Attraverso la fervida analisi allegorica, riesce ad avvicinare la storia, l’arte ed a creare suspense, costruendo attraverso la fitta serie di omicidi che vengono compiuti nella fiorente Florentia, il reportage di una nuova lettura del capolavoro de’ “La Primavera” di Sandro Botticelli. dalla recensione a cura di Dulcinea Annamaria Pecoraro ![]() I DELITTI DELLA PRIMAVERA Un serial killer nella Firenze del Rinascimento di STELLA STOLLO ISBN: 978-88-97381-21-1 Editore: Graphofeel Edizioni, 2014 Stella Stollo nasce a Orvieto nel 1963, vive e insegna a Montepulciano. Fervida lettrice di romanzi storici, ha scritto per pura passione poesie, racconti e romanzi. Io e i miei piedi segna il suo esordio editoriale. Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Un vero e proprio viaggio nella Firenze del Rinascimento quella che l’autrice ci invita a fare, ripercorrendo storie, intuizioni, segreti, risvolti che donano al lettore la voglia di sapere sempre di più. Si, perché è nella conoscenza e nella sana voglia di curiosità che questa abile penna, descrive romanzando tra realtà e immaginazione quello che accadeva nel 1486 in una delle città più belle e memorabili. Attraverso la fervida analisi allegorica, riesce ad avvicinare la storia, l’arte ed a creare suspense, costruendo attraverso la fitta serie di omicidi che vengono compiuti nella fiorente Florentia, il reportage di una nuova lettura del capolavoro de’ “La Primavera” di Sandro Botticelli. Borghesia e povertà immortalate sulla tela, intrecci tra costumi e sapori di tavole imbandite, di botteghe, di vicoli, di amori appassionati, celati o repressi. Argomentazioni attuali, riguardanti la voglia del progresso e di nuove sperimentazioni rappresentata da Leonardo da Vinci o dallo stesso Filippino Lippi, della condizione della donna e della sua forza e fragilità espressa nelle figure di Simonetta Cattaneo o in Ginevra “la Guaritrice”, del coraggio di Amerigo Vespucci, della massima essenza dell’amore dello stesso Botticelli, della potenza del Magnifico. Ogni personaggio è abilmente descritto, appeso tra bene e male, slanciato nel senso di trovare un senso e nella dualità complice un “Manisante”, metafora di quanto l’essere umano può essere capace di compiere. Una lettura appassionante per chi è amante della storia, del noir o di quanto le parole sanno ancora regalare. Dulcinea Annamaria Pecoraro
0 Comments
![]() Non altro che me stesso di Lu Paer Edizioni EEE Formato: Libro cartaceo - 110 pagine Riferimento ISBN 978-88-6690-287-4 Disponibile in ebook Lu Paer vive a stretto contatto con la natura e i suoi animali; da decenni è una convinta attivista e sostenitrice dei diritti degli animali. Dal 2000 si occupa di consulenze e formazione nel settore benessere ed estetico e cerca di ritagliarsi i più ampi spazi possibile per continuare a scrivere. Con EEE-book ha pubblicato nel 2012 Che cosa stai aspettando! e nel 2015 Non altro che me stesso. Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Carlo, Laura, Lorenzo, Wanda, Valeria, possono essere solo nomi comuni con vite che si susseguono intrecciate a fili quotidiani, legate a rapporti di amicizia, di passione, d’amore, di rabbia, di normale routine. Eppure, in ognuno di questi personaggi può esser riflesso e tracciato un percorso similare al nostro. Carlo protagonista indiscusso, uomo giovane ed avvenente, rende partecipe il lettore, portandolo a vestirsi e svestirsi dei suoi panni, entrando in quell’intimo emozionale che manda anche in confusione. La descrizione è diretta, senza peli sulla lingua, sagace, travolgente e decisamente forte. La scrittrice non risparmia dettagli, vivendo e intercalandosi nell’ “alter ego” maschile. Flashback che schiudono ricordi e riaprono ferite, analisi che lasciano segni e costruiscono “non altro che me stesso”. Si, perché è dalle radici che si genera quell’albero capace di dare fiori e frutti. Dalle continue trasformazioni temporali, possiamo così attraversare le stagioni con la consapevolezza che i cambiamenti, (rughe comprese), malesseri, dolori, solitudine, sono parti necessarie per alimentare una nuova fortezza interiore o una necessaria corazza esterna. Sicuramente la sfera famigliare è alla base della formazione per ogni figlio e quando mancano certezze come affetto e dialogo, sono facili le fratture che si generano, con risultati deleteri per il nuovo “uomo o donna”. Il romanzo colpisce per la sua scorrevolezza, nonostante i temi siano duri e dirompenti al limite, ma in pieno equilibrio tra l’osceno e l’erotico. Lu Paer è abile nel provocare: scarta, disegna, devia, osserva e delinea situazioni complicate come traumi infantili, morti violente, passioni sfrenate, incontrollabili reazioni; cocktail di rabbia e voglia di amare o semplicemente di essere amati. Argomenti che attraversano la storia e la letteratura se si pensa al Giovane Holden che ha bisogno di evadere e di ribellarsi al contesto in cui vive, o presenti nella “Disobbedienza” di Moravia o in “Castelli di Rabbia” di Baricco. La ricerca di un’identità da accettare è lo scopo esistenziale nell’incapacità di questo mondo moderno, che tende troppo spesso a formattare l’altro ingiustamente, invece di incoraggiare o di inseguire quella vera libertà fatta di rispetto e desideri unici che purtroppo si scontrano con una dura realtà d’inquietudine. Dulcinea Annamaria Pecoraro ![]() ROSSO PROFONDO di Cristina Lastri Zona Contemporanea (2015) ISBN 978 88 6438 520 4 assaggia il libro, sfoglia il trailer Cristina Lastri Nasce d’estate, a ridosso degli anni Sessanta e all’ombra della torre pendente in quel di Pisa. Laureata in Scienze motorie, è docente nella scuola primaria e da alcuni anni affianca all’esperienza educativa, quella di un piacere ritrovato: lo scrivere, anche in seguito a percorsi di approfondimento attraverso diversi generi: narrativa, autobiografia, drammaturgia, poesia; considera la scrittura un dono e una maniera congeniale per esprimersi, con predilezione verso i racconti brevi e le poesie, rielaborando esperienze di vita da un punto di vista femminile. Progressivamente si è affacciata a concorsi letterari e reading. Ha pubblicato collettivamente poesie e racconti brevi. Suoi scritti sono presenti su riviste letterarie e siti online. Nel 2009 esce la sua prima raccolta poetica, D’istanze per la GH di Viareggio. Si interessa di teatro, ama l’arte, la musica, i libri, il cinema e le relazioni umane. VivaVoce Nuda sono come poesia suono libertà ricamo inerte solo verità. Aprimi cielo! Con la forza delle parole voglio urlare al vento canti di rabbia e d’amore per essere lì e altrove. Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Rosso Profondo il titolo di questa silloge è tutto un programma, un’apoteosi di sfumature e gradazioni che diventano la chiave di lettura capace di trasmettere emozioni, sensazioni, trascinando nell’intimo sentire o in metafore concrete di vita quotidiana. Ogni colore ha un suo simbolismo e sicuramente traccia un legame tra quello che pensiamo e la nostra azione. Paracelso diceva: “Ogni elemento ha un suo colore: la terra è azzurra, l’acqua è verde, l’aria gialla, il fuoco rosso; poi vi sono altri colori casuali e commisti, appena riconoscibili. Ma tu bada con cura al colore elementare che predomina, e giudica secondo quello”. Il rosso sicuramente rappresenta nella sua completezza sia il bene che il male, la forza, la passione, la vivacità, il dolore, l’aggressività, l’energia. L’accostamento all’uno o all’altro significato accompagna l’evoluzione della silloge, così come il percorso dell’umana esistenza. Rosso profondo, fuoco, noir, vermiglio, relativo. Espressioni fabbricate dalla coscienza e dalla conoscenza, poiché è con graduale esperienza che la “tavolozza” della vita prende forma, toccata dalle stagioni che accarezzano e modellano le trasformazioni psichiche e fisiche. In letteratura la tematica del rosso è ben presente: pensiamo al Verismo con Rosso Malpelo, o al Pascoli cui il colore rosso allude ad un’accesa sensualità e sottolinea con forza la carica sessuale, è sinonimo di passione, eros. Joyce, invece nell’Ulisse descrive il “rosso fortore di rapina nel pelo” o la magia espressa ne “Le scarpette rosse”; fiaba di Hans Christian Andersen e rivista in chiave cinematografica nel Mago di Oz ispirato al il primo dei quattordici libri dello scrittore statunitense L. Frank Baum. Il “rosso” abbraccia l’arte e non è un caso che la poetessa abbia collaborato con artisti, evidenziando slanci e accordi nuovi anche con questo mondo creativo. Lo stesso Matisse, ne fece uno studio: L'Atelier Rosso, Henry Matisse, 1911, olio su tela, 162 x 130 cm. Il colore diventa un elogio primario e determinate nella ricerca di un senso. Uno slancio di “atti d’amore” e di rinascita, di attese, di viaggi delicati o “attraverso la rete/ nemica del tempo” o faticosamente comprese in “luci artificiali e fiati strozzati”. La poesia diventa l’arma salvifica, “scacciapensieri”, scintille emozionali atte a dosare sia quel magna interiore di sogni non realizzati o dubbi, sia la libertà di osare “urlando canti di rabbia e amore”. Il rosso diventa incontro e relazione, urgenza d’identità e spirito avvolgente, vestito di femminilità e vivavoce di non fermarsi fino a che si ha voglia o almeno fino a quando misteriosamente ci è concesso. Dulcinea Annamaria Pecoraro ![]() "Ci siamo innamorati scrivendoci, senza esserci mai parlati prima, poi dalla nostra prima telefonata eravamo già cotti. Dal secondo capitolo fino al sesto, arriva il racconto parallelo delle nostre vite, dal settimo il racconto della nostra vita insieme perché ormai ci conoscevamo." Claudio avrebbe saputo di essere ammalato poco dopo aver scritto le ultime frasi di quella che lui chiamava l’Opera e Susanna l’Epopeia, consapevoli come erano, entrambi, di aver creato qualcosa di unico e universale." Susanna Schimperna è giornalista, scrittrice, autrice, opinionista, critica e conduttrice di programmi radiotelevisivi, studiosa di astrologia. Intervista a cura di Annamaria Pecoraro ![]() 1) Com’è nato il tuo volo ed il vostro volo? Nel 2009, per iniziativa di Claudio e quando non ci eravamo ancora incontrati. Ci eravamo scambiati solo qualche mail e dei doni, ovvero Claudio mi aveva mandato il dvd con il suo film “Pedra Mendalza”, e lui da me aveva voluto un po’ di numeri di “Blue”, che era un giornale che ho diretto fino al 2000. Dopo questo scambio sempre Claudio mi chiese: -“Perché non proviamo a fare qualcosa insieme?”, e cominciò a elencarmi una lista di cose, fino a quando mi disse: “Io ti scrivo una frase, se ti piace e ne hai voglia continua tu, magari ne esce un atto psicomagico”. Non conoscevo assolutamente niente delle sue canzoni. La frase che mi scrisse fu: “Ho cominciato a circondare il nemico: sto danzando in cerchio intorno a me stesso”. A me è piaciuta molto e ho subito risposto con un’altra frase. Abbiamo cominciato così questo progetto, senza sapere cosa fosse, anche se credo lui sapesse già, che sarebbe diventato un poema. Siamo andati avanti fino a fare dodici capitoli. Prima di incontrarci ci siamo detti tante cose di noi, c’è un capitolo intero dedicato a questo. Nel poema racconto prima che noi ci incontrassimo quello che scrivevo in poesia quando avevo 15 anni. Pensa che i primi sei capitoli ovvero l’intera metà del poema sono stati scritti prima che ci incontrassimo. Nel primo racconto l’innamoramento. Ci siamo innamorati scrivendoci, senza esserci mai parlati prima, poi dopo la prima telefonata eravamo già lì a fare progetti per il futuro. Dal secondo capitolo fino al sesto, arriva il racconto parallelo delle nostre vite, dal settimo il racconto della nostra vita insieme perché ormai ci eravamo incontrati. 2) Dodici capitoli scanditi come l’arco di un anno ma che può essere inteso anche come una vita? Esatto, scritti tra l’altro in quasi dodici mesi: la cosa è stata casuale, perché non avevamo programmato di fare dodici capitoli, un capitolo al mese. Semplicemente, arrivati alla fine del dodicesimo capitolo ci siamo resi conto di aver scritto tutto quello che avevamo da dire. Quando abbiamo chiuso il poema era il marzo del 2010 e Claudio era già molto sofferente; ancora non sapevamo cosa avesse, i tanti medici interpellati avevano dato diagnosi diverse ma tutte puntavano su una questione ortopedica. Praticamente finimmo il poema prima di sapere la brutta notizia delle vere condizioni di salute di Claudio: tumore all’ultimo stadio. Praticamente da parte mia non ho più messo mano all’opera, al contrario di Claudio che invece lo ricontrollava spesso, nonostante tutte le cose che aveva da fare. Infatti dopo che ci eravamo conosciuti Claudio aveva finalmente ricominciato a comporre, cosa questa che non aveva più voglia di fare da tantissimo tempo. Aveva ricominciato con gioia infinita a scrivere un pezzo dietro l’altro fino a comporre il disco dal titolo “In alto”, che avrebbe voluto dedicarmi ma che io non avevo mai voluto facesse... mi irritava il fatto di apparire come "la compagna di", alla quale vengono dedicate le cose. 3) Ma forse aveva una visione diversa e voleva dedicartelo non per esaltarti, ma bensì per ringraziarti che aveva raggiunto la sua vetta anche grazie a te? Sicuramente hai ragione, ma era il mio lato adolescenziale che in quel momento prevaleva, il mio essere bastian contraria e dire sempre “NO” a prescindere. Lui avrebbe esibito il nostro amore dappertutto, io lo frenavo tantissimo. Vedi come va la vita: poi dopo ho cominciato io a parlare continuamente di lui, fino a pubblicare finalmente il nostro libro quando però lui non può più vederlo, esserne contento. 4) Invece credo che in qualche modo lui veda e sappia di tutto ciò che fai nel vostro nome… Senza cercare motivazioni esoteriche, io sapevo che lui avrebbe voluto questa pubblicazione e sul fatto di pubblicare il poema ero d’accordo. Anche se rimandavo di continuo, visto che per me era molto difficile rimetterci mano. Devi sapere una cosa, tutto quello che noi abbiamo vissuto insieme fino al momento della diagnosi atroce della malattia era stato vissuto in una dimensione magica, bellissima, fatta di corse libere. Claudio aveva il corpo di un sedicenne e noi sembravamo una coppia di ragazzi. Poi, improvvisamente, l’impatto con la sedia a rotelle. 5) Cosa hai imparato da Claudio? A non piangermi addosso, ad essere più coraggiosa e positiva. Ho imparato non a credere, perché io non "credo" a nulla, ma perlomeno a domandarmi se non ci sia un perché a tutto e in tutto. Ho imparato a non aver paura di parlare dell’Amore, e a sentire che nonostante tutto, se davvero vissuto intensamente, nulla è perso... come il titolo del suo ultimo album con Gianni Maroccolo, "Vdb23/nulla è andato perso". 6) Progetti futuri? Continuo a scrivere libri, ho appena pubblicato il saggio "Eterne adolescenti", sto lavorando a un'altra opera. Ma sicuramente desidero moltissimo portare avanti questo “Volo magico”, cercare di farlo conoscere a più persone possibile. La poesia può essere vista qualcosa di “nicchia”, ed è sbagliato. Quando riesce a donare sana follia, passione, dolcezza, fiducia... quando è una finestra su qualcosa che assomiglia o è un'illuminazione... allora diventa un grande strumento per mettere in moto le nostre potenzialità migliori, e addirittura, secondo me, un potente mezzo di conoscenza. Dulcinea Annamaria Pecoraro ![]() SUSANNA SCHIMPERNA IL MIO VOLO MAGICO CON CLAUDIO ROCCHI Collana: Campi di Stelle Prezzo: 4,99 € (ebook) – 12,50€ (libro) ISBN: 9788898555154 (ebook) – 9788898555222 (libro) Edizione: 14 settembre 2015 Pagine: 144 Formato: PDF, ePub, Kindle, libro LINK ACQUISTO ![]() Moti dell’Anima Anna Maria Lombardi & Marina Danzi Marini edizione CTL Editore Livorno (2015) Recensione a cura di Annamaria Pecoraro La vita è una continua evoluzione, un viaggio con partenza certa e un arrivo con destinazione non definita. In questo pellegrinaggio, vi è la consapevolezza, tratta dall’esperienza, d’accogliere quanto nell’intimo si è raggiunto. Esternazioni e doni di sè, in questo coro a più voci, di insegnamenti che comprensione, memoria, pazienza, amore, nostalgia, luci, ombre, carezze e rinascite, possono riflettere sui singoli umani passi. Le penne di Anna Maria e Marina iniziano una danza e nei versi riflettono la saggezza di poter con umiltà trattare temi concreti e metafisici, tracciando un personale resoconto, rappresentante il vissuto. Gocce che dissetano e “scendono fertili/ irrigano le profondità/ nutrono o gusci gravidi/ di germogli da offrire”. Nella loro unicità, riescono abilmente a condividere ed a “gioire della somiglianza”, diventando protagoniste attive e attente di passi che si incrociano, essenza senza inganni. “Come la rosa ho le spine/per non essere strappata invano./Mostra rispetto per gli aculei.” (A.M.L.) “Ti respiro col Tutto, un alito infinito di vita.” (M.M.) Il ricordo di affetti cari, diventa forza nel quotidiano di Anna Maria e messaggio d’amore in Marina. Storie talmente complementari che possono affiancarsi e diventare gioco di parole, scambio di riflessioni, sorrisi o come afferma la stessa Lombardi: “… testimoni di vita e di proprie battaglie in bella mostra,/ trasportate da assonanze di colori e temi,/attendono un ritocco o solo uno sguardo attento,/per essere riposte, nello scaffale sacro dei ricordi …”. O accorate preghiere nella Marini, che compie una trasformazione diventando una coraggiosa “amazzone”, pronta a sfidare la vita, accettandone i segni, “salendo nei sensi dell’anima”, per scoprire che anche il silenzio ha il suo suono e un “codice magico e infinito”. Una conversazione che senza indugi, cattura e coinvolge, guidando il lettore nei meandri più imperscrutabili o segmentati dal dolore ed abbracciati dalla speranza. “La vita ti dona,/ ti avvolge,/ti ama,/t’insegna./ La vita ti scuote,/ ti strattona,/e mentre t’abbraccia,/raccoglie le lacrime/ che hanno rigato il tuo volto dopo le delusioni..” (A.M.L.) “Fatti Vento che di salsedine scompiglia i capelli./ Fatti Sabbia che penetra veloce nelle pieghe nascoste./ Fatti Sole che brucia e riscalda ogni cuore./ Fatti Luna che rischiara lo spirito/ Fatti Onda, che nel vortice, si torce e si espande..” (M.M.) Volatrici pindariche, trasformiste, bruchi divenute farfalle o semplicemente come diceva Pirandello “uno, nessuno e centomila”? Sicuramente queste due poetesse sono in corsa con il destino ed a braccetto col tempo. Seminatrici divenute terreno fertile, infondendo sicurezza in chi a loro si appoggia. “Sarò là./Dove la notte apre le ali” (A.M.) Metaforicamente sono un “libro – amico” di lacrime e di spazi rigeneranti e creativi. Perle rare in questo oggi così apatico, o rivoluzionarie e aperte con il cuore al mondo. Strane muse, ammaliatrici, chimere? O forse vere messaggere di quei sussulti che ancora rendono capaci di sfidare “le spirali contorte della mente” e senza temere, direzionano le “vele dell’anima” verso quella stella polare, guidando e ascoltando con coraggio l’umanità. Dulcinea Annamaria Pecoraro Presentazione 05/12/2015 - Libreria Nardini Bookstore (FI) ![]() Le mie parole d’acqua di Maria Luisa Mazzarini Ed. Divinafollia 2015 Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Le parole sono spade possono uccidere diceva Hegel o pietre come Carlo Levi riporta nel titolo di uno dei suoi libri. L’importanza data dal valore che diamo è sicuramente la base per la costruzione di rapporti e l’incontro per nuovi propositi. Un percorso che diventa acqua, fonte vitale e primordiale, che trasporta messaggi evocativi e pregnanti immagini e significati. Il poeta diventa autore e fautore, liberamente bagnato d’amore e della forza coraggiosa di creare e promuovere infinite vie. Per giungere a questa consapevolezza, il verbo scorre e si culla, trovando nella giovinezza la luce e la freschezza mai spenta e utile, quando l’ansia e la notte possono spaventare. Imparare a immergersi nella natura, che consiglia e canta “poesia in mezzo al mare” è il mezzo necessario per poi lasciarsi andare, e perdersi nell’ “abissale incanto di perla”, abbracciando la vita, in tutte le sue note e segnando la nostra personale scia. La Mazzarini offre emozioni allegoriche, intrise di sogni ed emozioni e poiché vissute, sanno donare carezze e mistero. “In alchimie di respiri/ e fiori/ e versi d’acqua/ di rose”, chiaro monito di quanto ognuno di noi, con sentimento può produrre, accendendo fiamme o contemplando il silenzio, “alle sue acque divine/ la Bellezza ci invita/ al viaggio”. Un richiamo al Tevere, “con passi di bambina/ innocente come sposa”, si lega passato, presente e futuro, e la meravigliosa evocazione dell’acqua in tutte le sue forme, mare, pioggia, lago, ruscello, fiume, gocciole, pozzo, vasca, idromassaggio, cascata, onda, zampillo, incanta e accompagna nelle quotidiane resurrezioni dello spirito. “Ti amerò/ come d’acqua di fonte/ il canto”, e forse in questo richiamo, non ci resta che tuffarci e cogliere al volo il messaggio. Dulcinea Annamaria Pecoraro Presentazione fiorentina del 1° numero di collana delle edizioni NOSM: Recensione a cura di Marialuisa Brunetti È un viaggio autobiografico coinvolgente quello proposto da Rolando dove in “Storielle di ieri, oggi e…” edito dalle ed. N.O.S.M. ci racconta dello stile di vita a carattere prevalentemente rurale vissuto negli anni del dopoguerra e in quelli a seguire, nella sua Pagiano, piccola frazione del Valdarno e suo paese natale. La scelta del doppio binario prosa-poesia rimata, come mezzo per consegnarci scorci di storia vallombrosana, tiene viva l’attenzione. Il lettore diventa così parte integrante di quella realtà, e il tutto arricchito da venature di sarcasmo e influssi dialettali, sigilli indiscussi dell’appartenenza territoriale.Il trasporto emotivo con il quale Rolando si racconta e ci racconta permette una “full immersion” in quel mondo agricolo ancora acerbo e poco assistito dal punto di vista del progresso tecnologico; un percorso di fatica e sacrificio che l’attività contadina portava inevitabilmente con sé, ma anche ricco di valori etici e di senso di comunità forte. Ed è proprio su queste virtù che Rolando vuole invitarci a riflettere. Ogni racconto è infatti mezzo per dare risalto al senso della solidarietà, della condivisione, dell’amicizia, dell’onestà che intorno ad ogni quotidiana attività scorrevano. Una cordata di umanità dalla quale nessuno si sentiva escluso, e un pretesto per capire quanto questi aspetti rappresentassero un dono aggiunto se non addirittura dessero spessore e senso al vivere quotidiano. Rolando passa a setaccio la sua memoria regalandoci descrizioni semplici quanto efficaci: da momenti conviviali a parentesi di sofferenza, soffermandosi con dovizia di particolari al movimento delle persone, al loro abbigliamento, al carattere, all’espressività. Niente resta inosservato! Un tratto di strada percorso a piedi passando per il “Tabernacolo di Fiesso”, o il momento della svinatura, o le irrinunciabili sagre, nelle duplici vesti “sacra” e “profana”, erano momenti di conoscenza e d’incontro cui nessuno si sottraeva, dove si fondevano dialogo e aiuto reciproco. Anche gli oggetti, gli animali, i paesaggi, sotto la penna di Rolando acquistano personalità e volendo paragonare questi momenti descrittivi a dipinti colorati, al lettore sembrerà di entrare in una vera e propria galleria d’arte! Fiori di ginestre nel bosco, papaveri nei campi, rose presenti nelle case dei contadini, “il gelso vicino alla capanna delle presse di paglia”, “i buoi possenti con quel loro andirivieni…”, la strada che da Pagiano portava a Tosi, la trebbiatrice del grano, l’assordante rumore dell’acqua, così come gli oliveti e i vigneti… tutto era servizio e parte integrante della comunità. La piacevolezza con la quale scorre il libro che fra rime e racconti si snoda, e il sarcasmo di cui ne è imbevuto, non nascondono però la “malinconia” nell’animo dello Scrittore, che ha visto con gli anni scivolare via tutto ciò che la vita di bello portava con sé. Sicuramente, se da una parte il progresso ha reso l’attività agreste fisicamente meno onerosa, dall’altra ha contribuito a interferire nei rapporti interpersonali sottraendo contatto umano.Il tratto nostalgico, pur essendo una caratteristica pressoché costante in “Storielle di ieri, oggi e…”, sembra essere più marcato nei componimenti poetici ove l’ondata emotiva si fa più intensa. Senza mai correre il rischio di cadere nella banalità, si avvicina al lettore, denunciando con vigore le mancanze, e “ri”-proponendo come cura e rimedio quegli stessi valori che “in primis” lui ha personalmente e positivamente sperimentato. La dialettica semplice, ma non semplicistica, con cui Rolando si accosta al lettore è strumento stesso d’essenza del libro. Un chiaro invito che Egli vuole affidare a queste nostre giovani generazioni, ripercorrendo la strada che porta alle qualità essenziali e genuine, per riacquisire solidarietà umana, in buona parte, purtroppo oggi smarrita. Marialuisa Brunetti Fotografie di Deliri Progressivi (ph Roberto Bruno) e PH Marco Magnani Link acquisto libro “Le mie poesie, parto inatteso di emozioni, mi sono scivolate via dall’anima nei momenti più bizzarri, svegliandomi di notte, interrompendo un sogno. Le ho sentite bussare nel cuore, come vento. Le ho protette nel mio ventre, nutrendole d’infinite sensazioni. In quei segni, ho rovesciato istanti impercettibili, lacrime, sorrisi. Con quelle parole incontenibili ho litigato, le ho odiate. Poi le ho comprese, amate. Sono nate così le mie poesie, da uno scontro tra lune opposte e parallele, tessute sulla pelle” ![]() Con tre quarti di cuore di Selene Pascasi GalassiaArte Editore PAGINE: 70 GENERE: poesia ISBN: 978-88-6831-075-2 Selene Pascasi, Avvocato, Giornalista, Scrittrice e Poetessa, da sempre sensibile ai temi sociali, si occupa da anni di questioni legate alla famiglia, teatro di maltrattamenti e violenze. Dal 2007 è firma de Il Sole 24 Ore, con più di 450 pubblicazioni. Coautrice di un lavoro per l’Accademia Americana di Scienze forensi, e di La Persona Oggetto di Reato (Giappichelli, 2011), nel 2013 vince il concorso indetto da Galassia Arte Editore, e pubblica un suo aforisma ne Il viaggio è nella testa. Così, se da Avvocato, combatte contro le ingiustizie nelle aule giudiziarie, come Giornalista tratta anche delle più attuali problematiche penali, e come Scrittrice pubblica un libro sui crimini contro la persona, come Poetessa lotta usando un foglio di carta ed una penna. Accade che la poesia prenda per mano e accompagna le nostre intime emozioni, fotografandole e scolpendo attimi d’amore o dolore, diventando memoria o futuro da vivere. Un getto di autentica e intima espressività; è questo quello che si denota nelle liriche della Poetessa: costituito da tre quarti di cuore e un quarto di ragione personale. “Scrivo poesie in antitesi ai tempi, fugaci e violenti, ma la penna e il cuore, complice il foglio, mi donano sogni e intense emozioni. Il vizio di scrivere è vita per me” E se tutti i vizi avessero questa forma, allora ogni gesto, pausa, brivido, non sarebbe vano, ma attenta analisi e ascolto, in una società troppo consumistica e antivalori. La Pascasi, va controcorrente. Armata di cuore, trova le ali per ricercare nei “lembi di fragili realtà e cere ormai disciolte”, dense proiezioni di vitalità, senza imbavagliare la verità. Anzi, descrive le illusioni, i dissapori e trova negli interrogativi quotidiani, la forza nelle “lucide emozioni”. La poetessa denuda l’anima, mostrando “sabbie umide” o “preziose ore”, con rara trasparenza, e descrivendo sagacemente, anche i percorsi più travagliati. Tasselli che si incastrano perfettamente e spontaneamente, generando sintonia, e alchemico coinvolgimento. La semantica è stimolante e testimonianza di consapevolezza dell’universale potenza del linguaggio. Lo stesso verbo: “parlare, agire, amare, volare …”, è essenziale mezzo "per sapere cosa fare" nelle luci/ombre che circondano l’essere umano. I silenzi diventano raccolti messaggi, lasciati in dono al “vento che si posa su cuori appesi al mondo”. Una silloge tessuta con grande maestria, e che sicuramente tatuerà, senza fare male, nel profondo. Dulcinea Annamaria Pecoraro La penna di Milone, si veste da “terzo occhio”; osservando così, ![]() Anime Nude di Marco Milone Editore: Narcissus, 2014 Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Silloge densa di metafore e “carovaggeschi” chiaroscuri che alludono all’intimistica visione della vita. Percorso delineato da pennellate di luci e ombre, attraversando la coscienza, la solitudine e la “profondità” di “plastiche immensità”. Un connubio che trova nello “sguardo” libero, la visione cosmica del tutto. La penna di Milone, si veste da “terzo occhio”; osservando così, le “masse abbarbagliate” di un’umanità spesso confusa e svalutata. Le riflessioni nascono spontanee, e la scrittura, diventa la rivoluzionaria forma di lotta contro la corruzione. Il poeta si oppone alle “carceri” mentali e fisiche, a catene e alti muri d’indifferenza, costruiti per paure e false difese, ma che imbruttiscono. In tutto, la positività di cogliere nella fiducia, la speranza di un nuovo domani, diventa una possibilità. Milone, lega i dubbi terreni ai “canti efebici”, attaccandosi alla nobiltà e ai pensieri celesti, la via che porta alla salvezza (almeno per l’anima, che si spoglia e diventa “nuda”). La dualità dei luoghi, delle emozioni che scatena la lettura di questa silloge, diventa il mezzo per arrivare alla conoscenza di sé stessi e di quello che abbiamo intorno. Anche lo stesso dolore, è un fine, per riscoprire, nella semplicità dei sensi, nuovi passi e orizzonti. Tra disperazione e luce, angeli e demoni, giorno e notte, vita e morte, tranquillità e guerra, abbandono e coraggio, la poesia di Milone si colora di immagini. “Fiducia nel tempo e nelle possibilità scompare innanzi alla caducità delle cose”, monito che ben mostra e ricorda quanto molto sia in mano al destino, ma altro è determinato da come ognuno discerne. La libertà di trovare arricchimento nel bene o nel male, è cosa realistica, nonostante questo costi scavare dentro l’aroma della vita o riemergere dai solchi delle delusioni, per rinascere poi, tempesta dopo tempesta, migliorati. Dulcinea Annamaria Pecoraro ![]() Gentilissimi, vi scrivo per informarvi che il volume antologico del Memorial Pablo Neruda al quale avete preso parte lo scorso settembre a Firenze, è stato stampato. Ci teniamo ad informarvi perché reputiamo che sia davvero un bel volume, ricco nei suoi contenuti che può servire come valido strumento per ricordare la piacevole serata che abbiamo trascorso insieme in onore del grande poeta cileno. Il volume si apre con una mia prefazione e contiene altresì un commento alla poesia di Neruda scritto da Annamaria Pecoraro “Dulcinea” e una nota di postfazione a cura di Cristina Biolcati. Accompagnano inoltre i vostri testi, alcune liriche di Neruda proposte in doppia lingua (italiano-spagnolo). Il volume ha prezzo di copertina fissato a 10€ a cui vanno aggiunti 4€ per le spese di spedizioni con sistema di invio tracciabile. A partire dalla terza copia, non si pagheranno le spese di spedizione secondo la modalità di seguito indicata: NUMERO COPIE COSTO TOTALE –SPEDIZIONE COMPRESA- 1 14 € 2 24 € 3 30 € 4 40 € 5 50 € Altre quantità Chiedere a [email protected] Le modalità di pagamento previste sono: a) Bonifico bancario IBAN: IT-53-A-07601-10800-0010042176-08 - Intestato a: Associazione Culturale TraccePerLaMeta b) Bollettino postale CC 01004217608 - Intestato a: Associazione Culturale TraccePerLaMeta c) Paypal Indirizzo:[email protected] d) Sul nostro negozio online http://www.tracceperlameta.org/tplm_edizioni/negozio/memorial-pablo-neruda-reading-poetico/ Per i tipi di pagamento a,b e c si richiede di inviare attestazione del pagamento scannerizzata a [email protected] o via Fax al numero 0331 - 932666. Sperando di aver fatto cosa gradita, allego la cover del volume antologico e resto a disposizione per qualsiasi richiesta o chiarimento. Lorenzo Spurio [email protected] |
Deliri progressivi
Libri
Gennaio 2025
Recensioni
Tutti
|