“Le mie poesie, parto inatteso di emozioni, mi sono scivolate via dall’anima nei momenti più bizzarri, svegliandomi di notte, interrompendo un sogno. Le ho sentite bussare nel cuore, come vento. Le ho protette nel mio ventre, nutrendole d’infinite sensazioni. In quei segni, ho rovesciato istanti impercettibili, lacrime, sorrisi. Con quelle parole incontenibili ho litigato, le ho odiate. Poi le ho comprese, amate. Sono nate così le mie poesie, da uno scontro tra lune opposte e parallele, tessute sulla pelle”
Recensione a cura di Dulcinea Annamaria Pecoraro

di Selene Pascasi
GalassiaArte Editore
PAGINE: 70
GENERE: poesia
ISBN: 978-88-6831-075-2
Selene Pascasi, Avvocato, Giornalista, Scrittrice e Poetessa, da sempre sensibile ai temi sociali, si occupa da anni di questioni legate alla famiglia, teatro di maltrattamenti e violenze. Dal 2007 è firma de Il Sole 24 Ore, con più di 450 pubblicazioni. Coautrice di un lavoro per l’Accademia Americana di Scienze forensi, e di La Persona Oggetto di Reato (Giappichelli, 2011), nel 2013 vince il concorso indetto da Galassia Arte Editore, e pubblica un suo aforisma ne Il viaggio è nella testa. Così, se da Avvocato, combatte contro le ingiustizie nelle aule giudiziarie, come Giornalista tratta anche delle più attuali problematiche penali, e come Scrittrice pubblica un libro sui crimini contro la persona, come Poetessa lotta usando un foglio di carta ed una penna.
Accade che la poesia prenda per mano e accompagna le nostre intime emozioni, fotografandole e scolpendo attimi d’amore o dolore, diventando memoria o futuro da vivere. Un getto di autentica e intima espressività; è questo quello che si denota nelle liriche della Poetessa: costituito da tre quarti di cuore e un quarto di ragione personale.
“Scrivo poesie in antitesi ai tempi, fugaci e violenti, ma la penna e il cuore, complice il foglio, mi donano sogni e intense emozioni. Il vizio di scrivere è vita per me”
E se tutti i vizi avessero questa forma, allora ogni gesto, pausa, brivido, non sarebbe vano, ma attenta analisi e ascolto, in una società troppo consumistica e antivalori.
La Pascasi, va controcorrente. Armata di cuore, trova le ali per ricercare nei “lembi di fragili realtà e cere ormai disciolte”, dense proiezioni di vitalità, senza imbavagliare la verità. Anzi, descrive le illusioni, i dissapori e trova negli interrogativi quotidiani, la forza nelle “lucide emozioni”. La poetessa denuda l’anima, mostrando “sabbie umide” o “preziose ore”, con rara trasparenza, e descrivendo sagacemente, anche i percorsi più travagliati.
Tasselli che si incastrano perfettamente e spontaneamente, generando sintonia, e alchemico coinvolgimento.
La semantica è stimolante e testimonianza di consapevolezza dell’universale potenza del linguaggio.
Lo stesso verbo: “parlare, agire, amare, volare …”, è essenziale mezzo "per sapere cosa fare" nelle luci/ombre che circondano l’essere umano. I silenzi diventano raccolti messaggi, lasciati in dono al “vento che si posa su cuori appesi al mondo”.
Una silloge tessuta con grande maestria, e che sicuramente tatuerà, senza fare male, nel profondo.
Dulcinea Annamaria Pecoraro