OLTRE I GENERI: "L'INTENSITA' E LA COSCIENZA"* di Silvia Calzolari
Il dizionario del Pop-Rock 2015 di Enzo Gentile e Alberto Tonti- Zanichelli - http://www.zanichelli.it Domenica 16 novembre al Teatro del Verme (sala piccola), Milano, in occasione del Bookcity 2014, abbiamo assistito alla presentazione della nuova edizione de "il Dizionario del Pop-Rock 2015" di Enzo Gentile e Alberto Tonti, che racconta 60 anni di musica. Un volume di 1896 pagine che esamina e descrive la produzione di oltre 2300 artisti e più di 35.000 album. "Dal blues al country, dal folk al punk e al rap, dal soul al rhythm and blues, dal raggae allo ska, dalla musica etnica a quella d'avanguardia, dalla tecno alla musica leggera" in un arco di tempo che va dagli anni 50 alla produzione discografica sino al 30 giugno 2014, con 120 nuovi inserimenti (tra cui anche Bing Crosby e Sixto Rodriguez). Prefazioni di Gene Gnocchi, Dj Ringo e a firma Carlo Verdone del 2012. Per ogni artista o gruppo (in ordine alfabetico con nome in rosso su fondino grigio) schede con una breve biografia, punti salienti della carriera artistica e produzione discografica con stellette da uno a cinque, che indicano il giudizio attribuito. In copertina Luciano Ligabue ritenuto "in assoluto il protagonista più meritevole della stagione passata". Sul palco dell'evento, oltre agli autori Enzo Gentile ed Alberto Tonti, Dj Ringo (art director - dj speaker di Virgin Radio Italia), Alberto Fortis (storico cantautore italiano - pag. 638 del dizionario - 4 stelle) e Carlot-ta (cantautrice e pianista italiana - "ponte per la futura edizione del dizionario" come afferma Gentile, eppure presente nello stesso in veste di cantante per Zibba & Almalibre - pag. 1873). Assente Gene Gnocchi, la cui prefazione è stata letta al pubblico da Enzo Gentile, strappando sorrisi e risate per la tipica capacità dissacrante e fortemente ironica dell'eclettico artista. Si sono alternati sul palco, tra gli artisti inseriti nel dizionario, Peppe Servillo (attualmente a Milano come attore di prosa nello spettacolo "Le voci di dentro" di Eduardo De Filippo e presente nel volume come componente di Avion Travel, gruppo appena ricostituitosi), Marco Ferradini (cantautore italiano, impegnato in "La nostra generazione" lavoro dedicato alla genialità di Herber Pagani) e Ricky Gianco (unico vero rocker italiano, come viene definito nel volume) . "La parola d'ordine cui ci siamo attenuti è quella di un'onestà contestualizzata, ovvero la possibilità di individuare una linea di demarcazione tra qualità alta e bassa, tra opere raccomandabili, accettabili o sconsigliabili, in cui potesse sopravvivere il libero arbitrio del gradimento o del pollice verso: ovviamente fuor di antipatie o pregiudizi. Appunto con l'onestà critica dei tifosi della musica, disposti nel tempo anche a cambiare idea". (pag. 7 - Dizionario Pop-Rock 2015 - Zanichelli) affermano Gentile e Tonti nella premessa. "Un lavoro che è iniziato nel 1999 sino alla nuova edizione di quest'anno, grazie a Zanichelli", "a Giordano Casiraghi e ad altri collaboratori che hanno recensito nel corso degli anni". Interessante ed esaustiva la presentazione, con interventi critici, preziosi ed esilaranti. Il dibattito spontaneo, aperto e senza pregiudizi, tra gli autori e gli artisti presenti, si sono alternati ad interventi musicali di Alberto Fortis (Settembre - Do l'anima, dalla nuova opera uscita nel 2014) e Carlot-ta (The song of mountain stream e The Barn Owl - "teatro canzone, che riporta a Brecht da un lato e al pianoforte del migliore Jerry Lee Lewis, con una voce spiritosa che sa recitare. Tre stelle di incoraggiamento", affermano gli autori del dizionario) che hanno creato un'atmosfera intensa, riportandoci alla sostanza voce-musica al pianoforte e avvolgendo il pubblico con la loro professionalità e originalità artistica. Sono stati gli autori Gentile e Tonti a porre domande agli artisti chiedendo visione, suggerimenti, pregi e difetti della loro opera. ENZO GENTILE: "Dj Ringo è un esordiente in questa pubblicazione e ci affianca dal punto di vista della promozione con Virgin Radio Italia e, in alcune pagine, per i contenuti, anche se non per tutti, da alcuni si dissocia". "Abbiamo discusso su chi fosse poco rock e chi troppo pop, non su tutto ci siamo trovati d'accordo". DJ RINGO: "Virgin una radio votata al rock, un sogno per me che si è avverato". "Rispetto il pop, ma non lo ritengo un genere musicale, è quell'ingrediente che va a toccare tanti generi, che aggiunge sapore". "C'è il rischio di usare il pop, bisogna saperlo usare. Lo vedo sempre con un po' di odio e un po' di amore. In ascolto di 300 cd al giorno, noto spesso il basso livello di alcuni artisti, mentre a volte in alcuni brani manca una punta di pop che migliorerebbe il lavoro. Quando mi proposero di contribuire al dizionario ero scettico, ma ho imparato a rispettare tutto, eventualmente si può non approfondire, se non piace un genere, ma ho rispetto per tutte le arti. Ho accettato". ALBERTO TONTI: "Sessant'anni di musica. Il rock and roll è nato a metà degli anni 50 per varie motivazioni. La leggenda racconta che il rock and roll ebbe avvio dal pezzo 'Rock around the clock' di BIll Haley & Hits Comets che ha spopolato in tutto il mondo (in verità era una copia di "Move it on over" di Hank Williams) e inserito come colonna sonora di un film" - ( immagino intendesse Blackboard giungle - Il seme della violenza") - "Il pezzo è stato scelto dalla figlia del produttore che suggerì al padre di inserirla e ottenne uno strepitoso successo. Ma i prodromi del rock sono la fusione di country e blues". ENZO GENTILE: "Come si sente un artista in un libro dove parlano di lui, bene o non necessariamente. E' curioso di sapere, gradisce o si offende? PEPPE SERVILLO: "Ammirevole in quest'opera il tentativo di possedere una materia enorme che ha già dentro l'impossibilità di farlo. Lavoro affascinante che va aggiornato continuamente. Ritrovare gli Avion Travell mi ha fatto molto piacere. Nel frattempo abbiamo dato vita ad altri progetti che magari saranno annoverati nella prossima edizione. Siamo tornati a suonare dopo dieci anni ed è un buon augurio. Trovarsi in un contesto così ampio e vario, significa conoscere e capire la ragione di chi ha redatto il lavoro e ha messo il tuo contenuto a confronto con altri e quindi avere delle consapevolezze in più". ENZO GENTILE: "Come vive un artista il fatto di essere passato ai raggi x, oltretutto in una carriera di 35 anni alle spalle? Il rapporto in generale con coloro che sono chiamati a dare voti". ALBERTO FORTIS : "Parto dal titolo del dizionario per parlare, come ho fatto in altre sedi, dello stato di salute della musica. Sono lusingato, che i miei lavori possano piacere, mosso da un imperativo, che per me fare musica significa condividere. Se si riesce a piacere, perché arriva un segnale di condivisione, questa è la più grande soddisfazione. Sacrosanto il vostro lavoro, per chi deve monitorate ed essere giudice, indirizzare, far capire, spiegare. Mi interessa in questo periodo vedere cosa succede nell'essenza pop o pop-rock e al di là dei generi." "Oggi c'è un distinguo fondamentale, perché siamo in un momento di crisi storico-sociale-artistica. Ci sono matrici che decretano due generi: Beatles e Rolling Stones, che sono impressionisti della nostra musica". "Il pop trascende dai generi, perché è una tavolozza di colori", successivamente Fortis sottolineerà l'importanza/differenza nel pop: la melodia. "Ciò che ritengo importante è capire che forza ha ancora oggi tutta questa materia. Il pop è vivo il pop è morto, il rock è vivo il rock è morto". "Oggi si vive la musica in modo diverso, attraverso web, che è un solco e sarà futuro imprescindibile. Il distinguo diviene la forza personale, nutrendosi di ciò che si riceve attorno e che poi viene metabolizzato, e fa l'artista d'oggi. Al di là di pop e rock la grande differenza è vedere di trovare negli artisti, nelle persone che fanno musica l'intensità e la coscienza* perché questo lavoro è una missione. lo dico senza polemica, anche perché viviamo in un'epoca di talent, da cui escono anche cose meravigliose, ma l'unico rammarico è che oggi è difficile creare delle carriere. Questa è la missione del mondo dell'arte al di là dei generi". "La nobiltà deve essere riprendere questa funzione e se ne sente la voglia di chi la fa e di chi l'ascolta". MARCO FERRADINI: "Un lavoro esauriente, ove il bello per un artista è sapere cosa gli altri pensano di te. Un'indicazione ed un aiuto per il nostro lavoro. Purtroppo, come affermava Alberto Fortis, è un brutto periodo". "Certe radio si sono impossessate della musica e decidono loro chi passa o non passa. I discografici italiani sono falliti, si sono piegati al potere delle radio, per mancanza di coraggio e come schiavi hanno ucciso la discografia italiana. Ci troviamo ora esclusivamente con talent show. Ragazzi vengono scelti non per la loro bravura, ma spesso per la loro mediocrità. La televisione comanda in funzione dello spettacolo. Speriamo che finisca, speriamo che Milano torni a quando si camminava per strada e si sentivano canzoni dalle cantine. Quell'afflato e quella voglia di comunicare, quella musica che ora non si sente più per le vie. I locali chiudono, le discoteche chiudono. Io soffro per questo, ho suonato da tutte le parti e ho vissuto di musica, grato al pubblico e alla musica italiana, mi dispiace che tutto questo sia finito, perché il potere di certe multinazionali impediscono di farlo. Speriamo che il futuro ci riporti la voglia di suonare e la libertà, ma che sia la gente a riprendersi in mano la musica". DJ RINGO: "Sono molto d'accordo con Ferradini. Mi sono sforzato di fare una radio diversa, non ho molti rapporti con discografici, non perché voglia fare il ribelle-radio, ma perché sono fuori dai certi giri. Se ci si lamenta delle radio allora bisogna lamentarsi", di molto altro, "e sarebbe un effetto domino devastante". "C'è un sistema criminale di monopoli e concessioni, di leggi-finte leggi, che l'ha permesso e riguarda sia il potere che il popolo (forse esisteva anche prima anni 50 e 60), sta anche a noi difenderci, dato che ci sono artisti che si lamentano e poi invitati non dicono nulla". "La musica, i dischi sono un bene comune è assurdo che nessuno possa accedere a causa di concessioni". RICKY GIANCO, Meraviglioso rocker italiano, in approvazione e dialogo sulla situazione del settore musicale e dopo averci deliziato con il racconto sulle controverse vicissitudini storiche della versione italiana di "Stand by me", "Pregherò" afferma: "Posso dire che bisogna fare i complimenti a tutti i collaboratori di questo dizionario, perché questa è un'opera omnia. Confrontarsi attraverso un'opera ben creata e unica è utile. Un lavoro in cui ci si diverte, ma importante". Ad evento concluso e in previsione del futuro incontro dell'anno prossimo con il dizionario 2016, tra autografi, fotografie, disponibilità e gentilezza dei protagonisti, sfogliando il massiccio volume, miriadi di ricordi e sensazioni…una vita di interiorità ed ascolto torna alla mente…fra una moltitudine di vite artistiche. Leggendo nomi e produzioni, e pur nell'apparente asetticità di un dizionario, emozioni e consapevolezza di un tempo musicale ampio. Confermata l'importanza e la positività del volume da parte degli artisti presenti, come fruitori possiamo incuriosirci ed esplorare imparando ciò che è stata la musica in questi 60 anni, se non nell'assoluta globalità, almeno nel tentativo più che mai ricco e plurimo. Da ciò che è emerso, nella visione di nuove carriere artistiche (potenziali presenti nei futuri dizionari), lampante e confermata è la criticità del periodo, in questo mondo controllato da multinazionali e monopoli, concessioni e diritti per pochi, diffusione più o meno manipolata della musica, come per tutte le arti del resto. Non dipende solo da chi ci impone tutto questo, ma anche dalla gente (da noi tutti) che ne usufruisce e dalla cultura musicale autentica che deve essere diffusa. "La gente si riprenda la musica" come sottolinea efficacemente Marco Ferradini. La diatriba pop o rock beatles o rolling stones sembra appartenere quasi ad altra epoca ed intenerisce. Si vorrebbe fosse solo quello il problema, ognuno nei propri gusti e rivendicazioni, siano esse concettuali o nella pura ribellione istintivo-ideologica o in altre scelte tutte rispettabili, perché la musica è smisurata e di tutti, fondamentale forse è non lasciarsi mai influenzare, ma goderne l'essenza. Gli artisti delle nuove generazioni nella ricerca di un mondo libero e di affermazione hanno vita dura. Esistono realtà indipendenti che con coraggio si muovono ed ergono la loro bandiera talentuosa tentando ogni via pura con tenacia. L'intensità e la coscienza, come ben definisce Alberto Fortis, ritengo siano centro e necessità. Uno splendido e curato dizionario offerto da Enzo Gentile ed Alberto Tonti unisce e aiuta il confronto, al contempo, forse l'unità di volume potrebbe essere da stimolo nel reale e virtual-reale per trovare una strada comune che contrasti gli strapoteri e che veda, al di là di ogni campanilismo o di mero interesse, il vero senso della musica, solo così forse è possibile un futuro possibile e sincero…vogliamo ancora crederci. Silvia Calzolari
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BARBARA POZZO
Il suo primo libro arriva alla quinta ristampa LA VITA CHE SEI 24 meditazioni sulla gioia Ventiquattro capitoli per tornare a noi stessi e accogliere la gioia come sinonimo di vita “La vita che sei. 24 meditazioni sulla gioia” (BUR Rizzoli), primo libro di BARBARA POZZO (moglie di Luciano Ligabue), è giunto alla quinta ristampa in poco più di due mesi. Il libro, inoltre, è ancora tra i bestseller di Amazon nelle categorie “Meditazione e focalizzazione” e “Religione e spiritualità”. “La vita che sei”, frutto dei suoi 30 anni di esperienza come terapista corporea, non è un manuale su come raggiungere la felicità né un elenco di esercizi da seguire o una lista di buoni consigli da mettere in pratica. È una proposta di meditazione, intesa come spunto su cui fermare l’attenzione. È un atto di consapevolezza che può facilitare la conoscenza di se stessi. «Questo libro nasce dall’intenzione di “restituire” tutto quello che ho imparato in trent’anni di lavoro come terapista e di pratica personale – racconta l’autrice – Con i miei pazienti ho potuto toccare con mano come funzioni la strada della guarigione e del benessere profondo, e “La vita che sei” nasce anche dal desiderio di condividere e mettere a disposizione questo punto di vista». Il suo libro si rivolge al lettore con affetto, condivisione e comprensione, ma allo stesso tempo senza mediazioni. Non predica, non spiega, non vuole convincere, né tantomeno dare consigli o indicare pratiche da compiere. È un libro confortante e positivo, che nasce da una profonda convinzione: l’Universo, per quanto immenso e misterioso, ama ogni persona singolarmente. L’autrice ha suddiviso il libro in ventiquattro capitoli, come i ventiquattro rintocchi dei campanili, che invitano a fermarsi per ricordarci chi siamo, rimettere a posto i pezzi, diventare uno. Unici. Noi stessi. La vita che siamo. Barbara Pozzo è terapista della riabilitazione specializzata in medicina manuale e da quasi trent’anni si dedica allo studio delle correlazioni tra corpo e anima. «Ho avuto in cura centinaia di persone che si sono rivolte a me per problemi e dolori fisici – racconta Barbara Pozzo – Ogni volta mi sono ritrovata ad ascoltare la voce dei loro corpi che durante il trattamento raccontava la loro storia. Ho potuto, nel vero senso della parola, toccare con mano quanto anima e corpo siano profondamente e indissolubilmente legati». Nel 2011 ha fondato il sito www.somebliss.com, dal quale intrattiene con i suoi lettori un dialogo quotidiano sui temi del benessere fisico e mentale e del raggiungimento dell’armonia interiore. «Il progetto che si propone il mio sito web – spiega l’autrice – è quello di condividere il mio contributo di esperienza messa in pratica in tutti questi anni» La pagina Facebook di Barbara Pozzo, Somebliss, supera i 20.000 follower, con una media di oltre 150 condivisioni per singolo post. www.somebliss.com – www.facebook.com/somebliss Ufficio Stampa: Parole & Dintorni (Valentina Marturano - [email protected] BARBARA POZZO
Presenta al festival “SCRITTORINCITTÀ” il suo primo libro LA VITA CHE SEI 24 meditazioni sulla gioia DOMENICA 16 NOVEMBRE A CUNEO L’incontro è SOLD OUT! Domenica 16 novembre, BARBARA POZZO (moglie di Luciano Ligabue) presenterà il suo primo libro “La vita che sei. 24 meditazioni sulla gioia” (BUR Rizzoli) alla XVI edizione di “Scrittorincittà”, importante festival che si tiene a Cuneo e che quest’anno avrà come filo conduttore il tema dei colori. Barbara Pozzo incontrerà il pubblico per parlare dei “colori dentro”: i nostri colori più interni, la nostra persona vista in profondità. Durante l’incontro, che ha registrato il sold out, Matteo Corradini dialogherà con l’autrice. Il mistero e la bontà dell'Universo entrano dentro di noi con i loro colori. La nostra interiorità è composta da gioie e dolori, in un equilibrio apparentemente precario: per mettere ordine nei colori della nostra anima è necessario seguire il senso delle cose, trovarne uno quando pare non esistere, e affrontare la sofferenza senza rabbia ma con molta forza. Un percorso pieno di domande e senza risposte pronte, per guardare la realtà, fermarsi per riflettere, abbracciare la prospettiva dell'Amore, entrare in contatto con noi stessi. In qualsiasi modo, in qualsiasi momento, nel giorno di colore che uno ha. “La vita che sei”, giunto alla quarta ristampa in poco più di un mese e frutto dei 30 anni di esperienza di Barbara come terapista corporea, non è un manuale su come raggiungere la felicità né un elenco di esercizi da seguire o una lista di buoni consigli da mettere in pratica. È una proposta di meditazione, intesa come spunto su cui fermare l’attenzione. È un atto di consapevolezza che può facilitare la conoscenza di se stessi. «Questo libro nasce dall’intenzione di “restituire” tutto quello che ho imparato in trent’anni di lavoro come terapista e di pratica personale – racconta l’autrice – Con i miei pazienti ho potuto toccare con mano come funzioni la strada della guarigione e del benessere profondo, e “La vita che sei” nasce anche dal desiderio di condividere e mettere a disposizione questo punto di vista». Il suo libro si rivolge al lettore con affetto, condivisione e comprensione, ma allo stesso tempo senza mediazioni. Non predica, non spiega, non vuole convincere, né tantomeno dare consigli o indicare pratiche da compiere. È un libro confortante e positivo, che nasce da una profonda convinzione: l’Universo, per quanto immenso e misterioso, ama ogni persona singolarmente. L’autrice ha suddiviso il libro in ventiquattro capitoli, come i ventiquattro rintocchi dei campanili, che invitano a fermarsi per ricordarci chi siamo, rimettere a posto i pezzi, diventare uno. Unici. Noi stessi. La vita che siamo. Barbara Pozzo è terapista della riabilitazione specializzata in medicina manuale e da quasi trent’anni si dedica allo studio delle correlazioni tra corpo e anima. «Ho avuto in cura centinaia di persone che si sono rivolte a me per problemi e dolori fisici – racconta Barbara Pozzo – Ogni volta mi sono ritrovata ad ascoltare la voce dei loro corpi che durante il trattamento raccontava la loro storia. Ho potuto, nel vero senso della parola, toccare con mano quanto anima e corpo siano profondamente e indissolubilmente legati». Nel 2011 ha fondato il sito www.somebliss.com, dal quale intrattiene con i suoi lettori un dialogo quotidiano sui temi del benessere fisico e mentale e del raggiungimento dell’armonia interiore. «Il progetto che si propone il mio sito web – spiega l’autrice – è quello di condividere il mio contributo di esperienza messa in pratica in tutti questi anni» La pagina Facebook di Barbara Pozzo, Somebliss, sfiora i 20.000 follower, con una media di oltre 150 condivisioni per singolo post. www.somebliss.com – www.facebook.com/somebliss Ufficio Stampa: Parole & Dintorni (Valentina Marturano) Lunedì 17 novembre esce in tutte le librerie la biografia
ROCKSTAR (a metà) Gianluca Grignani raccontato senza filtri né censure dal suo ex assistente personale Scritto dall’ex assistente personale di Grignani, Massimiliano Longo, con una prefazione di Massimo Luca, storico chitarrista di Lucio Battisti nonché produttore e scopritore di: Fabrizio Moro, Biagio Antonacci, Annalisa Minetti e Grignani stesso. Il 18 novembre h 20.00 presentazione dell’autore + show live di brani del rocker Milanese omaggiato da diversi artisti ospiti @ Rock’n’Roll di Milano (via G. Bruschetti 11) Da lunedì 17 novembre sarà disponibile in tutte le librerie “ROCKSTAR (a metà)” (CHINASKI EDIZIONI), la biografia non autorizzata di Gianluca Grignani scritta dal suo ex assistente personale, Massimiliano Longo (attualmente direttore del sito www.allmusicitalia.it e produttore musicale per Eleonora Crupi e i Voyeur). Il libro, che vanta una prefazione di un mostro sacro della musica italiana, nonché scopritore e primo produttore di Grignani,Massimo Luca, racconta vent’anni di carriera di un artista sempre in bilico tra pop e rock, beatitudine e dannazione, tonfi paurosi e geniali risalite. Un uomo che ha saputo ribaltare le regole del music business più e più volte, spesso pagando il coraggio di determinate scelte sulla propria pelle. Ma anche un uomo complesso, problematico, in lotta con i propri demoni. Scritto da qualcuno che, in qualità di suo assistente personale per diversi anni, ha avuto modo di conoscere bene sia il musicista che l’uomo dietro l’artista, questa biografia è un viaggio dentro la storia, i dischi e gli eventi importanti della carriera di Gianluca Grignani, un lungo racconto fatto di aneddotti, per lo più sconosciuto al grande pubblico, e di testimonianze di produttori, fonici, fan, artisti e persone che hanno collaborato in questi anni con il rocker milanese. Tra loro e le testimonianze di : Umberto Iervolino, Cosimo Alemà, Franco Cristaldi, Simone Bertolotti, Pier Carlo Penta, Fabrizio Simoncioni, Andrea Nava, Matteo Cerboncini… Per info e prenotazioni Showcase del 20 novembre (stampa e pubblico): [email protected] Domenica 16 novembre, ore 13 Teatro dal Verme, sala piccola Via San Giovanni Sul Muro, 2 - MILANO 1954 - 2014 SESSANT'ANNI DI STORIA DEL ROCK (& POP) I dischi e gli artisti che hanno fatto la colonna sonora della nostra vita. Presentazione del Dizionario del Pop-Rock 2015 Incontro con momenti musicali. ENZO GENTILE e ALBERTO TONTI (autori del Dizionario del Pop-Rock 2015) DJ RINGO (direttore artistico di Virgin Radio) GENE GNOCCHI (attore) e con gli artisti CARLOT-TA e ALBERTO FORTIS Era il 1954 quando Bill Haley & his Comets eseguirono per la prima volta Rock around the clock. Il rock era nato e cambiò il modo di pensare e di fare musica. Dopo sessant’anni è ancora la nostra colonna sonora. La sua storia la raccontano Enzo Gentile e Alberto Tonti, gli autori del Dizionario del Pop-Rock 2015, insieme a Gene Gnocchi, autore della prefazione, DJ Ringo e con gli interventi del cantautore Alberto Fortis e dell’emergente Carlot-ta. Dagli Abba agli ZZ Top, un’opera monumentale e trasversale che esamina e descrive la produzione di oltre 2300 artisti o gruppi per un totale di oltre 35.000 dischi dagli anni ‘50 a oggi. Venerdì 14 novembre ore 18 Palazzo Reale, sala Conferenza Piazza del Duomo, 12, Milano LE DEFINIZIONI D’AUTORE NELLO ZINGARELLI 2015 Riflessioni sulla lingua ed emozioni che nascono dalle parole. Tra incontri, racconti e letture Con Mario Cannella (curatore dello Zingarelli 2015), Carla Fracci (étoile), Claudio Magris (scrittore), Alina Marazzi (regista), Tiziano Scarpa (scrittore) coordina Luca Sofri (giornalista) Letture dell’attrice Elisabetta Vergani Accanto alle nuove parole con cui la lingua italiana si rinnova, il vocabolario Zingarelli si arricchisce con le “Definizioni d’autore”, brevi testi firmati da scrittori, registi, cantanti, giornalisti e importanti personalità della cultura. Ognuno di loro ha commentato una parola del vocabolario: quella hanno sentito più vicina alla loro storia. E a Bookcity alcuni di loro come Carla Fracci, Claudio Magris, Alina Marrazzi, Tiziano Scarpa spiegheranno il perché. Un appuntamento in cui la letteratura incontra lessicografia: un evento fatto di letture, racconti, confronti, per ragionare in modo diverso con e sulle parole. CRISCO DISCO
il libro, scritto da Luca Locati Luciani e pubblicato da Vololibero Edizioni, che racconta la storia della disco music, continua a stimolare gli artisti e dare vita a molte iniziative parallele. Questa volta nasce l'omonima mostra artistica di MEMORABILIA. Info libro: www.vololiberoedizioni.it/crisco-disco/ Il 13 febbraio 2013 usciva Crisco Disco - music & clubbing gay tra gli anni 70 e 80 E’ stato subito un successo librario che continua ancora oggi. Partendo dai contenuti del libro e declinandoli in vario modo hanno preso vita molte iniziative: feste a tema in discoteca, Mix sonori realizzati e pubblicati da DJ del calibro di Jussi Kantonen In “Crisco sound” ed ora per ultima una Mostra che ne propone gli argomenti attraverso la visione dei molti memorabilia raccolti dall’autore e strettamente legati alle pagine del libro. L'autore Luca Locati Luciani, infatti, ha raccolto e recuperato nel corso del tempo, una sostanziosa documentazione della cultura omosessuale degli anni '70 e '80 e tantissimi materiali rari e emblematici tutti legati al mondo della "disco". Questa raccolta è alla base del libro Crisco Disco. Flyers di discoteche, stick, programmi di serate e tanto altro di assolutamente raro e introvabile saranno in mostra quasi fosse un’estensione visuale alla lettura del libro. L’artista Maurizio Bongiovanni, rimasto affascinato dalla cospicua collezione, ispirandosi e sfruttando anche il racconto e le storie del libro stesso, ha deciso di utilizzarne una parte e sviluppare attorno ad essa una serie di riflessioni “satellite” attraverso il proprio lavoro, e in particolare mediante la pratica del disegno. OPENING MOSTRA VENERDI' 7 NOVEMBRE ORE 18,30 C/O FONDAZIONE FUORI! Via Santa Chiara 1 TORINO info 011 036 11 21 Con la presenza di MAURIZIO BUONGIOVANNI LUCA LOCATI LUCIANI UFFICIO STAMPA VOLOLIBERO EDIZIONI www.vololiberoedizioni.it LUCA TRAMBUSTI Cell 335 28 10 65 Uff. 02 89 45 98 92 [email protected] www.facebook.com/elleticomunication “La guerra a casa”
Perché nessuna guerra sia “normale”. Perché nessuna donna debba più morire per mano del proprio amore. Un libro emozionante che ci invita ad agire. La storia vera, scritta con mano ferma, di una tragedia vissuta da vicino che si tramuta in un atto di amore estremo e in un impegno concreto e positivo perché la “guerra a casa”, la violenza sulle donne, il femminicidio non siano più ineluttabili. Il 9 luglio 2013 una telefonata sveglia Damiano Rizzi, presidente dell'Ong Soleterre, nel cuore della notte, mentre è a Roma per “salvare il mondo”. "A casa - è successo qualcosa di terribile. La sorella di Damiano è stata uccisa dal marito. È arrivata la guerra a casa”. Il filo del racconto si spezza. Damiano ne riprende il bandolo dal principio, dalla sua vita “prima” di quella telefonata: racconta - alla sua famiglia, a sua sorella e a tutti noi - le guerre “lontane” di cui è stato testimone in Bosnia, Kosovo, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Centro America, Ucraina. Le bambine soldato della Costa d'Avorio, gli amputati della Sierra Leone, le donne trucidate in Guatemala, l'Ucraina vissuta con Andy Rocchelli: conflitti tutti differenti per i loro moventi aberranti - potere, diamanti, denaro - ma simili nei meccanismi e nelle conseguenze: la morte di persone innocenti. Ma il dolore degli altri, sia sa, “è un dolore a metà”. La guerra però arriva a casa e poi dentro di noi. Damiano torna al presente e scopre che vivere sulla sua pelle l’assassinio di Tiziana è un dolore intero: scopre l'indifferenza di alcuni “professionisti”, la noncuranza del sistema giudiziario, scopre soprattutto che in Italia il fatto che ogni tre giorni una donna sia uccisa da un uomo, spesso il marito, il compagno, l’amante, è considerato “normale”. Proprio come la guerra o la diseguaglianza tra ricchi e poveri. Damiano ha parole forti per questa normalità: la chiama “morte”. Ci chiede di ribellarci, adesso. Perché l’indifferenza uccide. Decide di fondare “Tiziana vive” una rete contro la violenza nei confronti di donne e bambini il cui obiettivo principale è quello di portare alla luce, dare voce e rispondere in modo concreto a una richiesta di aiuto psicologico che spesso rimane silente. Vedi qui www.tizianavive.org Un libro di drammatica bellezza e di speranza che si legge come un romanzo e lancia un forte messaggio. Scrive Damiano nel finale: “Ho capito ancora meglio - se ce n’era bisogno - che cosa vuol dire salvare una vita umana o perderla. È l’unico motivo di vita. Ho la forza delle vittime. Che o si arrendono o lottano. Non c’è modo di arrendersi, di rassegnarsi. Voglio andare avanti. Per salvare ancora una vita umana. Non tutto è ineluttabile. Voglio lasciare un pensiero che funzioni: sennò perché mandare avanti la specie? Vorrei fare qualcosa di utile per me e per gli altri.” Con un intervento di Serena Dandini, autrice di “Ferite a morte” e con un contributo sul tema del femminicidio di Simona Lanzoni, vicepresidente della Fondazione Pangea Onlus. Vauro Senesi racconta la genesi del logo dell’associazione “Tiziana Vive” a cui sono devoluti i diritti del libro. “La guerra a casa” di Damiano Rizzi, 144 pagine, 14 euro (Altreconomia edizioni) L'autore Damiano Rizzi (Milano, 1972) è laureato in Scienze Politiche e in Scienze Psicologiche, è fondatore e presidente di Soleterre, una Ong la cui missione è innalzare gli standard di vita dei poveri della terra nei luoghi dimenticati, le “terre sole” (www.soleterre.org). Ha coordinato progetti di sviluppo umano in 15 diversi Paesi del Sud del mondo. Per le iniziative a favore dei bambini poveri e malati di cancro in Ucraina ha ricevuto con l’associazione Soleterre, la Targa d’Argento della Presidenza della Repubblica italiana. Nel 2013 ha fondato con altre persone l’associazione “Tiziana Vive”, rete contro la violenza nei confronti di donne e bambini. Ufficio stampa Francesca Papetti e-mail: [email protected] Altra Economia Via Vallarsa 2 - 20139 Milano e-mail: [email protected] Le poesie di Spurio “grattano dentro” a tal punto Neoplasie civili di Spurio Lorenzo Dati2014, 72 p., rilegato Editore Agemina Edizioni “La copertina! Sì, la copertina! Osservate bene la copertina, quando scegliete un libro da leggere. Nella composizione dell’immagine ponete attenzione ai colori, alle geometrie, al dinamismo delle linee e poi ricercate il contenuto, la forma, il punto di interesse e le linee di forza che attraversano l’immagine stessa. Leggete bene il titolo, soppesatelo, immergetevi in quelle parole e lasciatevi trasportare dall’onda emotiva che sono capaci di suscitare. Non dimenticate di guardare il tipo di carattere usato, la dimensione con cui è scritto e la disposizione nello spazio della pagina. Trattate il libro con cura e sfogliatelo con delicatezza. Leggetelo e gustate parola dopo parola”. Era la solfa che ogni giorno propinavo agli alunni per indirizzarli alla lettura. Ed è il medesimo criterio che ho seguito io stessa, quando mi sono trovata a leggere il testo “Neoplasie Civili”, “prima prova poetica” di Lorenzo Spurio, edito nelle Edizioni Agemina. Nella dominante paesaggistica della copertina “l’aria (è) dura e avara”, si erge e circonda un binario con le traversine di legno e il fondo dissestato, la massicciata intrisa di catrame come lo è l’arenile in cui si insinuano le acque di un pelago che non è certo un locus amoenus e, similmente ad “Alice nel paese delle meraviglie”, potrebbe anche configurarsi nel lago creato con le lacrime dell’Umanitá, per i troppi affanni diventata ad un tratto minuscola, e che adesso affoga con spasmi e dolori. È un luogo- soglia con quella costa scura e il tramonto offuscato da nuvoloni neri. Quello che si vede è un fotomontaggio e il binario, ripreso con la lente di un grandangolo spinto , più che di rette che vanno a due a due, si assimila a rette divergenti che possono avvicinarsi o allontanarsi, secondo l’idea, al rimestare cupo delle acque. Però, se si pone il libro su quello che è il lato minore del rettangolo, allora qual binario può anche dare la sensazione di una “Stairway to heaven” che magari non giunge fino alle Stelle fisse, ma è pur sempre paradiso , e i colori foschi sono soltanto le scorie lasciate sul terreno dalle anime ormai vestite di bianco che si elevano verso il sublime. Dualitá vita- morte in questa rappresentazione per immagini, un inno alla vita che si snoda nell’intero percorso dei versi che Spurio scrive con sincerità d’animo e di cuore. E poi il titolo con tutte le implicazioni di senso a non lasciare spazio ad altro e quel colore di fiamma ardente che richiama passioni e deliri a dire tutto il disagio esistenziale dell’Umanità, evocato dalla precisione lessicale che in un attimo trafigge gli occhi e il pensiero. “La poesia è la vita che abbiamo dentro”, dice Alda Merini, ma per scrivere serve anche l’ispirazione. In questo caso il movente che porta Spurio a comporre questi versi è riconducibile a finalità di ordine sociale e, attraverso “Quelle che sono le frasi motrici del libro”, riuscire a trasmettere “Un messaggio di speranza e la necessità di unione e di perseverare anche se si naviga in cattive acque in un mondo in cui tutto è cupo e appestato”, dimostrando impegno e coraggio nel dire cose che nessuno vuol sentire, facendo del testo uno strumento di analisi di un’esperienza emotiva vera e complessa. Spesso “a las cinco de la tarde” in questo mondo che si fa arena, si consumano eventi tragicamente imprevedibili che non destano ansie in coloro che, per apatia indifferenti a quanto succede, nei pressi della plaza si limitano a consumare coda con patate. Non a caso a pagina 5 si evidenziano i versi di Franco Matacotta, conterraneo dell’autore, insegnante, poeta, scrittore, saggista, da sempre impegnato nelle varie problematiche sociali, conosciuto ai più per la relazione con Sibilla Aleramo, la venerata “Alma Mater” che gli permise di studiare i Taccuini inediti campaniani, da lui poi pubblicati in “Prospettive” e “Taccuini”. “La verità è un accetta che spacca il bue per la spina dorsale”, dice lo stesso Matacotta nelle pagina di “Neoplasie civili” e Spurio ben sa che la verità non la vuol sentire nessuno e sa anche, come lui stesso scrive, che “La battaglia si vince solo intentandola”. Ecco quindi che “al cominciar de l’erta”, come duca prende per mano il lettore, lo guida nel solco dei versi, lo fa girare, lo modella, lo plasma, lo rende muto, malleabile, lo sorprende, lo confonde e lo inganna; alla fine, novello Ulisse, scalda l’arco alla fiamma, lo lavora, lo ammorbidisce e poi deciso lancia la freccia attraverso le scuri allineate, qui ravvisate nei versi a tirar “Giù la serranda” del componimento, facendo “tremare le vene e i polsi” per indurre il lettore a districare quel groviglio di emozioni che si impossessano dei sensi. “Le lacrime di una madre non trovano fine”, “La gente piangeva, stringendo una bandiera rossa”, “ I bambini rubavano il mare/con gli occhi bagnati”, “E le oche spargevano merda sul prato”, “l’abito del torero/non aveva luccicato”, “Dio piangeva a fiumi, /genuflesso su carboni ardenti,” versi che fanno trasalire, che lasciano gli occhi umidi e il singhiozzo a fior di labbra. Non difettano tali componimenti di riferimenti allusivi a quelli che sono gli animali infernali onde connotare superbia, avidità e lussuria, mali che attanagliano la società in una morsa neoplastica di indifferenza etico-morale. Nella connotazione evocativa delle immagini ci sono il leone, la lonza e la lupa, basta cercarli che spuntano tra le righe a mordere e a graffiare con rinnovata avidità come pure si riscontrano in quelle “ oche cignoidi starnazzanti” che altro non sono che le opulente matrone di campaniana memoria, i cui striddii per altro sono annullati dalla pietas amorevole che prende forma in un “quadrifoglio/che poi in realtà era un trifoglio”, raccolto e donato a colei che “era stata una di noi”, sempre costretta ad indossare “mise scafandriche” da chi per inveterata abitudine usava indossare soltanto mise “più austere”. Ma davanti alle figure infernali Spurio non si lascia intimorire, non indietreggia, ricerca “una via unica”, la ricerca nelle piazze, nei “torok di polvere”, nel fiore giallo raccolto “al margine di un marciapiede”, nei “trucioli incastrati/ nella suola di gomma” e gli alberi abbattuti nel cuore verde di Istambul, nei barconi e nelle navi che affondano tanto nel canale di Sicilia come nell’Oceano Pacifico. E mentre rivive “una vecchia ballata di Battisti”, ricerca verità nel desiderio di dare poesia agli uomini e alleviare le pene di molti proprio come dice Pavese in una bella pagina di diario, ben consapevole di sporcarsi “le punte delle scarpe” e darsi in pasto a quanti del verso poetico fanno mero strumento di notorietà e non matrice di sentimenti riflessi in impegno e percezione profonda del reale. Pertanto lo straniamento che l’autore ricerca non è mai dettato dall’angoscia, bensì dalla presa di coscienza fino a giungere alla protesta e allo sdegno. La prosa poetica di Spurio può definirsi quale scrittura antropologica, un saggio in versi, un trattato di etica e di ecologia civile, disseminata qua e là da eccezioni lessicali in forma diversa dall’italiano come agemine ad impreziosire il tessuto lessicale di ciascun componimento. Versi mai banali, in cui talvolta il lemma si fa ardito, affilato, pungente, quasi dissacrante, ma mai irriverente nella ricerca della verità che rende liberi, consapevoli, smuove coscienze, distrugge armonie e ne crea altre e recupera il senso dello stupore, della bellezza, del pudore, del dialogo e del confronto con la vita, costringendo Atropo ad appoggiarsi “ad un fuso impolverato”, stanca e sfinita per il suo incessante e continuo recidere fili. Versi mai usuali che inchiodano l’individuo alle proprie responsabilità, forse invisi a chi ha l’orecchio delicato, sotto una “pioggia acuminata” di sentimenti veraci che rigenerano dentro un paesaggio di identità in uno scenario metaforico in cui la tassonomia delle metafore rivela tipi di immagine, analogie, comparazioni, al fine di creare un contatto con la sensualità emotiva del lettore. In questo inferno che è solo dei viventi, “città invisibili” si assimilano con i paesaggi interiori di ciascuno di noi, proiettati verso l’esterno mentre l’autore con gran maestria di rabdomante scopre acqua chiara anche dove il pantano si fa denso di fango. Le poesie di Spurio “grattano dentro” a tal punto da grattare via tutta la crosta fino a far sanguinare l’anima, in maniera intensa, profonda, sensibile e puntuale, attraggono e proiettano verso dimensioni paraboliche di intensa umanità. Alla maniera di M. V. Llosa mi sento di dire che leggere, come scrivere, è protestare contro le ingiustizie della vita, quindi attuare “ Live, travel, adventure, bless, and dont’ be sorry”, seguendo quel sentiero “On the road” che si dipana anche attraverso le pagine di “Neoplasie civili” e che già si profila come esperienza privilegiata di lettura nell’esperienza del reale. Ad maiora Lucia Bonanni |
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