
di Silvia Calzolari
Collana "N.O.S.M." (2014)
Recensione a cura di Marialuisa Brunetti
Prorompente e decisa è la silloge “Free Lemon T(h)ree” di Silvia Calzolari che fra metafore, crasi, ossimori e parentesi si dispiega in ben 37 scritti.
Nella sua lettura emerge chiaro e ridondante l’intenso e a tratti sofferto viaggio interiore che la Nostra percorre verso la profondità dell’Io, portandone allo studio il bagaglio di esperienze vissute o osservate, sottoponendole a profonda meditazione, e restituendole al lettore trasformate ora in riflessioni pungenti, ora in denunce forti e sferzanti che non possono lasciare il pubblico nel vicolo cieco dell’indifferenza.
L’alternanza di ermetismo e manifestazione, costantemente presente, sembra rappresentare il vero ossimoro “portante” dell’opera, come se, il primo generasse nella Poetessa un sentimento di frustrazione scaturito dalla più urgente esigenza di richiamare l’attenzione del lettore verso problematiche concrete ed esistenziali, che non possono rimanere inascoltate.
Dagli scritti spicca una marcata sensibilità di Silvia verso temi forti attuali, cogliendone quasi profeticamente la loro reale drammaticità e le loro conseguenze, spesso sfuggenti alla società attuale, il cui vivere frenetico costituisce un pericoloso viatico verso la disinformazione e l’inconsapevolezza.
La costante vitalità poetica, trasversale in ogni componimento della silloge, elimina del tutto il rischio che tali riflessioni costituiscano descrizioni sterili di problematiche ma, anzi, vengono manifestate con vigore e crescente intensità, e mai fini a se stesse. Ella infatti propone come antitesi principi di libertà, uguaglianza e giustizia che sollevano il lettore dallo sgomento di un “nulla imperioso”, sempre in agguato per la mente e l’animo umano.
Tuttavia l’uso stilisticamente marcato di metafore, crasi e parentesi, rischia di perdere la sua funzionalità linguistica, ed assurgersi ad “essenza” stessa del libro, ostacolandone a tratti la lettura a discapito dei contenuti di indiscussa qualità. Sotto questo aspetto i suoi componimenti più lineari, come “Il cibo d’uguaglianza”, “Il valore di un sogno”, “Sole d’amicizia” oppure “Poesianticapitalista” risultano vere e proprie gemme, capaci di sollecitare e al tempo stesso arricchire, anche l’animo più impermeabile che non viene distratto da alcuna interruzione linguistica.
Vera e propria punta di diamante è la sua “Weltanschauung” che la Poetessa ci consegna come sintesi esistenziale di un lungo percorso di ricerca, fra chiaro-scure visioni e intuizioni; una prospettiva di vita che può sfociare in autentica “im-mortalelevazione" quando l’uomo immerge la propria Essenza nella solarità dell’ascolto di sé e della libera consapevolezza.
Marialuisa Brunetti