Ci raccontano fiabe, forse, dal nostro primo giorno di vita; seppur ancor inconsapevoli del senso di quelle parole, incontestabile è quel suono dolce e gradito. Tutti siamo cresciuti creando mondi fantastici, vivendo avventure incredibili e sviluppando, così, tutta la nostra fantasia e creatività. L’aspetto caratteriale d’un individuo si modella sulla base della gioia di ascoltare da piccolo questi racconti magici. Quindi, la fiaba ricopre un ruolo importantissimo nella vita di ogni persona perché è un tramite per l’assimilazione di concetti etici e valori umani fondamentali; agisce, altresì, energica sull’autostima d’ogni bambino. In questo tipo di storie, si riscontra anche il primo importante impatto con la consapevolezza del male, che è una realtà appartenente al comune vivere; dunque, è necessario conoscerlo e riconoscerlo in parallelo all’esistenza del bene. Proprio per la sollecitazione alla fantasia, ogni bambino darà, nei suoi sogni o nella sua immaginazione, un diverso svolgimento dei fatti o un differente finale e, in tal modo, egli stesso si rende autore della sua favola personale. Il libro è suddiviso in due sezioni di fiabe: l’una più semplice e sobria, adatta a lettori “in erba”; l’altra, invece, è idonea a una fascia più matura. È, comunque e sempre,
l’età giusta per leggere una favola.
- Rita Veloce -

di Rita Veloce
Copertina flessibile: 112 pagine
Editore: CreateSpace Independent Publishing Platform; 1 edizione (27 dicembre 2012)
ISBN-10: 148184847X
ISBN-13: 978-1481848473
Rita Veloce è nata a Rodi Garganico il 9 luglio. Scrittrice di racconti, aforismi e fiabe; ha edito un libro di poesie: “I COLORI DEL VENTO”. È vincitrice del primo premio nel Concorso Internazionale di Poesia "Giuseppe Longhi" 2011 con la poesia EMIGRANTI CLANDESTINI - COMUNE DIVERSITA', finalista nell'edizione 2012 del Concorso Nazionale di Poesia "Falcone e Borsellino: Vent'anni dopo" con la poesia L'EREDITA', Silloge Finalista su 381 testi partecipanti nel Premio Letterario Ibiskos 2012 e Menzione d'onore nell'edizione 2012 del Premio Letterario Internazionale "Trofeo Penna d'Autore" con la poesia LA LUNA E LA COMETA. Pubblicata sull'antologia "Giuseppe Longhi" VIII edizione, sull'antologia "I Grandi Classici della Poesia Italiana" 2012, sull'antologia "Per non dimenticare Falcone e Borsellino: Vent'anni dopo" 2012 e inserita nell'antologia "Emozioni in bianco e nero" 2012 con un componimento poetico ed una fiaba. Le altre sue grandi passioni sono il disegno la decorazione e la pittura. I suoi interessi sono letteratura, musica e astronomia (ha pubblicato due poesie sul sito della società astronomica italiana sezione Puglia).
FIGLIE DELLA LUNA
(1° parte)
La foresta sussurrava le sue voci come ogni argentea notte di luna piena. Il vento sibilava tra le alte fronde e, qua e là tra i cespugli, si muovevano le creature dell’oscurità.
Un’ombra guardinga si aggirava tra le felci ai piedi dei faggi; non si scorgevano fattezze, ammantata com’era in quel drappo nero che tutta la ricopriva e cingeva, tra le dita contorte, un bianco fardello. La figura, irrequieta, lasciò scivolare il bagaglio d’esubero tra quei freddi cespugli e fuggì di gran fretta senza mai voltarsi. Improvviso, da quel lino raggomitolato, scaturì un gemito e un lento movimento diradò l’imballo. Nella foresta tutto tacque un attimo, come se ogni creatura fosse rimasta con il fiato sospeso per capire ciò che stesse accadendo.
Due piccole creature, due neonate si muovevano piangendo, tra quel tessuto, alla disperata ricerca d’un nutrimento e d’un sussurro rassicurante; tutt’attorno, però, non vi era possibilità alcuna per la loro salvezza. Le femmine del branco di lupi erano ancora gravide e i loro maschi famelici e pericolosi.
La luna, che dall’alto vide tutto l’accaduto e cui nulla mai sfuggiva delle vicende degli umani e d’ogni altro essere della terra, alla vista di quelle tenere e indifese bambine, s’intenerì e volle intervenire in loro aiuto.
«Mi farò madre per loro; da oggi, le nutrirò e crescerò come fossero figlie mie» pensò, tra se e se, la bianca Luna.
Ogni notte, alle piccole s’accoglieva e ogni notte, le nutriva dal suo splendore di bianco latte perlato.
Le due bimbe, così, per quel magico intervento, crescevano vispe e sane e la loro pelle risplendeva quanto quella della celestiale nutrice.
Luna, proprio come una vera madre, non solo le sfamava, ma ogni notte raccontava loro una fiaba…