Massimo Zamboni “L'ECO DI UNO SPARO - Cantico delle creature emiliane” - Einaudi 31 marzo 2015
“Questa è la storia di mio nonno Ulisse e dei suoi sparatori che si spararono tra loro. Il racconto di ciò che hainnescato quei colpi in canna, e di ciò che è stato dopo. L'eco di uno sparo non si acquieta mai”. E' arrivato a casa mia il nuovo libro, e le prime parole che leggo sono quelle riassuntive sul retro. “Massimo Zamboni affronta la storia più dolorosa e rimossa della sua famiglia e si ritrova fra le mani il volto sfinito di un intero Paese, col suo eterno ripetersi di soprusi e di vendette”. Quanti anni di ricerca e scrittura per arrivare a questo. Pensarli a ritroso, sembra impossibile. Eppure il libro è qua. Ben rilegato, una eccellente copertina tratta da un'opera di Burri e - soddisfazione nella soddisfazione - il logo Einaudi Supercoralli sulla costa. “Un memoir,un'indagine, ma soprattutto un canto appassionato in nome di tutte le creature”. Dal 31 marzo il libro sarà disponibile in tutte le librerie. Comincia la sua avventura indipendente. Lunga vita, e che sia buona. www.massimozamboni.it http://www.musicraiser.com/projects/3563 https://www.facebook.com/events/730729350359109/ https://www.facebook.com/ecodiunosparo?fref=ts
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“TRE LEMON T(H)REE” di Silvia Calzolari Edizioni N.O.S.M. Dati 2014, 52 p., brossura Editore N.O.S.M. (collana Ars poetica) recensione a cura di Lucia Bonanni In tutte le aree culturali si trovano testimonianze dell’utilizzo di figure geometriche, ricche di significati simbolici. La figura geometrica che propone Silvia Calzolari é il triangolo e la troviamo nel componimento “Free lemon t(h)ree” che dà il titolo alla silloge ed apre l’intera raccolta. Come sappiamo tale figura geometrica è collegata al numero tre, risultando essere un poligono di tre lati e tre vertici. Secondo l’interpretazione alchemica, il triangolo viene collocato tra il cerchio e il quadrato e rappresenta l’entità intermedia tra la spiritualità e la materia. Il triangolo è anche la rappresentazione grafica dei quattro elementi ed il triangolo con il vertice verso l’alto sta ad indicare il fuoco e il maschile mentre il triangolo col vertice verso il basso indica l’acqua e il femminile. “Triangolo rovesciato/(s)quadra femmineo/a circolo di linfe(in)appagate” e “fra radici e rami liberi” si possono cogliere i significati simbolici, decifrati attraverso la comparazione strutturale dei testi che compongono la silloge. Il simbolo è il cuore pulsante dell’immaginazione, rivela i segreti dell’inconscio e rimanda alle motivazioni di ogni comportamento. La percezione è strettamente personale ed la sintesi tra le influenze dell’inconscio e le forze istintuali e spirituali in accordo o in conflitto tra loro. Secondo Levi-Strauss ogni realtà culturale può essere considerata come un insieme di sistemi simbolici, primo fra tutti il linguaggio e poi l’arte, la religione, la scienza… che caratterizzano la tradizione, la storia e le leggi. In ogni cultura l’<eterno sogno> di ogni donna è un “free lemon t(h)ree” cioè un libero albero di limoni che per mezzo dei frutti faccia risaltare tutta la solarità racchiusa nel cuore femminile. Il titolo per quel dichiarato riferimento alle “esperidi”, limoni, arance, mandarini, bergamotti, cedri, sempre celebrati per la loro bellezza ornamentale che per i gustosi frutti, fa tornare tornare in mente il mito delle Esperidi in cui i Pomi d’oro sono simbolo di fecondità e amore. “È finito/ da tempo il tempo/della sudditanza” dice l’autrice, riferendosi a quello stato di soggezione in cui si è sempre cercato ed ancora si cerca di relegare la donna, entità per la quale “il cibo dell’uguaglianza” è da mordere e graffiare. La donna in quanto tale non è una “vittima-dono”da sacrificare ad un dio sole e neppure ad un cielo “di fumo e fuliggine”. La donna è una “…poesia…/anti-capitalista” perché nel suo ventre dimorano “velate virtù” insieme al germe sublime della libertà che prende forma in una “danzante iperbole” sempre in sintonia con la vita. Non a caso nel titolo si colloca la parola libertà unita al colore di un frutto che è delizia per gli occhi ed apprezzato per le sue qualità benefiche e curative. Inoltre la valenza simbolica del limone identifica le pene d’amore e la sua scorza è utile nelle cure di bellezza. Ad una prima lettura il testo della Calzolari può sembrare astruso, fuori dagli schemi, lontano dai canoni del poetare, distante da una vena poetica elegiaca, privo di contenuti accettabili e riscontrabili nel vivere planetario, può apparire anche ambiguo e quasi disorienta per il costrutto sintattico, il lessico, i neologismi ricercati, le paronomasie, le assonanze, le consonanze e quelle parentesi dubbie e incerte. Ma ad una seconda analisi e dietro una diversa chiave di lettura, si mostra in tutta la sua veste innovatrice e quei tratti ricercati e ambigui obbligano ad una analisi lessicale che mette in luce i rimandi ad altri autori mentre quelle parentesi evocanti dubbi, portano a riflettere sul doppio significato della parola come ad esempio in (dis)conoscere, (dis)unisce, (im)perfetto, (ri)trovo, (tra)veste, in cui il lettore può scegliere di leggere il verso con la parola originale oppure l’altra che si viene a formare con il prefisso posto tra parentesi. La forma grafica dei vari componimenti rivela originalità nel suo evolversi discorsivo tra i “fogli sospesi” di un desiderio di rinnovata vitalità interiore; emblema ne è il componimento iniziale che si configura sia in un triangolo col vertice verso il basso sia con un albero dalla folta chioma. La visione del mondo che si riscontra nella Calzolari, è una visione “sdoppiata” tra la fragilità dell’esistenza che aspira all’ascesa verso la perfezione e la materia che ricade sotto i suoi sensi. Nel titolo si annida sia il numero tre, simbolo di perfezione, sia l’albero con i suoi frutti dorati quale rappresentazione della vita nel suo divenire. Un testo inusuale, non comune, da leggere con la dovuta attenzione, da bere a piccoli sorsi come una limonata fresca, guardando la copertina spumeggiante per quella fetta di limone immersa in una tazza di the e che pare una membrana di respiro a proteggere i principi nutritivi del frutto come vitamine per l’anima in modo da non fare della vita una fotocopia di “noia travestita/d’unicità profonda”. Ad maiora Lucia Bonanni San Piero a Sieve Lucia Bonanni - Nata nella ridente cittadina del Fucino, sorta dalla romana Alba Fucens, da tempo vive in Mugello dove ha prestato servizio come insegnante elementare. Ama l’Arte nelle sue diverse espressioni e suo maggior diletto é la forma letteraria in versi e in prosa. Nei suoi componimenti, oltre alla visione intimistica, si nota anche la partecipata attenzione alla complessità delle diverse problematiche socio - culturali perché il linguaggio poetico non é soltanto lirismo, é passione, dolore, solitudine, scoperta, partecipazione, protesta, denuncia ed anche rinascita. Segue corsi e seminari di scrittura creativa e partecipa ai vari Concorsi Letterari, riportando apprezzamenti e lusinghieri consensi. Collabora con siti culturali on line e con i propri scritti é presente in varie antologie e sillogi poetiche, riviste letterarie, cataloghi di mostre e rassegne di arte pittorica e letteraria, prefazioni e recensioni a testi poetici e narrativi, recensioni e relazioni di eventi, incontri culturali nonché con sue raccolte poetiche di recente pubblicazione. Si dedica alla fotografia come lettura e scrittura per immagini della realtà circostante, intuizione di messaggi e significati nascosti ed espressione di emozioni e sentimenti. Ha seguito corsi di fotografia di vario livello ed ha preso parte a rassegne e mostre fotografiche. Con le sue opere sono state realizzate splendide cartoline e quadri con abbinamenti di immagini e poesia. Parentesi di vita poesie e racconti liberi di Luciano Manfredi Arduino Sacco Editore Genere: Poesia Pagine: 104 ISBN - 978-88-6354-970-6 Luciano Manfredi nato a Massa, Pluripremiato – finalista, Menzione di Merito, concorso nazionale il Giovello 2012-2013, concorso internazionale Città fiabesca, 2013-2014, concorso internazionale Occhi sul Mugello 2014, concorso nazionale Opera prima 2014. 3* Class concorso internazionale Poetico Musicale 2014. 7* Class premio speciale della giuria concorso internazionale Saltino Vallombrosa 2014. 7* Class. Premio speciale della Giuria concorso internazionale s. Domenichino 2014. 4 class e premio speciale. Concorso nazionale Giovello 2014. Luciano Manfredi è al suo debutto editoriale. Da sempre aspira ad esprimere e condividere le sue idee tramite racconti e poesie toccanti (vedi lettera della sua professoressa Dr. Olga Mariotti). Con tali è stato premiato, però il suo desiderio impellente è di condividere le proprie emozioni provate durante il lavoro come Operatore Socio Sanitario presso la clinica dove è al contatto immediato con il dolore e la morte. Da lì la necessità di dare alle stampe la sua produzione, in quanto non si crede un poeta, ma pensa, veramente, che dalla sua penna nasca un'idea migliore e più umana dell'uomo, oggi più che mai, arso in deserti e periferie spirituali acidificanti che tolgono "dignitas" e la "pietas" in senso latino, che sono costituenti fondamentali per l'integrità morale e fisica dell'Uomo non come astratta idea, bensì dell'Uomo nella sua concretezza palpabile degli affetti e delle emozioni. È comunque presente quale autore in «Pagine» e nella prestigiosa rivista livornese “La Ballata”, luglio 2014, consultabile Archivio di Stato G-153 premio Cultura Presidente del Consiglio e premio della Cultura, l’Autore ha in progetto opere di un certo rilievo ed impatto. Deltaplano di Miano Michele Dati2014, 48 p., brossura Editore BastogiLibri (collana La ricerca poetica) Michele (Milano 1971), scrittore umanista, poeta, critico letterario e d’arte, operatore culturale, vive a Milano. E’ nipote dello scrittore Alessandro Miano (1920-1994). Si occupa di editoria da sempre. Ha compiuto studi classici e si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università statale di Milano con una tesi in diritto romano. Discende da una nota famiglia di editori e scrittori da generazioni. Figlio d’arte, nipote dello scrittore Alessandro Miano (1920-1994), da cui ha attinto una certa sensibilità artistica, collabora con la casa editrice Guido Miano Editore di Milano, fondata dal padre Guido, e che dal 1955 ad oggi ha pubblicato migliaia di titoli. Si occupa prevalentemente di critica letteraria con profili, articoli e monografie di autori e artisti contemporanei. Il giovane Miano si è formato in ambito culturale presso la storica abitazione del padre in zona Sempione a Milano, zeppa di libri e manoscritti e nei precedenti uffici dell’omonima società editrice in Porta Romana, dove l’ambiente, crocevia di incontri artistici e scambi culturali ha stimolato ancora in tenera età una continua ricerca dello spirituale nell’arte. Conosce ancora adolescente i più significativi poeti, scrittori e artisti del Secondo Novecento, spesso ospiti dell’omonima Casa editrice, animata dallo zio, lo scrittore Alessandro Miano (1920-1994) la cui attività culturale è ricordata nelle opere enciclopediche più note: quindi passano dalla redazione di Miano Editore da Padre David Maria Turoldo, a Franco Loi, da Luciano Erba a Giovanni Raboni, da Maurizio Cucchi a Raffaele Crovi a Milo De Angelis a Donatella Bisutti oltreché le più autorevoli firme universitarie della critica letteraria, e solo per citarne alcuni: da Silvio Ceccato, scienziato e studioso di cibernetica a Bruno Maier dell’Università di Trieste a François Livi dell’Università Sorbona di Parigi, da Franco Lanza dell’Università di Viterbo a Elio Andriuoli a Gaetano Chiappini dell’Università di Firenze, da Giovanni Cristini a Pietro Pelosi dell’Università di Salerno da Enzo Concardi a Silvano De Marchi a Sabino d’Acunto. Il giovane Miano non poteva non rimanere affascinato da questa realtà, fuori dal comune e fuori dal tempo, un’isola felice “colorata, sempreverde” (di matrice siciliana, quasi a evocare l’isola sempreverde tanto cantata con nostalgia dallo zio Alessandro nel Canzoniere dell’anima, opera uscita postuma con prefazione di Maurizio Cucchi). Ha curato la stesura di antologie e repertori d’arte. Scrive su riviste del settore, di cui ha anche curato la pagina culturale. Segnalato in vari premi nazionali, sue liriche sono state inserite in repertori di poesia contemporanea. Apprezzato poeta, Michele Miano è anche promotore di iniziative culturali e premi di poesia. Sull’attività di M., hanno parlato tra i tanti, Bruno Maier, Franco Lanza, Giovanni Cristini, Sabino d’Acunto, Giulio Palumbo, Pietro Mirabile, Liliano Lanzi, Daniela Monreale, Alessandro Mancuso, Nicla Morletti, Davide Foschi. M. è firmatario del nuovo movimento artistico “Metateismo”, fondato dal pittore Davide Foschi per cui «Questo è il momento per riappropriarsi della vera essenza dell’Arte proprio grazie all’attuale livello di coscienza che l’essere umano ora è in grado di incarnare. Abbiamo compreso di non essere solo logica e razionalità, l’intelligenza delle emozioni è ormai un dato acquisito e già stiamo guardando il prossimo passo. Cogito ergo sum oggi non ci può più bastare. L’Uomo dei nostri tempi ha bisogno di andare oltre e dire:Io sono perché intuisco la mia essenza. L’Arte come mezzo per ricollegare alchemicamente l’alto e il basso, per ritrovare le origini e scorgere il futuro, come strumento per riscoprire il sacro non in quanto dogma ma come consapevolezza della grandiosità dello Spirito umano, come ispiratrice di sogni, di visioni che, se portate a coscienza, possono diventare domande fondamentali per la nostra esistenza. Un’Arte che riscopra l’Uomo portatore di divino.» Ha pubblicato: Quaderno senza titolo (2013), Deltaplano (2014). Stralci di note critiche ricevute: Davide Foschi «M. è artista che sente tra le gocce di pioggia la voce dell’universo, che scova il senso del dolore e della morte anche dove meno è in mostra, come nello sgorgare della primavera; al contempo svela l’ipocrisia dei costumi umani dialogando, vis a vis, con chi è al di sopra dell’uomo stesso riconoscendosi nelle proprie mancanze; nostalgia dei sentimenti oltreché dei pensieri provati, dell’universo del sé che si perde nel tempo. La lotta con le apparenze, la battaglia con il non vivere non si risolve con Miano in un’irreale approvazione di ciò che è stato compiuto ma con la vaga sensazione che il nocciolo del mondo è lì, dietro ad un velo, quasi a portata di mano, un velo oltre il quale egli stesso s’assume responsabilmente il dubbio di non potere, o di non dovere accedere. Una poesia di una grande e raffinata musicalità, da provare con l’anima, e prima ancora con i sensi, quella di M.: una porta d’accesso all’invisibile che nessuno dovrebbe mai chiudere.» Alessandro Mancuso «Una poesia delicata, di oggetti minimali che tendono all’assoluto, partendo da un punto di osservazione assolutamente naturale, impregnato di sensazioni gravide. La distribuzione delle parole nei versi di M. è centellinata, ponderata, sì da affidare all’interpunzione il respiro delle pause, dei silenzi tra un quadro e l’altro. I temi lievi e profondi colpiscono in battute immaginifiche d’impatto, aprendo squarci di visioni problematiche, d’interrogativi in sospeso.» Daniela Monreale «Dai suoi versi emerge una forte sensibilità per la natura che si traduce in immagini molto fresche, leggere e intrise di una palpabile malinconia. C'è come una simbiosi tra umanità e natura, con qualche eco leopardiana "naufragare in questo mare" di Leopardi - "annegare in un mare di stelle" della poesia di M., una "solidarietà" tra voci umane e voci del creato, che si volge in canto dolente, ma anche appassionatamente legato alla vita, aperto al richiamo della speranza ("una vita che si desta"). Il suo stile è molto semplice, scorrevole, si vede che sgorga direttamente dal cuore.» Nicla Morletti «Una poetica che spazia dall’esistenziale al trascendentale e nella spontanea manifestazione del pensiero, senza elucubrazioni, investe l’umano e il divino penetrando realtà e fenomeni, ora con dolcezza ed ora con attenzione, ora con sottile malinconia ed ora con serena fiducia.» “Free Lemon T(h)ree” di Silvia Calzolari Collana "N.O.S.M." (2014) Recensione a cura di Marialuisa Brunetti Prorompente e decisa è la silloge “Free Lemon T(h)ree” di Silvia Calzolari che fra metafore, crasi, ossimori e parentesi si dispiega in ben 37 scritti. Nella sua lettura emerge chiaro e ridondante l’intenso e a tratti sofferto viaggio interiore che la Nostra percorre verso la profondità dell’Io, portandone allo studio il bagaglio di esperienze vissute o osservate, sottoponendole a profonda meditazione, e restituendole al lettore trasformate ora in riflessioni pungenti, ora in denunce forti e sferzanti che non possono lasciare il pubblico nel vicolo cieco dell’indifferenza. L’alternanza di ermetismo e manifestazione, costantemente presente, sembra rappresentare il vero ossimoro “portante” dell’opera, come se, il primo generasse nella Poetessa un sentimento di frustrazione scaturito dalla più urgente esigenza di richiamare l’attenzione del lettore verso problematiche concrete ed esistenziali, che non possono rimanere inascoltate. Dagli scritti spicca una marcata sensibilità di Silvia verso temi forti attuali, cogliendone quasi profeticamente la loro reale drammaticità e le loro conseguenze, spesso sfuggenti alla società attuale, il cui vivere frenetico costituisce un pericoloso viatico verso la disinformazione e l’inconsapevolezza. La costante vitalità poetica, trasversale in ogni componimento della silloge, elimina del tutto il rischio che tali riflessioni costituiscano descrizioni sterili di problematiche ma, anzi, vengono manifestate con vigore e crescente intensità, e mai fini a se stesse. Ella infatti propone come antitesi principi di libertà, uguaglianza e giustizia che sollevano il lettore dallo sgomento di un “nulla imperioso”, sempre in agguato per la mente e l’animo umano. Tuttavia l’uso stilisticamente marcato di metafore, crasi e parentesi, rischia di perdere la sua funzionalità linguistica, ed assurgersi ad “essenza” stessa del libro, ostacolandone a tratti la lettura a discapito dei contenuti di indiscussa qualità. Sotto questo aspetto i suoi componimenti più lineari, come “Il cibo d’uguaglianza”, “Il valore di un sogno”, “Sole d’amicizia” oppure “Poesianticapitalista” risultano vere e proprie gemme, capaci di sollecitare e al tempo stesso arricchire, anche l’animo più impermeabile che non viene distratto da alcuna interruzione linguistica. Vera e propria punta di diamante è la sua “Weltanschauung” che la Poetessa ci consegna come sintesi esistenziale di un lungo percorso di ricerca, fra chiaro-scure visioni e intuizioni; una prospettiva di vita che può sfociare in autentica “im-mortalelevazione" quando l’uomo immerge la propria Essenza nella solarità dell’ascolto di sé e della libera consapevolezza. Marialuisa Brunetti “...è il più esauriente compendio sulla produzione di un genere trascurato dalla critica e apertamente avversato dall’intellighenzia..” (La Repubblica)
“La storia della più vituperata musica del XX° secolo rivive in un magnifico libro di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano…” (Classic Rock) LA DISCO NASCE UFFICIALMENTE QUARANT’ANNI FA Donna Summer, Bee Gees, Barry White, Abba. Gloria Gaynor, Cerrone, Village People, Chic, Diana Ross, Boney M, Amanda Lear, Grace Jones…un universo sotto la “palla a specchietti”… Un radioso viaggio intergalattico nel cosmo musicale più sfavillante degli anni Settanta: Superstars e Stars dell’universo Discomusic. È istantaneo per l’uomo della strada identificare la Disco con il travolgente “fenomeno travoltino” della Febbre del sabato sera, glorificazione dei Bee Gees, ma la Discomusic è questo e molto più: dalla rivoluzionaria I Feel Love di Donna Summer alla Disco sinfonica di Van McCoy con The Hustle, dall’inno di Gloria Gaynor I Will Survive al Maestro dell’amore Barry White, passando per la gay Disco dei Village People e Sylvester, l’androginia di Grace Jones, l’ambiguità di Amanda Lear, la Disco-funky di Kool & The Gang e Jackson 5, il soul orchestrale da dance-floor di Isaac Hayes. Oltre il glamour, il ritmo, le luci, lo scandalo, gli eccessi, la sensualità della musica da ballo più famosa della terra, brillano le canzoni e gli artisti che hanno rappresentato, attraverso un groove elettrizzante e irresistibile, il soundtrack di un’epoca innovativa e magica. È con l’anno 1974 che la Discomusic irrompe prepotentemente nelle classifiche di vendita sancendo il suo ingresso dai club underground newyorkesi al mainstream di massa della popular music mondiale. ANDREA ANGELI BUFALINI Funzionario Rai nell’area programmi radiofonici musicali, responsabile di varie produzioni (I Concerti di Radio 2, Palladium Live, Hit Parade Live Show, Radio 2 Milano in Concert) nonché rappresentante dell’Italia presso l’EBU (European Broadcasting Union). Giornalista, critico musicale («Musica e Dischi», «Collana Dance De Agostini», «Rockstar», «Raro!», «Dance Music Magazine», «Radio Corriere TV»). Esperto musicale, cultore in particolare di Disco, funk, soul, R&B, acid jazz, trip hop, soulful House, lounge & bossa, è anche un accanito collezionista di dischi in vinile. GIOVANNI SAVASTANO Psicologo psicoterapeuta, docente di Psicologia e Filosofia. Esperto musicale, collezionista e appassionato di Disco, rock, soul e jazz. Ha scritto articoli musicali e recensioni sulle riviste «Musica e Dischi», «Classix!» e «Fun Magazine». Ha collaborato con Radio Rai in veste di autore e conduttore. Autore del libro Esperienza detentiva e lavoro (Oasi Edizioni, 1994), ha scritto articoli di psicologia su riviste specializzate e racconti brevi pubblicati da Feltrinelli e Giovane Holden. Massimo Zamboni - L’eco di uno sparo
Cantico delle creature emiliane In uscita il 31 Marzo 2015 - Einaudi Pagina Facebook “L'eco di uno sparo - Cantico delle creature emiliane” è il titolo del nuovo libro di Massimo Zamboni, pubblicato da Einaudi nella serie Super Coralli e disponibile dal prossimo 31 marzo 2015. Il chitarrista e compositore della mitica band punk rock italiana CCCP e poi dei CSI, fa i conti con l’assassinio del nonno fascista da parte dei GAP, ripercorrendo cosí la storia intrisa di sangue della terra emiliana. Il 29 febbraio 1944 Ulisse, nonno di Massimo, squadrista, membro di un direttorio del fascio, viene ammazzato dai Gruppi di Azione Patriottica. Il 28dicembre 1943 muoiono i sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti. Il 26 marzo 1961 il gappista Soragni, nome di battaglia Muso, è vittima dell’odio covato nel tempo da un compagno militante e amico, assieme a lui responsabile dell’uccisione di Ulisse. La storia è lineare solo quando scelgono di raccontarla cosí, ma gli eventi si affastellano in un ordine che, quando ti riguarda da vicino, non è necessariamente quello cronologico. Cosí è per chi cerca di capire le ragioni del sangue, quando il sangue degli oppressori si mescola a quello degli oppressi. La terra emiliana – terra contadina, di utopie socialiste, di vacche in salute – grida forte. E l’eco degli spari accompagna Massimo Zamboni nella sua indagine attraverso il tempo: quando legge i documenti della polizia partigiana nel modesto archivio parrocchiale di campagna, quando va a trovare i parenti superstiti sulle colline reggiane, quando visita la tomba dei fratelli Cervi – sette, come sette erano i fratelli del bisnonno Massimo. Perché la memoria va trasmessa, e «tocca ai nipoti tramandare, sottraendo ai genitori un compito che non avrebbero potuto svolgere con giustezza». Una storia che chiedeva di essere raccontata, rimasta sepolta insieme alle tante storie rimosse di questo paese. Un libro sofferto, inconsueto, che è insieme una presa d’atto, un amaro bilancio e una terrestre ballata incantatrice. A partire dalla fine dal mese di aprile inizieranno le presentazioni al pubblico, che assumeranno poi il carattere di un vero e proprio tour nel corso dell'autunno e inverno 2015, scegliendo luoghi significativi per la loro storia e cultura. La formula scelta per gli incontri è quella del reading/concerto, dove alla parola scritta e recitata viene abbinata una parte musicale imperniata su canzoni scelte nel repertorio dell'autore per la loro coerenza ai temi trattati. La parte musicale sarà curata da Massimo Zamboni e vede la partecipazione di due importanti musicisti, Emanuele Reverberi (Giardini di Mirò, Corrado Nuccini, Bandadiquartiere) e Cristiano Roversi (Moongarden, etichetta Aratro). FRANCO TRENTALANCE pubblica TRE GIORNI DI BUIO (Ultra), il suo primo libro thriller in libreria3/10/2015 FRANCO TRENTALANCE torna con un libro e si dà al thriller “TRE GIORNI DI BUIO” …e se l’inferno fosse prima di morire? A cinque anni dalla pubblicazione della sua autobiografia, FRANCO TRENTALANCE, il gentiluomo del porno, torna nella veste di scrittore con il nuovo libro “TRE GIORNI DI BUIO”, un thriller edito da Ultra, che sarà in tutte le librerie da mercoledì 18 febbraio. “Tre giorni di buio”, scritto a quattro mani con il giornalista Gianluca Versace, è il primo romanzo d’invenzione di Franco Trentalance che, senza rinunciare al sesso, dà vita alle diverse facce del male: vendetta, violenza e corruzione. Con un linguaggio crudo e diretto Trentalance e Versace raccontano gli atti efferati di un serial killer in uno scenario attuale e, pagina dopo pagina, costruiscono dei personaggi dal profilo psicologico complesso portandone alla luce turbe, perversioni e ossessioni malsane. «Io ho un carattere positivo e ottimista ma nutro curiosità per i lati oscuri dell’essere umano – racconta Franco Trentalance – Quanti di noi nascondono una zona buia? E quante persone sarebbero pronte ad agire per vendetta e con crudeltà se una situazione li portasse al limite? Proprio queste domande mi hanno spinto a scrivere un thriller dove, insieme a Gianluca Versace, descrivo il male nei suoi aspetti peggiori e analizzo le debolezze umane sotto una lente d’ingrandimento potente». Franco Trentalance è tra gli attori hard più noti a livello europeo con 18 anni di carriera, 440 film e 24 awards all’attivo (tra premi nazionali e internazionali). Negli anni si è misurato anche con il mondo dello spettacolo dimostrando di essere un personaggio poliedrico, spaziando dalla radio al cinema, dal teatro alla tv. Ha collaborato infatti con Radio 2 Rai in “Gli Spostati”, con Radio Dee Jay in “Senza Palla” e attualmente conduce “Senza Titolo” su Radio International. Ha partecipato a diversi progetti cinematografici e cortometraggi, tra cui “Com'è bello far l'Amore” di Fausto Brizzi, “Oggi a te...domani a me” di Marco Limberti, e ha recitato in spettacoli teatrali tra cui “Apocalypse” col comico Giuseppe Giacobazzi. Dopo la sua partecipazione al reality “La Talpa” è diventato uno dei personaggi televisivi più popolari e richiesti nelle trasmissioni tv, non solo in veste di ospite ma anche come conduttore: nel 2014 ha presentato con successo la rubrica “Sex Time” all’interno di “Lucignolo” e, in giro per l’Italia, propone il talk live “Chiacchiere Private” nel quale intervista amici e colleghi del mondo dello spettacolo. Franco Trentalance è inoltre molto attento alle novità del web e ha collaborato in numerosi video con le più popolari web star italiane (iPantellas, Michael Righini, Federico Clapis). Un’altra sua grande passione è la scrittura, infatti, dopo aver scritto per riviste e siti web come GQ, Nocturno Cinema e Velvetgossip, nel 2009 ha debuttato come scrittore pubblicando la sua autobiografia “Trattare con cura” (Ultra). Gianluca Versace, giornalista originario di Monfalcone (Gorizia), vive a Padova dove lavora per l’emittente televisiva Canale Italia occupandosi di politica, cultura e società. Ha creato e diretto format molto popolari come “Storie vere”, “La partita”, “Attenti al lupo” e “Live!” e pubblicato i libri “Il domatore di fuoco” (Mazzanti, 2011) e, con Eugenio Benetazzo, “Neurolandia” (Chiarelettere, 2012). www.francotrentalance.com www.facebook.com/pages/Franco-Trentalance-Quello-Vero/131022053734216?fref=ts Ufficio stampa FRANCO TRENTALANCE: Parole & Dintorni - Tatiana Corvaglia Ufficio stampa ULTRA: Angelo Bernacchia Promozione Radio e TV: Ridens – Elena Corbetta - Francesco Tassi Tutto passa, amica mia passano i giorni, i mesi, gli anni passano i chilometri e le nostalgie passano sorrisi, abbracci e sputi perlopiù senza lasciare tracce. Tutto passa, vecchia mia sbiadiscono i ricordi, si sbagliano le date si cade sull’asfalto e poi ci si rialza si svuotano i bicchieri e si stringono altre mani a loro volta scordate dopo l’alba. Qualcosa resta, amore mio un cassetto di parole, qualche foto, le tue lettere un biglietto del treno, i nostri riti e quelle stelle Restano pagine già scritte e una promessa Poco altro. E forse è nulla. Ma per me è tutto. Nuovo romanzo di ROBERTO BONFANTI "ALICE" nelle librerie dall’11 marzo 2015 Edizioni del Faro 2015, pagg. 162, cm 14,8 x 21 ISBN: 9788865373750 Categoria: Romanzi e racconti Sono i fili di una complicità antica, quelli che Alice e Francesco si sorprendono a riannodare in una notte di neve. Ma quella notte sarà anche l'inizio di un pugno di settimane destinate a rimettere in discussione molte cose. Alice e Francesco: due esistenze irrequiete che si sono incrociate di sfuggita in un passato ormai lontanissimo e che, a distanza di dodici anni, si ritrovano a guardarsi nuovamente negli occhi facendo i conti con il tempo che è passato, con le cose che sono cambiate, con ciò che è rimasto immutato e con le decisioni importanti verso cui la vita li sta inevitabilmente spingendo. Un romanzo fragile e sincero che diventa quasi un doppio autoritratto in cui le schegge di malinconia al sapore di whisky di Francesco si innestano fra le riflessioni attente, i dubbi e i ricordi di Alice che, in una sorta di lunga lettera, mette a nudo la propria storia e il lato più intimo della propria anima. Roberto Bonfanti è nato in un paesino ai margini della provincia lombarda in un sabato pomeriggio di fine giugno dell'anno in cui morirono Piero Ciampi, Henry Miller e Riccardo Mannerini. Dopo una serie di esperienze legate al mondo della musica indipendente (come redattore del webmagazine Kronic e all'interno dell'etichetta discografica Ilrenonsidiverte), ha esordito come scrittore nell'ottobre del 2007 dando alle stampe la raccolta di racconti “Tutto passa invano” (ed. Uni Service). L'incontro con Falzea Editore è stata la molla per dedicarsi seriamente alla scrittura e lavorare ai suoi primi due romanzi, “L'uomo a pedali” e “In fondo ai suoi occhi”, usciti rispettivamente nel maggio 2009 e nell'ottobre 2010, a cui ha fatto seguito, nel novembre 2012, “Suonando pezzi di vetro", pubblicato da Edizioni del Faro in collaborazione con il collettivo Neverlab. Malinconico per indole, testardo per vocazione, sognatore per dna, disilluso per puro caso, incostante e incoerente per necessità, il suo primo tentativo di scrivere un racconto risale all'età di sette anni. Gira spesso l'Italia per leggere e raccontare le sue storie in ogni tipo di contesto, dalle librerie ai bar e dai circoli culturali ai locali rock. Fra il 2010 e il 2012 è stato responsabile del progetto “Nella mia ora di libertà”, che si poneva l'obiettivo di far conoscere ai detenuti del carcere di San Vittore, a Milano, la storia della canzone d'autore italiana, e nel 2014 ha prestato la voce al tour del reading-concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco. Il suo nuovo romanzo, "Alice", uscirà l'11 marzo 2015 per Edizioni del Faro. Web: www.robertobonfanti.com Facebook: www.facebook.com/bonfantiroberto Ufficio Stampa DIVI IN AZIONE Via Andrea Palladio 16 – 20135 Milano Francesco Caprini - Franco Saininl www.divinazionemilano.it |
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