Anime Nude di Marco Milone Editore: Narcissus Categoria libro: Poesia Anno: 2014 Ebook Isbn: 9788868854706 Marco Milone. Barone di Aliminusa. Nasce a Palermo nel 1980. Nel 2003 pubblica con Ghost edizioni “L’eterna condanna ed altri racconti, cui seguiranno la silloge “Geometria del silenzio” (akkuaria, 2004), il volume di saggistica Fumetti (finalista al premio Franco Fossati) per le Edizioni Unicopli, e le sillogi Profilo sito“Sulle orme della speranza“ (Edizioni Progetto Cultura, 2006) e “Nel labirinto del delirio” (Zona, 2006). Le sue poesie sono state parzialmente tradotte in esperanto, francese e spagnolo. Nel 2002 collabora con L’indice dei libri, e dal 2003 al 2005 diventa responsabile delle attività culturali per l’Inves. In seguito è stato redattore di Inguine mahgazine, e ha collaborato con la Coconino, Comixcomunity e Due Punti Edizioni. Dal 2006 al 2007 è stato membro del comitato di lettura di Il Foglio Edizioni, e nello stesso periodo caporedattore di Cagliostro epress, per la quale ha anche curato le riviste Be Side e Solaris. Negli stessi anni cura rassegne di animazione e mostre di fumetti. Laureatosi in Economia e Commercio anni addietro, e conseguito successivamente un master in General Management, nel 2013 ha pubblicato la sua tesi di laurea “Aspetti sociologici del cambiamento organizzativo“. Sinossi L’eterna lotta fra il Bene e il Male e il ricongiungimento a quell’atavica purezza insita nell’anima (o meglio nell’essenza del puro spirito) rappresentano i tratti salienti delle poesie di Marco Milone raccolte in questa silloge. “Anime nude” ben sintetizza l’autenticità dell’individuo spogliato da ogni maschera e artifizio “adattativo” ad uso e consumo della dimensione quotidiana, che affronta a viso aperto quel bisogno insopprimibile di fendere l’ombra e di lasciarsi avvolgere dalla luce dell’Assoluto. Un cammino impervio e a tratti tormentato, ben delineato da metafore attinte soprattutto ai fenomeni della natura e al loro carattere mutevole, dove dolcezza e irruenza, lacrime e aneliti di speranza, passione carnale e sublimazione si avvicendano spesso in rapida sequenza. L’autore, quasi un moderno Caravaggio della poesia, si fa portavoce di questa eterna ricerca dell’uomo, esplorandone anche gli aspetti meno lievi che dimorano nel nostro subconscio, ma che è giusto riconoscere e accettare per poterli trasformare in una rinnovata consapevolezza.
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Ci raccontano fiabe, forse, dal nostro primo giorno di vita; seppur ancor inconsapevoli del senso di quelle parole, incontestabile è quel suono dolce e gradito. Tutti siamo cresciuti creando mondi fantastici, vivendo avventure incredibili e sviluppando, così, tutta la nostra fantasia e creatività. L’aspetto caratteriale d’un individuo si modella sulla base della gioia di ascoltare da piccolo questi racconti magici. Quindi, la fiaba ricopre un ruolo importantissimo nella vita di ogni persona perché è un tramite per l’assimilazione di concetti etici e valori umani fondamentali; agisce, altresì, energica sull’autostima d’ogni bambino. In questo tipo di storie, si riscontra anche il primo importante impatto con la consapevolezza del male, che è una realtà appartenente al comune vivere; dunque, è necessario conoscerlo e riconoscerlo in parallelo all’esistenza del bene. Proprio per la sollecitazione alla fantasia, ogni bambino darà, nei suoi sogni o nella sua immaginazione, un diverso svolgimento dei fatti o un differente finale e, in tal modo, egli stesso si rende autore della sua favola personale. Il libro è suddiviso in due sezioni di fiabe: l’una più semplice e sobria, adatta a lettori “in erba”; l’altra, invece, è idonea a una fascia più matura. È, comunque e sempre, Latte di Luna di Rita Veloce Copertina flessibile: 112 pagine Editore: CreateSpace Independent Publishing Platform; 1 edizione (27 dicembre 2012) ISBN-10: 148184847X ISBN-13: 978-1481848473 Rita Veloce è nata a Rodi Garganico il 9 luglio. Scrittrice di racconti, aforismi e fiabe; ha edito un libro di poesie: “I COLORI DEL VENTO”. È vincitrice del primo premio nel Concorso Internazionale di Poesia "Giuseppe Longhi" 2011 con la poesia EMIGRANTI CLANDESTINI - COMUNE DIVERSITA', finalista nell'edizione 2012 del Concorso Nazionale di Poesia "Falcone e Borsellino: Vent'anni dopo" con la poesia L'EREDITA', Silloge Finalista su 381 testi partecipanti nel Premio Letterario Ibiskos 2012 e Menzione d'onore nell'edizione 2012 del Premio Letterario Internazionale "Trofeo Penna d'Autore" con la poesia LA LUNA E LA COMETA. Pubblicata sull'antologia "Giuseppe Longhi" VIII edizione, sull'antologia "I Grandi Classici della Poesia Italiana" 2012, sull'antologia "Per non dimenticare Falcone e Borsellino: Vent'anni dopo" 2012 e inserita nell'antologia "Emozioni in bianco e nero" 2012 con un componimento poetico ed una fiaba. Le altre sue grandi passioni sono il disegno la decorazione e la pittura. I suoi interessi sono letteratura, musica e astronomia (ha pubblicato due poesie sul sito della società astronomica italiana sezione Puglia). FIGLIE DELLA LUNA (1° parte) La foresta sussurrava le sue voci come ogni argentea notte di luna piena. Il vento sibilava tra le alte fronde e, qua e là tra i cespugli, si muovevano le creature dell’oscurità. Un’ombra guardinga si aggirava tra le felci ai piedi dei faggi; non si scorgevano fattezze, ammantata com’era in quel drappo nero che tutta la ricopriva e cingeva, tra le dita contorte, un bianco fardello. La figura, irrequieta, lasciò scivolare il bagaglio d’esubero tra quei freddi cespugli e fuggì di gran fretta senza mai voltarsi. Improvviso, da quel lino raggomitolato, scaturì un gemito e un lento movimento diradò l’imballo. Nella foresta tutto tacque un attimo, come se ogni creatura fosse rimasta con il fiato sospeso per capire ciò che stesse accadendo. Due piccole creature, due neonate si muovevano piangendo, tra quel tessuto, alla disperata ricerca d’un nutrimento e d’un sussurro rassicurante; tutt’attorno, però, non vi era possibilità alcuna per la loro salvezza. Le femmine del branco di lupi erano ancora gravide e i loro maschi famelici e pericolosi. La luna, che dall’alto vide tutto l’accaduto e cui nulla mai sfuggiva delle vicende degli umani e d’ogni altro essere della terra, alla vista di quelle tenere e indifese bambine, s’intenerì e volle intervenire in loro aiuto. «Mi farò madre per loro; da oggi, le nutrirò e crescerò come fossero figlie mie» pensò, tra se e se, la bianca Luna. Ogni notte, alle piccole s’accoglieva e ogni notte, le nutriva dal suo splendore di bianco latte perlato. Le due bimbe, così, per quel magico intervento, crescevano vispe e sane e la loro pelle risplendeva quanto quella della celestiale nutrice. Luna, proprio come una vera madre, non solo le sfamava, ma ogni notte raccontava loro una fiaba… "Non c'è niente di più terribile, nè di diabolico, per un uomo o per una donna, che convivere ogni giorno, dividendo tempo e spazi, con una persona incapace di mostrare amore e stima" “ Il Guaito delle giovani volpi” di Patrizio Pacioni Melino Nerella Edizioni 2013 Genere Gialli, polizieschi e noir Patrizio Pacioni: scrittore, blogger, drammaturgo.nato a Roma, è autore di dieci romanzi. Esordisce con Un lungo addio (1997) e di una raccolta di racconti, Delitti & Diletti (2010) scritta a quattro mani con la bellunese Lorella De Bon, oltre a numerose pièces teatrali, per lo più di genere brillante. Dopo una serie di noir, thrilling e romanzi drammatici, nel 2006 l’approdo al giallo d’impianto classico con la creazione del commissario Leonardo Cardona, scomodo poliziotto che compare per la prima volta in Essemmesse e ritorna da protagonista nelle tre opere successive. Il suo sito www.patriziopacioni.it costituisce da tempo un frequentato osservatorio su ogni tipo di produzione artistica, aperto all’informazione e al sociale, e al tempo stesso un costante riferimento per gli autori emergenti. Nel collegato blog www.patriziopacioni.com/cardona è stata invece creata, in modo virtuale ma del tutto verosimile e realistico, la suggestiva città di Monteselva, sito della fantasia in cui possono prendere libera cittadinanza scrittori, lettori e semplici curiosi. “Il Guaito delle giovani volpi”, un romanzo attuale, attento alla diversità che ci circonda. Monito di un tempo che cambia e che vuole migliorare, creando rapporti, oltre l’indifferenza e le atroci e rigide regole che spesso danneggiano la costruzione di un futuro. Un divenire di incroci, di sguardi, di pagine lette e studiate e di resoconti, indici di come l’integralismo e la religione, se viste non con occhi “umani”, possono corrodere e imbruttire l’animo, portandolo nel baratro dell’assurdo. Una storia che trova radici nel seminare, ovunque siamo, il seme della speranza, dell’amore, della coscienza e correre anche nel rischio dell’incoscienza, il desiderio di fare proprie nuove realtà. Fatima o Francesca, due nomi che convergono nella stessa persona, che vive concretamente due “vite” diverse, parallele, trovando scontro in ciò che la porta sentirsi confusa e in una prigione. Una donna, sposa-bambina, che corre verso la cultura europea come salvezza e con spirito di libertà, abbracciando anche quello che per tradizione è categoricamente escluso. Un amore adolescente che si trova di fronte alla brutalità di chi non capisce il senso di vivere la vita nel rispetto dei luoghi, tempi e modi. La penna di Patrizio Pacioni descrive con impressionate realismo, tanto da lasciare a bocca aperta, frammenti di intimità e di cruda azione, per cui resta davvero difficile non scatenare dentro turbini di emozioni. Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, per essere fiamma viva nella coscienza di ogni generazione e trovare sulla ali della libertà, la forza per unire e non dividere, mondi diversi. Dulcinea Annamaria Pecoraro |
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