delirio è un libro particolare perché “interattivo”: grazie infatti alla tecnologia dei QR-Code è possibile esplorare i “mondi paralleli” del pianeta Rettore. Video, musica e molto altro è facilmente raggiungibile con un semplice smartphone o tablet o direttamente con il proprio EBook Reader. Gianluca Meis.vive e lavora a Padova, dove si è laureato in Psicologia. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo libro, Traffico intenso sulla Serenissima (Edizioni Libreria Croce) e, nel 2009, ha partecipato, con un suo saggio-intervista su Paolo Poli, al libro di Andrea Jelardi In scena en travesti (Edizioni Libreria Croce), curato dalla critica Vittoria Ottolenghi. Nel 2010 è la volta del pamphlet I gay vanno in paradiso? (18:30 Edizioni). Nel 2013 un suo saggio sul camp è stato inserito in Crisco Disco (Vololiberoedizioni) di Luca Locati Luciani. Cura con altri scrittori il blog letterario www.svolgimentoblog.com. Ha pubblicato racconti e articoli per varie testate cartacee e online. Fa parte di una compagnia teatrale ed è il presidente dell'Associazione Teatro Amatoriale di Padova. Ufficio Stampa Vololibero Edizioni www.vololiberoedizioni.it Luca Trambusti E-Mail: [email protected] www.facebook.com/elleticomunication 1954-2014: BUON COMPLEANNO ROCK ‘N’ROLL!Firmato: il Dizionario del Pop-Rock 2015 (Zanichelli)12/8/2014 1954-2014: BUON COMPLEANNO ROCK ‘N’ROLL!
Firmato: il Dizionario del Pop-Rock 2015 · Esce la nuova edizione Zanichelli nei 60 anni del rock ‘n’ roll. E incorona il cantautore di Correggio come miglior artista dell’anno. · Entrano le figlie dei talent show: Alessandra Amoroso, Giusy Ferreri, Emma Marrone · Tanto hip-hop: Fedez, Clementino i Club Dogo,Snoop Doggy Dogg · E’ l’anno delle celebrazioni: 30 anni di Crêuza de mä2014 di Fabrizio De Andrè. E di 99 Posse eAfterhours. · Promossi: Paolo Nutini, il ritorno di David Crosby e Eugenio Finardi, Arctic Monkeys, Caparezza, Dente e Mannarino , Frankie Hi Energy · Bocciati: Suede, Kaiser Chiefs e John Frusciante. Oltre 120 new entry: Sixto Rodriguez, Bonamassa, Bombino. 1954-2014: il Rock compie 60 anni. Tanti sono passati dal 1954, anno in cui Bill Haley & his Comets eseguirono per la prima volta Rock around the clock. Il rock era nato e cambiò il modo di pensare e di fare musica. La summa di questa epopea è Il Dizionario del Pop-rock 2015, con oltre 35mila dischi e più di 2300 artisti recensiti. Un compendio di album e artisti con tutte le ramificazioni di musiche e stili discendenti dalla grande, originaria, radice che porta il nome di Rock&Pop. E nell’anno della celebrazione del Rock il Dizionario, edito da Zanichelli, incorona proprio un rocker come miglior artista dell’anno, dedicandogli la copertina: Luciano Ligabue. Per gli autori Enzo Gentile e Alberto Tonti, il cantautore è stato “in assoluto il protagonista più meritevole della stagione passata”. Un riconoscimento grazie al suo album “Mondovisione” al quale il Dizionario ha dato cinque stelle (il massimo voto): una manciata di canzoni che “impongono l'assegnazione di capolavoro al “mediano” del Rock” come scritto sulla scheda nel volume. Ma com’è cambiata la musica in questi ultimi anni? Intanto il 2014 è stato l’anno dei ritorni e delle riedizioni: Curre Curre Guagliò 2.0 dei 99 Posse, riproposizione dell’album di 20 anni fa che rese celebre il gruppo partenopeo. Anche gli Afterhours hanno celebrato se stessi rieditando Hai paura del buio?, il disco del 1997. Entrambi gli album rivisti e interpretati da ospiti eccellenti. Ma su tutti troneggia Fabrizio De Andrè, nello specifico all’edizione che celebra il trentennale del capolavoro del cantautore genovese, Crêuza de mä 2014 : “La forza di un album che rimane saldamente ai primi posti nella storia della canzone italiana”. Cinque stelle, il giudizio del Dizionario, come 30 anni fa per quello che è “Probabilmente la massima opera realizzata in Italia nel campo della Canzone” come riporta la scheda del album versione 1984. E cosa offre il nuovo panorama musicale? Ognuno può farsi la propria idea sfogliando le schede delle oltre 120 “new entry” che provengono dai più disparati generi. A dimostrazione che il “pop-rock” è un po’ casa di tutti. C’è tanto hip-hop: Fedez (fresco coach di X-Factor), Clementino i Club Dogo, Snoop Doggy Dogg; il nuovo album di Frankie Hi Energy Mc: Esseri Umani; il cantautore e rapper belga Stromae. Le figlie dei talent show: Alessandra Amoroso, Emma Marrone e Giusy Ferreri (Amici o altri reality possono essere un trampolino, ma per essere iscritti nel Dizionario, bisogna avere il vero “talent” come loro). Ma anche il virtuoso della chitarra Joe Bonamassa, Sixto Rodriguez (il cantautore riscoperto dal documentario premio-Oscar, “Searching For Sugar Man”), Pharrell Williams, l’uomo d’oro dell’industria discografica Usa (es. il tormentone “Happy”) e uno dei più interessanti innovatori del Pop/Rap; il metal prog degli Avenged Sevenfold; l’artista africano Bombino e il gruppo tuareg dei Tinariwen. Ancora: Squallor, Offlaga Disco Pax, Massimo Volume, Virginiana Miller, Zibba & Almalibree molti altri… Di ogni artista il Dizionario dà una breve introduzione biografica. Di tutti gli album, organizzati in ordine cronologico, vengono forniti anche l’anno di produzione, la casa discografica e una valutazione espressa sinteticamente in stellette. E di stelle, il pieno l’ha fatto Paolo Nutini. Per il suo terzo lavoro in studio ha ottenuto il massimo consenso del Dizionario e anche un augurio: “abbandonando alcuni vizi esposti dal vivo, può diventare ancora più grande di adesso”. Cinque stelle anche al mai Consenso di critica (quattro stelle) a Museica di Caparezza: “Disco dopo disco Caparezza forgia quella che è già, o potrà essere, la migliore realtà italiana del teatro-canzone d'autore”; ai cantautori: Dente per il suo Almanacco del giorno prima, Mannarino per Dal Monte. E premiano il ritorno di uno della “vecchia scuola”, ilFibrillante Eugenio Finardi, un pugno di “Storie sincere, di vita vissuta, di sofferenza, di denuncia, di riscatto: di rinuncia mai”. Andando oltre confine, convince il nuovo progetto del leader dei Blur e Gorillaz, Damon Albarn, Everyday Robots. Quattro stelle per l’artista anglosassone per il quale “La voglia di sperimentare è sempre la stessa, stando ben attento però a non tradire le proprie origini”. E quattro sono per AM degli Arctic Monkeys (“un album quasi perfetto”). Morning Phase di Beck. E per il ritorno in grande stile di David Crosby, il cui Croz è un album “fuori dai binari della nostalgia e insospettabilmente moderno”. Bocciato Live At The Royal Albert Hall March 2010 che doveva celebrare la reunion degli Suede, ma dove il frontman Brett Anderson “canta in modo penoso”. Una sola stella. Mentre John Frusciante… dopo essere uscito dal gruppo… non riesce a trovare la sua strada “ Purtroppo l'ex Red Hot Chili Peppers continua nella sua insistita, solitaria ricerca all'interno dell'Elettronica. Senza trovarvi risposte chiare. Un cul de sac privo di soddisfazioni e risposte alla domanda: “Perché lo fai?””. Due stelle per il suo Enclosure. Stesso giudizio per i Kaiser Chiefs “Un ritorno deludente” il loro Education, Education, Education & War. Il Dizionario del Pop-rock 2015 di Enzo Gentile e Alberto Tonti Zanichelli editore annualmente aggiornato 1896 pagine Volume rilegato + download senza scadenza e consultazione online 365 giorni, € 33,50 In questo senso io dico ’fallo prima che sia troppo tardi’: non c’è mai un ‘troppo tardi’ da un certo punto di vista, ma ci sono delle condizioni che sono poi così difficili e così incancrenite in qualche modo dentro o fuori di noi, che diventa veramente un’impresa difficile riuscire a venirne fuori. Non è mai impossibile ma sicuramente vale la pena prevenire piuttosto che curare dopo. 1. Come nasce l’esigenza di scrivere quello che lei pratica quotidianamente con il suo lavoro? Nasce da due cose basilari: una è quella di voler proprio mettere un po’ a disposizione tutto quello ho imparato e imparo tuttora dal mio lavoro, dal mio percorso con i miei pazienti, che sono i miei maestri più grandi; per cui tutto quello che arriva da loro e che acquisisco grazie al lavoro con loro è qualcosa che vedo funzionare e andare verso la direzione della guarigione, e mi sembra quindi doveroso metterlo a disposizione anche di tutti gli altri; per cui anche se poi qualcuno ne vuole fare uso, può essergli di ispirazione mi sembra utile e interessante poterlo fare; e un po’ è anche proprio una voglia di restituire tutto quello che ho ricevuto in questo percorso personale, con i pazienti, è un po’ il desiderio di restituire al mondo in qualche modo quello che ho avuto, e metterlo a disposizione di chi ne ha voglia. 2. Nel libro sono ripetute parole forti come: Amore, Consapevolezza, Energia, Anima, Essenza, Universo, Compassione … che richiamano le linee guida del pensiero buddista; dove la Metta è essenza, cammino e punto di arrivo. Pensa che ciò che dicevano i latini “mens sana in corpore sano” sia la chiave per vivere meglio? Assolutamente sì i latini la sapevano lunga, ne sapevano molto di più a quanto pare; anche i contenuti del libro sono infatti quello che già in qualche modo dentro di noi sappiamo. E’ fondamentale che il nostro spirito, la nostra Anima (io uso il termine Anima perché contiene un po’ tutto quello che è la parte sottile di noi, mente compresa) sia sano, dove per salute intendo un’interezza, una certa stabilità, un certo equilibrio che ci permette di affrontare la vita con tutte le sue difficoltà, le cose belle, le cose brutte che ci sono normalmente. Sicuramente una mente sana in un corpo sano è ciò che ci permette di mantenere un’armonia, una centratura che sono fondamentali; se vengono a mancare una di queste due cose difficilmente stiamo bene, quasi sempre c’è un disagio che molto spesso è base e terreno fertile per tutto quello che viene chiamato “malattia”. 3. Netto è l’accento sull’importanza del silenzio e dell’ascolto di sé per capire, vedere e imparare a rispettare la verità personale, l’Essenza. In questo cammino per il raggiungimento della gioia e dell’equilibrio, non corre l’uomo il rischio di avvilupparsi nel vortice dell’egocentrismo? Bisogna stare molto attenti: quando si parla dell’ascolto di sé, del mettere se stessi prima degli altri, dello stare attenti alla cura per se stessi. Èfondamentale, ma bisogna fare attenzione a distinguere questa da quello che è l’egoismo, perché l’egoismo è considerare sempre e solo noi stessi, escludendo tutto quello che ci circonda, è mettersi per primi senza considerare che siamo sempre e costantemente connessi con tutti e con tutto. Facciamo parte di un Universo profondamente e intimamente connesso in tutto quello che lo compone. Se dimentichiamo questo sicuramente andiamo in una strada che va a finire in quello che appunto è definito egocentrismo e che non porta mai a qualcosa di molto buono. Mettere invece l’attenzione su di sé, per come è esposto nel libro, quindi l’ascolto di sé nel profondo, è proprio la strada per aprire la consapevolezza al fatto che non solo siamo importanti noi ma allo stesso modo sono importanti tutti gli altri e tutto ciò che ci circonda. Quindi l’ascolto di sé è un invito all’essere consapevoli di quanto c’è di prezioso nella nostra vita personale, ma nel momento in cui prendiamo consapevolezza di questo è automatico che si riconosca anche il valore di tutte le vite che circondano e di tutto ciò che forma l’ambiente che ci circonda. Perciò è proprio esattamente l’opposto dell’egoismo e dell’egocentrismo, è mettere luce su noi stessi per comprendere quanto ogni singola vita abbia un’importanza fondamentale. 4. Il capitolo “L’intelligenza dell’anima” è un bellissimo inno all’anima come Essenza spirituale, dove vi è un’esortazione al silenzio, alla ricerca e all’ascolto, alla pazienza. Però, nel marcare l’importanza della ricerca vi è un monito: “fallo prima che sia troppo tardi”… tardi per cosa? Tardi per provare, per scoprire la modalità per apprezzare il nostro dono principale: la vita. Spesso ci lasciamo trascinare, e viviamo una vita in cui non siamo presenti, in cui affrontiamo tutto passivamente, invece di esserne parte attiva, quindi nonviviamo una vita in pienezza; e quando lasciamo veramente che le cose ci travolgano così tanto, il ‘troppo tardi’ è inteso come la difficoltà poi di smantellare tutto il castello che costruiamo intorno a noi, che dobbiamo dopo sgretolare mattoncino per mattoncino per riprendere fiato, per ritrovare la luce, per poi finalmente riuscire a respirare dentro noi stessi. In questo senso io dico ’fallo prima che sia troppo tardi’: non c’è mai un ‘troppo tardi’ da un certo punto di vista, ma ci sono delle condizioni che sono poi così difficili e così incancrenite in qualche modo dentro o fuori di noi, che diventa veramente un’impresa difficile riuscire a venirne fuori. Non è mai impossibile ma sicuramente vale la pena prevenire piuttosto che curare dopo. 5. L’idea dell’Universo che si prende cura di te e indica sempre la strada giusta, richiama anche passaggi evangelici cruciali in cui Gesù dice: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.” - oppure - “lo Spirito di verità abita con voi ed è in voi”. L’ultimo capitolo, pare essere un inno all’Amore e il passaggio: “siamo costantemente immersi in un flusso d’Amore” richiama alle parole di San Paolo. Il libro sembra essere un crescendo di spiritualità, che messaggio vuole dare e/o lasciare al lettore? Il messaggio è che prima di tutto ciò che noi siamo nella quotidianità a prescindere, e prima di essere il ruolo che abbiamo nella nostra famiglia, quindi madri di…, figli di…, piuttosto che il mestiere e la professione che facciamo, piuttosto che la condizione sociale in cui ci troviamo, prima di tutto questo, prima anche di tutta la nostra storia, quindi gli eventi che in qualche modo descrivono la nostra vita, prima di tutto questo, noi siamo Anime. Se mancasse questo passaggio non saremmo qui appunto a fare la nostra storia quindi il messaggio è proprio questo: non dimentichiamo chi siamo. Se riportiamo la nostra consapevolezza sul fatto che prima di tutte queste cose noi siamo Anime, questo ci predispone alla volontà di onorare la vita intesa come dono veramente diverso. Il messaggio quindi è proprio quello di non dimenticare, di non farsi trascinare dalle maschere che ci mettiamo, volenti o nolenti, consapevoli o inconsapevoli, da tutto quello che interpretiamo, dai ruoli cui siamo chiamati, anche se non necessariamente sono ruoli dove recitiamo una parte, ma siamo chiamati a ricoprire, ma prima di tutto noi siamo Anime, e questo non va mai dimenticato. 6. In questa opera, prevale più l’esperienza acquisita in campo professionale, oppure il cammino che personalmente ha intrapreso nella conoscenza di sé che si fa garante dei risultati positivi che da queste meditazioni suggeriscono? È proprio un insieme direi quasi paritario di queste due cose, anche se ci tengo a ripetere, i miei pazienti sono maestri di vita, di pari passo con la mia professione. Ho sempre ritenuto anche doveroso, aldilà del mio interesse personale, approfondire un percorso interiore per potermi poi porre sul piano di psicoterapeuta. Quindi di pari passo con la mia professione ho sempre lavorato al mio interno, con gli studenti che mi corrispondevano di più. Sicuramente è stato un insieme delle due cose, perché non avrei potuto scrivere questo libro, se non avessi fatto un certo percorso mio, ma anche se non avessi lavorato con così tante persone e avessi potuto toccare con mano quanto tutto quello che c’è scritto funzioni. Non l’ho scoperto io, ma è semplicemente un riportare quello che ho visto funzionare, cosa succede quando si vuole andare nella direzione della guarigione, quindi è un insieme delle due cose. 7. La storia dell’uomo ha visto il passaggio di grandi menti, come il poeta Rumi, il Dalai Lama, passando attraverso i maestri Sufi, menti riconosciute, lette, ascoltate, e tutte hanno decantato a tratti celebrato i valori del silenzio, della compassione, della gentilezza. Sempre la storia ci documenta di risultati disastrosi quando l’uomo non percorre questi cammini. Eppure nonostante tutto è difficile praticare il percorso salutare del silenzio. Come mai secondo lei? Hai ragione, è vero, sembra molto difficile. In realtà è che noi tendiamo a farci trascinare e a identificarci anche nelle cose della vita, come dicevo prima, nel ruolo, nella professione. L’essere umano ha una grande preponderanza mentale, oltre ad essersi distanziato anche un po’ la sua parte spirituale. Quindi la mente, molto potente, tende a farci credere che noi siamo quello che facciamo, che noi siamo l’ambiente che ci circonda, noi siamo il ruolo che abbiamo. E allora, dando ascolto a questa parte veniamo sempre di più trascinati e più ci dimentichiamo del fatto che siamo Anime, e più è facile essere trasportati via e anche essere convinti sinceramente che sia abbastanza inutile mettersi nelle condizioni contrarie, o che comunque sia una cosa talmente difficile da mettere in pratica, che vale la pena lasciar perdere. In realtà si tratta proprio soltanto di fare un cambio di direzione di sguardo, se noi continuiamo a guardare nella direzione del mentale sicuramente veniamo trascinati via. Se cominciamo invece ad abituarci a portare lo sguardo sulla nostra Anima, ricordandoci chi siamo nel profondo (da qui il titolo “La vita che sei”), allora questa diventa quasi naturale, un’esigenza, che poi è una naturalità recuperata perché in realtà dentro di noi c’è sempre stata. Quindi è proprio per questo, perché tendiamo a dare prevalenza alle posizione della mente, che per sua natura va in tutt’altra direzione. È necessario trovare un altro equilibrio, avere una mente che sia sempre chiara e funzionante è importante, ma è fondamentale trovare l’equilibrio altrimenti la predominanza mentale automaticamente ci porta via da lì. 8. Progetti futuri? Nell’immediato sono quelli di proseguire con il mio blog, che è uno spazio a cui tengo moltissimo, Somebliss, dove quotidianamente scrivo, dove c’è un meraviglioso scambio, quella è una cosa che sicuramente continuerà. E poi sinceramente non ti so dire, adesso il libro è ancora fresco fresco. L’idea di scrivere per me è molto bella, perciò magari nel futuro ci potrà essere un secondo libro. Adesso è veramente molto presto per poterlo affermare e quindi confido che le cose arrivino quando devo arrivare. Continuerò a essere sempre presente sul blog e poi vediamo che cosa nasce da lì , che cosa succede. Marialuisa Brunetti |
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