![]() LATTE & LIMONI Anna Maria Dall’Olio La vita felice (2014) Recensione a cura di Annamaria Pecoraro “Latte & Limoni”, silloge che già nel titolo esplica l’ossimoro della vita, tra alti e bassi, salite e discese, chiaro/scuri dalle molteplici funzioni e immersi in significati carichi di memoria e di esperienza. Il latte e il limone, due alimenti singolarmente nutrizionali e ricchi di proprietà, ma che insieme possono essere anche nocivi e scatenare “acidità e dolore”. In letteratura il latte è accostato alla maternità, all’infanzia felice, ai ricordi che sono l’ABC della crescita non sempre semplice. Un volo d’aquila, desiderosa d’identità e di ricerca. Oltre le combinate fortune, le spese, le porte chiuse e i fardelli trasportati. Una vita indossante i panni di una “Mater Lactans” e troppo spesso “dalle tasche vuote”, che si ritrova a combattere con le apparenze, bollette e giudizi. Figura ritrovabile nei versi di “S. Natale” di Clemente Rebora (1939), in Jacopone da Todi, nel capitolo XXXV dei Promessi Sposi (1840), nel XV della Gerusalemme Liberata (1580- 81) ove il bianco del latte si sgrana nel pallore del volto trasfigurato dalla morte. Una visione perturbante caratteristica anche la produzione verghiana: in Nedda (1874) o in Mastro Don Gesualdo, o con il “maleficium lactis” narrato da Tozzi, da Ignazio Silone ne’ “le donne in Fontamara” (1933) di Ignazio Silone. Pirandello interpreta la dis-grazia dell’allattamento in tutta la sua tensione patologica: nella novella Il libretto rosso (1911), fino alla valenza mostruosa nel racconto di Landolfi ne I canti di Maldoror (1869) di Lautrèamont. In tempi più recenti, Cristian Raimo ha rappresentato l’abisso della solitudine nel suo Latte (2001). Così nella lirica di Salvatore Quasimodo abbandona la mitologia dell’infanzia favolosa trasformandola in rovina del mondo e nella “Milano di Uomini e no” (1945) di Vittorini, un lattaio grida alle donne in coda che è arrivato cane Nero, prefigurando il destino non fasto. Il bianco/latte nella connotazione spettrale, allegoricamente diviene un mare nebbia [Una questione privata (1963) di Beppe Fenoglio] o un” cielo lattiginoso” come in Zebio Còtal (1961) di Guido Cavani o un “ghiacciaio fulminato” sul filo del rasoio in Islanda. I luoghi (Mirandola, Milano, Roma, Camerun,Bosnia, Islanda, Sardegna) diventano fonte d’analisi, scoperta, ricostruzione e di secrezione dalla cattiveria e dalle impurità per giungere alla pace. Scie intrecciate ai sospiri e la “via lattea terrestre”, è l’iter destinato nonostante il dolore, a diventare un potente elisir d’amore e di carità divina, o una miscela misteriosa (come anche nel notturno de L’assiuolo e nel crepuscolo di Piano e monte di Pascoli). L’idillio di Gatto di “Erba e latte”, che introduce la stessa silloge della Dall’Olio, caratterizza la musicalità ricercata dalla poetessa, che sull’altalena della vita tra memoria e sogno, ninna nanne, moniti, filastrocche e “cassintegarti”, snocciola la sua poetica sociale. Battaglie senza età, che spaccano il cuore e barattano la finzione per il successo. Una velata ricerca della bellezza eterna (Dorian Gray) e in quel latte & limoni, trovano il balsamo e l’acido. Il coagulato può infine trasmutarsi nella stessa fibra tessile, come nell’ingegnosa prosopopea ideata da Marinetti ne “Il poema del vestito di latte” (1937) e identificare genti, folle, piazze, strade, modellando e compromettendo le stagioni e le stesse generazioni. Al contempo anche il limone identifica il concentrato di energia, solarità, forza. Simbolo usato da Montale (Ossi di seppia), Quasimodo, Goethe, elogio d’appartenenza a un luogo/tradizione tale da richiamare sensazioni e profumi caratteristici. Potente strumento curativo e di bellezza, accattivante e audace, così come è la stessa penna di Anna Maria Dall’Olio, che abilmente riesce a descrivere, dis(incantare) con i versi quanto accade nella realtà. Una quotidianità fastellata di azioni e scelte non sempre comprensibili o accettabili perché sbadatamente trovate. “Trovasti l’anima mia sul selciato/ candele cadute muro crollato/ vasi di tristezza sconvolta”. Il latte e i limoni possono essere buoni davvero, ma anche amari, proprio come la vita: una mammella dell’universo, un libro-cibo, puro latte dell’anima e succo rivelato energico che se spremuto con la consapevolezza e il bisogno d’evolvere, migliora sicuramente. Dulcinea Annamaria Pecoraro
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![]() “Free Lemon T(h)ree” di Silvia Calzolari Collana "N.O.S.M." (2014) Recensione a cura di Marialuisa Brunetti Prorompente e decisa è la silloge “Free Lemon T(h)ree” di Silvia Calzolari che fra metafore, crasi, ossimori e parentesi si dispiega in ben 37 scritti. Nella sua lettura emerge chiaro e ridondante l’intenso e a tratti sofferto viaggio interiore che la Nostra percorre verso la profondità dell’Io, portandone allo studio il bagaglio di esperienze vissute o osservate, sottoponendole a profonda meditazione, e restituendole al lettore trasformate ora in riflessioni pungenti, ora in denunce forti e sferzanti che non possono lasciare il pubblico nel vicolo cieco dell’indifferenza. L’alternanza di ermetismo e manifestazione, costantemente presente, sembra rappresentare il vero ossimoro “portante” dell’opera, come se, il primo generasse nella Poetessa un sentimento di frustrazione scaturito dalla più urgente esigenza di richiamare l’attenzione del lettore verso problematiche concrete ed esistenziali, che non possono rimanere inascoltate. Dagli scritti spicca una marcata sensibilità di Silvia verso temi forti attuali, cogliendone quasi profeticamente la loro reale drammaticità e le loro conseguenze, spesso sfuggenti alla società attuale, il cui vivere frenetico costituisce un pericoloso viatico verso la disinformazione e l’inconsapevolezza. La costante vitalità poetica, trasversale in ogni componimento della silloge, elimina del tutto il rischio che tali riflessioni costituiscano descrizioni sterili di problematiche ma, anzi, vengono manifestate con vigore e crescente intensità, e mai fini a se stesse. Ella infatti propone come antitesi principi di libertà, uguaglianza e giustizia che sollevano il lettore dallo sgomento di un “nulla imperioso”, sempre in agguato per la mente e l’animo umano. Tuttavia l’uso stilisticamente marcato di metafore, crasi e parentesi, rischia di perdere la sua funzionalità linguistica, ed assurgersi ad “essenza” stessa del libro, ostacolandone a tratti la lettura a discapito dei contenuti di indiscussa qualità. Sotto questo aspetto i suoi componimenti più lineari, come “Il cibo d’uguaglianza”, “Il valore di un sogno”, “Sole d’amicizia” oppure “Poesianticapitalista” risultano vere e proprie gemme, capaci di sollecitare e al tempo stesso arricchire, anche l’animo più impermeabile che non viene distratto da alcuna interruzione linguistica. Vera e propria punta di diamante è la sua “Weltanschauung” che la Poetessa ci consegna come sintesi esistenziale di un lungo percorso di ricerca, fra chiaro-scure visioni e intuizioni; una prospettiva di vita che può sfociare in autentica “im-mortalelevazione" quando l’uomo immerge la propria Essenza nella solarità dell’ascolto di sé e della libera consapevolezza. Marialuisa Brunetti "Il silenzio del mare diventa mezzo tanto più intenso, quanto più ci addentriamo nella sua più intima profondità. In esso infatti, risiede la metafora della nostra Anima. Il susseguirsi di esperienze, crea, come una rosa di venti, mulinelli di sentimenti ed emozioni, tali da renderla inquieta, agitata, calma, o in perenne e instancabile movimento, ma la cui bellezza e veridicità più pura l’uomo riesce a gustare cogliendone il senso caratterizzante." ![]() "Ed eri mare. Ossia incontro di spirito e carne, ma anche il luogo di resurrezione. Enorme palcoscenico fra gli dèi e gli uomini." Quando sorride il mare di Floriana Porta Collana "Le Cetre" (2014) Formato: cm 12 x 16,5 Pagine: 64 ISBN: 9788898590087 Floriana Porta, poetessa, fotografa e pittrice, è nata a Torino nel 1975. Impegnata in molti progetti artistico-culturali dedicati al mondo della poesia e degli haiku, ha pubblicato due sillogi: Il respiro delle ombre e Verso altri cieli. Le tematiche cardine della sua poetica sono le riflessioni sull'esistenza, le forze cosmiche e la ricerca dell'essenzialità. È membro della giuria del Concorso Internazionale Poesia Haiku, organizzato dall'Associazione culturale Cascina Macondo, e di quella del Premio Italia Mia – Viaggio sentimentale in Italia, bandito dall'Associazione Italiana del Libro. Una bellissima collana di perle sono le poesie scritte da Floriana Porta nella silloge “Quando sorride il mare”, dove la Poetessa prende per mano e ci porta a conoscere il mare, per gustarne ogni suo elemento: colore, odore, vitalità, silenzio e rumore. Questo diventa la forza prorompente, che attraverso i suoi movimenti, (l’alternanza di mareggiate e bonacce, i suoi colori cangianti al muoversi del sole), culla e si prende cura di tutti gli esseri viventi che lo abitano. È uno studio profondo e minuzioso quello svolto da Floriana, che porta alla luce miriadi di meditazioni, guardando agli esseri viventi più esclusivi e rari: quelli di ieri, “organismi fossilizzati”, “steli d’eternità”, testimoni preziosi di un antico passato, e quelli di oggi che popolano le cavità più profonde degli abissi. Correnti e maree che il vento muove, artefice di mutazioni di scenari magici e sublimi; giungendo a noi “tra arcobaleni e gigli marini” (…)/ “assetato di bellezza”, che “Non dice. Serpeggia sotto pelle e si sfilaccia sotto pelle” (…)/,“abitato dal fulmine e dal tuono”. Connubio del giorno e la notte, e regalo di un’infinita varietà di cromature, odori, e sensazioni, ora intense, poi delicate o sublimi, ma costantemente, energie pulsanti. Sempre a disposizione un’isola per il viandante che vuole riposare e rinfrancarsi, ed uno scoglio per chiunque desideri riprendere il volo. Il silenzio del mare diventa mezzo tanto più intenso, quanto più ci addentriamo nella sua più intima profondità. In esso infatti, risiede la metafora della nostra Anima. Il susseguirsi di esperienze, crea, come una rosa di venti, mulinelli di sentimenti ed emozioni, tali da renderla inquieta, agitata, calma, o in perenne e instancabile movimento, ma la cui bellezza e veridicità più pura l’uomo riesce a gustare cogliendone il senso caratterizzante. Un viaggio spirituale ricco e energico è quello della Poetessa, dove il mare è fonte di interrogativi esistenziali e sofferti, e al contempo, base di risposte, per lo spirito e il corpo. Splendidi sono, infine, gli haiku, che la Porta ci propone al termine; pur rispettando la severa regola di questo genere, Floriana riesce con abilità e maestria a trasmettere tutta la carica emotiva. Riflessioni su ogni singolo componimento finemente curate e cesellate, che lasceranno sicuramente il segno nel lettore. Marialuisa Brunetti La silloge è una riscoperta continua e una grande accettazione del tempo che passa, inteso come complice amico, compagno di ogni singola piega del volto. La Scarpetta, diventa la scultrice della vita, e con maestria, padroneggia la penna, scrivendo versi fluidi e densi di poetica. ![]() Le voci della memoria di Anna Scarpetta Ismecalibri 2011 pag 53, brossura ISBN: 978-88-8810-039-3 Anna Scarpetta è nata nel 1948 a Pozzuoli (Na). Si è poi diplomata Perito ragioniere a Napoli, dove ha vissuto molti anni e dove ha studiato presso la Scuola di recitazione e spettacolo di Napoli. Ha lavorato a Milano presso la Rete Ferroviaria Italiana ed attualmente risiede a Novara. Si è sempre dedicata alla poesia, narrativa e saggistica. Ha collaborato con numerose e prestigiose riviste culturali, è stata presidente onorario per la Città di Napoli del MOPEITA (Movimento per la diffusione della poesia in Italia), è membro Honoris Causa a Vitae del Centro divulgazione Arte e Poesia; ha ottenuto numerosi riconoscimenti e prestigiosi premi in molti concorsi letterari. Presente in numerose Antologie di poesia contemporanea e ha già pubblicato Poesia (liriche, Ed. Gabrieli, 1985), Frantumi di tempo (poesie, Ed. Lo Faro, 1991), L’altra dimensione della vita (poesie, Ed. Libroitaliano World, 2004). Le voci della memoria non si adagiano, ma percorrono tenacemente le strade d’anima e del sentimento, vestendosi a ogni stagione, ascoltando la voce autentica del cuore e della ragione. I vuoti sono i pezzi mancanti non tornati indietro, ma danno la consapevolezza d'averci reso ciò che siamo, nel momento in cui viviamo. La silloge è una riscoperta continua e una grande accettazione del tempo che passa, inteso come complice amico, compagno di ogni singola piega del volto. La Scarpetta, diventa la scultrice della vita, e con maestria, padroneggia la penna, scrivendo versi fluidi e densi di poetica. “Ho imparato da me, vivendo che l’indifferenza logora la nostra stessa pazienza. Logora più della lunga attesa vana.” Il modus vivendi, accresce esponenzialmente la capacità espressiva, liberando magia da versi, impugnati con solida arte, di chi sa con il suo tocco, lasciare impronta d’emozione. Passione, dinamismo, orgoglio, instancabile ricerca di sanare i silenzi e rendere memorabili gli attimi. La Scarpetta, fedele alle sue origini, spiega le sue ali da gabbiano, stridendo amorevolmente, ove le barriere e le diversità bloccano o celano. Senza paura srotola la sua anima, e cavalca serrante verso la meta d’essere testimone responsabile di un messaggio anche quando porta “l’amaro in gola”. Denuncia le pazzie, le sofferenze, il malessere di questo tempo consumatore di vizi, e senza paura, in ginocchio flette, per ritrovare le forza e rialzarsi, con più ardore e voglia d’imprimere sulle pagine, il pensiero. Poesia destinata a divenire senso incarnato per figli, presenti e futuri, cercando di dare la chiave d’accesso a quelle porte chiuse da troppo. La Scarpetta è allora un’ instancabile sognatrice o una consapevole e paziente anima indistruttibile? Al lettore la facoltà di scegliere, ma cosa certa, è che l'umana e palpabile destrezza di questi versi, sarà il faro guida di preghiere, battiti e preziosi momenti, per molti. Dulcinea Annamaria Pecoraro Un memorandum immerso nella credenza di avere risposte a un senso che davanti al mistero e improvviso senso della morte, lascia spiazzati. Cosciente missione del poeta di raccontare e di andare avanti, nonostante le macerie e le ombre del limbo. Essere testimoni di concreto amore che abbraccia e non lascia soli, che accarezza e crea figli del futuro. ![]() Ierousalem di Prospero Alessandra Dati 2013, 40 p., brossura Editore GDS Disponibile in eBook a € 0,99 Alessandra Prospero: nata e cresciuta a L’Aquila dove tuttora vive, dopo gli studi classici ha assecondato la propria passione per lo studio della criminologia intraprendendo il corso di laurea in Scienze dell’Investigazione in L’Aquila. Collabora come recensionista con le riviste virtuali www.bottegascriptamanent.it e www.direfarescrivere.it edite dall’Agenzia Letteraria La Bottega Editoriale (www.bottegaeditoriale.it) e con la rivista www.ilgiornaledimontesilvano.com. Prolifica è soprattutto la sua produzione poetica, ha partecipato a innumerevoli antologie poetiche e nel 2012 ha pubblicato con Città del Sole edizioni la silloge P.S.Post Sisma, lanciata al Salone del Libro di Torino, che le è valsa numerosi premi e riconoscimenti. (http://alessandraprospero-prosaepoesia.blogspot.it) Ripercorre i passi, “nella cittadella dei senza-nome”, non sempre è semplice. Rismuove emozioni, rinvangando e agitando tormentati pensieri, con la consapevolezza d’essere vivi, ma anche del caro prezzo. Un memorandum immerso nella credenza di avere risposte a un senso che davanti al mistero e improvviso senso della morte, lascia spiazzati. Cosciente missione del poeta di raccontare e di andare avanti, nonostante le macerie e le ombre del limbo. Essere testimoni di concreto amore che abbraccia e non lascia soli, che accarezza e crea figli del futuro. Seminare speranze e con coraggio combattere, superando e condividendo i grovigli dell’anima è difficile, ma non è irreversibile. La malinconia riconosce e tollera dolori atroci, e metabolizzati, li trasforma in “leoni e fiordalisi”. La salvezza di non sentirsi soli, accomuna e culla. Alessandra, in versi liberi trova come annullare le distanze, unendo l’umanità nello stesso respiro. La penna diventa lo sfogo e il segno indelebile della “folle” sensibilità, tanto da riuscire a dare la spinta per tornare a rialzarsi da terra, per così ricomporre pezzi rotti, incollandoli senza inganni, con la passione e la volontà. La Prospero diventa “pro memoria”, la “Vis comica” narrante della “spes” e del destino, ritmando oltre la “Tabula rasa”, la verità di quanto sia importante vivere. Dulcinea Annamaria Pecoraro ![]() «Il Marinaio di Saigon [et secunda carmina imperfecta]» di Dimitri A. Ruggeri Di Nella Genere: poesia e fotografia Anno pubblicazione: 2013 Formato:12×18 Foliazione: 200 pag. ISBN : 2120010387422 Anteprima: clicca QUI Acquista il libro o contatta l’autore a dimitri.ruggeri[@]gmail.com Pagina Facebook del libro: Il Marinaio di Saigon Dimitri Ruggeri Di Nella (1976) è un poeta contemporaneo orientato sperimentalmente alla "poesia di reportage" (V.Esposito). Consegue la Maturità presso il Liceo G.B. Benedetti di Venezia come allievo della Scuola Navale Militare F. Morosini e la Laurea presso l'Univ. degli Studi La Sapienza di Roma [...]. Si avvale della fotografia, del video e delle installazioni per rappresentare il verso libero prevalentemente in borghi antichi e spazi dismessi. E' autore della trilogia poetica Parole di grano , Status d'amore, Carnem Levare il Cammino, del racconto e reportage Chiodi e Getsemani versus Gerusalemme, Il Marinaio di Saigon [et secunda carmina imperfecta] e di diversi reportages narrativi inediti prodotti viaggiando per più di cinquanta paesi nel mondo. Hanno parlato di lui il critico letterario e saggista Vittoriano Esposito, il critico e poeta Maurizio Cucchi, il poeta Alessandro Fo, la scrittrice Giovanna Mulas, , il poeta Marco Pavoni, Bruna Capuzza, Aurora Botticchio, la regista Cinzia TH Torrini, Simone Gambacorta e molti altri […]. Ha prodotto il film Carnem Levare, il Cammino (regia H. Majeed) e l’audiolibro Status d’amore (voce recitante C. Oddi, musica M° R. Bisegna) tratti dalle opere omonime. - info: www.dimitriruggeri.com SINOSSI Il Marinaio di Saigon et secunda carmina imperfecta si configura come un progetto poematico elaborato dal poeta Dimitri Ruggeri Di Nella. [...]L’opera si articola in due sezioni. L’una, attraverso immagini e tematiche ricorrenti (il mare, la terra natale, il passato, l’alienazione urbana) mira alla creazione di ambientazioni apparentemente surreali, avvalendosi di un linguaggio crudo, che potrebbe definirsi iperscatologico.[…] La seconda sezione, che si discosta dai temi ricorrenti della raccolta, è difatti definita dall’autore secunda e imperfecta, con l’efficace recupero di un lessico latino che enuclea l’importanza di questa parte dell’opera, per nulla minoritaria.[…] La raccolta è arricchita dall'inserimento di venti scatti fotografici realizzati dall'autore nel corso dei numerosi viaggi in piu' di cinquanta paesi del mondo. [...] In definitiva, li si potrebbe definire 'versi senza legge', 'versi (is)pirati'. (stralcio della prefazione a cura di B. Capuzza) Cammini di vita
di Graziella Benatti Ed Ursini (2014) pag 78 genere:poesia La sinossi del libro: Questa raccolta poetica è un’introspezione dell’Io che si interseca nella sofferenza partendo da un lutto, forte e devastante la cui perdita mi ha reso in solitudine, lungo il percorso a ritroso ripercorro eventi che nel mio subconscio si sono nascoste, lungo le vie della memoria aiutata da eventi quotidiani la cui violenza famigliare mi ha riacceso la sofferenza, il falso amore di un padre, le mani fraudolente di un fratello, per arrivare a vittima di stalking, percorsi ciottolati che causano ferite e la piena consapevolezza di aver trovato la forza di combattere tale violenza; lungo questo scoprirmi e rendermi forte la riflessione di un amore omosessuale, lungo i suoi occhi ho trovato la mia anima, recentemente ho letto la leggenda giapponese “filo rosso” e corrisponde con quello che ho provato con questa persona; legati da qualcosa invisibile che s’interseca nella nostra anima, in un poesia recente recito questo “ due anime in un corpo solo”; lungo questo percorso analizzo ogni sfumatura domandandomi se il percorso fatto poteva essere diverso, se le mie emozioni potevano scaturire in azioni più decise. Con questa silloge poetica vorrei donare quella forza che io e mia madre abbiamo avuto di affrontare quella violenza famigliare, aggiungo una breve riflessione: di non lasciare soli le persone che ogni giorno con le proprie forze combattono le violenze famigliari, le istituzioni dovrebbero fare molto di più ma anche il cittadino potrebbe dare un contributo, dando mezzi per contrastare e difendere la propria dignità di persona. Nella mia introspezione articolata e vivace al tempo stesso rievoco ogni sofferenza per donarla con sorriso e con speranza regalandovi a voi le mie riflessioni di momenti molto particolari. Questo libro è una perla del mio cuore che dono a voi con un sottofondo di semplicità che regna nel mio cuore. Ringraziando tutti i possibili lettori di questa piccola silloge che ho creato sperando di donare emozioni profonde e di dare monito alle reali situazioni di tante donne vittime di violenza famigliare, un sentito grazie a tutti. Graziella Benatti Benatti Graziella nata a Vignola il 16 Novembre 1975, artisticamente si forma dal primo Concorso Premio Alda Merini dove viene inserita nell’Antologia “Mille voci per Alda” ricevendo la Targa e Attestato di merito; Premio Internazionale Mario Luzi inserita nell’antologia suddetta con tutte le tre opere; 3°classificata sezione Video-Poesia “Nei mille metri” nel Premio Nazionale d’Arte Saltino-Vallombrosa 3° Edizione 2013 “1000 Metri di poesia… e non solo” ricevuto Coppa e Attestato di Merito; antologia Autori Contemporanei “I rumori dell’anima” dell’Edizione Associazione I rumori dell’anima edito Universitalia; Premio Speciale Unico per l’Emilia-Romagna, Trofeo e Diploma d’Onore nel Concorso Nazionale Letterario Artistico “Ambiart” 2013; premiata con Diploma di Merito Europeo Certificato OPE nel Premio Wilde VI° Edizione 2013 Concorso Letterario Europeo; Pubblicato il suo primo libro “Nell’incanto dei tuoi occhi” Edito Europa Edizione – Gruppo Albatros Il Filo; Seconda Silloge di Poesia “Cammini di vita” Edito Ursini Edizioni Gennaio 2014. ![]() L’ombrellone giallo di Giuseppina Vinci Collana Indaco – Poesia 4.4.2014, 74 p., brossura Curatore Spurio Lorenzo ISBN 978-88-98643-05-9 TraccePerLaMeta Edizioni Giuseppina Vinci è nata a Lentini (SR). Docente nella scuola pubblica, tutt’ora è in servizio presso il liceo classico “Gorgia” della sua città. Ha pubblicato due libri di poesie e racconti: Battito d’ali (Aletti Editore, 2010) e Chiara è la sera (Angelo Parisi Editore, 2012) e un libro di saggistica breve, Riflessi letterari (TraccePerLaMeta Edizioni, 2013). Ha pubblicato altresì in Cento voci verso il cielo, Antologia poetica e in Antologia di poesie “Il Forte”. Il nuovo libro, dal titolo evocativo e ben rappresentato dall’immagine di copertina, è L’ombrellone giallo che ci rimanda, quasi, a una poetica dell’essenziale o delle cose perdute. Nella silloge trovano posto anche alcuni racconti di media lunghezza che testimoniano ancora una volta, com’era stato per il suo Chiara è la sera (Angelo Parisi Editore, 2012) la versatilità della scrittrice nei due generi letterari e l’indiscussa padronanza dei rispettivi stili. L’ombrellone giallo si apre con una nota critica introduttiva firmata da Lorenzo Spurio nella quale il critico osserva: “[L]a poetica della Vinci ha come desiderio manifesto quello della lode, dell’encomio al Creato e al suo Creatore che nasce dalla riconoscenza e dall’accettazione del Peccato che, in quanto uomini, siamo costretti a portare. Per questo alcune liriche diventano addirittura delle preghiere, dei testi che, musicati, potrebbero trovare la loro locazione tra la predica e l’eucaristia in una celebrazione religiosa: Tutto tende a Te,/ tutto parla di Te,/ tutto è in TE!”. Il libro, edito da TraccePErLaMeta Edizioni, è disponibile alla vendita sul rispettivo negozio online della casa editrice (www.tracceperlameta.org) e su tutte le vetrine online specializzate nella vendita di libri. La penna di Milone, si veste da “terzo occhio”; osservando così, ![]() Anime Nude di Marco Milone Editore: Narcissus, 2014 Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Silloge densa di metafore e “carovaggeschi” chiaroscuri che alludono all’intimistica visione della vita. Percorso delineato da pennellate di luci e ombre, attraversando la coscienza, la solitudine e la “profondità” di “plastiche immensità”. Un connubio che trova nello “sguardo” libero, la visione cosmica del tutto. La penna di Milone, si veste da “terzo occhio”; osservando così, le “masse abbarbagliate” di un’umanità spesso confusa e svalutata. Le riflessioni nascono spontanee, e la scrittura, diventa la rivoluzionaria forma di lotta contro la corruzione. Il poeta si oppone alle “carceri” mentali e fisiche, a catene e alti muri d’indifferenza, costruiti per paure e false difese, ma che imbruttiscono. In tutto, la positività di cogliere nella fiducia, la speranza di un nuovo domani, diventa una possibilità. Milone, lega i dubbi terreni ai “canti efebici”, attaccandosi alla nobiltà e ai pensieri celesti, la via che porta alla salvezza (almeno per l’anima, che si spoglia e diventa “nuda”). La dualità dei luoghi, delle emozioni che scatena la lettura di questa silloge, diventa il mezzo per arrivare alla conoscenza di sé stessi e di quello che abbiamo intorno. Anche lo stesso dolore, è un fine, per riscoprire, nella semplicità dei sensi, nuovi passi e orizzonti. Tra disperazione e luce, angeli e demoni, giorno e notte, vita e morte, tranquillità e guerra, abbandono e coraggio, la poesia di Milone si colora di immagini. “Fiducia nel tempo e nelle possibilità scompare innanzi alla caducità delle cose”, monito che ben mostra e ricorda quanto molto sia in mano al destino, ma altro è determinato da come ognuno discerne. La libertà di trovare arricchimento nel bene o nel male, è cosa realistica, nonostante questo costi scavare dentro l’aroma della vita o riemergere dai solchi delle delusioni, per rinascere poi, tempesta dopo tempesta, migliorati. Dulcinea Annamaria Pecoraro ![]() Anime Nude di Marco Milone Editore: Narcissus Categoria libro: Poesia Anno: 2014 Ebook Isbn: 9788868854706 Marco Milone. Barone di Aliminusa. Nasce a Palermo nel 1980. Nel 2003 pubblica con Ghost edizioni “L’eterna condanna ed altri racconti, cui seguiranno la silloge “Geometria del silenzio” (akkuaria, 2004), il volume di saggistica Fumetti (finalista al premio Franco Fossati) per le Edizioni Unicopli, e le sillogi Profilo sito“Sulle orme della speranza“ (Edizioni Progetto Cultura, 2006) e “Nel labirinto del delirio” (Zona, 2006). Le sue poesie sono state parzialmente tradotte in esperanto, francese e spagnolo. Nel 2002 collabora con L’indice dei libri, e dal 2003 al 2005 diventa responsabile delle attività culturali per l’Inves. In seguito è stato redattore di Inguine mahgazine, e ha collaborato con la Coconino, Comixcomunity e Due Punti Edizioni. Dal 2006 al 2007 è stato membro del comitato di lettura di Il Foglio Edizioni, e nello stesso periodo caporedattore di Cagliostro epress, per la quale ha anche curato le riviste Be Side e Solaris. Negli stessi anni cura rassegne di animazione e mostre di fumetti. Laureatosi in Economia e Commercio anni addietro, e conseguito successivamente un master in General Management, nel 2013 ha pubblicato la sua tesi di laurea “Aspetti sociologici del cambiamento organizzativo“. Sinossi L’eterna lotta fra il Bene e il Male e il ricongiungimento a quell’atavica purezza insita nell’anima (o meglio nell’essenza del puro spirito) rappresentano i tratti salienti delle poesie di Marco Milone raccolte in questa silloge. “Anime nude” ben sintetizza l’autenticità dell’individuo spogliato da ogni maschera e artifizio “adattativo” ad uso e consumo della dimensione quotidiana, che affronta a viso aperto quel bisogno insopprimibile di fendere l’ombra e di lasciarsi avvolgere dalla luce dell’Assoluto. Un cammino impervio e a tratti tormentato, ben delineato da metafore attinte soprattutto ai fenomeni della natura e al loro carattere mutevole, dove dolcezza e irruenza, lacrime e aneliti di speranza, passione carnale e sublimazione si avvicendano spesso in rapida sequenza. L’autore, quasi un moderno Caravaggio della poesia, si fa portavoce di questa eterna ricerca dell’uomo, esplorandone anche gli aspetti meno lievi che dimorano nel nostro subconscio, ma che è giusto riconoscere e accettare per poterli trasformare in una rinnovata consapevolezza. |
Deliri progressivi
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Gennaio 2025
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